sostegno o no?

Gentile Dottore, sono la mamma di ... bimbo di tre anni che lei ha visto recentemente...
Alla fine della visita, eravamo rimasti che ci saremo rivisti a settembre ma che nel frattempo ci saremo aggiornati via mail. Nei giorni successivi al nostro incontro, il bimbo è stato visto al centro ... e loro sono giunti a questa conclusione: osservandolo sembrerebbe essere solo un bimbo immaturo, ma se si attengono ai test, il bimbo rientra nel limite inferiore dello spettro autistico. Come già lei ci accennò. sono giunti alla conclusione che soltanto il tempo potrà stabilire se si tratta di immaturità o no.
A settembre ... comincerà la scuola materna e loro mi hanno detto di valutare anche la possibilità di chiedere l'insegnante di sostegno. A questo punto io e mio marito siamo rimasti senza parole, secondo loro una persona che lo affianchi, potrebbe essere utile a sbloccarlo. Io non vorrei invece che avvenga il contrario, ho pensato che affiancandolo lui potrebbe adagiarsi ancora di più e non sforzarsi e poi poichè è un bimbo che comprende molto bene, non vorrei che notasse questa differenza rispetto agli altri e si chiudesse ancora di più in se stesso. Noi per nostro figlio vogliamo il meglio e faremo di tutto per aiutarlo, ma vorremo una sua opinione a riguardo. Lei crede che il sostegno sia davvero utile ed opportuno?. Come ci consiglia di comportarci a riguardo? Grazie e distinti saluti

Dai miei appunti :...Mi

Riporto dai miei appunti :
...Mi aspettavano. Bambino non si scompone, aspetto un po' rigido, espressione severa, fissa. Dentro in braccio al padre al tavolo, vuole subito disegnare, traccia ampie curve con i pennarelli, e fa disegnare il padre, guardandolo. Aderisce subito al prendere gli oggetti che gli mostro, macchinine, ... scende e le esamina, poi cerca di attaccarle come fossero con calamite, ovviamente non ci riesce, le da al padre con modo significativo e il padre risponde 'non si puo'...' . Allora fa una specie di bizza quasi silenziosa, e va verso la madre con le braccia tese in avanti, rigido, come a farsi consolare. Cosa che la mamma fa, muta. Lui si stacca e torna alle macchinine e riprende la scena, che si ripete quattro o cinque volte, sempre uguale, sia lui che loro.
Sembra proprio una scenetta teatrale, non sopporta la frustrazione del suo desiderio e che il suo ordine imperioso non sia eseguito. Sembra proprio sua altezza reale, che deve essere obbedito al primo cenno, e non sopporta che gli si dica 'non si può'. Interrompo la ripetizione nascondendo le macchinine mentre è dalla madre. Non le ritrova e resta sconcertato, le cerca un po' ma accetta altri oggetti e sono possibili sequenze più variate, infila soldatini nella macchina della polizia, prende altri oggetti.
Dopo un po' riprende a disegnare, da sé, sempre ampi giri di pennarello, impugnato malamente, anche a due mani e anche insieme un pennarello per mano. Linee curve, puntini. Non va fuori del foglio, quasi. Rovescia fuori i pennarelli, piano.
Guarda, osserva, pensa, mantiene a lungo l'attenzione su quello che gli interessa, dedicandosi completamente agli oggetti e niente alle persone, evitando proprio di rispondermi o guardarmi. Fa cose pensate, logiche, che tendono a diventare ripetitive. Mette in fila le macchine (le ha ritrovate senza commenti...), le spinge insieme, tipo trenino, più volte. Sembra esplorare i movimenti dei vari pezzi, fa così anche a casa, li mette in ordine di grandezza, ecc. Esplora via via il materiale (assaggia e morde i dinosauri di spugna, la palla piccola, gli dico no e resta sconcertato, non è abituato ai 'no') Usa la palla in modo adeguato, la lancia anche un paio di volte verso di me, esplora il lavandino.
Alla fine, all'annuncio della mamma che vanno via, capisce subito, va verso la porta, poi viene a salutarmi, con la mano e dicendo ciao, quasi come 'tecniche' per realizzare subito la cosa voluta. Unica parola o quasi pronunciata, per il resto un silenzio serrato, all'inizio con un'espressione severa, quasi cupa. Più sciolto verso la fine, specialmente dopo l'annuncio della fine.
Sembra proprio che escluda il mondo degli altri per limitarsi al suo, in cui però interesse e logica e attività di pensiero sembrano vivaci.
Mi dicono che fuori, con loro, è molto più sciolto, vivace, allegro.

Non ci sono eventi eclatanti nella storia. Famiglia di ..., lontani dal luogo di origine, sono da soli, mamma non lavora, padre lavora durante il giorno. Parto indotto per decorrenza dei termini ma complicato, APGAR un po' basso per ingestione di liquido amniotico. ... camminato precocemente, prime paroline a un anno ma poi smesso di parlare. Non ancora controllo sfinterico. Non particolari problemi di sonno e alimentazione. Da qualche mese in spazio gioco la mattina, senza difficoltà alla separazione, discretamente autonomo. Evita estranei e bambini, o li contatta in modo inadeguato, solo fisico. Sembra capire il linguaggio, non sembra problemi di udito, spesso rigido, punta di piedi, intirizzimenti per l'eccitazione.
Anche lui cerca di manovrare gli adulti come fossero robot di cui scoprire il funzionamento... Quasi dovessero gli altri imparare ad adattarsi a lui e non viceversa.

Traumatico incidente vari mesi fa ...ricovero due giorni poi medicazioni per tre mesi. Pianti drammatici ma non si muoveva mentre lo medicavano. Non ripercussioni su comportamento esterno.
Anche alla nascita del fratellino non particolari ripercussioni. Curioso, tranquillo.
I genitori si sono preoccupati da circa un anno, per il ritardo del linguaggio e gli aspetti comportamentali diversi dagli altri bambini. Come aspetti educativi forse i genitori si sono fatti prendere la mano e gli mettono pochi limiti e regole. D'altronde non è difficile da gestire, non è caotico o trasgressivo. Ipersensibile però ai no, come si è visto anche qui.
...

Globalmente direi che è un bambino che non ha ancora trovato il modo di rapportarsi al mondo esterno, inevitabile per crescere e oppone una specie di rifiuto e resistenza ad accettarlo ed adattarsi. Pretenderebbe di estendere il suo mondo infantile in cui tutto è sotto il suo controllo e non sopporta le frustrazioni inevitabili. Alcuni eventi possono essere stati 'traumatici' ed averlo rinforzato nel suo tentativo di tenere ferme le cose sotto il suo controllo. L'ambiente familiare vede mamma e figlio un po' isolati, lontani da parenti e amici, con pochi rapporti extrafamiliari.
Anche se sembra quindi un fortino chiuso, non sembra comunque 'vuoto', dentro c'è un bambino spaventato e intimorito dal mondo esterno, ma non bloccato nello sviluppo . Una volta si sarebbe parlato di 'simbiosi', visto il rapporto quasi esclusivo con la madre e il mondo familiare ristretto.

Il comportamente non è però grossolanamente disturbato e incontenibile e il contatto con l'ambiente e le persone estranee non sembra completamente evitato, come mostra l'osservazione fatta in una situazione di inevitabile stress.
E' quindi ipotizzabile che un progressivo cambiamento in famiglia, verso modi di trattarlo un po' più 'da grande', usando anche i 'no' ("che aiutano a crescere"), un aumento di esperienze esterne con un graduale inserimento all'asilo, molto graduale in modo da non raggiungere soglie 'traumatiche' nell'affrontare la separazione e le frustrazioni inevitabili della vita di comunità, dovrebbero permettergli un superamento della fase attuale e un'evoluzione verso modi di relazione e comunicazione più adeguati.

Riguardo all''insegnante di sostegno' io credo che sia bene restare alla Legge 104 che lo prevede per l'inserimento dei bambini con handicap, che altrimenti non potrebbero frequentare la scuola normale. Tant'è vero che ci vuole la visita per l'accertamento dell'handicap, per avviare le pratiche necessarie, e l'handicap deve essere 'fisso', non avere quindi in sè prospettive di evoluzione. La legge vuole evitare l'emarginazione, non si pone scopi terapeutici, che lascia giustamente a chi di competenza.
Questo è lo spirito ( e la lettera) della legge e credo non sia bene stravolgerlo trasformando il sostegno in una panacea o un modo surrettizio di avere una 'terapia' nell'ambiente scolastico, come spesso succede, da parte poi di persone con una formazione spesso limitata e settoriale.
A mio avviso in un asilo sufficientemente buono si potrà seguire lo sviluppo del bambino e se si rileverà necessario introdurre il sostegno potrà essere fatto negli anni seguenti.

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