bimbo con troppe paure

Una mamma scrive : "Buongiorno, avrei bisogno di un consiglio. Ho un bimbo di 8 anni che non riesce ad affrontare le difficoltà. ....

E' frequente che i genitori

E' frequente che i genitori arrivino nello studio del medico e descrivano qualcosa di simile, o altre preoccupazioni. Restano poi ad aspettare una risposta, mentre il bambino (nella mia pratica vedo sempre alla prima visita il bambino con entrambi i genitori) può restare fermo, bloccato, o magari accenna interesse per il cestino dei giochi sulla scrivania, o per pennarelli e fogli da disegno. A questo punto io cerco di far emergere altre informazioni, sul bambino, sulla famiglia, sul modo di vivere, sulla storia, e un po' alla volta si crea come un puzzle aggiungendo una tessera dopo l'altra e cominciano ad apparire delle configurazioni che permettono di farsi delle idee e delle ipotesi su possibili ostacoli che il bambino si trova ad affrontare nel suo sviluppo e che rendono conto dei 'sintomi' riferiti. Nello stesso tempo si possono osservare le interazioni fra il bambino e i genitori, e un po' alla volta emergono aspetti del funzionamento e dell'organizzazione familiare. Possono comparire aspetti che riguardano il mangiare, il dormire, altre abitudini più o meno atipiche, ecc, cui i genitori non avevano neanche pensato. Comincia ad intravedersi un quadro delle difficoltà di evoluzione del bambino inserite nell'ambiente familiare e scolastico, e si può cominciare a vedere possibili situazioni di ostacolo più o meno marcato allo sviluppo e al funzionamento su cui fermare l'attenzione. Normalmente i genitori sono stupiti e anche interessati agli aspetti che emergono, a meno che i sensi di colpa (tutti i genitori ce n'hanno, quasi come un peccato originale connesso coll'avere un figlio: ma la questione non è di trovare un colpevole, ma di superare gli ostacoli) non siano troppo forti e non possano quindi essere sopportati per poter pensare che ci sia qualcosa da modificare... Quando è così i genitori preferiscono non tornare e rivolgersi altrove per avere rimedi centrati solo sul bambino, altrimenti tornano in seguito per un periodo di osservazione e valutazione longitudinale dell'evoluzione anche in base alle indicazioni che si possono dare, a volte con colloqui solo fra adulti, altre volte portando anche eventuali altri figli. Per un periodo si accompagna la famiglia in una fase della sua strada e poi sopo qualche tempo, se le difficoltà rientrano e la strada si rivela meno ardua, gli incontri si diradano e terminano. A volte emergono ovviamente situazioni più problematiche e può essere necessario continuare più a lungo l'intervento e proporre anche interventi più specifici col bambino. Ma è più l'eccezione che la regola, abitualmente.
Quello descritto si può chiamare intervento di esplorazione familiare: nel nostro lavoro quotidiano si è rivelato un metodo molto utile in moltissime situazioni.

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