2 anni, ritardo del linguaggio e scarso rispetto di limiti e richieste

Buongiorno, sono mamma di un bimbo di due anni e da qualche settimana non riesco a togliermi dalla testa il pensiero che il suo sviluppo non sia solo più lento degli altri (mancanza di linguaggio) e il suo comportamento più iperattivo (disobbedienza totale a richieste), ma che ci possa essere un problema cognitivo e di sviluppo più profondo. Vorrei cortesemente un suo parere sulla possibilità che i segni che vedo possano tutti essere spiegati da fattori emotivi (trasloco e inserimento al nido 4 mesi fa, nascita della sorella 2 mesi fa) o se debba richiedere un consulto specialistico (cosa sulla quale non c e' accordo con mio marito).

nessun problema in gravidanza
nascita a 40 settimane
parto naturale, travaglio veloce ma problema nella fase finale con sofferenza del piccolo
Peso 3,4 kg, 51 cm
Agpar 6/9, prima notte in osservazione in terapia intensiva, al mattino trasferito in incubatrice per un giorno. Ricovero di quattro giorni in linea con l uso del paese in cui eravamo (Russia).
allattamento prevalentemente artificiale per scarso latte materno
primi assaggi a 4 mesi, svezzamento a 6 mesi senza problemi
crescita sempre in linea con curve di accrescimento

Routine: un riposino quotidiano variabile da 1 a 3 ore, con inizio solitamente dopo pranzo tra le 12 e le 13 (ma variabile specie durante il weekend se dorme nel passeggino). Si addormenta con più difficoltà la sera nel suo letto ma con un genitore al suo fianco (cosa che stiamo cercando di modificare dato che non avveniva quando dormiva nel lettino). Si addormenta con ciuccio ed ha da sempre un coniglietto legato alla nanna. Nei momenti di stanchezza prende da se' ciuccio e coniglietto, e a volte resta qualche minuto nel letto da solo. Beve un biberon di latte prima di addormentarsi ed a volte anche durante la notte quando si sveglia e fatica a riaddormentarsi.

Accudito da me fino ai venti mesi con l aiuto di una baby sitter (a partire dai 9 mesi) la mattina 4 giorni a settimana. Il padre l ha accudito con me per i primi due mesi e per tre mesi durante l estate, poi è sempre molto presente nonostante il lavoro. Avendo sempre vissuto lontano dal paese d'origine non ci sono state altre figure familiari importanti, a parte forse la nonna paterna che ci ha fatto visita con maggiore regolarità. Da specificare che il padre e' svedese ed il bambino e' nato in Russia, dove abbiamo vissuto fino ai suoi 20 mesi. Ad ottobre ci siamo trasferiti in Svezia ed abbiamo inserito (molto gradualmente) il piccolo al nido, senza registrare particolari problemi, solo qualche comprensibile dimostrazione di tristezza o pianto occasionale quando lo lasciamo la mattina.

Sta seduto da solo a 6 mesi. Gattonava a 7 mesi e mezzo e primi passi a 10 mesi e mezzo. Da sempre molto fisico, si muove in continuazione e ama arrampicarsi. Da un anno e mezzo ha imparato ad andare col monopattino. Usa ancora il pannolino.

Non è stato mai particolarmente interessato ad altri bambini ma ne accetta la presenza (fin da piccolo incontravo altre mamme con figli di simile età). Preferisce la compagnia di adulti e bimbi più grandi. ricerca sempre la presenza mia o di mio marito, specie dall inizio dell asilo, ed è molto attaccato ad entrambi. Nei confronti di altre persone e' piuttosto diffidente e selettivo. La scooperta di ambienti nuovi non è mai stata un problema ma di recente e' successo più volte che si mettesse a piangere (la nostra opinione e' che teme di essere lasciato da solo). Ripete sempre mamma e/o papà e ci prende per mano per portarmi dove vuole lui. Se andiamo in un'altra stanza comincia a chiamarci fino a che non lo raggiungiamo.

Non parla, dice solo mamma, babba (papà), tak (grazie in svedese, non sistematicamente) e "abadi" per autobus. "abadi" e' usato anche in altri contesti per altri oggetti dei quali non conosce (o non riesce a pronunciare?) il nome. Da poco ha iniziato a dire no, ma non in risposta a domande dirette. Non ha mai usato il si'. Indica ciò che gli interessa dicendo "guarda" invece del nome dell'oggetto (solitamente aerei, elicotteri ed altri mezzi di trasporto). Ripete canzoncine e l intonazione della voce più che i suoni delle parole. Indica a richiesta le immagini di oggetti sui libri, ma non ricorda tutte quelle che gli mostriamo (e non lo inondiamo di parole o informazioni). Parla al telefono nella sua lingua, con telefoni giocattoli ma anche con telefoni veri parlando con le nonne.

Gioca con le macchinine ed il trenino, con le costruzioni fa solo torri di un matto fino in verticale, altri giochi li usa per poco, ama arrampicarsi ed entrare in scatoloni e altri contenitori, preferisce il gioco all aperto quando possibile e gli piace la musica. Adora l autobus ed il microonde, e non appena entra in casa solitamente va in cucina per giocarci, e per prepararsi il biberon (giocando e imitando quello che facciamo noi quando glielo prepariamo). Non gli interessa disegnare e colorare, quando propongo pastelli e album solitamente gioca a rovesciare e rimettere i pastelli dalla scatola, nonostante io gli mostri come colorare, oppure scarabocchia per qualche secondo.

L attenzione alle attività e' breve, ad eccezione dei cartoni animati che guarda volentieri. Il comportamento e' sempre stato iperattivo con scarsa accettazione dei pochi limiti imposti, ma negli ultimi mesi il rifiuto e' diventato estremamente netto (si getta a terra e piange per ogni "no", oppure ci guarda, ride e scappa via). Non obbedisce, rifiuta spesso di sedersi al tavolo per cenare facendo scenate. piange se decido di non prendere l autobus tornando a casa dall asilo perché l autobus e' un po' la sua fissazione. Nel 90% dei casi non esegue semplici comandi di cui conosce il significato (portami le scarpe, non uscire, aspetta) e spesso non risponde al suo nome. Se invece dico "bagnetto" o "laviamo i denti" si fionda il bagno.

Recentemente ha iniziato ad urlare, per richiamare l attenzione (se non arriviamo subito quando ci chiama), se è felice (quando saliamo sull autobus) ma ancje in altri contrsti che fatico a spiegarmi. Se diciamo di non urlare spesso continua con più convinzione o sorride. Ha anche ricominciato a mettere in bocca alcuni oggetti e le mani, spesso morsica il ciuccio invece di succhiarlo normalmente. Molto solare fino all anno e mezzo, ora piange per buona parte del tempo che passa in famiglia. Senza passeggino non vuole camminare e dopo qualche metro si lascia andare, nonostante al parco giochi corra da ogni lato e di sicuro non gli mancano le forze.

In famiglia oltre a me ed a mio marito c'è da poco una sorellina (2 mesi), verso la quale è molto geloso, ed il cui arrivo e' sicuramente stato traumatico per lui. Piange se sono da sola e mi occupo di lei, per esempio quando piange e la prendo in braccio inizia a piangere pure lui. Se c e' anche il papà gioca con lui, ma visibilmente è stressato dal pianto del fratello (a volte smette di giocare e piagnucola quando lo sente). I metodi educativi sono stati sempre permissivi, le routine piuttosto variabili per vari viaggi e spostamenti, e mi sembra che ne stiamo pagando il prezzo ora, anche se proprio ora le routine sono possibili ed un po' più stabilite. All'asilo invece ha imparato ed accettato presto le routine. Specifico che mio marito non vede nulla di strano in nostro figlio, giustifica tutto com stanchezza del bimbo o con i "terribili due anni" e pensa siano preoccupazioni dovute al fatto che ho un fratello affetto da autismo (in una accettazione molto larga del termine, a parer mio etichettato autistico ma si tratta più di un ritardo mentale).

aggiungo

rileggendo noto di non aver specificato che da qualche mese a questa parte rifiuta le coccole e non apprezza il contatto fisico (toglie la mia mano se gli accarezzo i capelli), e che credo abbia una sorta di aprassia orale perché sta spesso a bocca aperta, perde molta saliva e non riesce a "schioccare" i baci e soffiare.

Gli eventi stressanti

Gli eventi stressanti ambientali accumulati in un breve periodo possono sicuramente entrare in gioco nella crisi che il bambino sembra avere nel suo sviluppo, avergli tolto punti di riferimento e messo in crisi la sua sicurezza. Ma questo non è di per sè tranquillizzante perchè la questione è se la crisi è passeggera e se il bambino e l'ambiente possono uscirne da soli o no.
Direi che è importante cercare di mettere a fuoco la situazione in modo da capire meglio il bambino e il suo ambiente familiare, le sue paure, poter evitare altri eventi potenzialmente traumatici per lui e dedicargli un'attenzione particolare, con l'aiuto di qualcuno perchè certo con una bimba di due mesi non è facile, immagino.
Più che pensare a diagnosi o altre cose ( che si limitano spesso temo a mettere etichette senza far capire di più le singole situazioni, come mi sembra Lei sospetti per il caso di suo fratello ) mi sembra sia meglio dedicare l'attenzione a cercare di soccorrerlo in questo momenti di difficoltà, per cercare di rifargli prendere sicurezza e ritrovare tranquillità.
Il sospetto di disprassia può essere forse messo in relazione con la possibile sofferenza neonatale, però non mi sembra l'aspetto più importante.
Il ritardo nel liguaggio è un aspetto frequente nelle situazioni di bilinguismo.
L'importante è far ritrovare al bambino il senso di essere capito e di essere importante e di ritrovare vie di comunicazione sicure, non obbligatoriamente linguistiche, all'inizio, ma per così dire che diano il senso di essere tenuto, di avere un posto sicuro, in contatto con i genitori.
Cordialmente
drGBenedetti

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