autismo o problema di linguaggio?

Gent.le Dr Benedetti
seguo il suo portale ed i suoi interventi da circa due anni e mi sono stati di grande aiuto. Ho iniziato in uno dei momenti più angoscianti della mia vita, quando alla visita pediatrica di controllo dei due anni di mio figlio, secondogenito, riferendo noi che il piccino ancora non parlava ci siamo sentiti rispondere freddamente “ o è sordo, o insufficiente mentale oppure autistico…ma credo sia autismo perché il bambino non guarda negli occhi quando gli si parla”. E’ stato come essere schiantati contro una roccia, tramortiti abbiamo cercato di replicare facendo anche appello alle ns conoscenze sull’autismo(essendo io una psicologa), ma ci è stato risposto che esistono tante forme di autismo…ecc ecc .
Da allora è iniziato una specie di calvario fatto di parenti super preoccupati “portatelo a quello psichiatra, a quel Centro,…” e tutti a scrutare il mio bambino e scuotere la testa ed io a cercare di convincere che poteva non essere ciò che sembrava, che il mio piccolo certo non parlava e bizzarrie ne faceva(girare su se stesso, non guardare in faccia, toccare ogni tanto il pavimento) ma rideva,piangeva,si arrabbiava, si impauriva…provava emozioni di ogni tipo ed a suo modo le comunicava. Io più ottimista, mio marito un po’ meno ma entrambi abbiamo cercato di mantenere la calma ed affrontare il problema anche se non capivamo di che natura fosse.
Mio figlio è un leoncino, di segno e di fatto.
E’ nato il ... luglio del 2009, dopo una gravidanza di 40 settimane esatte trascorse senza problemi, tranne lo spauracchio di una Translucenza Nucale dai valori leggermente aumentati, smentita da un esito di amniocentesi con valori nella norma.
E’ stato un parto cesareo d’urgenza(dopo 4 ore di travaglio spontaneo) perché dopo mesi in cui è stato in posizione, le ultime settimane ha giustamente ritenuto di mettersi di traverso(!).
Pesava 3.350 per 51cm di altezza,
circ.cranica. 36 e indice Apgar 8 e 9
proseguendo con un normale accrescimento e, tranne coliche gassose nel secondo mese e muchi ricorrenti, godendo di buona salute fino ad un anno.

L’ho allattato in maniera mista fino ai 4 mesi e poi solo artificiale. Lo svezzamento curato sia da me che dal papà, è iniziato ai sette mesi(ho voluto introdurre il glutine con calma essendo presenti nella famiglia di mio marito numerosi casi di allergie)
Il passaggio è stato graduale e lineare.
Da subito, come suo fratello di 16 mesi più grande, ha dormito nel suo lettino, e dai 3 mesi nella sua stanzetta con il fratellino. Non amava farsi cullare troppo da me, gli bastava bere il biberon(un vero amante del latte), prendere il suo ciuccetto che autogestiva già a pochi mesi, lo poggiavo nel lettino e dopo rotolamenti di un’ora,si addormentava. Ai 6 mesi sparivano i 2 risvegli notturni passando ad 11 ore ininterrotte di notte(dalle21 alle 8) + due sonnellini(mattina e primo pomeriggio). Al contrario del fratellino lui non sembrava molto entusiasmato dal rituale delle favole(neanche ora) anzi a volte con gorgheggi sembrava quasi che volesse zittirmi, voleva il silenzio per addormentarsi.

Il suo sviluppo motorio è sempre stato eccezionale ancora oggi lo è. Tiene la testa eretta stando bocconi già a 2 mesi, a 5 mesi sta quasi seduto ed assaggia tutto portandoselo alla bocca. Produce suoni gutturali e si rotola a 6 mesi, rincorre col girello a tutta velocità il fratellino a 10 mesi, ride a crepapelle quando vede la strega di biancaneve in tv e barba papa di cui lalla il nome a 11 mesi, inizia a camminare a 12 mesi. All’improvviso me lo sono ritrovato in piedi e da allora
non è più caduto…lui non cade quasi mai, ha un equilibrio impressionante e con lui tutto ciò che maneggia, a due anni già usava il cucchiaino e forchetta da solo, tassativamente con la mano
sinistra(Mancino) ed arrabbiandosi come un matto quando si tentava di aiutarlo.

E’sempre stato autonomo, ma anche tenace e curioso rispetto a ciò che è nuovo: ambienti, cibi(soprattutto se mangiati da noi), ed oggetti/arnesi…persone invece no, anzi è sempre stato molto selettivo, preferendo di gran lunga gli adulti ai bambini, e solo alcuni (mamma, papà, nonno, maestra dell’asilo, zia,)anche se poi in occasioni di feste, balli, fin da piccolissimo si lanciava immediatamente nella mischia, adorando la musica.
Molto attaccato al papà cui mira per uscite all’aperto(amatissime da lui) e giochi fisici e spericolati, ed alla mamma cui mira per ricevere solletichini, massaggini, effusioni.

Le separazioni sono sempre state non problematiche, l’ingresso all’asilo ai 22 mesi è stato fluido, fin troppo, ma forse grazie anche alla vicinanza del fratello(primogenito)nello stesso asilo. Tutt’oggi frequentano felicemente insieme, dal lun al ven, sono accompagnati a scuola dalla mamma alle 9.00 e ripresi dal papà alle 14.00, che sta con loro fino alle 17, momento in cui rientra la mamma(nei mesi estivi alle 15), si va a letto alle 10.00. Sabato e Domenica si sta tutti insieme(salvo turno lavorativo paterno).
Data la vicinanza di età dei due bambini, il poter contare solo su noi due, gli impegni lavorativi abbiamo impostato la ns vita familiare su poche ma ferme regole concordate… a letto entro una certa ora nel proprio lettino e stanzetta, stare seduti a tavola, tentare di mangiare sano, orari tv, per tutto il resto tra le loro richieste ed il nostro buon senso cerchiamo di fare il meglio per loro e di goderci tutta la loro infanzia.

Ma tornando a due anni fa… ci è crollato il mondo addosso, quel bambino che ci sembrava solo un po’ pigro e buffo all’improvviso era descritto dal suo stesso pediatra come autistico o sordo.

Abbiamo voluto ovviamente approfondire e da quel momento siamo entrati in un tunnel sanitario senza fine in cui ci siamo sgolati nel riferire che

dall’età di un anno il ns piccolo ha sofferto di ricorrenti otiti medie spesso bilaterali, con cadenza di 2 mesi, ma gli otorini contattati pur riscontrando essi stessi ancora tracce di otite catarrale non vedevano alcun nesso tra queste ed una assenza di linguaggio e dai loro esami timpanici e boel test riferivano ORL nella norma a 2 anni e 3 mesi concludendo con una diagnosi di probabile autismo. Noi avevamo invece già dai suoi 16 mesi la sensazione di un udito altalenante ed una conseguente interazione con l’ambiente che oscillava. Otiti e bronchiti sempre più incalzanti, ho perso il conto dei lavaggi nasali …ed il ns bambino sempre più “isolato”, ovattato, talvolta irritabile ma anche, quando stava bene, sorridente, saltellante, euforico …
Comparivano brevi lallazioni persino echi di parole e poi sparivano per lungo tempo, l’interazione con il fratellino(che un anno prima rincorreva col girello) scompare del tutto, contatto visivo scarso, quando lo chiamavamo non si girava.

Da gennaio 2012 ci affidiamo ad una logopedista che data la precoce età del bambino 2 anni e 4 mesi …ci consiglia un intervento soft. La incontriamo (3 volte al mese) inizialmente supporta soprattutto noi dandoci alcune indicazioni, iniziando poi con il bambino riferisce un sospetto di ipoacusia.

Ricomincia ad ottobre 2012 un nuovo tunnel di esami otorini, uditivi, logopedici …dove tranne qualche eccezione avevamo diagnosi neuropsichiatriche in 10 minuti da parte di medici non psichiatri,. .. Ma nessuno che si sia degnato di rimanere nel proprio campo o al max di fare una osservazione seria del ns bambino anche solo per mezz’ora…Durante gli esami audiometrici(2 a distanza di un paio di mesi) il ns bambino di circa 3 anni, prima poco collaborativo, ha poi mostrato di non udire alcune frequenze lievi, le audiometriste riferivano una soglia 45) ma questo non è stato riportato nel referto consegnatoci, quando ne abbiamo chiesto il perché ci è stato risposto”perché quando c’è un certo problema(?) è normale che i bambini sembra che non sentano” ci viene però prescritto un ABR e lo prenotiamo. L’ABR, svolto con facilità, risulta normale.

Nel frattempo nell’intento di bloccare il reiterarsi delle otiti e sospettando una sottostante allergia al latte (desunta da ns ricerche su internet) scegliamo di fare dei test allergologici.
Effettuate le punturine il bambino manifestò dopo 10 minuti un arrossamento generalizzato su tutte che poi però sparì, nel dubbio l’allergologa ci consigliò di ripeterlo tra un paio d’anni. Il consulto però risultò preziosissimo finalmente trovammo qualcuno che considerò verosimile la ns ipotesi allergia, otiti ricorrenti, ritardo del linguaggio…
Ci consigliò di eliminare il latte di cui peraltro il ns piccolo era ghiotto.

Lo abbiamo fatto…ai 3 anni e qualche mese. Da allora ad oggi il ns bambino ha avuto solo 6 episodi di otite peraltro di lieve entità, ha goduto finalmente di una buona salute, migliore digestione, il suo benessere gli ha consentito una maggiore apertura e socievolezza, ci guarda maggiormente negli occhi, ci bacia, ci prende la mano, saltella felice quando torniamo dal lavoro.

Da gennaio 2013 ha iniziato una logoterapia presso il Centro “...” con cadenza settimanale, utilizzando il metodo AUGEV(autogestione verbo-vocale), da poco abbiamo intensificato a due incontri a settimana.
Comparsa l’intenzione comunicativa, le vocalizzazioni sono in lento ma graduale aumento,gira molto meno su se stesso e tocca meno il pavimento, gli piace ancora muoversi molto, correre avanti indietro con i giocattoli alla mano, arrampicarsi dappertutto, procurarsi le cose più proibite del mondo, ma ama anche far la lotta col suo fratellino o col papà, ballare con la mamma, giocare a nascondino, alla corsa, un po’ a palla.
Se spronato con insistenza si siede a guardare libri di favole o a disegnare cerchi, inizia a gustare cartoni con una storia(meglio se accompagnati da musiche) al posto di brevi scenette, imita i suoni di alcune sigle, indossa le ns scarpe, ci spinge a sederci sul divano o a stare nella stessa stanza con lui.
Da qualche mese dura più tempo nei giochi statici e faccia a faccia, se andiamo via all’improvviso piange, ci cerca, ci guarda di più soprattutto quando sa di aver commesso una marachella o quando dedichiamo troppo tempo al fratellino, verso cui inizia a provare un po’ di gelosia(peraltro reciproca).
Pur avendo tolto il pannetto di giorno a (3 anni e 1/2) di notte (3 anni e 8 mesi), in bagno per quanto riesca da solo si fa accompagnare ancora portandoci per mano.

Mangia e beve completamente da solo, seduto alla sedia e pulendosi col suo tovagliolo. Se glielo si chiede aiuta ad apparecchiare e mettere in ordine, ama i complimenti “bravo” e si incupisce ai rimproveri. E’ un po’ ribelle ed in moto costante, se lo perdi di vista per un po’ è facile che si stia mettendo in qualche situazione pericolosa, da cui però esce miracolosamente sempre illeso(è capace di sfiorare spigoli, scendere scale all’indietro, afferrare fulmineamente forbici, coltelli, chiodi ma maneggiarli con maestria) ha paura di poche cose ma se lo spaventa qualche personaggio dei cartoon si ripara dietro di noi o piange.
E’ poco metodico, perché non ama le regole, è eccitato dai cambiamenti, i divieti bisogna ripetergli 3 volte…le prime due cerca di corromperci con dei sorrisini, alla terza obbedisce. Non parla ancora davvero, dice paroline(mamma, papà, acqua, cacca, e brevi parole indecifrabili) ma mai a comando né continuativamente nonostante mille incentivi.
Non riesce ancora a parlare davvero, ma ci prova ed alle volte si arrabbia.
Per comunicare ed ottenere qualcosa che gli è negato, ci urla dei versi, ci trascina letteralmente o raramente si butta a terra per protesta per 1 minuto, poi si rialza pronto ad attuare il suo piano B arrampicandosi sull’impensabile e procurandosi l’oggetto desiderato(generalmente un arnese: martello, bacchetta,… oggetti allungati di ogni tipo che porterebbe in mano anche per giornate intere, ma che noi dopo un po’ gli togliamo, riuscendoci a quel punto con poca fatica).

Insomma il mio leoncino è così, determinato ed autonomo; è piccolo e grande al contempo, si crede un po’ onnipotente con il suo sguardo sfuggente ed il suo buon umore, …stiamo cercando di convincerlo che è importante e bello anche farsi guidare ed imparare, al Centro di logoterapia che frequenta sono fiduciosi ed anche noi … ma il tempo scorre io e mio marito aspetteremmo in eterno ma temiamo che con il crescere il ns bambino, oggi di 4 anni e ½ , aumenti la consapevolezza ed il disagio derivante dalla sua difficoltà, così anche che ne risenta sempre più anche il primogenito, un bambino di quasi sei anni molto loquace e di una empatia sconfinata, che con l’ingresso alla scuola elementare tra un anno e ½ , qualcun altro anche lì si possa improvvisare in diagnosi azzardate e svariate…ed il ns piccolo subire, questa volta anche più cosciente, sguardi scrutanti ed incompetenti, oltreché isolamenti dagli amichetti.

Le stiamo scrivendo per avere un suo parere, se ritiene che sia necessario fare altri esami anche in virtù del fatto che al mio nipotino di due anni(figlio del fratello gemello di mio marito) è stato appena diagnosticato un sospetto ritardo del linguaggio…Insomma se c’è qualcosa secondo lei che possiamo fare per approfondire ancora, affrontare al meglio ed anche velocizzare questo apprendimento linguistico e comportamentale. Ci piacerebbe seguire le sue indicazioni e poi esami alla mano finalmente incontrarla e farle conoscere il ns piccolo; come neuropsichiatra infantile ci fidiamo solo di lei!

Grazie per la pazienza concessaci nel leggere questa mail un po’ prolissa…

A presto

Un bambino autistico non

Un bambino autistico non riesce o ha molta difficoltà a capire il mondo esterno, entrarci in relazione e comunicare, sia a parole che non, per cui di fronte alla complessità di cose che non capisce, si chiude difensivamente in una nicchia isolata e così si crea un circolo vizioso crescente che impedisce o disturba la conoscenza e l'apprendimento e l'inserimento nell'ambiente umano. Per questo diventa 'autistico', cioè chiuso in sé.
Altri bambini riescono a capire e comunicare e sono interessati e vogliono 'conquistare' l'ambiente intorno a loro, come i bambini normali, ma per motivi sconosciuti (come sono anche quelli che portano all'autismo) hanno difficoltà nello sviluppo simbolico (disegno, gioco simbolico) e linguistico. A volte non imparano a parlare se non molto limitatamente, e possono trovare grandi difficoltà, per questo, come i bambini sordi non opportunamente seguiti.
Si parla di afasia, o disfasia, che semplicemente significa mancanza di linguaggio. Di solito la diagnosi si fa a posteriori, dopo i 7, 8 anni. Talvolta si trovano alterazioni organiche, cerebrali o metaboliche o cromosomiche, che vale quindi la pena di cercare facendo gli esami neurologici indicati ( risonanza, eeg, esami genetici, esami metabolici per aminoacidi, mucopolisaccaridi, oligosaccaridi, TORCH, esami ormonali).
Può essere utile una metodica di comunicazione aiutata dalle immagini, che è chiamata Comunicazione Aumentativa Alternativa, che non è comunque 'alternativa' al linguaggio, e le logopediste dovrebbero conoscere.
Non so se per vostro figlio si possa porre questa ipotesi, comunque dalla descrizione mi sembra che non abbia le caratteristiche tipiche dell'autismo, almeno come si intendeva una volta. Ora, come sapete, quasi tutto finisce nel calderone dello 'Spettro autistico', come in una “notte nera dove tutte le cose sono nere”.
Cordialmente

drGBenedetti

Gent.mo Dott. Benedetti la

Gent.mo Dott. Benedetti la ringraziamo per il suo interesse, la sua scrupolosità e celerità. Vogliamo seguire le sue indicazioni e quindi effettuare gli esami da lei consigliatici. Le chiediamo da quali esami partire, se ci suggerisce di farli qui(facendoceli prescrivere da chi?) per poi incontrarla
oppure(riflettendoci su) venire lì da lei per alcuni giorni -con lei concordati- ed effettuarli in loco presso strutture/laboratori che magari lei stesso possa indicarci...

Ancora grazie...

Non ho la possibilità di far

Non ho la possibilità di far fare esami in strutture da me conosciute. Penso che chi segue il bambino o il pediatra possa consigliarvi. Sono gli esami che normalmente vengono eseguiti in tutti i centri ospedalieri o universitari di neuropsichiatria infantile o neuropediatria per problemi di sviluppo. Eventualmente per 'vedere' il bambino possono servire anche dei video, seguendo le istruzioni.
Cordialmente
drGBenedetti

visita npi

Gent.le Dott. Benedetti seguendo il suo consiglio ci siamo rivolti ad un neuropsichiatra infantile. Uno bravo.
La visita è durata un'ora e vorrei raccontargliela.
Accolti nella stanza ci siamo presentati ed accomodati, il dott. ha chiesto a ns figlio"come ti chiami?"lui lo ha guardato rimanendo chiaramente in silenzio dopodichè si è seduto su una sedia libera difronte alla scrivania.
.....
Sono trascorsi i primi 20 minuti mio figlio fin allora fermo
come non mai (evidentemente avrà avvertito che la situazione era seria) ha iniziato un pò a spazientirsi ed ha mugugnato un pò... Il dottore batte sulla scrivania e dopo un po' il bimbo batte anche lui, ridendo.
...il mio bimbo continua a guardarlo e a battere sulla scrivania per continuare a giocare con lui, ci prova per tre volte ma vistosi ignorato dopo un pò si rassegna e ritorna a maneggiare un fiorellino raccolto prima di entrare, venendomi in braccio.
...
(dico che mio figlio non parla ma vocalizza e ce la mette tutta, non indica ma comunica ci guarda fisso con occhi furbetti quando sa di aver preso o fatto qualcosa che non deve, con occhietti languidi quando vuole le coccole, con occhi sorridenti e braccia protese quando vuole salire sulle spalle del papà o saltare sul letto con il fratellino, certo non ci sta sempre a guardare ed ha lo sguardo un pò sfuggente ...ma è anche vero che è sempre affaccendato tra corse, salti, arrampicate, ecc pur trasportandoci e coinvolgendoci ovunque lui voglia andare e verso qualsiasi meta...)
Mentre parlo il mio bimbo un pò scocciato scende dalle mie gambe va su quelle del papà e giocando con lui scoppia a ridere di gusto...
....
Il dottore parla di 'spettro autistico' e dice che è assolutamente indispensabile una presa in carico abilitativa totale (psicomotricita) presso le strutture riabilitative del territorio...

Cosa è un disturbo di regolazione pregresso?

Morale della favola chiarezza in più sulla diagnosi non ne abbiamo per nulla. Analisi non ci sono state prescritte ...continueremo la logoterapia, vi affiancheremo la psicomotricità che male non fa e magari piacerà al nostro piccolo jury chechi e cercheremo di inviarle i ns filmini.
Grazie per la pazienza

La scenetta è molto

La scenetta è molto gustosa... Direi che non è sicuro, nel breve gioco fra i due, (dottore e bimbo) chi è che ha difficoltà di relazione e comunicazione... Ovviamente però è la vostra descrizione.
Comunque ormai una diagnosi di spettro autistico non si rifiuta a nessun bambino con ritardo nel linguaggio e così pure una prescrizione di psicomotricità, un po' come una volta venivano date vitamine e 'ricostituenti' a tutti, finchè non si è visto che non solo erano inutili ma a volte anche dannose.
Però il ritardo del linguaggio c'è e piuttosto marcato.
Non è detto che accentuare la pressione a parlare sia positivo, potrebbe essere anche controproducente, e portare a una specie di 'fobia di parlare', cioè rendere il parlare fonte di ansia e portare quasi a non parlare per evitare di affrontrare l'ansia di dover parlare.
Ho visto bambini che non hanno parlato nonostante anni di logopedia e psicomotricità. A mio avviso questi interventi servono solo come esercizio e allenamento, ma non possono 'curare', nè far parlare chi non impara da sè. Così come la fisioterapia aiuta a esercitare i muscoli ma non ripara una lesione.
A parlare si impara da sè, non si può insegnare. Si può solo 'correggere' la pronuncia o la forma, ma spesso anche questo è controproducente perchè se eccessivo induce al bambino ansia e paura di non essere bravo, complicando le cose ancor di più.
Per cui io baderei di più alla comunicazione e al fatto di capirsi ed essere capito, in modo da invogliarlo a comunicare e a usare gli strumenti più utili per farlo, come il linguaggio. Liberamente e senza costrizione, in modo da evitare ansia e frustrazione. Come dicevo la tecnica delle immagini (foto, ecc: a proposito, com'è nel disegno, che tipo di giochi fa, usando oggetti e giocattoli?) può aiutare, trovando una terapista che usa la Comunicazione Aumentativa Alternativa (brutto nome, ma la tecnica è utile)--------------------.
Cordialmente
drGBenedetti

AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.
_____________________________
ATTENZIONE : si chiede gentilmente a tutti gli utenti del sito di mandare un breve aggiornamento sul consulto effettuato. In questo modo sarà possibile avere un riscontro a distanza della correttezza delle risposte date. I risultati verranno pubblicati sul sito. Grazie Vedi

P.IVA : 01496010537
dr Gianmaria Benedetti - Firenze, via S Reparata,69 - Ordine dei medici (FI) n.4739

NB questo sito recepisce le linee di indirizzo dell' Ordine dei medici di Firenze sulle consulenze mediche on line.
Si dichiara sotto la propria responsabilità che il messaggio informativo è diramato nel rispetto della linea guida approvata dallo stesso Ordine.

Questo sito non costituisce una testata giornalistica poichè viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può quindi essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. -

LEGGE SUI COOKIE
Questo sito fa uso di cookie tecnici. INFORMATIVA ESTESA

Risoluazione online delle controversie (Unione Europea)