un dramma familiare

Gentilissimo dottor Benedetti mi capita spesso di leggere le sue risposte ai
quesiti di tante persone e la trovo estremamente gentile e "umano" in quello
che dice ..adesso vorrei presentarle il mio "dramma"e vedere cosa ne pensa lei
con la sua grande esperienza...
io ho due figli una di 9 anni e un maschietto
che deve farne tre a novembre ..ebbene il piccolo non parla e ha problemi
relazionali...le spiego meglio fino ad un annetto tutto andava come doveva ...
lui iniziava a dire mamma ...imitava i versi ...poi verso i 18 mesi ha avuto
una forte otite ...premetto che nel frattempo sia io che mio marito abbiamo
perso il lavoro e questo ,come può ben capire, è stato devastante ...e pur di
mandare avanti la fam ,,,ci siamo arrangiati a fare tante cose ..io ho iniziato
a cucire abiti e questo lavoro mi riempiva tutta la giornata,,,

è stato qui che
il bambino è cambiato ..veniva messo sempre davanti la televisione e mi sono
accorta che aveva l'otite perche ogni tanto quando lo chiamavo non si girava .
siamo andati in ospedale su consiglio del pediatra e lì hanno fatto tutti gli
esami (otoemissioni ecc)tutti negativi..il bimbo ci sentiva ma aveva una forte
otite catarrale che chissa da quanto tempo si portava dietro...beh dopo è stato
tutto un rinchiudersi..aveva paura dei rumori forti e quando uscivamo si
metteva la manina davanti agli occhi...
ora queste paure sono andate via ..da
una settimana frequenta l'asilo ma vuol stare per i fatti suoi ...si gira e fa
quello che gli dici solo se gli interessa ...se è così fa quella cosa
immediatamente ..se no continua a fare i suoi giochi ...
noto che se mi guarda e
catturo la sua attenzione lui collabora e si diverte...adora sua sorella e
gioca con lei..adesso sta iniziando a giocare anche con il cane che abbiamo..
quando sente le sue canzoncine preferite dice solo le lettere finali.....es:..
perchè..lui dice... chè....felicità...ttà.....l'altro giorno abbiamo fatto una
visita neuropsichiatrica e uno dei due dott ha iniziato a coinvolgere il
piccolo nel gioco e lui dopo un po di diffidenza lo ha fatto ...
scusi mi sto
dilungando troppo ma è più uno sfogo che una lettera per cercare un po di
capire ...io lo amo da morire e non so cosa darei per sentirmi dire "mamma ti
amo tanto" come mi diceva sua sorella ...in queste sere il gioco tutti insieme
si sta intensificando e lui è sempre contento e sereno ..
all'asilo lo hanno
fatto pitturare insieme agli altri bimbi e lui è contento di questa cosa si
siede e mi fa capire che vuole i colori per pitturare ...

sto iniziando una
prassi che lo porti in un centro dove ci sono psicoterapeuti logopedisti ecc...
mi scusi ancora se la sto annoiando ma mi creda in questo momento in cui le
scrivo guardo il mio bimbo che dorme sereno e vorrei che tutto si risolvesse al
più presto...grazie in anticipo se leggerà la mia lettera...e grazie per questa
sensazione di tranquillità che ho nello scriverle!

Il titolo non è esagerato:

Il titolo non è esagerato: per un bambino certi eventi e cambiamenti familiari , specie se avvengono in periodi 'delicati' per lo sviluppo, possono essere 'drammatici' e causare gravi crisi.
E' quello che mi sembra essere accaduto in questo caso: il grave evento della perdita del lavoro dei genitori e i cambiamenti avvenuti nell'organizzazione di casa e forse nello stato d'animo delle persone e nel rapporto col bimbo hanno probabilmente causato, favorito anche forse dalla diminuzione dell'udito per l'otite, una sua reazione difensiva, di isolamento e di evitamento, che mantiene tuttora a quanto descritto, ma che sembra superabile in certi momenti, con la sorellina, la mamma e anche con persone estranee che sanno coinvolgerlo, come il neuropsichiatra descritto.
Quanto sta avvenendo recentemente mi sembra positivo e il bimbo sembra un po' alla volta 'riaprirsi', superando la diffidenza che gli viene probabilmente dall'aver visto quasi crollare il mondo che conosceva e cambiare inspiegabilmente le persone importanti per lui.
Visto che sembra che la situazione migliori, io non farei fare al bambino esperienza di interventi individuali, separati dai genitori: lo sta già facendo all'asilo, e può bastare, nel senso che l'impegno è già gravoso per aggiungerne altri. Mi limiterei a verificare l'evoluzione con i npi, o con altri esperti dello 'sviluppo globale del bambino nella famiglia', in modo da avere indicazioni e consigli. Uno se permette potrei darglielo da qui, in base ad alcuni aspetti che emergono dal suo scritto ( attenzione, non si offenda): eviti per favore aspettative come quella "non so cosa darei per sentirmi dire "mamma ti amo tanto". Si aspetti che il bambino riprenda e prosegua il suo sviluppo ma non lo soffochi di aspettative, possono essere pesanti e 'pericolose', se sono troppo 'calde' possono 'scottare'. Si aspetti magari che Le chiede, "mamma, andiamo ai giardini a giocare con i bambini"...
Un po' come quella nei miei confronti, rischia di essere una idealizzazione, un'aspettativa esagerata che ha le gambe corte perchè in realtà è come una 'bugia', perchè il desiderio può coprire la realtà... (spero che non si offenda e che l'idealizzazione non crolli troppo: capisco che viene dal suo dolore e dalla sua speranza, però è bene tenere i piedi per terra...)

cordialmente
drGBenedetti

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