aggiornamento a due anni e dieci mesi e domande

Gent. Dott. Benedetti,
prima di tutto mi scurso per i due interventi incompiuti, ma ho avuto qualche problema nella copiatura da file e poi ad integrare / rimuovere. Ora dovrei essere riuscita.
Volevo aggiornaLa sugli sviluppi del bambino; è infatti da parecchi mesi che non scrivo e volevo chiedere alcuni consigli, soprattutto relativi al rapporto del bambino con noi genitori, ed in particolare con me (mamma).
Il bimbo – che compirà tre anni a fine gennaio e dunque frequenta l’ultimo anno di nido - sembra avere costantemente proseguito nel suo sviluppo, anche recuperando alcuni degli aspetti dove era rimasto indietro, come descritto nei vecchi post. Ad esempio, a livello motorio, è diventato piuttosto agile, sia nel camminare che nella corsa. Va su tutti i tipo di scivolo con sicurezza e si destreggia in varie situazioni al parco giochi (es. ponticelli, dondoli). Sale e scende le scale, adattandosi alle varie insidie che si presentano (ad es. se c’è il corrimano e la scala è po’ ripida o stretta, lo usa, se non c’è si tiene vicino al muro o tiene in avanti il baricentro per non cadere mentre sale senza appoggio ). Ha acquisto e migliorato molte autonomie: sorprendentemente ha tolto il pannolino a poco più di due anni (ce lo ha fatto capire lui; per la cacca non lo usava più già dai venti mesi), con ottimo controllo degli sfinteri diurno ( di notte glielo lasciamo ancora, anche perché beve molto, soprattutto la sera); non dorme più (dai due anni e mezzo) nel lettino con sponde, ma è passato al letto normale (di fianco a suo fratello di sei anni; anche qui ce lo ha fatto capire lui); prima dei due anni ha abbandonato il seggiolone (anche qui per sua scelta), passando ad una sedia/sgabello da grandi (per stare a tavola con noi); mangia quasi tutto ed in autonomia, compresi i piccoli spuntini della giornata; ha imparato a bere dal bicchiere normale (senza tappo o altre sicure). Per quanto riguarda la parola, non è un fulmine di guerra, ma ci sono stati miglioramenti: le parole singole che dice sono molto numerose e la relativa pronuncia sta migliorando (qui però siamo un po’ più lenti); di queste parole molte le dice spontaneamente (ad es. vede un oggetto, lo indica e ne ripete il nome per condividere o per richiedere), altre le sente da noi e le ripete; sulla pronuncia, i bisillabi sono tendenzialmente chiari e i trisillabi abbastanza, mentre le parole con più di tre sillabe sono storpiate o comunque dette a metà (ad es. elefante diventa fante, pannolino diventa pino). Abbina due o tre parole insieme, anche se tende ancora a comunicare con una soltanto (la parola chiave di ciò che vuole chiedere o condividere). Da un paio di mesi fa brevissime frasi (ad es. chi è ? questo cos’è? che cos’è? È mio; stai qui; vai via; metto qui; mamma dove sei?). Con molti suoi coetanei c’è comunque un abisso nel linguaggio. Tutti dicono (nido soprattutto) che ha un’ottima comunicazione non verbale ed è un bimbo molto empatico. Ciò fa sì, dicono, che, anche se il linguaggio è indietro, lui non si arrabbia, e accompagna con gesti, azioni ecc … quello che vuole dire. Mi dicono (e confermo) che sembra avere un’ottima comprensione (indica, prende, fa quello che gli si chiede ecc…, anche azioni abbinate, ad es. se gli dico “chiama tuo fratello per farti accendere la luce”, lui dice il “L. [nome del fratello] luce qui” ), ma soprattutto intuisce emozioni, stati d’animo altrui e situazioni (ciò soprattutto in senso furbetto, per portare cioè la situazione a suo vantaggio). Guarda tv e dvd con molta attenzione (naturalmente con tempistiche idonee e non eccessive) e comprende le sequenze di film e cartoni articolati (nemo, cars …). Credo sia anche pronto per un’uscita al cinema.
Poco dopo i due anni abbiamo abbandonato la psicomotricista che non ci convinceva (v. altri post), ma non ce la siamo sentita (soprattutto io) di non fare nulla, soprattutto considerando il suo importante difetto di vista, probabile causa (o concausa!) del suo rallentamento iniziale. Abbiamo quindi chiesto l’aiuto ad un centro di psicomotricità privato (è una spesa piuttosto importante). Dopo quattro incontri di conoscenza, anche con il bimbo, abbiamo concordato terapia psicomotoria per una volta la settimana (ciò a partire dalla scorsa primavera circa). Anche la psicomotricista che lo segue (che comunque ha inviato una relazione iniziale tutt’altro che negativa, pur rilevando alcune difficoltà) conferma la positiva e costante evoluzione del bimbo (anche in merito all’attenzione, che ora è buona) e ci ha da poco confermato che il punto “carente”, quantomeno su cui è opportuno intervenire ora, anche se vi sono costanti miglioramenti, è tendenzialmente uno soltanto: la coordinazione oculo manuale, che infatti è connessa al difetto visivo. Molte azioni di gioco (es. incastrare formine o piccoli puzzle) e di vita quotidiana (ad es. infilare il bavaglino o tirare su e giù da solo mutande e pantaloni per andare in bagno) gli sono effettivamente difficili, e certo la difficoltà non gli consente di concentrarsi su questi punti (motore anche dal linguaggio, ci spiegano). Il bimbo va molto volentieri a fare queste attività, per lui è un gioco divertente. Anche al nido, non è un fulmine in queste cose, ma le maestre riescono sempre, più o meno, a farlo “applicare” e non sfiduciare. A casa invece, con noi, su questo è un disastro: rifiuta categoricamente ogni tipo di approccio per questo tipo di attività, compreso il disegno, che invece sembra amare molto al nido (scarabocchia e gli piacciono molto le tempere per “pasticciare” su fogli grandi, con spugnette, rulli, dita ecc…). Mio marito comunque sostiene che il bambino, tendenzialmente, deve fare da sé e che la psicomotricità sta assumendo, nel caso del bimbo, ed arrivati a questo punto, il carattere di “business”. Io sono molto restia, non vorrei abbandonarlo a se stesso, senza supporti professionali. Inoltre, capisco che la scuola (il nido si trova in un istituto – privato - dove il bimbo frequenterà anche la materna ed il fratello frequenta lì la prima elementare) è più tranquilla, nel senso che può avere periodicamente consigli su come aiutarlo per questa problematica oculo manuale.
Veniamo al punto più dolente, che riguarda il bimbo in casa, soprattutto in relazione al rapporto con me. E’ un capriccio continuo. Rifiuta di fare qualsiasi attività oculo manuale con noi della famiglia (niente disegno, puzzle, lego ecc…). Davanti a queste cose, con noi, e soprattutto con me, si irrigidisce, come quando, nella vecchia esperienza di psicomotricità, era stato misurato a suon di test, con richiesta di queste prestazioni di precisione, dove lui si sentiva sotto esame (tutt’ora, tra l’altro, forse rivive quei momenti alle visite oculistiche, dove rifiuta di fare ciò che gli chiedono i medici, e che, invece, con le maestre del nido, ha fatto senza problemi, poco prima). Sempre a casa, ci chiama invece costantemente per altre attività, diciamo non di precisione (es. leggere una storia, giocare con macchinine e pentolini, con gioco simbolico, commentare insieme un dvd ecc…). Naturalmente noi giochiamo con lui il più possibile, ma appena è necessario dedicarci ad altro, scatta il pianto capriccioso; piedi pestati a terra, calci vari. Lo stesso quando aspetta la cena, il latte la mattina, che vorrebbe bene davanti alla tv, ma noi ci impuntiamo perché stia al tavolo. Il capriccio, dopo la fase latte, prosegue quando lo lascio al nido (perché non mi vuole lasciare), ma appena si chiude la porta tutto tace; prosegue quando lo vado a prendere, se solo faccio due parole con le maestre o con altre mamme o non gli permetto di saltare in una pozzanghera, perché fa troppo freddo o non ha gli stivali; perché gli ho dato l’ovetto Kinder anziché la barretta Kinder; termina poi quando arriviamo in casa, dove trova il fratello e la nonna, arrivati da scuola poco prima, e anche questo forse non gli va bene, perché, sembra, vorrebbe me o la nonna tutte per sé. Di tutto ciò al nido non vi è alcuna traccia. Scatta però il pianto/capriccio se io entro al nido (nella stanza giochi), sembra che mi voglia lì, ma allo stesso tempo non mi voglia. Va invece molto meglio, in famiglia, quando io non ci sono (va benissimo con la nonna, con cui è un angelo, e discretamente quando è solo con il papà); oppure, anche se con alti e bassi, quando io ci sono, ma siamo soli, o quantomeno non c’è suo fratello. Con suo fratello però ha un ottimo rapporto, si adorano e cercano di giocare insieme (si rincorrono, mettono in fila gli animali …), si addormentano solo se sono in camera insieme, ognuno nel suo letto, e prima ridono e si lanciano i cuscini. Segnalo che suo fratello è molto avanti a livello cognitivo, ad es. ha imparato a leggere e scrivere prima dei cinque anni, fa e ha sempre fatto prevalentemente giochi da tavolo (tipo puzzle, lego, paroliere, incastri vari per età superiori alla sua) e la scuola elementare è comunicata alla grande. Si difende bene anche nelle attività sportive. Noi spesso lo elogiamo (il fratello) e comunque il bimbo si rende conto delle maggiori capacità del fratello (anche se è ovvio che lo siano, in proporzione all’età). Quando il bimbo è solo con noi, in effetti, va molto meglio, perché si sente al centro dell’attenzione, e tutti gli elogi sono per lui. Ma spesso, se lo elogiamo mentre fa una cosa, ci guarda con aria di sfida e, palesemente facendolo di proposito, smette e/o butta ciò che stava facendo.
Segnalo inoltre che, quanto siamo tutti in casa, o comunque quando ci sono io, il bimbo, se non fa i capricci o non gioca con noi, gioca spesso con le macchinine: le mette in fila indiana, fa finta di parcheggiare, fa fare loro gli “incidenti”, le mette spesso – cosa un po’ strana a vedersi questa - dietro ai cuscini e le nasconde in varie parti della casa, dietro o sotto i mobili, e poi dice “è buio …” “ciao (ma)chine” ; oppure – soprattutto se è anche stanco – non avendo mai avuto il ciuccio – si rilassa con il suo “pappo”, che è un mio pigiama (da me indossato per qualche ora e che poi passa a lui) che lui annusa per rilassarsi, passandolo sul viso o mettendolo in bocca (guai a chi glielo toglie e guai se un peluche prende il posto del “pappo”; ama il peluche per giocare, ma per rilassarsi o dormire vuole il “pappo” ed il peluche, anche il preferito, viene lanciato fuori dal letto). Un’altra cosa un po’ strana: odia chi invade il suo spazio, ma al punto che, se siamo sul portone di casa, e qualche estraneo entra esattamente quando entriamo noi, lui prova ad allontanarlo spingendolo via (nessun problema invece con chi conosce, fatta eccezione per la parrucchiera con forbici o macchinetta in azione).
Come dicevo, al nido, dalla o con la nonna, con la tata, quando siamo a casa di amici, o amici vengono da noi, va sempre tutto molto bene; niente capricci, bene il gioco condiviso e simbolico. Il bimbo, in questi contesti, tra l’altro risulta a tutti molto simpatico, e non credono o quasi a quello che noi lamentiamo. In alcuni contesti, a volte, sembra quasi fin troppo ligio. Ad esempio, l’ho spiato al nido, a tavola, e sembrava “imbalsamato”, mangiava seduto diritto come un fuso, chiedendo bis e alzando il piatto se ne voleva ancora, senza spazientirsi e dicendo grazie ecc.., senza nessuna scena. Con la nonna è più sciolto, ma sempre molto tranquillo e collaborativo. Il fatto è che, quando è così, anche lo sviluppo ne giova (anche l’aspetto oculo manuale) perché fa più esperienza, se non si perde in capricci. Mio marito dice che noi possiamo “limarci”, cercando ad es. di spazientire il meno possibile in corso di capriccio, ma non possiamo cambiare per lui; che è “sua maestà” che deve adattarsi a noi.
Come possiamo fare ad affrontare questi momenti di estremo capriccio e di rifiuto a fare certe attività con noi (soprattutto con me)? Le ho provate tutte. Sono certa che il problema di fondo sia con me (e legato all’attaccamento eccessivo a me, ma solo quando sono presente …).Non capisco però se il suo problema - diciamo visivo, l’essere stato un po’ più indietro e questo problema nelle attività oculo manuali – incide sul comportamento descritto. Inoltre, Lei come vede il linguaggio e questa attività spicomotoria mirata sull’oculo manuale? La psicomotricista dice che serve per non lasciarlo indietro quando, alla scuola materna, il prossimo anno, inizieranno a fare lavoretti complessi (ad es. con forbici ecc..) ed, in alcuni casi, può anche essere utile ritardare, ad un certo punto, i percorsi scolastici e/o comunque aiutarsi con la psicomotricità. Questo “ritardare” mi ha spiazzata: il bimbo è di gennaio; l’anno prossimo andrà alla materna che avrà tre anni e mezzo; non dà problemi comportamentali al nido, anzi; soprattutto, fanno già parecchie attività in condivisione con la materna e lui partecipa attivamente e si diverte molto, tanto che ci fa capire che gli piace l’ambiente e che vorrebbe andarci già da ora, conosce già tutte le maestre e loro sono conquistate da lui (ama stare con i più grandi, mentre quest’anno, al nido, sono arrivati molti piccolini – sotto i due anni).
Grazie infinite, e mi scuso per essere stata prolissa, ma sono davvero molto confusa.

Aveva parlato di "lieve

Aveva parlato di "lieve strabismo divergente, miopia e astigmatismo." D'altronde dice che " Guarda tv e dvd con molta attenzione". Non capisco bene quindi l'entità del problema oculistico.
Temo che la 'coordinazione oculo-manuale' e relativi esercizi sia diventata un'ossessione per lei mamma e anche per il bambino, e rischia di rovinare il vostro rapporto. Temo che Lei sia diventata una 'tecnica' che lo sottopone di continuo a 'esercizi oculo manuali' e che il bambino non ne possa più. Francamente le consiglierei di buttare tutto via e di lasciare che il bambino esplori liberamente le cose i giochi ecc, sulla base dei suoi interessi e della sua curiosità badando a mettergli i giusti limiti e regole educative adatte all'età. Visto che va al nido mi sembra che lì dovrebbe fare un'attività 'psicomotoria' (cioè psichica e motoria: che altro è un'attività?...) e 'oculo-manuale' sufficiente fra normali proposte degli adulti e stimoli dei bambini.
Di massima mi sembra che le cose che dice suo marito siano giuste e che forse il bambino è stato 'bombardato' un po' troppo di interventi non necessari, togliendo al bambino la mamma e trasformandola in una 'tecnica'.
Credo poco alla 'prevenzione' in questo campo: i problemi si affrontano quando si presentano, prima sono solo 'fantasmi'.
Cordialmente
drGBenedetti

Buongiorno Dr. Benedetti, non

Buongiorno Dr. Benedetti, non avevo ancora ringraziato per la Sua gentile risposta e lo faccio ora. Approfitto per alcune precisazioni che potrebbero essere utili. Il problema alla vista è rilevante e proprio prima di Natale abbiamo avuto la visita di controllo. Tra miopia – più rilevante – ed astigmatismo – molto più lieve – mancano ad un occhio quasi 6 diottrie ed all’altro quasi 5; questo secondo occhio poco più di un anno fa era quasi sano; il fondo dell’occhio comunque è perfetto e maggiore collaborazione del bimbo a leggere le immagini per valutare il visus hanno consentito di essere più precisi per la preparazione dei nuovi occhiali, ritirati proprio oggi. Sì, la tv in effetti la guarda con attenzione, cioè non dà segno di fastidio per lo schermo, ma in questo è aiutato dagli occhiali e, tra l’altro, tende ad avvicinarci molto. Per questo motivo spesso lo richiamiamo ed appena gli diciamo “vai indietro” si siede sulla sua sedia o divano a giusta distanza, anche se poi tende spesso a riavvicinarsi; vedremo ora con i nuovi occhiali. Per le attività da vicino invece, come vedere un libro o disegnare, tende ad avvicinarsi tantissimo all’immagine. I libri li adora, quindi sta anche con il naso sulla pagina; disegnare un po’ meno (disegna solo al nido), quindi a casa tende ad evitare. Quanto alla mamma “tecnica”, devo dire che non ho insistito con il bimbo per fargli fare attività oculo manuali, proprio per evitare che questo mi si ritorcesse contro, però è vero che spesso non sono riuscita a fare a meno di guardarlo ed osservarlo pensando, ma solo tra me è me, “perché non fa bene questo gioco? perché non prova ad incastrare quello? come possiamo farlo interessare a questo semplice puzzle? ecc…”. E’ anche vero che il bambino – e ce ne dà conferma ogni giorni – sembra avere una specie di radar, cioè capta la sensazione altrui. E se capisce che da lui si vorrebbe proprio una certa prestazione (anche se non glielo si chiede direttamente) lui o non la fa o ci prova, ma, se non viene al primo colpo, si mostra infastidito, guarda scocciato e se ne va. Questa cosa è recentemente avvenuta anche al nido (unica volta) perché le maestre hanno un po’ insistito (e non anche dietro loro consiglio) perché si tirasse su e giù da solo mutande e pantaloni per andare in bagno (per renderlo sempre più autonomo in vista della materna il prossimo anno): bene durante le vacanze natalizie il bimbo (che ha tolto il pannolino a poco più di 2 anni senza problemi e ne era molto orgoglioso) ha iniziato a fare “goccini” di pipì perché si riduceva all’ultimo e manifestava quasi una fobia del bagno, dove spesso ripeteva il nome di una maestra dicendo “no no”. Bene, rientrati al nido, sia noi che le maestre abbiamo smesso di richiedere la prestazione ed immediatamente “goccini” e fobia del bagno sono finiti; mi sembra, anzi, di avere visto proprio ieri qualche suo tentativo di  fare da solo. Questa volto non gli ho detto niente. Lascerò fare completamente a lui. Per la psicomotricità, non saprei. Il bimbo va molto volentieri. Anche io penso che tre quarti d’ora la settimana di oculo manuale “mirato”, cioè fatti da una esperta, facendolo divertire, non abbiamo più di tanto determinato i suoi progressi. Ma posso dire che hanno contribuito a defaticarmi (stanchezza dovuta all’ansia e preoccupazione instillatami dalla prima psicomotricista, che vedeva sindromi ovunque), vuoi per i progressi effettivi che mi venivano fatti notare, vuoi perché in questa secondo esperienza non vi è sostanzialmente mai stato allarmismo (quantomeno non come nel primo caso). Non so però se, data la sensibilità del bimbo su questi punti, lui comunque, alla fine, percepisca che sempre di esercizi e terapia si tratta e che la mamma, anche se non lo dice, tiene al risultato e si preoccupa; e poi me la fa pagare. Devo poi dire che i capricci – dopo essere arrivati alla massima resistenza da parte nostra – si stanno allentando su molti fronti. Ciò quantomeno è sembrato durante le vacanze di Natale. Mi piacerebbe avere un Suo parere, anche considerando queste ultime informazioni. Grazie, anche per il servizio che rende a tutti i genitori. Cordialmente.

Può darsi che il bimbo sia un

Può darsi che il bimbo sia un po' 'stressato' dalle varie richieste, per cose che magari senza stressarlo potrebbe fare da sè al momento in cui 'è pronto' (la descrizione della richiesta di autonomia in bagno ne è un esempio). Anche il fatto che durante le vacanze è stato più tranquillo sembra un segno che i giorni di scuola e lavoro sono un po' stressanti. E' comprensibile che un aiuto tecnico riduca lo stress della mamma, che almeno condivide la fatica del 'lavoro'.
Bene che la mamma quindi 'lavori' meno col bambino (in senso 'tecnico') e abbia con lui un rapporto più da mamma che da tecnica. Speriamo che gli occhiali diano un sostanziale aiuto.
Saluti

evoluzioni e dubbi

Egr. Dott. Benedetti, Le scrivo per aggiornarla sulle evoluzioni del mio bambino, che ora ha tre anni e 4 mesi compiuti. Direi che ha avuto un progressivo (e su alcuni fronti) esplosivo miglioramento generale. Al nido, dove non si sono mai evidenziati particolari problemi, continua ad andare molto volentieri partecipando alle varie attività, con particolare interesse per i disegni con le tempere, i libri e la motricità grossolana (percorsi psicomotori, tipo tunnel, salto negli anelli ecc…). Ora il nido gli sta comunque un po’ stretto e non vede l’ora di andare alla materna (a settembre) con cui comunque  durante l’anno hanno svolto molte attività. A casa – dove il problema maggiore erano i capricci in presenza di noi genitori e l’attaccamento morboso a me (mamma) – la situazione è migliorata molto, soprattutto per i capricci. Certo resta un bimbo tendenzialmente capriccioso con noi genitori, ma più gestibile. Siamo più sereni. Gioca sempre di più con il fratello di sei anni e mezzo, che guida il piccolo in giochi rappresentativi e simbolici molto  divertenti. Ad es. fanno finta di costruirsi una caverna con le coperte e dentro fanno il loro “accampamento”. Al parco si diverte molto, interessato dagli altri bambini ed anche dagli adulti. Chiama tutti per salire insieme sui giochi vari, gioca a palla scambiandola con i più  grandi. Vuole sempre stare all’aria aperta.  Il linguaggio si direbbe in buona evoluzione. Dopo un ritardato inizio con miglioramenti più o meno lenti ma costanti (v. post precedenti), ha incominciato una fase più esplosiva, tra i due anni e mezzo e i tre anni. Ora parla di continuo. Il vocabolario è piuttosto ampio. La frasi, salvo quelle molto brevi, sono ancora disorganizzate grammaticalmente, ma i contenuti sono chiari. Esprime bene sia richieste che commenti. Sul racconto usa ancora solo una o due parole o brevissime frasette (verbo e sostantivo). Se la frase non è brevissima o vi sono parole un po’ lunghe, è poco comprensibile foneticamente (tende a magiare le parole). Se non lo si capisce, trova un sinonimo, fa il mino  e comunque non si arrabbia. A volte è un po’ ripetitivo, ma dà l’idea di esserlo tanto per non stare zitto, avendo molta voglia di comunicare ed allenarsi spontaneamente. Certo, molti bimbi della sua età, sono più avanti nel linguaggio, ma l’evoluzione a cui stiamo assistendo ma dà una sensazione di tranquillità. Non sembrano esserci particolari problemi nemmeno nelle attività connesse alle autonomie (mangiare, bagno, togliere scarpe, sta imparando a metterle, bere da bottiglia normale e bicchiere). I nuovi occhiali sembra gli abbiano dato un buon aiuto in generale (dato il suo importante problema di vista – v. altri post). Il suo punto debole resta la manualità fine e la coordinazione occhio mano in queste attività. Certo è migliorato, ma si tratta di un ambito dove pare faccia davvero fatica. Abbiamo avuto un incontro con la psicomotricista che lo ha seguito proprio per questa problematica. Ci ha confermato che in tutte le altre sfere non ci sono sostanziali problemi. Anche per il linguaggio, data la costante ed ora esplosiva evoluzione, senza interventi esterni, attenderebbe per adesso rispetto ad eventuali interventi, poiché sembra che il bimbo stia comunque facendo da sé, con miglioramento spontaneo. Ci viene però confermato un certo scarto rispetto all’età nel suo punto debole (appunto manualità fine / coordinazione occhio mano), benché vi siano stati miglioramenti. Il problema è che il bimbo si rende conto qui di essere in difficoltà quindi cerca di portare gli altri a fare ciò che gli piace ed in cui è portato (ad es. gioco simbolico). Così, per fare un esempio, se gli si dà in mano un filo da infilare in un rocchetto, lui gioca a fare finta che sia un serpente. La tattica della psicomotricità è quella di “vendergli” a priori il filo come un serpente. Il bimbo così è più interessato e lo infila nella “tana”, che è il rocchetto. Ad es., se gli si danno in mano dei blocchi per costruire una casetta, ha difficoltà a metterli nel senso giusto per far si che il tetto non cada. Insomma, in questo tipo di attività non è affatto intuitivo (problem solving ?). Lo è invece nel percepire situazioni, stati d’animo (è molto furbo) e anche nelle attività di motricità grossolana (gestirsi su scivoli di varie altezze, arrampicarsi, scavalcare ecc…). Lasciato da solo non si cimenta spontaneamente nelle attività di motricità fine, a discapito di tutto quello che lo porterà, nei tre anni di materna, a mettere insieme i prerequisiti per la scuola. E’ presto per dirlo, ma so che le pretese scolastiche (ed anche prescolastiche) oggi sono davvero tante e per lui non sarebbe facile. Su questo non posso dare torto alla psicomotricista, che, per qs. ragioni, ci consiglia di proseguire in questo percorso “mirato”. L’idea condivisa con la psicomotricista è 1) a settembre fare nuova visita oculistica, come già da programma, unitamente però ad un altro parare da noto primario in oculistica infantile della nostra città (esperto in strabismo e difetti connessi), con approfondimento ortottico (il dubbio, anche della psicomotricista, è il come il bimbo vede realmente l’immagine postagli di fronte, con che angolazione ecc …); 2) fargli iniziare con calma la scuola materna e relativo inserimento; 3) quindi decidere – noi genitori -  se proseguire il percorso di psicomotricità. La psicomotricista consiglierebbe poi di tornare da un NPI, giusto per conferme in merito e magari per qualche test; questo però noi lo escluderemmo ed eventualmente sceglieremmo noi da chi andare, accuratamente evitando gli NPI “testisti”. Siamo distanti da Lei ma non escludiamo prima o poi di richiederLe, se Lei potrà, un incontro, dato il suo approccio umano ed attento prima di tutto ai bambini, alle famiglie. Non so, alcune volte mi dico che il bimbo ha davvero bisogno di essere condotto per quella che è la sua difficoltà; altre mi dico che, come ha imparato a camminare, correre, saltare, mangiare, parlare (seppur qs. non in tempi rapidissimi), imparerà anche a costruire la casa con i blocchi di legno, dove, in effetti, non interessandogli la cosa, perché è in difficoltà, manca l’allenamento. Ma come  interessarlo se non con l’aiuto mirato di una specialista (l’impegno economico non è banale, ma se davvero serve …), da cui peraltro il bimbo va molto volentieri? C’è però un punto fermo. Non so dire perché, ma io mamma sono più tranquilla. Lo guardo, e sono tranquilla, anche se non incastra bene un puzzle o non pronuncia bene una parola. Grazie, come sempre, se potrà darmi anche il Suo parere.

Mi sembra quindi che il bimbo

Mi sembra quindi che il bimbo è interessato ai contatti, al mondo esterno, alle cose e alle persone, a comunicare e migliora nel linguaggio progressivamente.
La vita non è saper incastrare un puzzle o infilare un filo in un rocchetto. Nè prepararsi ai futuri impegni trascurando le esperienze attuali. Il rischio è di fasciargli la testa prima che se la sia rotta e così di appesantirlo inutilmente, e magari disturbargli ulteriormente la vista...Se ha problemi di vista non è detto che debba diventare esperto nell'infilare un filo nella cruna dell'ago, ci sono molte altre attività interessanti.
Oggi sembra che i bambini non facciano niente se non sono 'stimolati'. probabilmente è la crisi attuale che induce gli adulti a proiettare le loro paure sui bambini e sul loro futuro.
Mi sembra assurdo, anche perchè spesso gli 'stimoli' degli adulti vanno in senso contrario all'interesse del bambino in un dato momento.
Ho visto bambini tetraplegici dalla nascita, impossibilitati a qualsiasi movimento e a parlare che comunque erano riusciti a sviluppare un contatto e una comunicazione col mondo e ad avere uno sviluppo intellettivo e relazionale e affettivo, e certo non erano capaci di fare nessuna attività. Questo non gli ha impedito che la loro mente si sviluppasse ugualmente, a livelli impensabili per l'ambiente circostante.
Mi sembra importante ovviamente mantenere il controllo oculistico e seguirlo periodicamente per vedere che mantenga la direzione giusta dello sviluppo, anche se magari il percorso può essere vario, invece che l'autostrada magari segue strade secondarie, ma non per questo meno interessanti, anzi... E non è detto che tutti debbano intrupparsi sull'autostrada e infilarsi negli ingorghi claustrofobici connessi.
Saluti

Buongiorno , volevo

Buongiorno , volevo aggiornare sugli sviluppi del bambino che ora ha 3 anni e otto mesi. Lo sviluppo é sempre proseguito ed ora il bimbo ha iniziato il primo anno di materna . Con l ' inserimento non ci sono stati problemi e per ora le maestre ci hanno dato ottimi riscontri : in particolare per la sua autonomia , voglia di socializzare , diligenza nel seguire le regole , osservazione ed attenzione. Non avevo volutamente anticipato nulla sulle prospettate carenze di manualità fine , ma per ora non mi è stata segnalata alcuna anomalia o disagio. Anzi mi è stato detto che il primo anno, ad es per il disegno , si lascia ampia libertà privilegiando l ' uso delle tempere con le dita ed il bimbo ne é stato molto entusiasta , facendo segni a cui ha dato un significato : es linea lunga é una strada, fiume o serpente , i puntini sono sassi o stelle ecc ....Abbiamo deciso di non riprendere la psicomotricità , in sostanza per le ragioni anche da lei prospettate. Non so se è stato un caso ma i maggiori progressi si sono visti proprio in assenza di una guida : senza sentirsi obbligato il bimbo ha iniziato a interessarsi a giochi di precisione come lego o altri incastri , credo perché lo ha visto alla materna ( gli ultimi tempi al nido in effetti per alcuni aspetti credo si sentisse un pò annoiato , specie per la voglia di stare con bimbi più grandi ). Invece , come già in passato , ha mantenuto predisposizione per gioco simbolico e finzione : macchinine , pentolini , animaletti .Ha iniziato un corso di nuoto di gruppo che lo diverte molto.Vi é però una novità delle ultime due settimane. Benché resti il suo punto debole , ma sempre con miglioramento costante , é in un momento esplosivo anche del linguaggio. Però da dopo l'inizio della materna ha iniziato a balbettare, soprattutto quando dice la prima sillaba della frase . Capita che la ripeta solo due volte oppure anche dieci. Capita che sospiri a intermittenza come se la parola non gli uscisse e facesse davvero fatica ; a volte trova subito un sinomimo altre volte ci rimane male e sembra sconfortato. Ciò é molto variabile : dipende anche dai giorni e dal grado di stanchezza.  Quando balbetta spesso strizza anche gli occhi , come se si stesse concentrando per riuscire a parlare bene e noto che cerca di allungare la prima sillaba per evitare di ripeterla. Cosa ne pensa , anche rispetto alle alte novità? Possiamo fare qualcosa per aiutarlo ? Qual' é l ' atteggiamento più adatto da assumere mentre balbetta ed é in difficoltà ?Grazie come sempre.Cordialmente.

Mi sembrano ottime notizie

Mi sembrano ottime notizie per lo sviluppo, l'asilo ecc. Mi sembra che abbia trovato un buon ambiente in cui esprimersi. Sulla balbuzie potete leggere il mio breve commento sul tema. Non preoccupatevene e non dategli peso, lasciandolo esprimere come vuole lui, senza correggerlo. Con ogni probabilità passerà dopo qualche alto e basso. Non abbiate fretta e non spronatelo a dover essere più bravo, che forse è un effetto collaterale dell'intervento fatto.
Cordialmente

Grazie Dottore per la

Grazie Dottore per la tempestiva risposta. In effetti nell ' articolo ritrovo il mio bambino, che spesso sembra avere, in generale , come l' ansia di volere fare bene e parte prevenuto , come se temesse di non essere apprezzato. Ad es il primo giorno di inserimento tutti i bimbi grandi in cerchio si sono presentati e poi é stato il turno dei nuovi arrivati. Lui credo avesse inteso di dovere fare chissà cosa e si é messo a piangere anche un pò stizzito. Non appena ha capito che non era obbligatorio e che bastava dire il proprio nome, si è sciolto e da allora  va a presentarsi a tutti quelli che etrano in classe, dalla cuoca agli altri nonni e genitori; infatti lo conoscono tutti ....Per questi aspetti abbiamo iniziato a sospettare che gli interventi fatti dovessero e potessero essere interrotti , sostituiti da un comune corso di nuoto    collettivo per il quale sapevamo che il bimbo era portato ed infatti qui appare molto gratificato. Forse quindi questa forma di ansia si sta manifestando ora nella balbuzie : da un lato vorrebbe parlare bene come i bimbi grandi e dall ' altro, su alcuni fronti , é un bimbo che vorrebbe fare vedere subito il risultato; motivo per cui forse, al di là della balbuzie, tende a "mangiare" lettere e parole quando parla. Questo un pò di tempo fa lo aveva notato anche il pediatra , peraltro ritenendo di non fare interventi logopedici almeno fino all ' inizio del prossimo anno scolastico , e se necessari , poiché vi sono comunque i contenuti e la buona relazione. Dobbiamo poi occuparci delle frequenti visite oculistiche , che sono già queste impegnative e fonte di stress , unito a quello a tutti noto del lavoro e pensieri quotidiani dei genitori. Per alleggerire, se possibile , qualche volta , io o la nonna , lo andiamo a prendere alla materna dopo pranzo , per farlo dormire a casa dove c ' é un tempo maggiore per il pisolino e lui, se non svegliato ,  dorme anche tre ore ...Cordialmente .

Mi sembrano osservazioni

Mi sembrano osservazioni importanti. Mi pare che la cosa migliore sia lasciargli fare le sue esperienza senza forzarlo e senza pretendere da lui particolari prestazioni, risposte, ecc. Probabilmente diminuirà la pressione che si è sentito addosso e potrà essere più rilassato anche nel parlare e in tutto il resto.
Cordialmente,

aggiornamento 4 anni

Gentile Dott., torno ad inviare un aggiornamento sul mio bimbo dopo quale  che tempo. A febbraio abbiamo avuto un colloquio di routine con le insegnanti della materna (primo anno, il bimbo ha compiuto 4 anni a fine gennaio; scuola privata, non montessoriana ma a tratti simile, molto attenta a non imporre modelli didattici preconfezionati). Le educatrici ci hanno confermato che l’ingresso del bimbo ed il suo prosieguo sono positivi, con miglioramenti costanti anche da inizio anno. Credo che seguano una specie di screening didattico rispetto alla varie aree di competenza, per i bambini dei vari anni,  per segnalare eventuali problemi; tutto però visto con molta flessibilità e attenzione alle caratteristiche di ogni singolo bambino. E’  emerso (faccio qualche riferimento anche alla vita a casa) che:autonomie: raggiunte tutte e buone, sia per il bagno che per la mensa, dove mangia bene anche con forchetta ecc ...;concentrazione e consegne dei lavoretti vari: molto buone, segue con attenzione ogni evento, non si distrae, rispetta sempre le consegne dopo avere eseguito quanto richiesto, se necessario accetta l’aiuto del compagni più grandi o delle maestre;relazione/socializzazione: nessun problema, entra in classe felice, viene cercato da tutti e, come ci dicono anche altri, sin dal nido, è un bambino molto empatico; benché il linguaggio non sia  chiarissimo, non si arrabbia , trova sinonimi e cerca comunque di raccontare, esprimere sentimenti ecc ..., anche se visibilmente emozionato;motricità grossolana (salti, corse, arrampicarsi, ginnastica): nessun problema;motricità fine: un po’ immatura, come riscontriamo anche noi da sempre (v. psicomotricità fatta fino allo scorso anno / fine nido); manine un po’ rigide nel fare le attività fini; ci hanno consigliato di fargli fare manipolazione con pasta di sale, che aiuta e che lui ama molto (ma a casa con noi o si rifiuta o la usa a modo suo ... invece ha iniziato ad apprezzare le costruzioni, con cui ora gioca anche a casa);gioco: all’inizio preferiva solo le sue amate macchinine, poi, coinvolto dagli altri, si è buttato sugli altri giochi (costruzioni, libricini, cucina), con cui fa gioco rappresentativo,imitativo,simbolico; continuano a non piacergli puzzle e tablet; a casa manifesta un certo interesse per le lettere dell’alfabeto colorate e con calamita (ne riconosce una decina, più che altro associandole ad un nome: M è mamma; P è papà ecc ..); non gli piacciono i numeri, conta fino a 10, ma spesso salta i numeri o lo fa in ordine sparso (nessun interesse per riconoscere i numeri scritti); sul gioco a casa è più monotematico (macchinine) se lasciato solo, se coinvolto un minimo spazia molto  di più;disegno: apparentemente i suoi solo solo scarabocchi, linee circolari, linee più dritte, puntini, ma le maestre ci dicono che è interessato a fare questi disegni, cambiando i colori (con messa in ordine dei pennarelli e tappi volta per volta) e, soprattutto, sono segni a cui lui dà un significato preciso (li verbalizza) e ciò per loro è fondamentale; impugna molto malamente il pennarello con la mano destra, molto bene invece con la sinistra (con la tipica presa dei mancini), invece mangia e calcia la palla di destra;coscienza del sé: nessun problema, sia per quando parla di sé o di qualcosa di suo che per quando si identifica con la sua categoria all’asilo (bimbi del primo anno);comportamento: nessun problema, a casa invece è tendenzialmente capriccioso e possessivo verso di me (ma non cediamo, con alla fine discreti risultati);linguaggio: punto per noi più dolente, le insegnati ci dicono che la frase è comunque presente e costruita ed il vocabolario abbastanza ricco, quindi loro si limiterebbero per ora ad osservarlo per vedere gli sviluppi. Al di là delle dislalie, magia però spesso le parole, in associazione a volte alla balbuzie di cui dicevo dell’ultimo post. Questa era praticamente cessata dopo qualche tempo dall’esordio per poi tornare ogni tanto, più che altro, non come ripetizione di sillabe, ma come fatica a fare uscire la prima lettera della parola, con contestuale sforzo. Ad es. strizza gli occhi o solleva molto una parte del labbro superiore mentre pronuncia la parola (sembra quasi un tic). Che ne pensa? Io credo che centri molto l’aspetto emotivo sia in questo che nei giochi dove sembra meno portato. Credo che il bimbo abbia come fretta di dire o fare qualcosa e tutto precipita e si aggroviglia, le parole per la comunicazione ed alcuni giochi per ciò che richiede un certo ragionamento/logica/coordinazione: se cioè lui non avesse fretta di farli o magari paura di sbagliarli, si fermerebbe di più a ragionare e capirebbe meglio come si deve attivare, anziché buttare lì la prima cosa che gli viene, con conseguente scarso risultato.Posso anche fare l’esempio del nuoto: andando molto volentieri in piscina e non avendo alcun timore dell’acqua, il maestro ha provato a togliergli un bracciolo, ma l’agitazione e l’eccitazione per l’acqua non gli consentono di rilassarsi e lasciarsi guidare; o della bicicletta: è tale la fretta di andare che si spinge con i piedi anziché concentrarsi un minimo per imparare a pedalare (riproveremo in primavera). Lo stesso è per il parlare; e credo, ma è solo una mia riflessione, che - visto che spesso parla  in continuazione a casaccio, raccontando (qui è talmente veloce che lo capiamo solo noi) anche fatti di mesi prima o cose che in quel momento non c’entrano nulla - che anche questo possa fare parte  del quadro emotivo (come se avesse fretta di fare vedere che anche lui sa parlare, dire, raccontare ...).Segnalo che tutti questi aspetti sono comunque più accentuati quando è in famiglia, specie se ci siamo tutti e quattro. A scuola mantiene più la calma, in generale. Complessivamente, ci è infatti stato dipinto come un bambino che non arriva in tutto al primo colpo, ha bisogno dei suoi tempi, ma arriva e compensa con altre caratteristiche.Non saprei. E se non fossero solo questioni emotive? Se fosse un ritardo un  ritardo più generalizzato? In ogni caso, come aiutarlo?Grazie in anticipo.Cordialmente. 

Mi sembra che la lista degli

Mi sembra che la lista degli aspetti positivi superi di gran lunga quella dei negativi. Riguardo alle cause credo che valga poco la pena di perderci il sonno: gli aspetti emotivi comunque ci sono e se se ne riducono le interferenze comunque la situazione viene facilitata. Quindi di nuovo: non pressatelo con richieste di prestazioni - come temo siano la vostra attenzione (prematura) a numeri e lettere... - lasciate che segua i suoi interessi; state ad ascoltarlo ma non pressatelo con domande, richieste di racconti, ecc.
Mi sembra che avete avuto fortuna con la scuola materna, è consolante che ne esistano ancora di simili. Cordiali saluti

Grazie dottore per la

Grazie dottore per la risposta. Sì, siamo molto contenti della scuola materna, che fa parte dello stesso istituto dove entrambi i bambini hanno frequentato il nido ed il grande ora frequenta la seconda elementare, più o meno con la stessa impostazione. L'assenza di interventi esterni per questo anno di materna (psicomotricita'), i buoni riscontri delle maestre ed il fatto che a scuola sembra comunque esserci più flessibilità e competenza del bimbo rispetto a casa, mi confermano è nei momenti con noi (o meglio con me) che c’è qualcosa da correggere. Il fatto è che io faccio il possibile per non chiedere prestazioni o pretendere (le stesse lettere sono un interesse partito dal bimbo, che neanche mi aspettavo e che io ho solo condiviso) eppure sembra sempre che lui sia infastidito, capriccioso, oppositivo, quando siamo in casa e si tratta di giocare lì. E questo, oltre a non farmi godere appieno i bambini, non é comunque utile al suo sviluppo. Va bene invece se svolgiamo attività all’aperto o sport. Provo brevemente a descrivere un pomeriggio tipo, magari lei riesce a "vedere" qualcosa.  Ritiro da scuola del piccolo. Attesa in giardino del grande , con merenda del piccolo e gioco a rincorrersi con altri bimbi. Preso il grande facciamo tutti un giretto (ora ricomincia la stagione del parchetto, che aspetto con ansia perché lì va meglio). Si rientra a casa e inizia il vero "delirio". Il grande vuole che il piccolo giochi con lui. Il piccolo dice di no per dispetto e gioca con le macchine da solo per circa 20 min poi fa un altra piccola merenda davanti alla tv e sembra infastidito dal grande che peraltro vuole solo giocare con lui. Allora anche il grande si indispone e inizia a dargli fastidio davvero. Il grande poi protestando finisce i compiti o meglio sta con me per un quarto d' ora circa e glieli controllo ( attività che sinceramente mi piace molto perché sono sempre stata più portata per qs cose ) . Poi sistemo qualcosa in casa e preparo la cena o rivedo qualcosa per il lavoro . Nel mentre la situazione si calma un pò e i bimbi vedono un dvd insieme o, se lo decide il piccolo, che vuole essere al comando con il grande , vanno a giocare a palla (di gommapiuma) in un loro spazio e simulano la partita. Se faccio un gioco col piccolo che piace a lui ( tipo lo zoo dove lui prende gli animali di gomma e li raggruppa secondo la loro provenienza )  pretende che io stia con lui a commentare tutto ma non mi fa inserire con mie iniziative nel gioco ( vuole gestire lui , figuriamoci quindi se si tratta di fare un puzzle o simile,che infatti non propongo più) , inoltre arriva anche il grande che dice la sua e scatta il caos .A volte mi allontano e vanno avanti da soli a giocare tra di loro con durata molto variabile. Se faccio un gioco col grande (invece molto portato per le attività da tavolo complicate come le carte , costruzioni difficili ecc ) il piccolo protesta o torna alle sue macchine , ma in modo annoiato e poco utile ... Se in questi pomeriggi c 'é anche la nonna é anche peggio...tutti la vogliono e allo stesso tempo la mandano via .... Meglio però se io non ci sono: in questo caso stanno con lei molto volentieri e in modo utile e meglio organizzato anche per i loro giochi. A cena rientra il papà . All'inizio tutti parlano e c'è caos poi i bimbi si calmano e dalla cena in poi é tutto più sereno, anche il gioco con noi o tra i due bimbi da soli dopo cena. Il momento migliore sono le favole della buona notte - lette o inventate, da me o dal papà , piace variare - dove tutti sono rilassati e ci sono momenti di dialogo ecc... Grazie ancora. Cordialmente .

Mi sembrano solo normali

Mi sembrano solo normali "scene di ordinaria follia" familiare inevitabili mettendo insieme fratelli e genitori e tutti i sentimenti ed emozioni connessi, gelosie, rivalità, preoccupazioni, stanchezza ecc ecc. Inevitabile che il 'traffico' sia a momenti caotico e quasi incontrollabile. Come appunto nel traffico dei veicoli, servono regole e 'cartelli indicatori' chiari ( in SOS TATA a volte mettevano proprio dei cartelli con le regole essenziali in famiglia) e 'vigili' che controllino il traffico e smaltiscano gli ingorghi con esperienza e autorità.
Per fare i genitori ci vuole indubbiamente grande pazienza e resistenza e coraggio, e si impara strada facendo...
Cordialmente

aggiornamento quattro anni e 9 mesi

Gent.Dottore, ecco qualche aggiornamento / domanda sulla ns vicenda.Il bilancio é sempre quello di una evoluzione costante, nel complesso, anche se il bimbo sembra, comunque, un pò più piccolo, del resto anche fisicamente. A scuola materna (secondo anno) è sempre diligente e non dà problemi su regole, autonomie, comportamento e rapporto con gli altri bimbi. Ci sono stati problemi di gelosia con i più piccoli arrivati a settembre , manifestati più che altro a casa e con ripresa della balbuzie, ma poi lo scoglio ( so che per lui é stato notevole) é stato superato con maturità. Importante l'aiuto delle maestre che hanno saputo fargli capire che ogni bambino é per loro speciale, anche lui ... Il suo punto debole resta l 'emotività forte , si sfiducia subito davanti a ciò che pensa di non sapere fare e non prova; le attività di manualità fine in particolare: di base non é portato ma la mia sensazione é sempre quella che se provasse di più migliorebbe ed invece ha paura a priori ... In qs attività con me vi é un vero rifiuto che sfocia in capriccio / opposizione ed io non insisto più, prediligendo con lui giochi simbolici, letture, uscite al parco (é molto abile motoriamente, ad es con monopattino e bici senza pedali e giochi al parco).A scuola più o meno riescono invece a farlo provare anche nelle attività che detesta, magari proponendo qualche variante. Non ha comunque il coraggio di opporsi alla maestra e quindi in qualche modo tenta, ma fa fatica di base e poiché si esercita poco  ( ad es a tagliare con le forbici o nel disegno ). Disegna cose informi o semplici, però usando molti colori e dà un preciso significato. Se ad es. disegna un tondo giallo, dice che é il sole ma se mi inserisco semplicemente dicendo che è stato bravo e magari propongo di fare i raggi si agita e scarabocchia tutto, e il risultato é un pasticcio.Abbiamo consultato una logopedista che lo ha visto 3 volte. Il test fonetico é andato bene. Il test sulla comprensione sintattica grammaticale si é rifiutato di farlo poiché ha immediatamente capito che era un test ed era sotto esame. La logopedista nn vede interventi quantomeno urgenti da fare per il linguaggio ritenendo i fonemi tutti presenti salvo la R; la frase ok; i contenuti comunicativi ok; la richiesta della figura di riferimento in caso di difficoltà ok; ha notato qualche errore nel maschile / femminile, singolare plurale ma nn ha dato troppo peso a questo. Ha però confermato una forte emotività nell' affrontare difficoltà specie in attività di precisione, con conseguente, solo in qs momenti, perdita di attenzione, voler portare a fare ciò che vuole lui, ripetizione della prima sillaba delle parole, frustrazione. Per meglio affrontare qs problemi, per tempo, in vista della scuola, ha ritenuto di consigliare una valutazione spicomotoria con ripresa della spicomotricita' interrotta a suo tempo (fine asilo nido, avendo noi genitori deciso di vedere come andava alla materna "in libertà"). Confermiamo che lo scorso anno ci sono stati progressi costanti e superamento di scogli (anche un ulteriore peggioramento della miopia) senza alcun intervento esterno e senza segnalazioni particolari dalle maestre. Per ora abbiamo preso tempo anche in considerazione di un momento famigliare molto stressante per cambio casa, malattia nonna dei bimbi e connesse difficoltà logistiche. Nn vorremmo che la pezza fosse poi peggio del buco. Concludo dicendo che abbiamo prospettato alla logopedista l'eventualità di consultare prima uno psicologo esperto quantomeno per qualche consiglio mirato, ma lo ha escluso dicendo che non ci sono problematiche di aggressività del bambino o similari ed é comunque piccolo; la figura di riferimento sarebbe quindi la spicomotricista per imparare direttamente ad affrontare le situazioni con meno emotività e conseguente superamento delle derivanti difficoltà. Che ne pensa ? Grazie come sempre.

La vostra 'politica' mi

La vostra 'politica' mi sembra adeguata alla situazione, visto che il bimbo, pur con difficoltà e 'resistenze', comunque progredisce nel suo sviluppo globalmente. Prima delle elementari c'è ancora il tempo di vedere come procede e giustamente lascerei gli aspetti 'didattici' alla scuola materna, cercando in casa invece di lasciare spazio alle sue preferenze, in modo che trovi dei campi in cui è 'bravo' e si gratifica. Altrimenti rischia di viversi come sembre inadeguato, non 'bravo', e di sviluppare una 'fobia' o quasi verso l'imparare e il conoscere cose nuove. Oltre che rovinarsi il rapporto con la mamma... Se c'è una cosa che preferisce e in cui è disposto a occuparsi è da lasciargliela fare, invece che magari volerlo impegnare in qualcosa che non gli interessa o rifiuta.
Quanto alle logopediste, a mio avviso non tocca a loro fare una valutazione globale del bambino e indicare quindi le cose da fare. Salvo eccezioni la loro preparazione ed esperienza è di solito settoriale, mentre è necessaria una competenza globale sullo sviluppo per fare una valutazione globale e dare indicazioni. Ciò dovrebbe essere compito quindi di npi e psicologi dell'infanzia, ma spesso questi specialisti 'delegano' i bambini piccoli a logopediste e psicomotriciste che non hanno gli strumenti necessari, tanto più a valutare gli aspetti emotivi e queste problematiche.
In mancanza di meglio bisogna quindi a mio avviso 'navigare a vista' e intervenire quando ci sono ostacoli e difficoltà, al momento, con rinforzi o 'spinte'. Utile è avere un riferimento fidato ( e facilmente raggiungibile...) cui rivolgersi periodicamente per controllo della situazione, che ovviamente dovrebbe essere da fare direttamente, online può non essere sufficiente.
Cordialmente
drGBenedetti

Effettivamente quando

Effettivamente quando andavamo dalla spicomotricista, fino a fine nido, ci sembrava una buona figura di riferimento per un "monitoraggio" globale, più che per la professione per il buon senso delle varie considerazioni ed osservazioni dello sviluppo nel tempo. Inoltre al bimbo piaceva. La ns idea era interrompere per vedere come andava con la materna ed avevamo proposto incontri solo periodici (ad es ogni tot mesi) per consigli vari. Siamo rimasti un pò delusi poiché di fatto ci é stato detto che non sarebbe stato utile,  o si era dentro o di era fuori. Da qui l ' idea, ma magari é sbagliata, che l ' aspetto business di qs attuali professioni possa superare la reale dedizione ed utilità. D'altro canto, temo ancor di più npi o psicologi, essendoci già passati, e la tendenza é proprio quella che dice lei, se non addirittura proporre interventi indicando personaggi ed operatori privati ubicati tra l'altro lontano e magari con orari assurdi e controproducenti per la resa dell' attività proposta. Ad ora posso affermare che il migliore impatto sul bimbo e sulla sua emotività lo hanno avuto una delle sue maestre alla materna, tuttora presente e che lo ha preso molto in simpatia, ed una sua maestra di nuoto in montagna, non evidentemente per competenze cliniche o terapeutiche particolari, ma perché, non influenzate da terzi,  lo hanno trattato con spontaneità, secondo logica e buon senso, seguendo i suoi interessi ... Se invece non sono in gioco aspetti "didattici" va bene chiunque ed il bimbo ha dimostrato di sapersi adattare un pò a tutti, fa tate a genitori altrui , basta non metterlo o farlo sentire sotto esame. Grazie ancora. Cordialmente.

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