1 su 68 è 'Spettro Autistico' ?!?

Brutte notizie per i genitori di quest'epoca. La sedicente 'ricerca medica' ha 'scoperto' che gli 'Spettri autistici' sono molto di più di quel che si credeva anche poco tempo fa. Non 1 su 88, ma addirittura 1 su 68, misurati su una popolazione di bambini di otto anni. Il che vuol dire che in una terza elementare ogni tre classi circa c'è un fantasma autistico, cioè un bambino diagnosticabile come spettro autistico secondo i criteri entrati in vigore recentemente.
In realtà la notizia è falsa e come si diceva una volta tendenziosa e atta a turbare l'ordine pubblico: come dice l'articolista, infatti, con gli attuali criteri vengono inclusi in questa spettrale categoria anche bambini che prima avrebbero avuto altre diagnosi, dal 'ritardo evolutivo, all''iperattività', ecc e molti che non avrebbero avuto nessuna diagnosi ma probabilmente superato il periodo di difficoltà con la crescita. Inoltre l'intervistata prevede che "con l'aumento di educatori e pediatri educati" ai loro criteri, i numeri aumenteranno ancora.

La questione è che con i nuovi criteri sta cambiando completamente il concetto di autismo, senza però che sia cambiato l'effetto emotivo connesso al termine, vissuto sempre come la malattia più grave dello sviluppo psicologico. Come se ogni neo, papula, macchia cutanea, foruncolo, eruzione ecc venisse considerato un cancro, visto che ne condividono alcune caratteristiche. Molti psichiatri devono aver venduto il loro cervello. Attenti quindi quando vi avvicinate a uno psichiatra ( o Neuropsichiatra infantile): bisognerà mettere un cartello: 'Attenzione pericolo', evitando il fiorentino 'cane mordace', perchè magari qualcuno si offenderebbe...

A un certo punto viene detto: " ... i sintomi sensoriali devono essere 'catturati' e i comportamenti ripetitivi non devono essere trascurati, come succedeva prima... Col nuovo DSM5 'cattureremo' meglio ... l'autismo."
Il senso è di fare 'retate' a maglie strette per non fare sfuggire i pesci ricercati: di quelli che rimarranno nella rete senza 'colpa' non può importare di meno.

Questi personaggi in realtà probabilmente non si occupano di psichiatria e di assistenza, si occupano solo di 'ricerca' e , purtroppo, di insegnamento universitario. Non hanno esperienza clinica di bambini e famiglie, ma solo di elenchi e liste di sintomi.
In realtà il mondo non cambia, cambiano solo le carte di cui costoro si occupano. Purtroppo però le ricadute su bambini e famiglie sono disastrose, oltre che sulle capacità professionali degli operatori interessati.


Laurie Scudder, DNP, PNP, Susan L. Hyman, MD
May 06, 2014
Editor's Note: A just-released estimate of autism spectrum disorder (ASD) prevalence published by the Centers for Disease Control and Prevention (CDC) concluded that rates of ASDs are roughly 30% higher than previous estimates.[1] These new data put the figure at 1 in 68 children aged 8 years (or 14.7 per 1000) -- compared with a 2012 estimate that 1 in 88 children (11.3 per 1000) had an ASD. This rise was despite the fact that the criteria used to diagnose ASDs and the methods used to collect data have not changed, according to the report.
The new estimates are based on 2010 data from 11 sites participating in the Autism and Developmental Disabilities Monitoring Network, an active surveillance system that provides estimates of the prevalence of ASD and other characteristics among children aged 8 years. The age of 8 years was chosen to ensure that the majority of children with the condition would be included; the overwhelming majority of children with ASD will have been diagnosed by that age.
Medscape spoke with Susan L. Hyman MD, a professor in the Department of Pediatrics and Chief of Neurodevelopmental and Behavioral Pediatrics at the University of Rochester, and Chair of the American Academy of Pediatrics (AAP) Autism Subcommittee, about the survey and the implications for primary care pediatrics.

Il testo completo (in inglese, solo per medici: richiede iscrizione), qui: Medscape Psychiatry & Mental Health

La lettura dell'intervista dà interessanti informazioni su alcune possibili influenze impreviste ( oltre agli interessi economici e lobbistici) che potrebbero essere alla base di questa evoluzione americana (visto che è dall'America che viene il DSM e i nuovi concetti sull'autismo e relative terapie): l'ultimo paragrafo infatti passa inaspettatamente ad occuparsi di aspetti sociali e familiari, cioè di possibili influenze ambientali psicologiche sociali derivanti dalle modifiche dell'ambiente sociale e del funzionamente dei contesti relazionali interattivi e comunicativi familiari. Che torni il pensiero che il contesto familiare e sociale possa influenzare lo sviluppo psicologico e le sue difficoltà? Sarebbe come veder rientrare dalla finestra inaspettatamente quello che hanno buttato dalla porta in questi trent'anni.
In effetti cita quello che oggi sembra essere il primo problema di salute pubblica in America: l'obesità..., e l'invito è ai genitori di occuparsi di più e meglio dei loro bambini, invece che lasciarli davanti a televisori e computer ('screen time'), e badare di più alle relazioni e alle comunicazioni, quasi molti genitori avessero perso molte capacità che prima erano apprese e rinforzate dal contesto sociale e familiare tradizionale.

"...
The AAP recommendation of no screen time for the youngest children and 2 hours or less of total screen time for older children is a recommendation that, in our modern time, is felt to be untenable by many families. I think that what we really need to do is educate families on the importance of interacting with babies, toddlers, and even older children (evidenziato da me, NdR). This goes beyond autism and ADHD. This is how we need to combat obesity and promote interaction.

Society is changing. How we interact with each other is modified by social media and electronics. Young people interact less face to face, and more electronically. That doesn't make kids autistic. But we have to look at the impact of technology. Kids may have shorter attention spans if they grow up with reliance on media that has relatively short segments of material and requires continual interaction for reinforcement, such as some video games. Violent video games desensitize children to some aspects of violence.
.....

I think that we've lost sight of the critical role of parents as therapists -- that the interaction that goes on every time you change a child's diaper or interact with them is a way to build communication and social reciprocity. ( evidenziato da me, NdR), I think that it is critical to make certain that parents understand their role and their responsibilities.
...."

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