genitori preoccupati 2

Gentile Dr. Benedetti,
siamo due genitori molto preoccupati per alcuni comportamenti ed aspetti dello sviluppo di nostro figlio di 38 mesi. Per prima cosa, le allego il questionario per avere una panoramica preliminare della situazione.
QUESTIONARIO
Problemi in gravidanza: anemia trattata con flebo di acido folico dal 6 al 9 mese
Nascita a che settimana: 40+3
Parto: naturale, indotto; qualche difficoltà perché la testa non scendeva; sporadici episodi di rallentamento del battito per cui è stata sospesa l’ossitocina; fase espulsiva abbastanza impegnativa con manovra di Kristeller.
Alla nascita : peso 3,3Kg altezza 52cm circonferenza cranica:35cm
Eventuali curve di accrescimento epoche successive: ottimo accrescimento staturo-ponderale
Indice di Apgar 8/ 9; durata del ricovero in ospedale: 4gg con fototerapia per lieve ittero.
Primi mesi
allattamento: materno fino a 15 mesi
svezzamento a 5 mesi abbastanza facile
Ritmo sonno veglia: risvegli ripetuti durante la notte per attaccarsi al seno
eventuali difficoltà:non voleva assolutamente stare nel lettino, cercava il contatto fisico e quindi dormiva (e dorme ancora) nel lettone
Persone che lo accudivano: mamma, papà, nonni e una zia (quando la mamma ha ripreso a lavorare)
Epoca successiva
Alimentazione: fino a circa 2 anni mangiava tutto ma sempre con pastina di piccolo formato, passati di verdura, cose frullate, non voleva masticare. Ancora adesso non mangia panini, pezzi di pizza o altro da mordere e masticare (qualche volte mangia una brioscina), mangia tutto sotto forma di polpette (non mangia fettine di carne ad es) e solo da qualche mese ha iniziato a mangiare da solo.
Sonno:si addormenta abbastanza presto, in passato con la mamma nel lettone che gli raccontava una favola, attualmente si mette con noi sul divano e si addormenta dopo aver bevuto un biberon di latte mentre guardiamo la tv. Come già detto dorme nel lettone con noi.
Abitudini : beve ancora il latte al biberon
Sviluppo psico-motorio:
seduto da solo a che età: 6 mesi e mezzo
primi passi da solo: 13 mesi e mezzo
capacità motorie attuali:nessuna difficoltà, corre, sale e scende le scale a volte anche senza sostegno.
controllo sfinterico: pipì a 33 mesi; dopo 3 tentativi si è sbloccato e da allora nessuna difficoltà anche la notte. Per la popò abbiamo qualche problema (anche se iniziano ad esserci dei miglioramenti): la fa nella mutandina dopo essersi trattenuto a lungo, non vuole sedersi sul water; quando però facciamo la peretta per liberarlo, si siede e si libera senza problemi.
Interesse e curiosità verso le persone: variabile. Stravede per alcuni cuginetti più grandi, è contento quando vengono in casa nostra e li cerca, ma ignora un cuginetto quasi coetaneo. A scuola non interagisce e partecipa scarsamente alle attività. Quando incontriamo qualcuno per strada la maggior parte delle volte vuole subito andare via altre si ferma.
Reazione di fronte a persone e ambienti nuovi: da un po’ di tempo abbiamo difficoltà ad andare in posti (soprattutto case) che non conosce , vuole subito andare via e piange. Se le stesse persone però vengono in casa nostra non ha nessun problema.
Figure principali cui è attaccato: mamma, papà, nonni materni(soprattutto nonno)
Reazioni alla separazione dai genitori: in genere buona, all’inserimento alla materna però ha pianto per un po’.
Rapporto con le persone: adulti, timido con chi non conosce ma in genere sorride però se gli rivolgono una domanda non risponde o dici frasi che non c’entrano nulla; bambini, come detto prima, variabile.
comprensione delle cose e delle richieste: buona, esegue perfettamente le richieste
comunicazione dei suoi bisogni e desideri: molto basilare ( andiamo a fare la pipì, ce ne andiamo, andiamo a passeggio).
sviluppo simbolico
linguaggio
prime parole mamma, papà a 10 mesi
due parole insieme a due anni
uso del no e del sì : sembra che non ne capisca ancora il significato. Se lo poniamo di fronte ad un’alternativa (vuoi questo o quello ad es.) esprime la sua preferenza.
frase minima (verbo e sostantivo ) intorno ai 2 anni
interesse e curiosità per gli oggetti: è molto difficile intrattenerlo con i giochi ma comunque gioca abbastanza soprattutto col papà,tuttavia spesso preferisce stare a giocare col nonno se presente o al computer a guardare video di canzoncine (che cerchiamo comunque di limitare). Adora giocare a nascondino e fare girotondo con altre persone, il fratello, i cugini, spesso prende anche un peluches.
uso dei giochi ( gioco funzionale ....imitativo .....rappresentativo ): attualmente fa finta di parlare al telefono, dietro nostro suggerimento da da mangiare al fratellino di 15 mesi o a un pupazzo, gioca con un tavolo da lavoro ma non più di tanto.
disegno spontaneo: scarabocchio
attenzione nelle varie attività e interessi: breve, si annoia subito.
comportamento
è un bimbo molto sensibile, a volte ci sfinisce con i capricci, estremamente affettuoso
adesione a regole, orari, limiti: buona, è abbastanza abitudinario
obbedienza agli adulti: non sempre, quando vuole qualcosa ( ad es. guardare i video al computer) piange e fa capricci
reazione a divieti: non sempre li accetta
Periodicamente sembra fissarsi con degli oggetti, li cerca, vuole tenerli in mano, ma poi gli passa.
scolarizzazione
asilo nido si a 21 mesi (2 mesi prima della nascita del fratellino) Reazioni eventuali: primi giorni un po’ di occhi lucidi al distacco poi ottimo. Dopo un paio di mesi (forse complice la nascita del fratellino o la preparazione di una recita) risvegli notturni con urla e pianti inconsolabili cessati una volta ritirato dal nido causa continue malattie.
Scuola materna 35mesi; eventuali difficoltà di inserimento, ambientamento: pianti al distacco, scarsa partecipazione.

Composizione familiare mamma, papà, fratellino di 15 mesi
altri conviventi (nonni, parenti, ecc): fino a qualche mese fa, abitavamo molto vicino ai nonni, stava con loro quasi 24/24h; quando abbiamo cambiato casa la reazione e l’adattamento sono stati ottimi. I nonni continua vederli ogni giorno ma non come prima.
Organizzazione familiare per l'accudimento : in genere sta con mamma, papà o nonni. Quando ci sono sovrapposizioni di orario di lavoro capita che, dopo l’asilo, rimanga un po’ di tempo con la baby sitter (figura che ha accettato tranquillamente) fino al rientro di mamma, papà o nonna, ma sempre in presenza anche del fratellino e del nonno.
Modalità educative (permissive, ferme, severe, variabili, orari di sonno, dove dorme, chi 'comanda',- nel senso di 'chi sta ai comandi' ecc .....): da noi abbastanza ferme, non severe, anche se non sempre riusciamo. Dai nonni un po’ troppo permissive.
Eventi particolari: trasloco a 3 anni circa con adattamento immediato al nuovo ambiente, all’inizio non voleva più entrare nella casa dei nonni ora però nessun problema.
Piccolo intervento di routine a 30 mesi: reazione alla degenza abbastanza buona (eravamo in camera singola); reazione alle visite (ECG, prelievi, ecc.) e all’entrata in sala operatoria: una tragedia.

Nostro figlio è stato fin da piccolo un bambino molto esigente che ci ha impegnato molto e impensierito un po’; è sempre stato un po’ in ritardo nel raggiungimento di alcune tappe che poi sono state comunque raggiunte. Ci preoccupavamo che a un anno non indicasse, non battesse le manine, non facesse ciao ciao, cose che sono arrivate intorno ai 21 mesi. A due anni ancora non parlava, ma poi si è sbloccato ed ha iniziato a ripetere un numero sempre crescente di parole; a volte ripeteva frasi intere sentite da noi, cosa che ci faceva anche sorridere fino a quando non abbiamo letto su internet, così, cercando tanto per curiosità, che potesse trattarsi di ecolalia e da allora le nostre preoccupazioni sono aumentate. E’ ancora indietro con il linguaggio soprattutto comunicativo che si limita a richieste basilari, come “andiamo a fare ninna o la pipì”, “andiamo a passeggio nella macchina di papà”, “ce ne andiamo” “andiamo a giocare con la pista” oppure se gli dico ad es. “andiamo in cucina” mentre lui sta in cameretta, dice “voglio stare in cameretta con G.” per dirmi che non vuole venire. Adesso comincia, anche dietro nostro stimolo, a rivolgersi in maniera più adeguata, ad es. se gli dico “vai da mamma e chiedi mamma, posso fare questo o quello?” lui va e lo dice “mamma, posso giocare con questo o quello?” e inizia a farlo anche spontaneamente. Fa domande tipo “cos’è quello?” oppure “guarda questo o quello!” oppure gli piace chiedere che lettera è su un libro o se vede una scritta (conosce le lettere e perfettamente i colori, conta fino a 10). Non fa ancora veri e propri discorsi e non sempre risponde alle domande. In questo senso ci sono però dei progressi perche se gli chiedo “cosa hai fatto stamattina?” lui risponde “sono andato a passeggio con nonno” cosa che prima non faceva oppure ultimamente se gli chiedevano cosa ti ha portato Babbo Natale anche persone che non conosceva, rispondeva. Ma nulla di più.
E’ comunque ancora presente la tendenza a ripetere frasi sentite a casa o a scuola, a volte anche fuori contesto, come se parlasse da solo, altre in maniera pertinente alla situazione commentandola con una nostra frase, tipo se vede il fratellino che fa qualcosa dice “G. non si aprono i cassetti!” col tono che usiamo noi , oppure,se fa qualcosa, lui stesso si “autoriprende” con le parole che gli avremmo detto noi, ad es. lui dice “Ho fatto cadere questo” e subito dopo “Non è successo niente,dai”. Parla ancora in terza persona anche se gli stiamo insegnando a dire “io” e “è mio”. Canta le canzoncine a memoria e ha imparato e ripetuto perfettamente la poesia di Natale.
Un’altra cosa che ci impensierisce è che a volte quando si incapriccia o anche quando vive una situazione di disagio, ad es. davanti a persone che non conosce, inizia a ripetere frasi fuori contesto soprattutto “andiamo a fare la pipì” oppure frasi che non c’entrano nulla in quel momento.
Veniamo al piano dell’interazione sociale: abbiamo sempre notato una certa difficoltà nell’interagire con i bambini ma, come detto nel questionario, in quest’ambito ha un comportamento estremamente variabile; è legatissimo ad alcuni cuginetti più grandi e gioca con loro, ma con i coetanei ha difficoltà, non li cerca e a volte se si avvicinano sembra quasi intimorito. Si è legato però subito e tantissimo quest’estate a due bimbi più grandi che non vedeva da un anno. Con il fratellino gioca, interagisce e lo cerca.
In queste ultime feste, abbiamo anche notato che, se stimolato, si avvicinava anche al cuginetto coetaneo, si è rivolto a lui (sempre dietro nostro stimolo) per coinvolgerlo in qualcosa, sono andati insieme sul triciclo ecc., ma sono comunque comportamenti che non sempre si ripetono. Inoltre, come scritto nel questionario, da un po’ di tempo non riesce a stare a casa delle persone. Se andiamo a casa di uno zio o comunque in un posto che non conosce siamo costretti ad andare via, piange e vuole andare via; un paio di episodi del genere sono capitati anche in passato a 10 mesi e a 18 mesi (piangeva e non smetteva). Poi non è più successo ma adesso si è ripresentato.
Tra i 20 mesi e i 30 mesi (quasi in concomitanza con la nascita del fratellino) aveva periodicamente delle vere e proprie crisi di nervi (scaturite quasi sempre da una cosa banale) che ci mettevano letteralmente ko. Adesso sono scomparse.
Per quanto riguarda l’inserimento alla materna, come già detto, è stata un po’ difficoltosa, ma soprattutto le maestre ci hanno detto che non interagisce e non cerca i compagni. E’ ancora poco partecipe alle attività ma questo può essere dovuto al fatto che è ancora piccolo. La cosa, oltre ad averci profondamente preoccupato, è stata inaspettata perché se lo sospettavamo con i coetanei, pensavamo che si sarebbe invece legato a bimbi più grandi. Loro ci hanno detto che spesso a scuola si formano gruppetti tra bambini coetanei e in genere i più grandi stanno tra di loro non interessandosi ai piccoli, ma se chiedono a qualche bimbo più grande di prenderlo e portarlo vicino a loro, lui non li rifiuta, si fa prendere per mano, si mette al tavolo però magari gioca per conto suo.
Loro ci hanno tranquillizzato e consigliato di vedere come evolve, noi però siamo preoccupati e non ce la sentiamo di stare con le mani in mano; abbiamo però paura di entrare nel vortice di visite, diagnosi, ecc. perché sappiamo che si tratta di un ambito in cui non fai diagnosi con un prelievo o una radiografia. I criteri sono troppo variabili e spesso si fanno diagnosi troppo veloci che rischiano solo di etichettare il bambino (soprattutto in una realtà piccola come la nostra), senza dare poi risposte concrete e strumenti di intervento adeguati. Abbiamo notato, leggendo il suo sito, il suo modo di affrontare queste problematiche, senza trascurare i segnali ma senza creare troppi e inutili allarmismi se e quando non ve ne sono i motivi, pertanto attendiamo una sua cordiale risposta.
La ringraziamo in anticipo.

Non volevamo assolutamente

Non volevamo assolutamente dire che lei non sia stato preciso, anzi, ci hanno colpito le prime frasi della sua risposta in cui ha parlato di "fatica" e di "frustrazione" perché ha tradotto in parole quello che anche noi percepiamo. Tuttavia, ci preme chiarire alcuni aspetti che forse nella lettera sono stati mascherati dal risalto che abbiamo dato alle cose per noi preoccupanti: il linguaggio di nostro figlio non è fatto solo di "frasi fatte", è in grado di formulare richieste producendo frasi autonomamente, anche fare piccoli commenti in determinate circostanze e risponde in genere alle domande (ovviamente semplici domande) e in questo senso ci sono anche molti miglioramenti; inoltre lui è un bambino allegro, sorridente, che coinvolge e si lascia coinvolgere, è curioso (quando andiamo in giro chiede sempre cos'è quello, cos'è quell'altro), non possiamo assolutamente dire che non parli, anzi, e anche quando vengono a casa persone che conosce poco sorride e in genere si fa dare confidenza. Forse nella lungaggine della nostra mail abbiamo sottolineato più le cose "negative" ecco, ma cose positive ce ne sono, per carità. Le frasi fatte gliele sentiamo ripetere nei momenti in cui gioca per conto suo e appunto quando si sente a disagio, quasi lo facesse per "fuggire" da quella situazione; è questa la cosa che ci lascia perplessi insieme agli episodi che le abbiamo raccontato di quando andiamo in posti nuovi. Lei pensa possa essere semplicemente il suo carattere o vede qualcosa di patologico, senza girarci troppo intorno, di autistico? E per quanto riguarda la scarsa interazione a scuola? L'impressione che abbiamo è che lui stia bene solo a casa sua con noi e i nonni.
Ci scusiamo se stiamo approfittando troppo del suo tempo e della sua pazienza; le porgiamo cordiali saluti.

La paura dell'autismo è un

La paura dell'autismo è un fantasma che rischia di coprire gli occhi delle persone. Non c'è un virus o un batterio dell'autismo che si possa identificare con qualche esame. C'è lo sviluppo e l'apprendimento che possono avere percorsi più o meno facili e accidentati, legati a tanti fattori sia della persona stessa che delle esperienze che ha fatto. Se uno si scotta poi ha paura del fuoco, almeno per un po'. E' più utile a mio avviso aiutarlo a fare esperienze positive e a superare le paure, con pazienza,per favorire il suo sviluppo e il suo apprendimento generale, sociale, ecc. che non andare alla ricerca del "virus dell'autismo". Come per la ginnastica, lo sport, ecc, se uno pensa o vede che non basta quello che fa da sè, allora cerca qualcuno esperto che lo aiuti un po'. A distanza è difficile dire, parlarne può servire a chiarirsi meglio le idee, ma poi dovete decidere voi.
Cordialmente
drGBenedetti

La ringraziamo per la

La ringraziamo per la risposta. Volevo aggiornarla che, sul fronte "vasino", sembra che ci sia stato finalmente uno sblocco!
Volevamo chiederle cosa intende per "evitare percorsi preformati". Inoltre, parla di un raggiungimento dello sviluppo lontano e non ben definibile riferendosi al caso in particolare o in senso generale? E' il caso secondo lei di intervenire in qualche modo, insomma, c'è da essere davvero preoccupati come effettivamente siamo? Inoltre riguardo al parlare in terza persona o ripetere frasi sentite, in altre mail che ho avuto modo di leggere, ricordo che non dava molto peso alla cosa, in questo caso però parla di un fatto atipico, come mai?
Volevo concludere ribadendo una cosa scontata per ogni genitore, e cioè che abbiamo cercato di accompagnare nostro figlio in tutte le sue scoperte ed esperienze con tutto l'amore e la libertà possibile, non siamo stati e non siamo genitori apprensivi o ultraprotettivi, abbiamo sempre agito nel tentare di dare il meglio possibile.
Ancora grazie infinite.

I percorsi preformati sono

I percorsi preformati sono quelli su cui si vuole instradare tutti i bambini indipendentemente dalle loro diverse attitudini e interessi, come dei binari su cui dovrebbero mettersi tutti quanti. La scelta dipende da quello che si vuole ottenere, come per un giardiniere, se vuole tutti gli alberi uguali e potati allo stesso modo, o se vuole lasciarli lberi di crescere con le loro caratteristiche individuali. A volte le strade scelte spontaneamente non rispettano direzioni e tempi imposti come 'normali', ma possono essere ricchi di esperienze utili. Non è detto che ' i conti' si facciano a tre o sei anni, spesso si fanno a venti, a ottanta...
Dare peso a singoli aspetti è sempre opinabile, specie online: nel vostro bimbo, come da voi descritto, l'mpressione è che tenda a imitare e ripetere le frasi sentite un po' a registratore, invece che 'produrre' da sè le sue frasi. Forse si tratta di una fase e progressivamente imparerà un modo più autonomo di produrre le sue comunicazioni linguistiche, cioè di parlare con le sue parole. Forse un modo di aiutarlo è quello di dare più importanza ai contenuti, al significato delle comunicazioni, che non alla forma, al modo come sono fatte, rispodendogli quindi sui contenuti che lui vuole esprimere.
Le mie risposte esprimono le considerazioni che mi vengono nel leggere le richieste inviate, che ovviamente descrivono solo certi aspetti della realtà, filtrati dagli occhi di chi guarda, e ovviamente anche dalla mia percezione, che non è un dato sempre fisso e uguale, e filtra a sua volta le impressioni. Mi spiace se non sono preciso come uno potrebbe desiderare, ma credo che sia bene che i genitori raccolgano le informazioni possibili e poi decidano loro il da farsi. Già non mancano, credo, una quantità di persone, parenti, amici, conoscenti, 'esperti' vari, che danno consigli e indicazioni....

Sembra essere stato uno

Sembra essere stato uno sviluppo psicologico e relazionale 'faticoso' fin dall'inizio, sia per voi che per lui. Più che un 'ritardo' nelle varie acquisizioni, sembra piuttosto una 'fatica' eccessiva ad ogni passo, che forse toglie un po' di piacere ed entusiasmo nel buttarsi ad esplorare il mondo. Per cui le cose nuove respingono invece che destare curiosità e interesse, e la normale diffidenza iniziale è più prolungata che di solito. Il parlare in terza persona e il ripetere frasi prese da un altro contesto sono aspetti un po' atipici, anche qui come se costruire le frasi da sé fosse troppo 'faticoso', per cui usa frasi sentite e riportate in altri contesti.
Il rifiuto del vasino sembra dello stesso ordine, ma non ricorrerei a perette e stimoli esterni (meglio eventualmente blandi sciroppi ), lasciandogli 'gestire' a lui la cosa, così come in altri ambiti, per evitare scontri eccessivi con l'ambiente, limitando le regole e i limiti a quelli pochi ma realmente indispensabili alla vita comune.
Il rapporto con il mondo sembra essere stato frustrante per lui e fonte di nervosismo e crisi. Cercherei di renderlo meno conflittuale e faticoso lasciandolo seguire i suoi interessi e iniziative, più che stimolandolo su persorsi preformati.
Non starei tanto a pensare alle possibili diagnosi (questa mia impostazione è piuttosto in contrasto con le tendenze dominanti) quanto al mettere a fuoco ostacoli e capacità per diminuire la fatica e trovare più piacere nelle relazioni e nello sviluppo. Le strade non sono sempre uguali, l'importante è che permettano di fare esperienze utili e poi convergano verso il traguardo dello sviluppo, che è molto lontano nel tempo e non ben definibile...
Cordialmente,
drGBenedetti

Alcuni video non mi si

Alcuni video non mi si aprivano, ho visto solo quelli che sta lavando in cucina, che è sulla scalinata della chiesa, mi pare, e che gioca a nascondino. Mi sembrano comunque sufficienti per notare che è un bambino che è attento all'ambiente, interessato alle cose e anche alle persone, che interagisce, che gioca con divertimento, che fa cose sensate, con significato, per cui non ci vedrei sicuramente niente di autistico, che è proprio il contrario. Risponde alle domande del papà, quindi ha una buona capacità di comprensione e di espressione e un contatto relazionale, può darsi che i contenuti delle comunicazioni siano un po' limitati, ma mi pare che anche le domande non sono molto adeguate: cioè non sono 'vere' comunicazioni, ma come dei test per vedere come risponde, e correggerlo. Consiglierei di non fare così, ma parlare di cose 'vere', appunto, possibilmente che interessino e divertano tutti gli interlocutori e lasciare che sia lui a iniziare, se possibile, rispondendo voi alle sue domande. Altrimenti le sue risposte possono essere solo un modo di cavarsi d'impaccio senza costrutto, come se fosse interrogato a scuola... Cercate di interagire e comunicare in modo che sia interessante per lui, e che lui sia stimolato a interagire attivamente con voi. Se avete la pazienza di mantenere l'attenzione su di lui e aspettare, probabilmente ne aprofitterà. Lasciate che si dedichi alle cose che lo interessano e lo stimolano ad essere attivo, ovviamente mettendo limiti e regole adeguate, senza badare troppo a correggerlo e insegnargli, aspettando magari che sia lui a chiedere.
Gli lascerei quindi le briglie sciolte - entro certi limiti - per le cose che vuole fare, ovviamente gli va chiesto anche di adattarsi a certe cose che interessano la famiglia, i contatti con i parenti, eccetera, cercando però di evitare che lo mettano a disagio con richieste eccessive.
Confermo le mie valutazioni e indicazioni precedenti e vedrei come va nei prossimi mesi. Mi sembra quello che hanno detto anche le maestre dell'asilo.
Cordialmente

aggiornamento

(spostato qui per mantenere un ordine cronologico)
Inserito da aquila80 il Mer, 07/05/2014 - 18:24.

Egregio Dr. Benedetti,
torno a ricontattarla dopo quattro mesi per aggiornarla sulla situazione. Grazie in anticipo per il tempo che vorrà ancora una volta dedicarci.
I progressi di mio figlio, che adesso ha tre anni e mezzo, ci sono stati e ci sono; all’ultimo colloquio, le maestre ce lo hanno confermato dicendo che si è ambientato, rispetta le regole, mangia a mensa (ha imparato anche a masticare) e sta a suo agio, partecipando, seppur molto seguito, alle attività. Anche noi quando andiamo a prenderlo lo troviamo seduto al banco con gli altri ed inoltre si è legato tantissimo ad una delle maestre. Non si isola più ma permane una certa difficoltà nell’interazione con gli altri, non prende l’iniziativa, e anche nel mantenere l’attenzione, ad es. quando raccontano una storia.
C’è stata una progressione nel linguaggio, ci coinvolge, si rivolge a noi anche per condividere un suo pensiero o fare una considerazione. Fa molto gioco simbolico, gli piace giocare con i lego e c'è stato uno sblocco anche nel disegno: ci passa molto tempo, vuole che gli disegniamo i soggetti e lui poi ci colora dentro facendo attenzione a non superare i margini, sa disegnare il sole, il mare. Abbiamo fatto dei passi avanti anche nell’andare in posti prima inaccessibili: a casa dello zio, dopo qualche pianto iniziale, ci rimane anche volentieri, inoltre siamo andati ad una festa di compleanno di un cuginetto che si è tenuta in un locale e anche qui, dopo un bel po’ di pianti, siamo riusciti a rimanere e alla fine quasi non voleva venire via. Al parco gli piace andare sull’altalena, sullo scivolo, anche se ci sono altri bimbi. Se incontra qualche amichetto dell’asilo gli sorride, lo saluta ma nulla di più, non ha ancora iniziativa.
Non le nascondo però che le mie paure permangono e questo è motivo spesso di scontro con mio marito che tende ad avere una visione per così dire più “ottimistica” dando più risalto alle cose positive e minimizzando quelle più atipiche.
Le cose che mi impensieriscono di più sono: il linguaggio molto ripetitivo, tende a parlare sempre delle stesse cose e utilizzando le stesse frasi; parla, spesso, non sempre, in terza persona e bisogna correggerlo, non è ancora in grado di sostenere una conversazione, l’ecolalia permane ma molto diminuita(soprattutto quando si innervosisce). Mi preoccupano anche questa sua difficoltà di interazione ed alcune stereotipie motorie e verbali che fa soprattutto quando s’innervosisce o quando non lo ascoltiamo. Inoltre, ultimamente fa delle vere e proprie scenate, soprattutto con me, di fronte ad un divieto o un’esortazione quale può essere lo scendere dall’altalena per dar spazio agli altri e in quei momenti non so davvero come comportarmi, non nego che a volte mi adiro; con altre persone, ad es. il nonno, o se lo si distoglie promettendogli ad es. il gelato non batte ciglio.
Il mio problema è che leggo molto internet e se mi imbatto nei criteri diagnostici per l’autismo mi ritrovo in parecchie cose. Cosa mi consiglia di fare? Stiamo perdendo del tempo prezioso?
Cordiali saluti.

Sì, ho l'impressione che Lei

Sì, ho l'impressione che Lei stia perdendo del tempo prezioso occupandosi delle sue preoccupazioni e non di suo figlio. Questi se ne accorge e il rapporto con Lei diventa conflittuale. Le consiglierei di guardare di più suo figlio e meno internet. E non lo 'misuri' guardando quello che gli manca secondo le sue aspettative: guardi quello che fa e più che correggerlo stimolarlo ecc (rischia di essere una pagella frustrante, ogni volta) sia attenta alle sue comunicazioni e gli risponda, per conoscere ed essere in contatto con lui, non per confrontarlo con le tabelle. Scusi la franchezza.
Cordialmente
drGBenedetti

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