parla da sola

Caro Dottore,
sarà perché si avvicina l'inserimento nella nuova scuola, ma in questi giorni sono molto in ansia. Questa volta, sarò comunque breve per davvero: la bimba parla da sola, continuamente...mio marito dice che gioca, ma il suo è un parlare continuo, a volte forse è davvero un gioco: due personaggi che dialogano (se non ci sono bambole, forchette, fili...), ma a tavola, per esempio, a parte chiederci quello che vuole mangiare o bere o dirci che non gli va più o chiedere se può alzarsi, mangia e chiacchiera beata dei fatti suoi, ride anche...ultimamente spesso è una "nenia", insomma, una cantilena...il papà dice che smetterà da sola, ma io mi chiedo: quando? Accadrà davvero? Come si farà a scuola? Lo so, un anno è lungo...a lei piace proprio...e come dialoga bene fra sé e sé. Le è capitato di osservare comportamenti del genere? Potrebbe essere il primo passo per una maggior apertura al dialogo "vero", come il papà di cui invidio l'ottimismo sostiene? Fra urletti e "parlottìi" non c'è un attimo di silenzio...
Grazie!

Vediamo come andrà nella

Vediamo come andrà nella scuola nuova. A proposito, come ha preso la notizia? Poi si penserà, come si era detto, se potrà essere utile darle uno spazio ulteriore 'd'ascolto', visto che 'parla' tanto...

Le abbiamo detto che cambierà

Le abbiamo detto che cambierà scuola, ma ha detto sì, senza, all'apparenza, particolari reazioni. Si inizia a metà della prossima settimana. Pensavo di riaffrontare l'argomento nel fine settimana, semplicemente dicendole che si va in una scuola nuova, senza grandi spiegazioni. Ha senso?
Per il resto, faremo quello che sarà necessario, anche se mi auguro tanto che il nuovo ambiente l'aiuti.
Continua a rivendicare il suo ruolo di bimba piccola: ieri uno sfogo di rabbia (molto più del piccolo ringhio), terribilmente infastidita dalla presenza del fratellino. Non riesce ad accettarlo...a dire il vero stava per dargliele e l'ho frenata. Si vede proprio che è arrabbiatissima. Glielo ho chiesto e, sempre arrabbiata, mi ha risposto di sì, che è arrabbiata...insomma, si è un po' sfogata. L'ho consolata, dicendole che capisco che è arrabbiata, ho cercato di comprenderla e rassicurarla, limitandomi a dire che però non deve mai picchiare il bambino.
In realtà, se è vero che questa bimba, come pare anche a me, è molto confusa etrattenuta, forse è un bene che cominci ad esternare le sue emozioni (fra arrabbiature e pianti disperati...non capisce bene nemmeno lei tutto ciò che sente, almeno questo è quello che pare a me). Mio marito è convinto che tutto questo sia positivo, che si stia sbloccando....io invece non ne posso più...

Sembra di percepire infatti

Sembra di percepire infatti che Lei non ne può più. "Sull'orlo di una crisi di nervi..."
Forse bisogna che Lei "faccia un passo indietro", non nel senso di "dimettersi da mamma", ma probabilmente è a una distanza troppo ravvicinata, è ipersensibile alle manifestazioni della bimba, deve lasciarla fare un po' più da sè, anche col fratellino intervenire un po' dopo, non prevenire anche i sentimenti, oltre che la manifestazione di questi.
Gelosia rivalità, rabbia ecc sono cose normali, non si possono soffocare, è peggio. Trovi una distanza più adeguata, in modo che anche i sentimenti 'scottino' meno e siano più sopportabili.

Dottore, forse Lei ha

Dottore, forse Lei ha ragione, ma io sono tanto confusa. In questi giorni la bimba è con i mei genitori, il piccolo, i cuginetti. La mia famiglia non fa che ripetermi che non fa che strillettare e mugolare. Io credo che sia per via del fratellino, ma il messaggio che loro continuano da due anni a trasmettermi è che io non vedo, in sostanza, le difficoltà di mia figlia, che sto sottovalutando, che non sto facendo niente per aiutarla. Non so più cosa pensare e sono davvero in crisi. Perché un bimbo mugola e strilletta continuamente? La risposta più ovvia mi pare che sia che sono due mesi che convive continuamnete con quello che per lei è un nemico, la causa dei suoi problemi...le assicuro, però, che sentirmi ripetere dalle persone che trascorrono con lei tutto il giorno da quindici giorni, che la bimba mugola e strilla continuamente, che non la vedono affatto migliorata e che, in sostanza, non sto facendo il bene di mia figlia, mi terrorizza e mi manda in crisi...cerco di stare tranquilla, ma il messaggio è: "Fai bene a preoccuparti, anzi, lo dovresti fare di più, stai perdendo tempo prezioso senza fare niente". magari non è così esplicito a parole (ma quasi). Credo di non essere nemmeno più lucida. Le mando un'e-mail privata per altri aspetti.
Grazie.

Lei sembra in preda a quella

Lei sembra in preda a quella che per molti studenti è una crisi pre-esame, o pre-laurea, che pochi giorni prima vanno nel panico, non capiscono più niente e rischiano di vanificare quello che hanno fatto fino allora. Mi sembra che viva questo prossimo inizio scuola come un esame fondamentale, da cui può dipendere il resto della vita.
Penso che invece non sia così, è semplicemente un cambiamento che si è pensato potesse essere utile, ma ci sono tanti fattori in gioco, imprevedibili. Non si può prevedere tutto, nè come dicevo altre volte le nostre scelte sono responsabili di tutto. 'Io speriamo che me la cavo' è molto più realistico. Facciamo il possibile, cerchiamo di fare bene, ma non dipende tutto da noi, i fattori in gioco sono troppi e non possiamo influire su tutti, come ben rappresentato nella fiaba della bella addormentata dove a forza di eliminare il pericolo, si va poi a cascarci dentro direttamente.

Non farei neanche la questione 'sano' - 'malato', due estremi che direi entrambi falsi, ma quella di cercare di favorire lo sviluppo evitando ostacoli inutili o dando una spinta a superare una salita se in quel momento il 'ciclista' è in difficoltà, indipendentemente dalla 'bicicletta' che monta, cioè dalle sue caratteristiche costituzionali, che abbiamo poco modo di conoscere, e che solo la burocrazia scolastico-sanitaria pretende di classificare dentro categorie diagnostiche fra 'malattia' e 'sanità'.

Le consiglierei inoltre di prendersi solo il 50% del carico e della responsabilità, poichè siete in due genitori. Non può decidere solo lei, assumersi tutte le responsabilità di scelta, ecc, significa crearsi uno stress inutile e pericoloso.

E' vero, non sono mai stata

E' vero, non sono mai stata stressata per i miei "esami", ma mi sento esattamente come descrive. Il papà è presente, sono io che sto andando nel panico e che mi sento tutto addosso, come se tutto dipendesse da me (sono la mamma e sento la responsabilità di tutto questo, delle reazioni della bimba, di tutto).
Il punto è che molta delle mia preoccupazione è proprio per la burocrazia di cui Lei parla: vedere che mia figlia è particolare mi preoccuperebbe meno se non vedessi come uno scoglio insormontabile la burocrazia scolastica con cui fra un anno dovremo scontrarci (vede...io dico "scontrarci", non "incontrarci"...mi vedo già a combattere per non far mettere a mia figlia un'etichetta). Se non ci fosse questo aspetto, sarei più tranquilla. Invece sono terrorizzata.

DOMANDE

Dott Benedetti,
leggendo il suo blog e riflettendo mi sorgono alcune domande, eccole:
1) lei parla di terapia d'ascolto e tempo fa se non vado errato ha parlato di terapia emozionale.
Mi potrebbe gentilmente spiegare meglio di cosa si tratta?
2) Possiamo secondo lei piano piano insegnare alcune cose a nostra figlia?
In altre parole passare ad una fase più attiva dove insegnamo le lettere magari giocando
in maniera soft?
Come ci suggesrisce di farlo se la risposta è si ovviamente?
Grazie per i suoi consigli.
Saluti
(il papà)

Direi che è cominciato solo

Direi che è cominciato solo da pochi giorni l'ultimo anno di scuola materna, in un ambiente nuovo ( a proposito, come sono andati?...). Ci vorrà una fase di adattamento, della bimba, delle insegnanti e anche della famiglia. C'è tutto il tempo di vedere come vanno le cose e raccomanderei di mantenere la tranquillità e di lasciare il tempo e lo spazio necessari e di mantenere la 'distanza' e la 'temperatura' giuste...
Più che 'terapia d'ascolto', mi sembra che ultimamente su queste pagine ho parlato spesso di ascoltare i bambini e le loro domande, invece che essere gli adulti a fargli domande e farsi rispondere, con rischio di frustrazione per entrambi...

Quello che vedo:

Quello che vedo: sballonzolare, scorrazzare per la stanza senza sosta, parlicchiando e urlettando. Rispondere a monosillabi e, spesso, a caso. Chiede solo quello che vuole (Mi dai l'acqua? Mi apri la bottiglia?). Ultimamente, inventa le parole (imita il fratellino che sta imparando a parlare?) . Non mi pare di tartassarla di domande, eppure risponde "a vanvera". le poche frasi che dice sono essenziali, brevi , corrette, ma poco articolate. Difficilmente volte a comunicare qualcosa (semmai a chiedere qualcosa che vuole). Questo è ciò che osservo, non sono un medico. Vedo una bimba che sembra "drogata" o "ubriaca". In parte, forse, lo fa apposta (lo spero). Non abbiamo mai fatto esami di alcun tipo: dovremmo?
Non disegna, non manipola. L'unica cosa che vuole fare è ritagliare: ritaglia striscioline o pezzettini che poi fa "zompettare". Non riesco a farmi domande nè a darmi risposte. Questo è ciò che vedo e non mi pare positivo.
Sabato scorso al parco con un'amichetta (se così può definirsi una bimba, anni luce più "avanti in tutto", che le piace e l'affascina). Felicissima di vederla, si sono abbracciate e rincorse, baciate, coccolate, si sono rincorse come schegge con la bici....ma la bimba non riesce ad andare oltre a questo. Ho notato che s'interessa ad alcuni bimbi (due?) solo se presi singolarmente e solo se questi bimbi si concentrano molto, esclusivamente, su di lei, come l'altra sera. Ai bimbi non riesce nemmeno a rivolgere domande volte ad avere qualcosa che vuole (tipo: mi passi la matita?)

Quello che penso io (che spero?) è che la bimba sia troppo presa da "problemi" grandi per potersi dedicare ad altro: i problemi sono il fratellino, il timore dell'abbandono, l'insicurezza. Ciò probabilmente la distrae da tutto il resto: dialogare, crescere, apprendere...anche se fosse così, comunque, non va bene.

Io attendo, ma mi sembra di non star facendo niente per lei.
So che ci risentiamo fra una quindicina di giorni e la ringrazio ancora di tutto: qui, però, la quotidianità è tragica e non so più che fare.

Pare risolto il problema intestino, che ora è regolare senza aiuti e vissuto con una certa tranquillità. Dopo la sgridata forte al mare (sbagliata?) non c'è mai più stato un episodio di pipì addosso...pare che alle nuove maestre dica che le scappa la pipì, forse sollecitata da loro (alla vecchia scuola non l'aveva mai detto). A casa lo dice sempre oppure va in bagno da sola.
La mamma che dovrebbe essere pimpante è a terra e sente di non sar facendo niente. I parenti che aiutano nella gestione dei bimbi sono molto preoccupati e, anche non volendo, acuiscono lo stato d'animo della mamma.
Grazie.

Penso che sarà importante

Penso che sarà importante l'osservazione delle insegnanti, sul comportamento della bimba a scuola.
Come dicevo mi sembra una bimba che ha le capacità normali per la sua età, cognitive, di linguaggio, di comprensione, di adattamento ai vari ambienti ecc., ma ha difficoltà di relazione e comunicazione sia in casa che all'esterno. Ha piacere di stare con i coetanei, li ricerca, ma non sa stare nel gruppo ed è impacciata anche nel rapporto uno a uno con un'amica. Non ha interessi di gioco o disegno o altro, per cui passa il tempo in attività un po' senza senso.
Forse si potrebbe sfruttare la sua predilezione per le cose fisiche facendole fare qualche attività tipo ginnastica o danza o musica, come possibile strada per allargare interessi e rapporti.
Non saprei che 'esami' farle fare, non mi vengono in mente malattie mediche da chiamare in causa, e gli aspetti psicologici non hanno 'esami' che li chiariscano. Al massimo liste di sintomi con punteggi conseguenti che danno diritto ad essere inscatolati in varie categorie. Penso che in uno di questi test la bimba verrebbe messa in qualche scatola, magari una con l'etichetta 'Asperger', poichè le descrizioni possono corrispondere e quel nome sta dilagando, ma non credo che si ottenga niente di nuovo. Sono nomi cui non corrisponde alcuna reale entità dimostrata o comprovata da riscontri medici effettivi di qualche tipo.

Resta il come aiutare la bimba a proseguire la sua evoluzione cercando di ridurre le sue difficoltà e di superare o diminuire gli ostacoli.
La mia idea è che in questo momento la cosa più utile sia una situazione di piccolo gruppo di coetanei con un adulto che facilita e guida i rapporti e le attività. A scuola potrebbe forse trovare qualcosa di simile, in cui fare esperienza e imparare a stare con gli altri e avere rapporti più pieni e proseguire il suo sviluppo e apprendimento.

Non esistono situazioni senza problemi.
Avere 'problemi', fratelli, paure, insicurezze fa parte della vita, quotidianamente, e fa parte della vita imparare a affrontarli sopportarli e gestirli. Viene però dall'esperienza, e insegnare a farlo non è così facile, credo, anche se oggi si insegna tutto, anche il 'problem solving', ecc ecc. Con le tecniche opportune si possono addestrare anche le pulci, mi risulta. Temo che sia quello che fanno, a volte, i metodi comportamentistici che oggi vanno per la maggiore e che forse danno solo l'illusione di 'fare qualcosa'.
Cordiali saluti
drGBenedetti

Quindi riecco questo

Quindi riecco questo Asperger, di cui mi si parlava quasi due anni fa da parte di altri.....
io non sto più capendo niente e sono terrorizzata.

Cara mamma,continuo a

Cara mammap,
continuo a leggere i contenuti di questo sito e mi sorprendo ...
Mi scusi il messaggio scritto di getto e con un po' di foga).
Saluti.

Si figuri, è un conforto

Si figuri, è un conforto sentirLa, ...
Grazie ancora e perdoni le crisi d'ansia di una mamma "alla frutta".

"Dottore, che fine hanno

"Dottore, che fine hanno fatto gli "Asperger" o similari mai diagnosticati o diagnosticati in età adulta?".
Come battuta potrei rispondere ...
Ho traferito questo scambio nel settore 'forum' (cliccare qui) perchè forse può interessare anche altri che non legge magari un singolo consulto . Per evitare doppioni ho tagliato le parti trasferite dagli ultimi post.

Quindi, il problema però

Quindi, il problema però rimane? Non c'è modo per capire se il bimbo strano è solo strano o se ha un vero e proprio handicap? O lo specialista competente è in grado di vederlo, ma non si sbilancia in via "precauzionale"? Ho capito bene?
Ieri dai cuginetti la bimba si è scatenata in una specie di danza tribale, un chiaro "sfogo" di non so cosa", non riusciva a stare ferma....cercava di coinvolgere i cuginetti, tirandoli....è chiaro che queste tecniche non hanno successo e suppongo le creino frustrazione.
Stamattina invece era felicissima. Ha chiesto di tirare su la serranda e diceva al papà "alzati, alzati". Lunghi sguardi e risate con me che fingevo di andare via..
Mi risulta che ci sia uno specialista (che lavora preso una Asl e l'ambulatorio si chiama proprio "intestino-autismo) che studia da anni i (pretesi) danni da mercurio causati sull'intestino da sostanze che poi, non correttamente assimilate, danno disturbi comportamentali.
Ne ha mai sentito parlare? Forse, vista la selettività nel cibo (per consistenza soprattutto) ed i problemi intestinali frequenti, varrebbe la pena togliarsi questo dubbio.
Niente diete o cure fai date, ovviamente...

Di metalli, diete, terapie

Di metalli, diete, terapie chelanti ecc ecc si parla da anni in relazione all'autismo, ne può trovare traccia anche su questo sito, con il pulsante 'cerca', oltre che largamente su internet. Non ho riscontri diretti, e le opinioni che si trovano sono le più disparate.
Quanto alla bimba direi di verificare la situazione, a breve, come si diceva.
Cordialmente

AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.
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ATTENZIONE : si chiede gentilmente a tutti gli utenti del sito di mandare un breve aggiornamento sul consulto effettuato. In questo modo sarà possibile avere un riscontro a distanza della correttezza delle risposte date. I risultati verranno pubblicati sul sito. Grazie Vedi

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