dubbi

Buongiorno dottore, vorrei chiederle un consiglio, sono una mamma molto giovane mio figlio J. ora ha quasi 4 anni, vive una situazione di certo non facile da gestire emotivamente.Io vivo con i miei genirìtori e il padre con i suoi fino all'età di un anno e mezzo e sempre restato con me vedendo poco il padre poi si sono cercate di stadilire delle regole con degli incontri periodici che spesse saltavano per motivi ancora sconosciuti. La mia preoccupazione è che J è un bambino molto vivace mentre quando si trova dal padre ascolta senza fare mai capricci mentre a scuola e a casa spesso partono urli quando gli si nega qualcosa anche se gli si spiega il perchè! inoltre al suo ritorno a casa senza motivo partono calci e dispetti gratuitamente mentre io cerco di dargli l'attenzione che necessità! ho cercato per quasi 2 anni di capire il motivo chiedendo aiuto anche al padre e ai nonni che magari ci fosse qualche abitudine o cosa che scatenasse questo ma a causa dei forti attriti non si è mai avuto un confronto! sono arrivata al limite questa estate e parlando con la pediatra ho fatto una visita neuropsichiatrica e secondo l'esperta tutti questi atteggiamenti sono dovuti a cio che vive alla situazione concreta delle famiglia ma io non riesco a capacitarmi di questo perchè davani a lui si è evitato qualsiasi tipo di discorso.. ora le chiedo sono io che essendo giovane e in esperta mi preoccupo inutilmente o puo esserci realmente un disagio che manifesta in questo modo, e che la neuropsichiatrica ha troppo velocemente attribuito alla situazione?
Grazie

Anche se il disagio fosse

Anche se il disagio fosse dovuto alla situazione, come avviene di solito in casi simili, questo non vuol dire che non si debba fare niente, anzi. Se il disagio si prolunga il bambino può averne dei disturbi, prendere una strada in qualche modo sbagliata e andando avanti i problemi possono aumentare. Bene quindi cercare di vedere come raddrizzare la situazione, con le forze che si hanno.
Se vuole un mio parere, per quanto possa essere visto a distanza, dovrebbe darmi più informazioni sulla situazione. Se per ovvi motivi pensa che sia meglio non farlo in pubbico, mi può consultare privatamente, sempre in internet, con una spesa che credo abbastanza modica. Può vedere le informazioni a riguardo in questa pagina.
Cordialmente
drGBenedetti

Secondo la dottoressa

Secondo la dottoressa l'unica cosa da fare è cercare un dialogo tra i genitori e fare in modo di stabilire delle regole che valgano per entrambe le abitazioni.Infatti ci siamo rivolti a una psicologa in consultorio a breve avremo un incontro, ma non credo che darà grandi risultati.Per il resto ha avuto compassione e detto che capisce quanto dura sia dopo tutti i sacrifici fatti trovarsi ad aver per modo di dire J. 'cattivo' mentre il padre che ha fatto molto meno il J. buono.Diciamo che le risposte sono state deludenti anche perchè il bambino è spostato durante la settimana da una casa all'altra e credo non faccia bene perchè i ritmi sono cambiati in modo notevoli! e io sono fortemente convinta che debba avere stabilità e sopratutto regole perchè fatica molto a rispettarle anche nell'ambito scolastico, anche se non comprendo perchè dal padre cambia cosi tanto il suo modo di essere!non so di che genere di informazioni necessità se mi dice valuto se posso dirle qui o in privato!
Grazie!

Perchè ha delle aspettative

Perchè ha delle aspettative negative verso il lavoro al consultorio che non ha ancora comnciato?
Per capire le ragioni della differenza di comportamento del bambino nelle due case e all'asilo occorrerebbe forse che un operatore visitasse qualche volta i vari ambienti, quando c'è il bambino, per verificare se in effetti il bambino si comporta diversamente. Con un'osservazione d questo tipo si potrebbe forse ipotizzare qualche fattore in gioco e dare qualche indicazione, sul tipo di 'SOS Tata', non so se conosce questa trasmissione tv. Inoltre un operatore dovrebbe parlare con entrambi i genitori e le rispettive famiglie per avere ulteriori elementi. Può darsi che possano fare un lavoro di questo tipo anche al consultorio.
E poi direi che, nella situazione di separazione, è bene che ognuna delle parti pensi a gestire il bambino quando è con lei, senza interferire con l'altro ambiente. A mio avviso non occorre che le regole siano uguali, quanto che le persone siano sincere. Per così dire, un bambino può imparare a comportarsi da cristiano con la mamma e da mussulmano con il padre, senza problemi, se i genitori non interferiscono uno con l'altro disturbandosi a vicenda. Ognuno cioè mette le regole che per lui sono giuste, e il bambino imparerà con quelle regole, così come impara che può accarezzare un cagnolino mansueto mentre deve stare attento con un cane feroce. Altrimenti detto, "in chiesa coi santi, in taverna coi ghiottoni": l'importante è non confondere i due ambienti.
Molti bambini oggi si trovano divisi fra culture diverse, ad esempio nelle famiglie immigrate: a casa una cultura e delle regole, a scuola regole e cultura molto diverse. E' un po' più complicato, ma la maggioranza riesce a superare le difficoltà.

Riguardo alla privatezza è solo se lei volesse parlare di cose che possono rendere riconoscibile la situazione e il bambino ad altri che legge questi consulti . Può essere preferibile evitarlo.

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