Disturbo del comportamento in bambino affidato

Bambino di 7-8 anni con disturbi comportamentali incontenibili, auto ed etero-aggressività a scuola e a casa, affidato a parenti per problemi di alcool dei genitori. Interventi di aiuto diversi, sostegno scolastico, educatore, con poco risultato finora

E' ovviamente difficile dare

E' ovviamente difficile dare una risposta a distanza in una situazione complessa come quella descritta, che ovviamente è seguita a livello di servizi sociali e sanitari, ma sembra non migliori molto e metta in difficoltà tutti gli adulti che se ne occupano.
In questi casi il lavoro principale da farsi è, di solito, con gli adulti, per costruire una situazione che 'contenga' il bambino, cioè permetta di mettere dei limiti alle sue manifestazioni disturbanti senza eccedere nè oscillare dal permessivismo al proibizionismo, per così dire, ma "resistendo" con forza (non: violenza o rabbia) alle sue 'provocazioni' esasperanti. E' un lavoro di supporto psicologico e di guida ai parenti affidatari, agli insegnanti, agli educatori, cui è richiesto un impegno gravoso e difficile per chiunque, e necessitano di aiuto per questo. E' indicato, ma solo dopo che il lavoro esterno è avviato, anche un aiuto psicologico individuale al bambino, che però sarà lento, lungo e richiederà a sua volta resistenza e forza al terapeuta. Se l'intervento regge, e se la sfortuna che grava sul bambino non continua a colpirlo, la prognosi può essere buona, ma i risultati di un lavoro come quello descritto si vedono solo a distanza di almeno due o tre anni dall'inizio del lavoro. Purtroppo spesso 'piove sul bagnato', e bambini così traumatizzati dalle esperienze precedenti vanno incontro ad altri colpi di sfortuna, cambi di scuola, di terapeuta, di affidamento, errori degli adulti, ecc.
Il peggio che può capitargli forse è trovare uno psichiatra che gli faccia una bella diagnosi di di Disturbo Oppositivo Provocatorio e magari Del Comportamento, attribuisca il disturbo a una causa individuale, organica (magari ereditaria, visti i propblemi dei genitori) - e non ambientale - e magari cominci a prescrivergli degli psicofarmaci avviandolo precocemente a una carriera di paziente psichiatrico cronico.
Auguri al bambino e coraggio agli adulti coinvolti...

iperattività, maleducazione e quant'altro

Sono la mamma affidataria di una bambina di 6 anni che vive con noi da circa 9 mesi. Al contrario di altri bimbi dati in affido, il papà di questa bimba, nonostante i suoi grandi errori, vuole un bene dell'anima alla sua bimba e lo dimostra gratuitamente pur vedendola solo 1 ora la settimana ed in un luogo neutro. La bambina presenta gli stessi disturbi del bimbo descritto sopra fino alla destabilizzazione completa della famiglia (ho altri 2 figli di 17 e 14 anni,al punto che le insegnanti ci hanno chiesto la gentilezza di tenerla qualche giorno a casa da scuola per poter fare qualche ora di lezione perchè lei non ne consente alcun svolgimento. I servizi e la scuola ci negano qualsiasi supporto, sia come insegnanti d'appoggio che come educatori inoltre le maestre non hanno a disposizione NESSUNA ora di compresenza. Cosa possiamo fare per aiutare questa bimba e dare la possibilità ad altri 24 bambini di esercitare il loro diritto allo studio?

In queste situazioni così

In queste situazioni così difficili per le esperienze passate, i cambiamenti, i traumi subiti, ecc., è necessario che la famiglia affidataria, il bambino e le insegnanti siano aiutate dai Servizi di neuropsichiatria o psicologia dell'età evolutiva, oltre che dai servizi sociali che sono necessariamente coinvolti. E' necessario che la bambina abbia a scuola un'insegnante o un'educatrice che si occupi specificamente di lei per un buon numero di ore al giorno, per abituarla ad inserirsi nella vita di classe e per aiutarla eventualmente nel mantenimento dell'attenzione, nell'autocontrollo, nell'apprendimento, ecc. Spesso per avere personale di sostegno a scuola è necessaria la certificazione di handicap in base alla legge 104, perchè altrimenti le scuole non hanno fondi per tali interventi.
Non vedo come la famiglia (affidataria o non) possa aiutare la scuola. La famiglia ce n'ha già abbastanza ad occuparsi della bimba a casa, darle contenimento ed educazione, affrontare le difficoltà che immagino saranno molte anche a casa (per regole, limiti, abitudini, paure, ecc): a scuola tocca al personale scolastico occuparsene, organizzandosi in modo da poter tenere la bambina (che ne ha diritto!) e anche gli altri bambini (che a loro volta ne hanno diritto). I servizi sanitari e sociali insieme, eventualmente valutando l'opportunità di una certificazione ex lege 104, devono supportare la scuola. Innanzitutto facendo una valutazione diagnostica approfondita della bambina, delle sue capacità e difficoltà (se è solo un problema comportamentale, oppositivo-provocatorio, magari con iperattività, o se c'è anche un ritardo cognitivo, una difficoltà relazionale più specifica, ecc.) E poi dando le indicazioni opportune, il personale necessario (l'insegnante di sostegno è fornito dall'organizzazipone scolastica, il personale educativo dai comuni, di solito) ed eventualmente fornendo anche un supporto psicologico/psicoterapeutico/educativo alla bambina. Non ultimo organizzando opportunamente i contatti con la famiglia di origine. Sconsiglierei un intervento farmacologico ( a meno che la bimba non abbia problemi di epilessia).
Importante è trovare la strada e poi resistere e tenere duro: i miglioramenti col tempo possono essere anche molto grandi, ma dipendono primariamente dalla buona organizzazione e dalla resistenza degli adulti. I bambini sono solo le vittime.
In bocca al lupo

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