Controllo dello sviluppo attraverso osservazione video

Continua da questo consulto

Gent.mo Dr Benedetti, innanzitutto grazie per la disponibilità che ci riserva.
Abbiamo avuto occasione di parlare telefonicamente qualche settimana fa.
Sono..... e mia moglie le scrisse sul blog sotto il nickname Aquila80.
Abbiamo deciso, come concordato telefonicamente, di inviare alcuni video di X.
Avrà modo di rileggere i post di mia moglie per avere un quadro chiaro della situazione.
In questa prima mail le invio un video in cui X fa capricci che ci preoccupano, perché sembra che dica cose senza senso, le invierò però anche alcuni video di X in situazioni tranquille.
Gradiremmo qualche suo prezioso consiglio.

Grazie Dottore, Non immagina

Grazie Dottore,
Non immagina davvero quanto ci facciano bene le sue parole, ci aiutano a vedere tutto un po' meno nero. Le giornate vanno avanti tra alti e bassi; alcuni giorni lo vediamo tranquillo, sereno e riusciamo a godercelo e assaporare i suoi progressi, altri, in cui magari è più stanco o nervoso, ci abbattiamo di più e non riusciamo ad essere molto lucidi.  Il bambino da qualche giorno non fa più il pisolino pomeridiano perché lo lasciamo più a lungo a scuola, e devo dire che non ne ha risentito...insomma, sembra che a scuola ci va proprio volentieri. Proprio ieri una maestra ha detto che ha ripetuto tutto l'autunno ( forse una poesia) davanti agli altri ed ha ricevuto l'applauso della classe...non sa che gioia! Stamattina però (ecco gli alti e bassi che Le dicevo), accompagnandolo, ho pensato di far vedere alla maestra (non la stessa di ieri ma quella diciamo un po' più esigente) dei suoi disegni in quanto nel colloquio ci era stato detto che non disegna la figura umana cosa che alla sua età dovrebbe fare. Be', nel vedere l'omino disegnato, si è stretta nelle spalle e ha detto "Sì, praticamente siamo al livello dei treenni"; io son rimasta di stucco e ho detto che non penso che a tre anni tutti i bimbi disegnino la figura umana, e lei stessa ci aveva detto che lui non la faceva, a differenza dei suoi coetanei. Alche' ha pensato bene (io non volevo) di mostrarmi il libro di una bimba di tre anni (scelta però volutamente perché ad altri commentava dicendo " qui siamo ancora allo scarabocchio") in cui c'era disegnato l'omino, per poi dirmi che quella era una bimba che era più avanti, e allora? Di che parliamo? Mi dici che mio figlio è indietro ma una treenne che disegna come lui e' più avanti? Che poi lui e' di fine anno quindi magari pochi mesi più grande. Ecco queste cose ci mandano veramente nel pallone. Per noi progressi enormi, per gli altri niente di che, anzi. Gli ho detto che ultimamente ha proprio una passione per il disegno, ci passa anche un'ora a colorare su libricini con figure prestampate, cercando di stare nei margini,ma facendoglieli vedere non ha mostrato granché di entusiasmo, nonostante si fosse lamentata che in classe sta sul foglio 30 secondi al massimo. Comunque alla fine ha detto che i progressi ci sono,è più partecipe,gioca di più con gli altri ma è ancora carente nell'attenzione, conosce perfettamente i concetti topologici e sicuramente è molto intelligente. A casa noi abbiamo visto un miglioramento incredibile nel linguaggio anche comunicativo, mentre per l'interazione è ancora molto altalenante. Adora giocare con una cugina ad es. mentre un altro lo ignora proprio. Abbiamo fatto una prima lezione in piscina,era entusiasta ed ha aspettato pazientemente l'inizio della lezione solo che ha pianto al momento di lasciarlo per cui siamo rimasti. L'esperienza è stata positiva, certo non ha seguito la lezione vera e propria ma si è approcciato gradualmente all'acqua per poi sul finire giocare a palla con l'istruttore e gli altri tre bimbi, tutti più grandi di lui. Alla fine capricci perché non voleva venire via. A questo punto, aspetteremo i prossimi colloqui per fare il punto della situazione e decidere magari per la terapia, sempre dietro suo consulto, se non le dispiace, e a tal proposito, non escludiamo di poter tornare da Lei, magari per l'anno nuovo. Che dice? Ancora grazie infinite e buona giornata.

Direi che con certe maestre è

Direi che con certe maestre è bene mantenere le distanze... Non occorre dimostrare alle maestre i suoi progressi, l'importante è che li faccia! Io non farei tanti colloqui con loro, solo se ci sono particolari problemi...
Per il resto mi sembrano ottime notizie e le esperienze che fa mi sembrano tutte molto utili e lui mi sembra molto desideroso di farle.
Quanto al disegno, colorare figure prestampate a me è sembrato sempre un'inutile tortura, che senso ha? Molto meglio lasciare che faccia lui forme come vuole, magari anche usando pennelli ecc, e valorizzare le sue produzioni appendendole, ecc. Non importa la giustezza di parti e proporzioni, ecc, ma che si esprima nelle forme che vuole, nei colori... I disegni dei bambini assomigliano all'inizio a quelli di Picasso, Mirò, Klee... Crescendo diventeranno più realisti, ma perderanno l'estro, per lo più, diventando tutti uguali, come i cartoni animati.
Che abbia i suoi gusti nella scelta dei compagni mi sembra normale. Più che obbligarlo a fare quello che non vuole, ci può chiedergli se qualcuno gli è antipatico e perchè... Pensandoci e parlandone a volte si cambia idea senza essere costretti.
Nessuna difficoltà a rivedersi, saluti cordiali.

Egregio dottore, Torno ad

Egregio dottore,
Torno ad aggiornarla dopo i colloqui di mio figlio che, purtroppo, non sono andati molto bene.
Sapevo che non sarebbe andato tutto liscio ma sinceramente non mi aspettavo un simile bilancio che ci ha gettati davvero nello sconforto. Iniziamo dalle cose che sono in progressione: è migliorato nelle attività a tavolino e nel disegno ed inizia ad essere più partecipe ad es. nei canti; nell'interazione con gli altri partecipa solo se direttamente coinvolto, se preso letteralmente per mano non rifiuta il gioco condiviso ma spontaneamente non prende mai iniziativa. Se la maestra gli da le costruzioni lui gioca in mezzo agli altri ma da solo. ....
...parla e si rivolge a loro ma in maniera "ripetitiva" ed è molto legato ad alcuni gesti di routine come il cambiare il giorno al calendario, per cui ogni mattina chiede più volte " maestra posso cambiare il giorno?". Inoltre ci hanno riferito che da un po' di tempo ha preso l'abitudine, come un "gioco", di prendere dei giocattolini piatti o libri (che qualche volta ha anche strappato) e nasconderli dietro i mobili e quando lo rimproverano risponde con frasi fuori contesto (è ancora il suo modo di esorcizzare l'ansia); questa e' una cosa che abbiamo notato anche a casa, prende i pezzi del puzzle e li nasconde dietro il comodino o sotto il fasciatoio oppure prende la roba dai cassetti o qualsiasi indumento trova in giro e lo nasconde dentro una cassapanca che abbiamo,questo da qualche settimana. Quando gli chiediamo cosa fa, risponde che li deve nascondere.
Insomma dottore uno sfacelo, le ho viste molto demotivate, non sapevano cosa dire ed io altrettanto non sapevo cosa dire ne' al momento cosa fare. Non mi aspettavo davvero che le cose andassero così male anche perché quando qualche tempo fa ci chiesero da protocollo di farlo rientrare nei BES (bisogni educativi speciali) .... ci dissero che non era urgente e che potevamo tranquillamente aspettare....
A casa lo vediamo cresciuto nei comportamenti e nel linguaggio anche se a tal proposito continua a fare una cosa strana cioè se ci chiede una cosa tipo "adesso usciamo?" e noi gli rispondiamo " no usciamo più tardi ora è ancora presto" ad es, lui si ripete ad alta voce e lentamente la nostra risposta col nostro tono. Questa cosa ci lascia davvero perplessi, però è vero anche che tante cose di lui che ci lasciavano perplessi poi dopo un po' non le ha più fatte, per cui speriamo che smetterà di fare anche questa. I capricci sono ricomparsi ma è anche vero che ultimamente è molto stanco e torna da scuola davvero distrutto senza riposare fino a sera. Infatti abbiamo deciso di tornare a riprenderlo prima per farlo riposare un po'. Per il resto gioca con la sorellina con la quale dialoga alla grande e adora una cuginetta che cerca continuamente e spesso vuole anche a dormire. In alcune occasioni tipo pranzi in famiglia, è stato abbastanza bravo, a volte rimanendo per conto suo col nonno, a volte cercando gli altri ragazzini presenti interagendo in qualche modo. Abbiamo preso un nuovo appuntamento con la psicologa ma vorremmo anche che lei lo rivedesse. O pensa che dovremmo intraprendere qualche iter diagnostico anche con la scuola? Nessuno mi toglie dalla testa che a fine anno mi chiederanno il sostegno. Lei che ne pensa? Che idea si è fatto? Che strada ci consiglia di seguire? Mi scuso se magari sono stata un po' confusionaria ma le cose da dire erano tante e la mia confusione lo è altrettanto.
Cordialmente

E' comprensibile la

E' comprensibile la preoccupazione dei genitori di fronte a notizie negative dalla scuola. Purtroppo a scuola ormai devono burocratizzare le difficoltà dei bambini ad inserirsi, che altrimenti forse potrebbero affrontare con i loro mezzi, e allora partono con i vari 'percorsi' in cui devono immettere i bimbi, sostegno, bisogni speciali, ecc ecc, e relative pratiche burocratiche.
Credo che i genitori devono cercare di resistere, come una barca in un mare agitato, cercando di tenerla a galla e di resistere appunto fino a trovare un porto o un tratto meno agitato. E' importante osservare anche con i propri occhi il bambino nell'ambiente familiare per avere un'idea propria di come va il figlio: mi sembra che non sta peggiorando e lentamente fa progressi. Apparentemente è così anche a scuola, anche se ci sono degli aspetti particolari. Ma tutto sommato non dovrebbero essere particolarmenre disturbanti per la classe e il lavoro delle maestre. Probabilmente se si aspetta pazientemente senza redarguirlo troppo ma limitandosi a contenere la situazione, dovrebbe potersi abituare di più un po' alla volta a trovare le giuste misure. A scuola dovrebbero badare a come affrontare gli aspetti quotidiani e chiedere il sostegno solo di fronte a comportamenti così disturbanti da rendere impossibile il lavoro di classe, e non occuparsi di 'diagnosi' e 'terapie', di cui sono i genitori a occuparsi, come per tutte le malattie che possono capitare. Quella del 'sostegno' è una scelta dei genitori, che deve essere avvallata dal riscontro dei diritti da parte di una commissione specifica, come per le pensioni di invalidità. Può essere consiglita, non certo imposta.
Penso che sarebbe utile ovviamente una consulenza ai genitori e forse anche un lavoro psicologico con il bambino, per conoscerlo meglio e dare indicazioni a famiglia e scuola, ma non so che dirvi su a chi rivolgervi.
Possono esserci persone brave ed affidabili in ognuna delle 'scuole' in cui oggi è divisa la psicologia, con grande confusione, e lì conta l'impressione che avete nel rapporto diretto, oltre che poi i risultati, andando avanti.
Può essere sicuramente molto utile rivedere il bambino fra qualche tempo, per verificare l'evoluzione a distanza dalla prima volta e cercare di capire meglio la situazione.
Ne riparliamo fra un po' di tempo. Importante è resistere e imparare a reggere la barca...
Cordialmente

Grazie dottore per la

Grazie dottore per la risposta.
Vedremo la psicologa cosa ci dice. Pensa di poterci rivedere dopo le feste?
Nel salutarla le auguro buone feste.

Sono sicuramente a

Sono sicuramente a disposizione.
Cordiali saluti e auguri anche a voi.

Abbiamo notato nella sezione

Abbiamo notato nella sezione contatti,che ci potrebbero essere delle trasferte in altre zone d'Italia. Se dovesse capitare da queste parti ci farebbe piacere incontrarla. In ogni caso continueremo ad aggiornarla.
Grazie. Cordiali saluti.

OK, saluti.

OK, saluti.

Non sono riuscito ad aprire

Non sono riuscito ad aprire il video dei capricci, gli altri sì. Ecco i miei commenti:

1 Film: in bicicletta a rotelle… il bambino (dimostra fisicamente i quasi quattro anni che ha, se non sbaglio) risponde a domande 'finte' del padre, che sta filmando'che stai facendo?' …’faccio un giretto’..
2. film, gioco :‘malato in ospedale con l’ambulanza…’ a richiesta fa il suono… Sembra seguire istruzioni del padre, anche qui innaturale, un po' assurdo il contesto. Il bimbo risponde e fa come istruito, ha qualche gesto particolare, forse, sopra l’ambulanza…
3. film che ‘lavora col trapano’, risponde subito alle domande del padre, si vede anche la sorellina, su divano, senza interazione. La situazione è innaturale, i bambini entrambi imbarazzati. Non ci sono scambi spontanei- E manca sempre la mamma…
4.film sull’altalena, che chiede più volte al padre di spingerlo ”più forte” e ride e si diverte e di nuovo “papà, più forte, ..sì..” Si sentono fuori campo le voci della mamma e della sorella sullo scivolo…
5. il bimbo che disegna (all’asilo?): in realtà è la maestra che disegna, lui chiede ‘il signore che guida’ e sorride ma sembra imbarazzato, intimidito, gli adulti parlano molto e il solo momento che lui prende il pennarello per fare qualcosa spontanemente gli dicono subito ‘no,no’ fermandolo, forse perchè voleva scrivere sopra quello che aveva disegnato la maestra (assurdo fermarlo, non è importante il disegno della maestra, ma quello che disegna lui).

Direi che i film mostrano un bambino in contatto, che risponde, che chiede spontaneamente, che non ha problemi di linguaggio, né di comprensione, che ha un gioco imitativo, ma non mostrano il bambino in situazioni spontanee di gioco e in interazione, e se non con il babbo che però sta facendo il film e quindi l'interazione è artefatta.

Bisognerebbe vedere il bambino in situazione normale, poter osservare quello che fa spontaneamente, non a richiesta, libero di giocare o disegnare come vuole, e di non dover fare quello che vogliono gli adulti, nonché in interazioni spontanee con la sorella o la madre, senza stimoli particolari.
Certo non ci sono aspetti di autismo, apparentemente, se era questa la preoccupazione, ma da quel poco che vedo il bimbo è intimidito e imbarazzato dalle richieste degli adulti e forse ha poco spazio di esprimersi più liberamente, nel gioco, nel disegno, nel rapporto. E’ un po’ come se fosse sempre sotto esame e sotto controllo, a dover fare sempre quello che gli adulti vogliono.
A mio avviso bisogna fare il contrario: lasciare che i bambini facciano esperienza liberamente delle situazioni in cui sono,sulla base del loro interesse e della loro curiosità, gli adulti dovrebbero solo garantire la sicurezza dell’ambiente e di aver a disposizione un minimo di materiale da gioco e poi osservare i bambini e limitarsi a rispondere loro, non interferire né stimolarli. I bambini apprendono dall’esperienza, se sono liberi di farne, altrimenti apprendono solo a fare le prestazioni che vogliono gli adulti, vengono ammaestrati.
Con tutto ciò non mi sembra di vedere segni di marcate distorsioni dello sviluppo,.
Mi sembra inoltre che facevo commenti simili anche ai primi video di vari mesi fa. Non so se l'impressione mia è indotta dall'artefatto di situazioni filmate, e quindi innaturali, o se riflette una particolarità dell'atteggiamento degli adulti verso questo bambino, e se questo è in risposta a particolarità del bambino stesso.
Cordialmente
drGBenedetti

Inserito da aquila80 il Sab,

(mio spostamento in ordine cronologico)
Inserito da aquila80 il Sab, 09/08/2014 - 14:54.

Gentile Dr.Benedetti,
la ringraziamo per la rapida e come sempre esaustiva risposta. Ci dispiace per il video che non è riuscito ad aprire perchè appunto era principalmente quello che ci preoccupava.
Per quanto riguarda gli altri, sono video principalmente girati dal papà col cellulare e, ovviamente, i bambini sentendosi ripresi, perdono di spontaneità, come quando si cerca di immortalare qualcosa, un progresso, al 99% non lo ripeteranno. Quindi, effettivamente, sarebbe meglio filmare situazioni in cui sia un esterno a riprendere; cercheremo di fare così. La mamma è assente solo per una coincidenza, non perchè non sia presente nella vita dei bambini. Mi dispiace venga fuori una realtà un pò artefatta ma forse è proprio per la tipologia di ripresa, con questo non voglio dire che magari non sbagliamo in qualcosa, per carità, non saremmo umani!Terremo a mente i suoi consigli.
Cercheremo di inviarle dei video più realistici, se non le è di troppo disturbo, e magari tentare di reinviarle il video che non ha visto.
Un'ultima domanda: lei ritiene di dover vedere personalmente il bambino?

Diciamo che anche se

Diciamo che anche se innaturale e artefatto comunque il bambino non risponde nè si comporta in modi che mi ricordino situazioni patologiche, cioè l'autismo (mi sembra che questa sia la vostra paura) che è una condizione di handicap mentale 'pervasivo', cioè che pervade tutte le capacità psichiche alterandole e compromettendole grossolanamente. Questo non vuol dire che il bambino non abbia difficoltà di stare con i coetanei, di seguire le proposte delle maestre, di imparare più o meno rapidamente, ma queste difficoltà possono far parte degli alti e bassi dello sviluppo senza implicare 'malattie', ma magari maggiore o minore facilità di muoversi nelle esperienze ambientali, che sono appunto 'umane' e quindi come dite giustamente soggette a difficoltà e incomprensioni ecc. Certi bambini trovano la loro strada anche in condizioni tremende, altri bambini sono ostacolati da eventi e dinamiche 'normali' che magari li colgono impreparati, come cambiamenti ambientali, familiari, passaggi come l'inserimento all'asilo, ecc. Piccoli 'traumi' magari troppo ravvicinati possono per oosì dire cumulare il loro effetto e rendere più difficile del dovuto certi 'scalini' evolutivi, un po' come una piccola ferita se viene complicata da altri traumi può diventare una lesione più seria.
Non ho idea se una visita diretta potrebbe far emergere altri elementi. Si può vedere come prosegue il bambino e se le sue difficoltà diminuiscono o si accentuano nel prossimo anno scolastico.
Cordialmente
drGBenedetti

Volevo chiederle che idea si

Volevo chiederle che idea si è fatto paragonando il bimbo visto nei video e quello visto di persona.
Riflettendoci su e conoscendo mio figlio, posso pensare che l'essere entrato in una stanza piccola, con una finestra che dava su un muro, con una persona sconosciuta possano averlo terrorizzato al punto da fargli avere quella reazione (la bizza sicuramente spropositata) e l'unica cosa che voleva, era andare via senza importarsene di giochi o altro...e' proprio così anomalo? Sicuramente è anomalo, come lei ha detto, il suo modo di gestire questa paura, ma il motivo di questa paura in se' non lo ritiene tale da giustificare il suo comportamento? Non so se mi sono spiegata ma ho cercato di mettermi un po' nei suoi panni...lei pensa che dopo meno di un'ora avrebbe dovuto familiarizzare un po' di più? La stessa cosa e' successa per il pediatra: prima non voleva nemmeno entrare che erano urla e pianti, ultimamente, pur non essendo andati per farlo visitare, rimaneva in sala di attesa tranquillo ed entrava rimanendo tranquillo seduto in braccio aspettando che parlassimo col dottore. Se andiamo in qualche negozio, il suo comportamento e' molto variabile, in alcuni posti non vuole metterci piede, in altri ci entra e rimane tranquillamente...non riusciamo a capire cosa gli passi per la testa!
Quello che vorrei sapere e' se la sua idea riguardo mio figlio e' cambiata e in che modo dopo la visita, visto che dopo aver visto i video non aveva sollevato particolari problemi. E' solo un problema di ansia, di frustrazione derivanti dalle interazioni familiari? Mi preme soprattutto qualora dovessimo riferire la situazione al pediatra.
Un'ultima domanda, non essendomi la materia familiare, dovremmo quindi indirizzarci verso uno psicoterapeuta ad indirizzo psicodinamico?
La ringrazio ancora e sempre infinitamente...in questo momento e' il nostro unico punto di riferimento.

La 'reazione all'estraneo' è

La 'reazione all'estraneo' è assolutamente normale in tutti i bambini, dopo gli 8 mesi, in generale, solo che ognuno impara più o meno rapidamente a gestirla in modi più o meno efficaci. La bizza prolungata e calmata per un po' ma poi ripresa ha impedito che il bambino 'facesse conoscenza' con la stanza con i giochi e con me ( al di là dello 'scontro') mostrando le sue abilità e modalità di contatto e comunicazione, se non quel poco che ha mostrato di linguaggio, adeguato all'età. Si può pensare (ipotesi) che le sue modalità di reggere l'ansia (normale) siano immature e lo ostacolino nel suo sviluppo e adattamento all'ambiente. Difficile dire le 'cause': il dibattito fra natura e cultura, cioè fattori genetici e ambientali è eterno e insolubile, credo. Quello che si può fare però è conoscere meglio il bambino ( non tramite test ma nel rapporto clinico diretto) , sia in compagnia dei genitori che da solo, gradatamente, per avere più elementi di valutazione e ipotizzare la strada per aiutarlo a trovare delle modalità di controllo e tolleranza della frustrazione più mature. A questo può essere utile l'esperienza di conoscenza con uno/a psicoterapeuta esperto/a di questi aspetti.
L'osservazione diretta non mi ha dato elementi diversi rispetto ai filmati, ma appunto non è stata sufficiente perchè 'occupata' in gran parte dalla bizza. E' stato comunque utile per valutare la reazione al 'contenimento' senza obbedire alla sua volontà, e vedere che l'esperienza non sembra essere stata negativa, nè aver prodotto ulteriori reazioni.
Riguardo alle diverse scuole e modelli psicoterapici, psicodinamico, cognitivo comportamentale, ecc, ugualmente il dibattito (se non la guerra) è interminabile. A mio avviso entro certi limiti conta più il buon senso e l'esperienza della persona che non la scuola di appartenenza. I riferimenti che trovate nei 'link' sono a mio avviso i più utili, anche se non esclusivi, ma poi la scelta è dei genitori, anche in base al feeling sperimentato nella fase preliminare di incontri.
Cordialmente

Egregio dottore, torno a

Egregio dottore, torno a disturbarla per informarla di una conversazione che ho avuto con una maestra di mio figlio. Andando a prenderlo,alla mia domanda su come stessero andando le cose, ha ricominciato dicendo che ancora non ci siamo, non presta attenzione, ha bisogno di essere molto e continuamente stimolato,altrimenti si perde,ha ancora difficoltà ad entrare in relazione con gli altri. È come se si sentisse bloccato, la mattina quando lei arriva e altri bambini le vanno incontro lui invece la guarda ( e' molto legato a lei) ,sorride e si frena, è come se volesse ma si vergognasse, come intimidito, e deve essere lei ad invitarlo ad andare. Ha anche dei momenti di apertura in cui ride e scherza ma appunto momenti. Le regole le segue, su quello non ci sono problemi,io stessa stamattina l'ho trovato in fila a fare il trenino, e finora mangia tutto senza storie a mensa. La maestra si è inoltre molto meravigliata nel vederlo interagire, giocare, ridere con la sorella che era con me, ha parlato di "un altro bimbo", ha detto che ancora non riescono a capire veramente com'è. Noi stessi comunque a casa abbiamo visto dei miglioramenti probabilmente legati all'inizio dell'asilo, canta le canzoncine, se gli chiediamo cosa ha fatto a scuola, il minimo indispensabile (tipo ho giocato) ma risponde, nomina gli altri bimbi se gli chiediamo con chi, racconta piccoli avvenimenti che magari lo hanno colpito, tipo qualcosa che ha detto la maestra. Quando io le ho obiettato che magari sono ancora i primi tempi lei ha concluso dicendo "aspettiamo qualche altro giorno e poi vediamo cosa fare". SInceramente son rimasta di stucco alla frase "vediamo cosa fare" xché non ho minimamente idea di cosa volesse intendere ne' ho voluto approfondire visto che appunto a breve vorranno parlarci entrambe. Io davvero sono disorientata e abbastanza demoralizzata soprattutto perché non so davvero cosa aspettarmi da questo incontro, cosa ci consiglieranno, se controbattere o meno. Lei cosa ne pensa?

Penso che lo scopo principale

Penso che lo scopo principale per cui un bambino va alla scuola materna sia quello di imparare a vivere in una comunità diversa dalla famiglia. I bambini che hanno preso un ruolo speciale in famiglia - più degli altri, diciamo - possono aver bisogno di più tempo per imparare ad adattarsi alle regole di un altro ambiente, perchè spesso le abitudini che ha preso e i modi che ha imparato non sono 'giusti' per la nuova comunità. Come imparare un'altra lingua, quasi.
La stessa cosa vale credo anche per le maestre che hanno bisogno di più tempo per imparare a conoscere e guidare questi bambini. E' comprensibile che le maestre desiderino avere in classe bambini facili e che si allineano rapidamente, ma con i bambini un po' più difficili possono solo avere pazienza e resistere cercando di trovare i modi migliori per fargli accettare la vita di gruppo. Solo con i bambini handicappati è prevista la presenza di insegnanti in più, cosiddetti 'di sostegno', secondo la Legge 104/92. Se questi dovessero essare attivati per tutti i bambini con difficoltà come quelle suddette, non basterebbero i fondi a disposizione nemmeno se non fossimo in una grave crisi economica. Ma le maestre spesso ci provano.
Vi direi di andare tranquillamente per avere notizie e poi di prendervi il tempo per pensarci e magari parlarne qui o con la terapeuta che avete incontrato. Sicuramente è necessaria la vostra autorizzazione per qualsiasi intervento diverso da quelli usati con tutti gli altri bambini.
Cordiali saluti
drGBenedetti

Egregio Dottore, qualche

Egregio Dottore,
qualche giorno fa c'è stato l'incontro con le maestre di mio figlio. Inizialmente la situazione descrittaci era veramente sconfortante e negativa sotto ogni punto di vista.. alla fine volevano arrivare a consigliarci una valutazione specialistica. Be', quando abbiamo detto che era già stata fatta sia da Lei che da una psicologa infantile si sono letteralmente sciolte, si sono dette sollevate e contente. ...
Abbiamo preso un altro appuntamento dalla psicologa per vedere se è necessario qualche intervento per migliorare la sfera della socializzazione visto che, per quanto riguarda l'attenzione (a casa ci stiamo lavorando tanto con disegno, storielle,ecc.), noi lo vediamo migliorato e anche nel linguaggio funzionale. Lei cosa ne pensa? Dalle nostre parti c'è un centro di apprendimento rivolto appunto anche a bambini che fanno fatica a socializzare, vorremmo andare a parlare per vedere che tipo di attività propongono. ...
Le faccio perdere qualche altro minuto per raccontarle un episodio accaduto proprio il pomeriggio dopo il colloquio. Io ero a lavoro e il papà, dopo il risveglio dal riposino pomeridiano, gli propone di andare a trovare il cuginetto, .. lo trovano a giocare con altri due bimbi (al parco). Alche' il papà inizia ad incitarlo ... per andare a giocare con loro, lui inizialmente va ma si allontana poco dopo chiedendo di andare via... e lui attacca una bizza teatrale ( ci tenevo a dirle che le sue " bizze" si sono notevolmente ridotte, sono più capricci che riusciamo a spegnere facilmente, mantenendo un polso più fermo rispetto a prima). ... la dottoressa ci ha consigliato di non forzarlo per non farlo sentire sotto pressione e creargli quindi ansia. ...
Su questo punto non ci troviamo molto d'accordo.Cosa ne pensa?
La ringrazio come sempre. Cordiali saluti.

Indubbiamente una esperienza

Indubbiamente una esperienza di contatto con i coetanei mediata da adulti capaci è utile per bambini con difficoltà a stare insieme ai compagni. Tutto dipende dalle capacità degli adulti e da come si trova il bambino.
Il fatto che vada volentieri all'asilo mi sembra un buon segno. Se non è sufficiente l'esperienza all'asilo qualche 'rinforzo' può essere utile, ma valutando anche gli aspetti controproducenti, che vedete anche voi. Si può vedere se nel tempo le cose progrediscono o stanno ferme, e allora decidere di conseguenza. Anche il fatto che le bizze siano più ridotte mi pare un buon segno della situazione complessiva.
Probabilmente gli è più facile il rapporto uno a uno anche con i compagni, il cuginetto, ecc. Con più compagni forse non ha ancora imparato come gestire le situazioni e ritirarsi è per lui una via di uscita. Non credo che sia utile forzarlo più che tanto, sono d'accordo con la dottoressa che sentirsi troppo sotto pressione sia controproducente. Ovviamente anche 'dargliela vinta' quando fa una bizza non è una cosa utile, spesso è difficile decidere il da farsi. Direi che è bene valutare quanto è grande lo scalino che gli si chiede di fare, se è alla sua portata o no e se la situazione è gestibile senza rischio di perdere il controllo. Altrimenti meglio fare 'scalini' più piccoli.
Cordialmente

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