L'errore concettuale dell'autismo

Il possibile errore concettuale fatto finora per l'autismo e simili ( di cui si parla in pagine precedenti ) è dipeso forse dall'applicazione ai fenomeni osservati - alterazione dello sviluppo psicologico e anomalie comportamentali – del modello logico lineare usato per le malattie fisiche, tipico della medicina occidentale positivistica: sintomo – alterazione d'organo – malattia (lesionale, genetica). In genetica ha dominato il modello Gene-Enzima (alterato) - Malattia.

Logica lineare vs logica non lineare
Probabilmente i fenomeni dello sviluppo e del comportamento, come sta accadendo in campi diversi – dalla meteorologia all'economia agli studi su popolazioni, flussi di liquidi ecc – sono comprensibili meglio utilizzando una logica non lineare, quale quella sviluppata in matematica nelle teorie del caos e della complessità.
In quest'ottica lo sviluppo psichico può essere visto come il flusso di un fluido – in fondo il modello idraulico e quello elettromagnetico e corpuscolare (quantico) sono ampiamente presenti anche in biologia – che può avere un andamento lamellare – come un fluido regolare, che non trova ostacoli – o turbolento – come quando un fluido incontra invece ostacoli che creano appunto turbolenza, gorghi, onde anomale, insomma un andamento caotico. La matematica ha indagato gli aspetti del caos e della complessità che hanno mostrato sviluppi molto interessanti per analizzare fenomeni prima non studiabili, ed ha sviluppato strumenti come le equazioni non lineari per definirli, mettendo a fuoco aspetti che hanno fornito nuovi strumenti concettuali.

Impasse e bolla autistica
Applicando quest'ottica allo sviluppo psichico e alle sue vicende si possono forse fare ooservazioni interessanti che potrebbero smuovere dall'impasse la psicologia dello sviluppo, rimasta impantanata nei fenomeni cosiddetti autistici senza apparente via d'uscita ( anche forse per fenomeni speculativi che hanno portato a una vera e propria bolla che sta crescendo esponenzialmente e probabilmente esploderà).


L'alluvione di Firenze e le difficoltà dello sviluppo psichico

L'alluvione di Firenze – evento raro ma ripetuto ogni secolo circa – dipende dalla convergenza di fattori diversi, fra cui l'abnorme quantità di pioggia lungo il suo percorso e la presenza del Ponte Vecchio nel punto in cui il fiume è più stretto che si trova poi quasi in centro della città. Le zone della citta vicino al ponte sono poi parzialmente slivellate, più in basso, rispetto agli argini. Se una piena trascina con sé detriti abbondanti, fra cui rami, tronchi d'albero ecc, è facile che ai piloni del ponte si raccolgano i detriti e che le navate possano essere estruite, creando così una diga che blocca lo scorrere dell'acqua e rapidamente la fa tracimare nelle vie circostanti, con gli effetti che si sono visti.
La stessa cosa può avvenire nello siluppo psichico, che segue normalmente un suo corso abbastanza stabilito mediamente, per così dire un flusso regolare, lineare, ma in cui si possono creare ostacoli diversi che creano disturbi al 'flusso' che può diventare turbolento e caotico in determinate circostanze, per il concorso spesso casuale di fattori diversi. Si arriva così a crearsi un arresto del flusso (blocco dello sviluppo) e un'alluvione che invade il territorio circostante ( comportamenti anomali). Questi termini possono descrivere quello che accade nello sviluppo psichico, dove spesso ostacoli diversi possono creare delle 'turbolenze' che alterano il flusso lineare, ordinato e talora possono crearsi blocchi completi o quasi nel corso dello sviluppo e tracimazione e fuoriuscita di comportamenti alterati e disturbanti.

Osservazione scientifica, ideologia, religione
Questo modello descrittivo non ha bisogno di porre equazioni del tipo sintomo – malattia , o meglio queste possono essere comprese in concetti più ampi che vedono fattori causali diversi che possono concorrere a determinare fenomeni simili.
Per uscire dall'impasse della ricerca e della clinica e degli interventi di aiuto nei disturbi dello sviluppo occorre a mio avviso uscire dal concetto puramente lineare che finora ha dominato in medicina e psicologia, togliersi i paraocchi per affrontare e trovare nuovi strumenti di osservazione e analisi di fenomeni molto complessi e spesso caotici.
Il modello lineare medico-biologico ( che recita il suo assioma come fosse il primo dei dieci comandamenti: l'autismo è un disturbo neurobiologico...) si è imposto anche per la difficoltà di affrontare gli aspetti ambientali possibili, non tanto quelli tossici infettivi ecc, quanto quelli relazionali umani.

L'impasse: colpevoli o innocenti
Di fronte a posizioni inutilmente colpevolizzanti delle prima epoche di osservazione dei fenomeni 'autistici' ( madri frigorifero', genitori intellettuali, ecc ) si è passato a negare, scotomizzare, non prendere nemmeno in considerazione la possibile presenza di aspetti non adeguati, disturbanti per lo sviluppo, nelle modalità ambientali di accudimento e organizzazione e relazione, ecc – di cui abbiamo una dimostrazione nei casi di cosiddetto autismo istituzionale, una volta frequenti - e non escludibili a priori in nessun caso, se non per scelta ideologica. A una posizione sbagliata 'moralistica' colpevolizzante si è contrapposto infatti una posizione ideologica ugualmente sbagliata, ugualmente moralistica ma di segno contrario assolutorio, che in più ha anche cercato di eliminare il problema, ma sempre con ottica da Tribunale e non da posizione scientifica.
Non sono le carenze eventuali dei genitori - possibili in ogni contesto: nessuno è perfetto, come sa ogni genitore non troppo narcisista - ad essere colpevoli dei disturbi dei bambini, ma queste possono essere uno dei fattori concorrenti a determinare i problemi. Per liberarsi delle posizioni colpevolizzanti dei primi tempi di indagine di questi aspetti - peraltro viziati dal grave errore concettuale di cui sopra - si è buttato il bambino con l'acqua sporca, e ci si è persi in un labirinto inestricabile, perchè impossibile da vedere con i paraocchi e le lenti oscurate indossate dai ricercatori.

Liberiamoci di questi impedimenti per poter osservare più apertamente i fenomeni che abbiamo di fronte e cercare di metterne a fuoco i vari aspetti. Avremo probabilmente più strumenti di intervento e aiuto e riabilitazione nelle difficili situazioni di cui ci occupiamo.
(marzo 2016)

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