Disturbo del linguaggio espressivo

Gent.mo Dott. Benedetti,
Dopo mesi torno a scriverLe in merito la situazione della mia bambina. Un grosso sospiro di sollievo finalmente visto che, come già da Lei anticipato non vi sono problemi di autismo o spettro autistico. Ha terminato la psicomotricità che tra le altre cose veniva applicata con metodo ABA. Un metodo tanto vantato qui al sud ma che ho scoperto essere quasi deleterio per la mia bimba, un vero e proprio addestramento che non ha avuto alcun esito mutevole nel suo disturbo, né tantomeno presso l'aias che frequentava da mesi le npi hanno mai detto cosa secondo loroo potesse avere mia figlia. La risposta è arrivata da Milano, disturbo del linguaggio espressivo da trattare con un percorso logoterapico che rinforzi i pochi fonemi presenti, aumenti attenzione ed autostima, senza mai portare la bimba alla frustrazione. Qualche mese, secondo l'equipe meneghina, è dovrebbero comparire le prime parole. Io vorrei un suo parere, anche su un eventuale percorso terapeutico e soprattutto da esperto, può dirmi se questo problema si risolverà del tutto con la giusta cura, o in qualche modo rimarrà una costante nella vita della mua piccola? Grazie infinite

I medici ( e molti psicologi

I medici ( e molti psicologi che scimmiottano i medici) hanno bisogno di fare diagnosi, cioè di mettere in scatole separate quello che in natura è invece continuo, non separato, come lo sviluppo. Queste scatole si chiamano da un po', in psichiatria, 'disturbi' (prima si chiamavano 'malattie', 'sindromi', ecc, va a mode), e una di queste è quella che cita Lei. Ma non è una cosa reale, è una finzione, un nome che non significa nulla, non dice nulla nè delle cause nè delle 'terapie' da farsi, nè della prognosi. E' un'etichetta su una scatola vuota, come gran parte di queste 'diagnosi'.
A quanto mi risulta da quello che scrive a sua figlia non è stato trovato nulla (ma non mi ricordo se ha fatto esami genetici, metabolici, o un EEG per escludere la sindrome di Landau Kleffner, ecc. nè se ha fatto valutazioni approfondite della situazione ambientale riguardo alle modalità interattive e comunicative) a giustificare il ritardo del linguaggio, pertanto l'ipotesi è ancora quella di un ritardo semplice ( ci sono bambini che parlano tardi, anche dopo i tre anni) che dovrebbe essere recuperato da sè, in ambiente normalmente comunicatico come famiglia e asilo. Nei rarissimi casi di afasia evolutiva, in cui i bambini non imparano a parlare abbastanza, non ci sono terapie che tengano, nè logopedie nè altro, quando invece il linguaggio evolve positivamente, questo avviene anche senza logopedia. Almeno in vari casi che ho visto.
Come genitori l'importante è tenere gli occhi aperti, sopportare le inevitabili ansie, andare avanti , resistere e pensare con la propria testa: le offerte al 'supermercato delle terapie' ( oltre che delle diagnosi) sono anche troppe e spesso non si sa di che qualità.
drGBenedetti

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