al di la di ogni cosa batte forte un cuore

Egregio Dottore, forse meglio agire in modo soft, ricorrendo come esempio alle solite scale, meglio scendere un gradino per volta e magari fermarsi un attimo se si è incerti, piuttosto che affrontare di un balzo un'intera scala.
Questo è un tentativo di introdurre un nuovo argomento, nn aggiungo altro, altrimenti violo la regola. Nel prossimo post forse parlerò di un recente sogno.
La ringrazio per questa ulteriore possibilità e cordialmente la saluto.

Più che una ricerca attiva di

Più che una ricerca attiva di "qualcosa di celato, sfuocato... E le scale cosa nascondono?", penso che convenga lasciare che le cose (immagini, ecc) emergano da sè, senza forzarle. Non è detto che illuminare fortemente un oggetto faccia vedere meglio le sue caratteristiche, per certe cose è meglio la penombra, per vedere le stelle ci vuole il buio, e oggi è difficile trovarlo, con l'inquinamento luminoso che c'è.
Curiosamente il sogno sembra confermare le mie parole sul buio e sul lasciar emergere... Mostra che per certe cose, ad esempio emozioni e sentimenti, non occorre la luce. Sembra esserci un vissuto di distacco, addio, perdita ("come andasse alla guerra"). Come succede ai bambini piccoli, nella fase di separazione, che vivono in modo doloroso e angosciante ogni separazione dalle persone importanti per loro ( Lei accenna a sua madre e a un incidente che forse poteva 'portarla via', ma che si è risolto bene...), fino a che non hanno raggiunto la sicurezza, la fiducia nel ritorno. Le scale sono anche la via di uscita, allontanamento, ma poi anche del ritorno a casa di chi è andato via.
Partire è un po' morire, si dice: forse è più vero di quanto sembri... distaccarsi da qualcuno può fare paura di non rivederlo più.

nn saprei

Egregio Dottor Benedetti,
nn saprei cosa dire a proposito di vissuti di addio, di distacco... La parola "vissuto" implica qualcosa di già successo, come dire, del passato.
Se si riferisce al passato, come sembrerebbe, le sensazioni erano legate più che all' addio, perdita, al nn essere presente o scelta, se per l'altro praticamente nn esisti difficilmente ci può essere un distacco. Per esserci separazione bisogna che ci sia un altro, il più delle volte nn c'era. Difficilmente faccio amicizia, è il mio compagno che provvede essendo più aperto. Per evitare di essere "ignorata" invisibile, nn provo più. Si potrebbe dire il timore di essere allontanata e nn solo da amici, compagni, ma da persone più vicine. Mi vengono in mente episodi di questo tipo, all'inizio dolorosi, poi ci si fa l'abitudine e forse hanno modificato il "carattere". Le scale permettono tante cose, come notava lei, tra cui allontanarsi da casa o da altri luoghi, permettono anche di avere la percezione del vuoto. Mia sorella riempiva il vuoto e poi partiva presto verso le5 la mattina, era orribile per me, ma dopo ritornava anche ci voleva del tempo.
Mia madre un lustro fa ha avuto un intervento a cuore aperto, ora ringraziando Dio, sta bene.
Per quanto ora questi interventi siano sicuri c'è sempre un margine di mortalità. Ma l'abbandono di mia madre fortunatamente nn è stato per questo, ma prima, quando speravo che almeno una volta si avvicinasse a me....molto raramente accadeva e qualche volta mi rinfacciava delle cose e allora fuggivo. Mai aveva fatto delle domande sul perché a volte mi riaccompagnavano a casa in lacrime o quando mi facevo trovare nel suo letto, ecc... anche questo è abbandonare. Se nn "piaci" neanche ai propri genitori e a te stessa xkè altri dovrebbero essere di diverso avviso?
Soprattutto ora, che mi ritrovo a fare quello che nn so fare e neanche mi piace, ma sarebbe opportuno finire.
Dicendo queste cose, anch'io in fondo ho fatto una operazione a "cuore aperto"... spero bene.
Mi affido alla sua pazienza e buon cuore. L'esperienza mi dice che nn è sempre un bene parlare così, ma forse nn è detto che le cose si ripetano.

tutto ok

Egregio Dottor Benedetti,
Tutto ok Lì ? i terremoti fanno sempre paura ...

E' come se Lei tenesse nella

E' come se Lei tenesse nella mente dei 'fatti' per così dire 'congelati', che si possono intravedere perchè il ghiaccio è abbastanza trasparente, ma non si toccano, non si modificano, non sono vivi ( anche il passato è vivo, nella mente), ma sono appunto congelati, bloccati. Come se in una parte della mente avesse un congelatore che contiene tutte le cose che lei ci ha messo. Anche le emozioni e i sentimenti che dice sono in qualche modo influenzati da questo congelatore, perchè anche queste e questi sembrano fissati, bloccati, non evolvono. E come un nucleo 'congelato' che blocca poco o tanto una parte della personalità.
Se a essere così congelato è un trauma, una ferita, per così dire, questa non può cicatrizzarsi, e se si scioglie un po' fa ancora male, perchè appunto non c'è stata l'attività riparativa che normalmente segue ogni ferita e fa sì che non faccia più male, anche se resta la cicatrice
Per questo forse quando la situazione si scioglie un po' un po', ad esempio in possibili rapporti di amicizia - che Lei evita, mi sembra che dica - o anche qui in certi momenti, la ferita torna a fare male e forse Lei si allontana e si copre, a un minimo contatto, e si 'fascia' per proteggere la ferita. Nello stesso tempo se questa non può cicatrizzarsi, per lo stato di congelamento, non potrà 'guarire' togliersi la fascia e ripartire...
Per guarire dovrà sopportare il dolore che lo scongelamento Le farà sentire, di nuovo, temo...

Primo gradino

Egregio dottor Benedetti, come ho difficoltà nell' Affrontare il gradino piu alto della scala Così ho difficoltà nel fare il primo passo nelle amicizie. Si affollano mille se nella testa o ci può essere un blocco anche di pensiero. Forse, come dice lei, x timore che si riaprano ferite mai cicatrizzate a cui si aggiungono delle nuove. Forse neanche mi accorgo di fasciarle, a volte mi accorgo di prendere le distanze. Peró se le ferite sono tante e sanguinano insieme, c'é il rischio di dissanguarsi o perdere vitalità. Il primo passo o primo gradino spaventa. La paura del vuoto.. di nn essere scelta,, e nn solo anche qualcosa dì iin

Non avevo visto il post

Non avevo visto il post precedente sul terremoto: la ringrazio per il pensiero.
L'attuale post mi sembra interrotto...
La questione comunque mi sembra riguardi il lasciar cicatrizzare le ferite: la cicatrizzazione è un evento naturale, spontaneo, fisiologico, non dipende dalla nostra volontà. Come in tante altre cose noi intervenendo possiamo spesso solo disturbare i processi; lasciarli evolvere spontaneamente è di solito la cosa migliore da fare, a mio avviso. Dovremmo guardare eventualmente di non mettere ostacoli all'evoluzione spontanea, salvo vedere che segua il suo corso...

Rimasto in sospeso

Egregio Dottor Benedetti, si qualcosa era rimasto in sospeso, forse x via del cellulare. C'é qualcosa di indefinto, nn so cosa ke impedisce di fare il primo passo nel fare amicizia. Guardiamo, osserviamo le ferite ancora aperte, Lei come le trova ora rispetto ai primi tempi o primi post? il fatto è che mi sento molto, molto avvilita, come chi nn sa fare neanche la o con il bicchiere. Dovrei reagire ma nn riesco. Come si suol dire ho tirato i remi in br volte penso che mi sia mancato qualcosa e ke manchi ancora.. sempre straparlando una adolescenza

Ho tolto il post doppio, ma

Ho tolto il post doppio, ma se ne è andato anche quello successivo, che riporto qui:

"Il cellulalare é un vero disastro, come me, inviato per errore un post uguale, doppio. Un vero disastro anche la Mia adolescenza, senza correzioni o correttivi. Non so se questa cosa possa avere delle consegienze sullo stato attuale. Le chiedo scusa per questi inconvenienti. Cordialmente Oceano"
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Di solito si dice che piùttosto che guardarsi l'ombelico, o leccarsi le ferite, è meglio guardarsi intorno per vedere la strada e gli eventuali ostacoli e guidare con sicurezza, per così dire.
Può capitare di sbagliarsi con questi aggeggi elettronici, non mi sembra un grande problema, a meno che non maneggino cose delicate ...

Nn sempre

Nn sempre facile attuare il suo consiglio, evitare di guardarsi l' Ombellico e cercare invece di guardare la strada davanti a sé e evitare buche. A volte può sembrare che la strada davanti nn ci sia più, come in certe giornate nebbiose e la nebbia continua a calare. O forse semplicemente nn si ha più la forza per tentare. Dove e come ritrovarla proprio nn saprei. In questo momento sento il peso di tanti "no ".. come altre persone, almeno credo, mi sono ritrovata a chiedere un consiglio o un aiuto(nn mi riferisco a questa sede )sempre ignorati o mi facevano sentire una sciocchina. Se ritiene utile ci torniamo sopra.
Nuovo sogno. Sono davanti a dei monumenti antichi di un vecchio borgo e facciamo le foto. Poi mi ritrovo forse a casa di una

mia conoscente giovane, che racconta di aver salutato i suoi amici di Università dopo essere sscessi da scale apP

Solo per terminare il sogno. Le scale erano apparentemente fragili, tipo polistirolo, ma sostenevano egregiamente il peso degli studenti. Poi la mia amica aveva salutato i suoi colleghi, forse x sempre, avrebbero terminato gli studi altrove, la sede era diventata inagibile causa recenti avvenimenti.
Ancora un doppione spero di poter scrivere i prossimi dal computer, anche perché significa ke sono riuscita a tornare a casa. Ora ho un po di paura a stare sola in casa....

Le scale nel sogno sembrano

Le scale nel sogno sembrano collegate con una fine, un addio finale. Pur fragili le scale erano resistenti e permettevano agli studenti di vivere quell'esperienza e andare avanti nella vita.
Ci sono esperienze di fine e separazione che spesso sono dolorose, ma sono necessarie per l'evoluzione. Se 'le scale' non sono fidate è come se non fosse possibile quell'esperienza, l'evoluzione si blocca, pur se magari l'ambiente diventa 'inagibile'... Come per un pulcino che non rompe il guscio per uscire...
E ora ha paura a stare sola in casa! Non mi sembra che ne avesse mai parlato... Che succede?

Vero

Egregio Dottor Benedetti, vero, x la prima volta parlo della paura di Stare sola in casa, prima nn c'era. Ragionevole sospetto che sia collegata alla paura delle scale, per uscire di casa devo affrontare sei rampe di scale; ora mi sembrano piu pericolose, dopo i recenti terremoti che hanno colpito più regioni. Si potrebbe sintetizzare con paura del terremoto che aggrava la precedente fobia.. sembra che il sogno indichi qualcosa ke finisce

Se posso Le direi di non

Se posso Le direi di non aggrapparsi subito alla prima spiegazione che viene in mente... molto meglio esplorare lo spazio nuovo che si è aperto. La 'ragione' spesso utilizza le spiegazioni 'ragionevoli' per la paura di cose nuove, ignote...

sogni e dintorni

Egregio Dottor Benedetti, come dice Lei, meglio nn aggrapparsi alla prima "spiegazione'quanto piuttosto considerarla come una risposta aperta, come si usa in certi scritti di esame. Da allora vivo in una casa a Pianterreno, lontano dal luogo dove vivo abitualmente e questo mi dà un pó di più di serenità e riesco a stare sola. Altrimenti le parole terremoto e sei rampe di scale ingombrano la mente. Alcuni sogni particolari:
SOGNO A
Sono a casa e si sollevano le piastrelle del pavimento, ne tolgo una e dico al mio compagno che nn ci sono problemi perché sotto c'é un altro pavimento. Poi nel sogno compare uno strano albero, senza foglie, con i rami come un candelabro. L'albero doveva essere adibito ad abitazione.
SOGNO B
Il sogno sembra quasi uno spot pubblicitario. C'éDon Mattei-il prete della serie tv-che mostra tutti i luoghi dell' Umbria in cui ha girato la serie.
SOgno C
Sono a casa (dove vivo abitualmente )é notte, mi sveglio e sembra che l'armadio sia storto e penso ad un sisma. Una persona mi rassicura che è fatto proprio così. La Cosa strana é che l'armadio é attaccato al soffitto.

Chissà se questi sono collegati in qualche modo al periodo, al momento.
Al momento c'é anche una specie di rifiuto di fare qualsiasi cosa, nn tento neanch

Il terremoto l'ha quindi

Il terremoto l'ha quindi colpita da vicino, se non materialmente, almeno psicologicamente, e l'ha fatta cambiare casa, a pianterreno, dove non ha paura a stare sola Sembra essere rimasta però 'paralizzata dalla paura' anche cambiando casa, se capisco bene.
I sogni sembrano collegati al terremoto che però non compare direttamente, ma solo come riferimento, mentre ci sono alcuni elementi strani, l'albero a candelabro - abitazione , l'armandio particolare, quasi da Alice nel paese delle meraviglie, il sogno spot pubblicitario ... Potrebbero essere pensieri su dove abitare per essere sicuri...
La paralisi di paura non viene chiarita... stare immobili è una reazione istintiva al pericolo, a volte, ma forse più in una situazione di pericolo individuale, di fronte a un aggressore, per non essere visti...
Oppure non fare nulla è la traduzione del pensiero " non c'è niente da fare", rinunciatario, mentre trapela nel sogno un "non occorre fare nulla", tranquillizzante, ma forse illusorio...

Ritorno su alcuni sogni

Egregio Dottor Benedetti,
Tornando su un sogno, quello del pavimento, più che nn occorre fare nulla, mi pare voglia dire che il problema è meno grave di quanto sembra:nn occorre rifare daccapo il pavimento, ma sollevare lo strato superiore, che già si stacca da sé, e far apparire il pavimento sottostante.
Vero, nn tento neanche più, perché ormai nn ne vale la pena, francamente rinunciataria. Del resto cosa può fare una che nn sa neanche pensare? e spesso si fida quando nn dovrebbe? (nn mi riferisco a questa sede ). Nn so ci vorrebbe una spinta interna, ma mi sembra difficile o forse un aiutino dalle persone più vicine. Nn riesco ad aprire seriamente i libri o a seguire i convegni a cui mi sono iscritta. Esco poco di casa, se nn per qualche necessità. Da un po' nn vedo la terapeuta (questo x la distanza).
L'albero del sogno può ricordare vagamente i peschi d'inverno, che sembrano candelabri, solo che ne sogno i rami erano un po' meno aperti e più spessi.
Cmq i bambini fanno casette sugli alberi.
Mi piacerebbe trovare un posto sicuro ovvero nn sismico o con costruzioni fatte con criteri antisismici. In italia le zone scarsamente sismiche sono poche(Sardegna eSalento ), quanto alle costruzioni, a auanto pare ció che deve essere armato é…disarmato. Cade di tutto persino i ponti…
Chissà se questa volta si farà qualcosa per mettere in sicurezza luoghi altamente sismici.
Quanto a me durante una delle scosse sono rimasta come un baccalà, altre volte c'era stata un minimo di reazione. A volte la paura blocca, impedisce il pensiero.

Probabilmente si sono sommati

Probabilmente si sono sommati fattori diversi a metterla in questo stato che descrive...
Si descrive come senza energia, senza spinta interiore...
Le prime righe sul sogno sono esattamente quello che intendevo, 'non occorre fare nulla', un'autorassicurazione. Ma poi al contrario non è rassicurata per nulla, anzi. Come se sentisse la sua struttura (di personalità) poco 'antisismica',poco 'armata', non in grado di reggere le 'scosse' della vita.
Forse è eccessiva sia l'autorassicurazione sia la percezione contraria di grande fragilità.
In realtà bisogna darsi da fare ogni giorno, per la manutenzione delle strutture, anche quelle della personalità. Ma non si può aspettare che siano altri a farlo: aiutati che Dio t'aiuta, dice il proverbio.

Detti popolari

Egregio Dottor Benedetti, leggendo il detto pagano, che Lei riporta, mi é venuto in mente che spesso sono in contraddizione tra loro (aiutati che Dio t'aiuta; nessunp é nato imparato…)eppure nonostante la contraddizione c'é del vero in ognuno di loro. Così la Frase: nn c'é più niente da fare; puó essere soggetta a doppia lettura nel senso di autorassicurazione o nel senso diametralmente opposto ovvero é finita; come quando un malato va dal medico e dopo la cura gli dice che nn occorre più niente xké guarito, ma può essere inteso nel senso opposto…cmq le piastrelle del pavimento stanno per sollevarsi. Motivo di discussione tra il mio compagno e me, io sarei per chiamare un piastrellista che ha una particolare attrezzatura che permette di sostituire solo una parte di piastrelle, lui invece dice di attendere.
Nuovo sogno.
Sono in una casa, che nn é la mia, c'é una coppia sposata intorno ai 40anni. Hp avuto un bambino, che ha circa otto mesi, che ho dato in affido alla coppia. Mi accorgo che il mio vestito senza maniche e un pó svasato sotto é sporco di sangue mestruale. Vorrei cambiarmi di abito. Poi vedo il bambino nella culla e rimpiango di averlo dato in affido. Cerco un bagno, per pulirmi, ma c'é l'uomo a cui ho dato in affido il bimbo. Mi ritrovo in chiesa a parlare con un prete che mi rimprovera Di aver avuto un figlio al di fuori dei sacrementi e mi rimprovera Anche il rimpensamento. Allora vado via di corsa mi metto i macchina, e guidando con agilità faccio in macchina tutti i gradini antistanti la chiesa. Una volta in piano metto la macchina su due ruote laterali. Mi riesce perché il mio lavoro é stuntwoman.

I suoi post, spesso, sono

I suoi post, spesso, sono occupati, nella prima parte, come stavolta, da considerazioni come appunto quelle che fa sopra. Le direi di domandarsi perchè le fa, che obiettivo ha in mente nel farle... Sembrano a volte quasi una risposta automatica, obbligata, che deve fare per poi potersi dedicare ad altro.
In questo caso al sogno, e prima la disputa col Suo compagno sulle piastrelle. Chissà se sono collegati, e se la disputa continua nel sogno sul tema di un figlio 'fuori dai sacramenti'. Sembra essere presa in un conflitto fra desiderio di un figlio, che è anche la naturale evoluzione di un rapporto di coppia, su cui a volte si è in disaccordo e si disputa e le 'norme' culturali che lo limitano e regolamentano variamente. Dopo varie traversie guarda caso si ritrova a fare le scale per sottrarsi, ma stavolta senza problemi, in macchina, come al cinema, e addirittura su due ruote come in certi film americani. Mi sembra che l'uscita dal conflitto sia un pò' magica, onnipotente, come nei sogni può avvenire...
Da sveglia resta forse il tema del conflitto e la necessità di pensarci...
Forse un altro conflitto è suggerito fra l'aggettivo 'pagano' delle considerazioni iniziali e i 'sacramenti' difesi dal sacerdote del sogno... E in questo caso le sue considerazioni iniziali sono un aspetto dei conflitti che poi continuano nel sogno...

intanto che ...

Egregio Dottor Benedetti,
intanto che mi domando sul perché faccio certe considerazioni, posso dire che mentre leggevo la Sua penultima risposta, come se si fosse aperto un cassetto della memoria, mi era tornata in mente una persona a me molto cara che partecipava a convegni di religione. Da questa persona avevo saputo che il detto da Lei citato era pagano, i cristiani si affidano alla Divina Provvidenza, spesso dicono "..Se Dio vuole..". Questa naturalmente nn è una risposta, ma un ricordo. In passato, quando avevo più interessi, avevo letto qualcosa sulla storia delle religioni ed ero rimasta sorpresa nello scoprire come fosse collegata con la storia della filosofia. Cmq i miei interessi passati nn riguardano questa sede e vado oltre.
Nn so se ho sbagliato nel dire della disputa con il mio compagno circa il pavimento, forse nn avrei detto niente senza il sogno. La preoccupazione che salti il pavimento c'è. perché se accade, l'appartamento nn avendo l'ala ovest, dovremo affittare un appartamento o andare in albergo per un certo periodo. Anche altre persone sono state costrette a lasciare le loro case, per altri motivi più gravi.
Riguardo al figlio, sarà pure la naturale evoluzione di un rapporto di coppia, ma nn tutti possono averli.
Personalmente ho trovato bellissimo il finale del sogno, una riscoperta della fantasia, della immaginazione. Credevo di averle perse entrambe, invece nel sogno..
I conflitti esistono, i sacerdoti, se nn ricordo male, ritengono la vita sacra, un dono ed io invece da tempo ho rinunciato. Potrei portare tanti motivi e forse in ognuno di loro c'è una parte di vero, ma nn essere esaustivi, perché magari mancano quelli più importanti o più determinanti, ma per fare questo "lavoro" occorrono forza e capacità e almeno a me paiono latitanti.
Cmq con il mio compagno c'è accordo e proprio ieri sono tornata a casa, mi ha lasciata tenere la luce accesa per il corridoio, sapendo della mia paura peri recenti avvenimenti.
Tornando al sogno, piccola riflessione, mi pare che nel sogno ho attribuito dei luoghi comuni al prete, conosco dei sacerdoti che hanno altre idee... Anche nei sogni capita, almeno così sembra.
Ho altri conflitti taluni, come dire interni ed altri che riguardano il mondo esterno. Ma tentare di risolverli o fare altro è altra cosa; mi pare di aver detto già tante volte cosa penso di me stessa. Mi pare, nn so se ricordo male, che era Lei a dire " imparare dall'esperienza.." e la mia esperienza dice che sono un disastro.
Può anche darsi, anche se ho dei dubbi, che anche per me torni ad accendersi la flebile candelina, che chiamiamo speranza.... o che riesca a vedere in me stessa qualcosa su cui contare nell'affrontare dispute, difficoltà.
Come vorrei dire la parole di Red, protagonista di un film più volte citato, -...io spero..-

Nella mia risposta ci

Nella mia risposta ci dev'essere stato qualcosa che ha disturbato, o almeno mi sembra, dal tenore di questo suo ultimo post. Forse ho toccato qualche punto delicato e Lei sembra essersi ritirata e difesa, come le chiocciole che, toccate, ritirano gli occhi e poi si ritirano interamente dentro il guscio. Forse il nocciolo sono le parole "non so se ho sbagliato", che ogni tanto scattano come se si aspettasse allora di essere incenerita. Non ho la possibilità di dire quello che è giusto o quello che è sbagliato, posso solo rispondere con i pensieri che i suoi post mi destano. E al limite lo sbaglio non è verso di me, al massimo posso dire che magari ha preso una strada contromano, per così dire, ma anche qui sono solo mie impressioni dalle sue parole. Capirei se fossi un vigile urbano che la coglie in fallo..., ma al massimo anche loro danno una multa, non è che si offendano.

pari, dispari

Egregio Dottor Benedetti, scrivo questa mail, nn x venir meno alla regola concordata di due post settimanali, ma perchè, forse già detto, che a Lei spettino post dispari e a me i pari.
Lei in un recente post mi consiglia di chiedermi perché faccio delle considerazioni prima di dire altro. Sicuramente Lei ricorda meglio di me, nn ricordo le passate "considerazioni", l'ultima inerente il sogno delle piastrelle che si sollevano, forse nn è così particolare associarlo ad un fatto che realmente sta accadendo. Ma nn ricordando le precedenti volte, può essere che erano considerazioni fuori luogo o fuori tema come direbbero i prof. Cmq cosa c'è di così particolare e/o strano partire dalle considerazioni?
TRA IL SERIO E IL FACETO
Come es. o similitudine dice che potrebbe essere un vigili che segnala la mia andatura contro mano, cosa grave, implica solo la multa, ma anche il ritiro immediato della patente. Il vigile nn si offende, ma tale andatura può essere pericolosa per sé e per gli altri.
Questo sta cercando di segnalarmi che sono pericolosa per me e per gli altri?
Ma come Lei dice, nn è un vigile, forse meglio rileggere il suo penultimo post e far germogliare le sue impressioni, forse quando ho letto quel post ero un po' distratta dai recenti avvenimenti, nn riesco a dire neanche il nome e poi mio padre è stato poco bene.
Mi scuso peril disturbo, e per questa "fissazione" dei pari e dispari

Errore

Dovevo dividere in due la msil x far tornare a me i post pari e a Lei i dispari. Si vede che la testa é occupata dagli ultimi avvenimenti, nn riesco a dire neanche il nome. Sono andata persino dall' amministratore del condominio.

Mi sembra che c'è un po' di

Mi sembra che c'è un po' di confusione che rende difficile capire, come se la comunicazione in questi ultimi post fosse andata in tilt. Che è successo?

confusione

Egregio Dottor Benedetti, tento di dare una descrizione del momento. Nn è una risposta, ma come riportare più istantanee, che risentono del mio angolo di visura. Chissà se queste cose possono influire anche sulla comunicazione.
a):-) da un po' di tempo, nn saprei dire da quando, ho iniziato a vedere i miei rapporti personali più stretti, di sangue, come si suole dire, in altro modo. Mi sono accorta dell'indifferenza o quella che ora mi pare tale. Potrei portare degli esempi, forse ci tornerò su con più calma. Già questo aveva cambiato il modo di vedere le cose, quasi uno scossone, a volte difficile da considerare come una parte della mia vita;

b):- mio padre è stato poco bene, pare si stia riprendendo, e sta facendo degli esami;

c):-) gli ultimi avvenimenti ter...., nn riesco a dire neanche il nome, hanno cambiato le azioni quotidiane ad es dormo con la luce accesa, visito spesso il sito dell' ingv;; persino un s... che avviene a centinaia di km, pure senza danni a persone e cose, mi agita. Se in un giorno nn ci sono s... mi preoccupo, vuol dire che sta caricando. Nn sono stati rassicuranti né la chiacchierata con un ingegnere, mi ha detto cheper le strutture antisismiche stiamo indietro, bisogna guardare i giapponesi. Nn solo sono stata dall'amministratore condominiale per chiedere se era possibile un adeguamento antisi..
Lui nn sa della mia fobia e mi ha detto che la prima cosa a cedere di un palazzo sono le scale, già ero stata informato che di solito sono debolucce, ma addirittura cadere rovinosamente........

Nn so se Lei ritiene che questa situazione possa avere un peso anche sulla comunicazione. personalmente ho riportato delle istantanee, come tutte le foto risente dell'angolazione data dal fotografo.

Mi rivolgo a lEi come npi, capita spesso ai bambini intorno 6/8 anni di avere le mani che tremano sempre, pur nn avendo malattie, e soprattutto, ma nn solo, in presenza di estranei o dovendo prendere contenitori con del liquido? e cosa significa? Lei sarei grata se potesse/volesse rispondere a queste domande. .
Prima nn avevo mai fatto caso a questa cosa
La ringrazio per l'attenzione.

Queste informazioni

Queste informazioni chiariscono un po' la situazione, il periodo che sta passando e il suo stato d'animo. Di fronte a un evento catastrofico molte persone reagiscono sviluppando situazioni di ansia maggiore o minore, che possono durare più o meno a lungo. Tutti hanno paura di fronte a pericoli presenti, e anche ansia di fronte a pericoli temuti, più o meno possibili e probabili. Perchè le persone reagiscano diversamente non si sa ancora, checchè ne dicano tanti. La 'scienza' in questo non 'sa' praticamente nulla...
Anche nelle zone che hanno avuto terremoti ( o eruzioni vulcaniche, inondazioni, ecc) le persone tornano ad abitare, più o meno tranquillamente. D'altronde si va in macchina, aereo, treno, bus, ecc, anche se ogni tanto ci sono delle catastrofi. Qualcuno però ha più ansia di altri e magari rinuncia persino a uscire di casa. Abituarsi a sopportare l'ansia è probabilmente un apprendimento fondamentale per affrontare la vita, visto che eliminarla o eliminare le fonti di ansia non è possibile. Io penso che, come diceva il famoso maestro in tv, "non è mai troppo tardi" per imparare.
Sui bambini che tremano in generale, senza avere malattie particolari, non ho alcuna idea. Solo scendendo nei particolari dei casi reali e avendo ampie informazioni sulla loro situazione di vita si può forse avere qualche idea. Almeno questo è il mio modo di fare e di pensare.

Queste informazioni

Queste informazioni chiariscono un po' la situazione, il periodo che sta passando e il suo stato d'animo. Di fronte a un evento catastrofico molte persone reagiscono sviluppando situazioni di ansia maggiore o minore, che possono durare più o meno a lungo. Tutti hanno paura di fronte a pericoli presenti, e anche ansia di fronte a pericoli temuti, più o meno possibili e probabili. Perchè le persone reagiscano diversamente non si sa ancora, checchè ne dicano tanti. La 'scienza' in questo non 'sa' praticamente nulla...
Anche nelle zone che hanno avuto terremoti ( o eruzioni vulcaniche, inondazioni, ecc) le persone tornano ad abitare, più o meno tranquillamente. D'altronde si va in macchina, aereo, treno, bus, ecc, anche se ogni tanto ci sono delle catastrofi. Qualcuno però ha più ansia di altri e magari rinuncia persino a uscire di casa. Abituarsi a sopportare l'ansia è probabilmente un apprendimento fondamentale per affrontare la vita, visto che eliminarla o eliminare le fonti di ansia non è possibile. Io penso che, come diceva il famoso maestro in tv, "non è mai troppo tardi" per imparare.
Sui bambini che tremano in generale, senza avere malattie particolari, non ho alcuna idea. Solo scendendo nei particolari dei casi reali e avendo ampie informazioni sulla loro situazione di vita si può forse avere qualche idea. Almeno questo è il mio modo di fare e di pensare.

Queste informazioni

Queste informazioni chiariscono un po' la situazione, il periodo che sta passando e il suo stato d'animo. Di fronte a un evento catastrofico molte persone reagiscono sviluppando situazioni di ansia maggiore o minore, che possono durare più o meno a lungo. Tutti hanno paura di fronte a pericoli presenti, e anche ansia di fronte a pericoli temuti, più o meno possibili e probabili. Perchè le persone reagiscano diversamente non si sa ancora, checchè ne dicano tanti. La 'scienza' in questo non 'sa' praticamente nulla...
Anche nelle zone che hanno avuto terremoti ( o eruzioni vulcaniche, inondazioni, ecc) le persone tornano ad abitare, più o meno tranquillamente. D'altronde si va in macchina, aereo, treno, bus, ecc, anche se ogni tanto ci sono delle catastrofi. Qualcuno però ha più ansia di altri e magari rinuncia persino a uscire di casa. Abituarsi a sopportare l'ansia è probabilmente un apprendimento fondamentale per affrontare la vita, visto che eliminarla o eliminare le fonti di ansia non è possibile. Io penso che, come diceva il famoso maestro in tv, "non è mai troppo tardi" per imparare.
Sul cambiare idea sulle persone e i propri rapporti e il modo di vedere le cose, forse sono argomenti importanti nel cercare di conoscere se stessi che dovrebbe essere tutto sommato il tema fondamentale di una psicoterapia. Se conosci la tua macchina, per così dire, viaggi meglio, affronti più facilmente gli eventuali intoppi...
Anche i sentimenti verso genitori e parenti stretti, a volte acuiti da eventi come malattie, ecc, sono temi importanti, per conoscere meglio il proprio mondo interno. Fanno parte dell'ambiente in cui ci si muove_ se la propria mappa è aggiornata sulla geografia di questo mondo, si rischia meno di perdere la strada.
Sui bambini che tremano in generale, senza avere malattie particolari, non ho alcuna idea. Solo scendendo nei particolari dei casi reali e avendo ampie informazioni sulla loro situazione di vita si può forse avere qualche idea. Almeno questo è il mio modo di fare e di pensare.

nn è mai troppo tardi.... sarà così?

Egregio Dottor Benedetti,
nn so gestire l'ansia, ho molto da imparare in questo senso e spero che sia come dice lei o il maestro:-... nn è mai troppo tardi..-, ma è un dato di fatto che in Italia molti edifici anche recenti nn sono costruiti sono regole o sono costruiti dove nn si potrebbe. Già,le catastrofi fanno danno se si aggiungono questi presupposti è come affrontare una discesa senza freni. Ogni volta che succedono queste cose si ripete la solita litania, ma in quanto a provvedimenti..
Riguardo la penultima parte della sua mail, potrei dire di aver perso l'entusiasmo. Parole usate sempre più spesso:-...come vuoi tu..-nn esprimo scelte neanche riguardo i programmi tv.Nn vale la pena tentare, possibilità di riuscita (almeno second0 me ) prossima allo zero e continuare a fare tentativi che nn riescono è estenuante, questo anche cambiando strada, se è possibile. C'è stato un periodo più o meno recente in cui iniziavo a credere in qualche possibilità, ma mancano i requisiti per tentare, ma forse questo lo sa già.
Riguardo i miei parenti stretti ( genitori, fratello, sorella..)provo per loro affetto e nn solo per il vincolo di sangue, ma perché sono brave persone, oneste, disponibili.. Paradossalmente sono questi aspetti ad irritarmi di più, perché verso di me li hanno raramente mostrati, ma verso "estranei" si. Alcuni potrebbero definire questa cosa invidia, gelosia o bbb, nn importa, personalmente nn so cosa sia, ma un figlio può chiedere ai genitori lo stesso trattamento che riservano ad estranei? Potrei fare degli esempi alcuni già fatti in questa sede. Se dovessi dire in modo sintetico è come se per loro fossi quasi invisibile, inesistente. Eppure nn sono persone "indifferenti" almeno verso gli altri; l'attenzione dimio padre verso altri bambini prima e di adulti ora, la capacità di dare ascolto a problemi, di dare consigli ( a me dice: sai sbagliare da sola..), nn ha mai chiesto perché sono in terapia, neanche per curiosità.
Ora spetta a me prendermi cura di me stessa (ammesso ne valga la pena; è un mio pensiero),ma i "danni" già ci sono stati. Pochissime visite specialistiche, nonostante avessi bisogno dell'oculista, ortopedico..., nessun tipo di sport ( ricordo una spalliera fatta con dei tubi da buttare che faceva più male che bene ) , nn sapevo neanche come ci si lava.
Se facevo qualcosa di improprio e persino difetti fisici erano sbandierati e fatti notare ai presenti, passato quel momento, dimenticato tutto, così per il tremore delle mani, forse era necessaria una visita medica. Se nn usavo benele posate era indifferente se eravamo tra noi, ma se c'erano ospiti...L'incuria del passato ha un peso sul presente, per queste cose nn vale il detto acqua passata nn macina più, perché un conto è curarsi subito e/o modificare certi atteggiamenti altro è farlo dopo anni.
Proprio perché oggi (nunc) come sono diventata sia grazie a me stessa ma anche grazie all 'incuria passata, che parlo di "indifferenza" da parte loro. Certamente avranno avuto i loro motivi ad es mia adre ha sempre sofferto di cuore e faceva un lavoro pesante, che le lasciava poco tempo disponibile. Mia sorella dice che a un certo punto della mia infanzia il mio carattere era cambiato notevolmente, proprio verso i 7/8 anni, ma a parte lei nn mi risulta che altri avessero notato la cosa.
Capisco che si può essere "indifferenti" in totale buonafede, a volte nn ci accorgiamo di chi ci sta vicino, ad es il mio compagno ha l'otosclerosi, ma ho capito cosa implica veramente e nn solo superficialmente solo dopo aver letto frammenti della vita di Beethoven. Nn l'ha presa bene, almeno in un primo momento, mi ha detto: ...avevi bisogno di Beethoven per capire?-, ma dopo gli è passata, a lui piace la musica di Beethoven...
Questo è un tentativo di introdurre altri argomenti, forse nn riesco ad esprimermi bene...

Mi fa pensare a una persona

Mi fa pensare a una persona che va avanti ma con la testa rivolta all'indietro, verso il passato. Per cui rischia di inciamparsi, sbattere contro ostacoli, ecc e dà la colpa di ciò al passato, e non al fatto che non sta attenta al presente. Invece che diventare più attenta, guardare in avanti e badare alla strada, pensa che il passato è irrimediabile e che quindi non imparerà mai a camminare... E rischia di rinunciare.
Però magari ci potrebbero essere altre visuali, da cui la situazione apparirebbe magari diversa, irriconoscibile. Come se guarda una montagna da un lato, che magari è rocciosa, o dall'altro, che è un pendio erboso... non sembrerebbe la stessa montagna, ma invece lo è, ma vista da angolature differenti. A volte il difficile è abbandonare il proprio 'punto di vista', da cui il panorama è sempre uguale. E magari uno finisce per accontentarsi di quel panorama, e adattarsi a viverci dentro come se fosse la vera realtà, mentre ne è solo un'immagine che dipende dal punto in cui la si guarda...

inutile

Egregio Dottor Benedetti,
guardare al passato spesso è inutile, se nn dannoso, come sembrerebbe dica Lei. Mi capita di guardare al passato, a volte è un "esercizio " inutile, nn si tratta di dare colpe o meno altre volte si verifica perché c'è un continuum. Nell'altro post avevo fatto una specie di minestrone di cose passate e altre che persistono . Ho dei difetti di vista, secondo gli oculisti che mi hanno visitato, da bambina avevo un occhio "pigro", allora bastava semplicemente bendarlo, ora mi manca il senso della profondità, anche la miopia era stata corretta tardi, ma su questo le opinioni sono diverse: secondo alcuni se corretta subito ora avrei una miopia più leggera, secondo altri sarebbe stata la stessa. Gli occhiali correggono la miopia, ma più è elevata più le lenti hanno un margine più o meno ampio di distorsione.
Queste cose nn sono la causa della fobia, ma la rendono più pesante, se ho paura delle scale, nn vedere bene i gradini, nn facilita affrontarle. Proprio qualche sera fa per scendere le scale (ascensore rotto e lampadine fioche )ho dovuto portare con me una pila, nn vedevo bene i gradini. Fare un intervento chirurgico, ho sentito opinioni diverse a proposito, nn tutti sono favorevoli, e nn risolve problemi legati al nervo ottico. Nel minestrone dell' altro post c'era un accenno a questi problemi di salute. Viene facile la battuta, la prenda come tale, questo nn è il mio punto di vista, ma degli oculisti.
A parte queste vicissitudini personali, la medicina preventiva, mi pare, nn serve tanto per l'oggi, ma piuttosto per il domani.
Bello sentirla parlare di pendii erbosi,però indefiniti, senza nome, mentre le tante cose da correggere sempre ben delineate. L'assenza di una descrizione, da parte sua di questi pendii erbosi, mentre prima descriveva bene le pareti rocciose, forse potrebbe implicare o che difficilmente si intravedono o che nn esistono affatto.
Il mio punto di vista.....mah!....la vera realtà...nn ho la pretesa di conoscerla e forse nessuno dovrebbe averla. Forse capiterà di esprimere il mio "punto di vista", forse no, nell'altro post tra le cose dicevo, più o meno direttamente, che ero stata visitata tardi dall'oculista, dall'ortopedico, ecc, nn è un mio punto di vista, è un fatto. Le coincidenze della vita, avere scarso della profondità, è un problema che ha anche la terapeute.
X fortuna qualcuno ha pensato di mettere una lampada al neon alla mansarda, almeno i gradini di quelle scale sono meglio delineati.
Credo di averla "ammorbata", come direbbe una mia amica viterbese, abbastanza con i miei problemi di "vista".

Più che altro è la questione

Più che altro è la questione del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, mi sembra. Lei mi sa che lo vede mezzo vuoto, e così magari non apprezza che il vino che lo riempie a metà magari è buono..., ma forse Lei non l'assaggia perchè è troppo occupata a guardare la metà vuota e a pensare a chi e perchè non l'ha riempito.

difficoltà

Egregio Dottor Benedetti,
in questo periodo ho difficoltà persino a vedere il bicchiere....
Davvero Lei vede, nel mio caso, il proverbiale bicchiere persino mezzo pieno o è lo zuccherino che si dà a chi come me è molto avvilito?
Se il bicchiere mezzo vuoto indica o mancanze o cose da correggere, in un recente passato ne aveva indicate tante. Così tante che forse nn rimaneva spazio per il resto. Oltre agli elementi correggere che già vedevo da me, si aggiungevano altri che Lei giustamente segnalava. L'insieme era ed è troppo per le mie limitate capacità ( mi pare che in una mail Lei diceva che nn ero neppure una persona pensante, ma un bastiancontrario,; credo sia un persona che si oppone così tanto per farlo senza pensare prima. Nn è dato sapere se questa persona si comporta così perché si comporta per partito preso o perché nn sa pensare o altro ancora. Allora credevo di essere una persona abbastanza "razionale".Ora, quasi superfluo dirlo nn più.). Nn solo il periodo è quello che è, di crisi economica e nn solo.
Prevale la sensazione di nn voler tentare più. Un titolo di un film di qualche decennio fa:- Nestore ultima corsa_ e forse per me già fatta.
Oggi sono più triste del solito,forse questo stato d'animo vuole dirmi qualcosa, ma intuire qualcosa richiede energia, nn c'è più.

Lei non sarà perfetta, ma

Lei non sarà perfetta, ma rischia di darsi addosso quando vede i propri difetti, nella logica di "agli zoppi grucciate!"... Probabilmente il problema è proprio di sopportare i difetti che vede, in se stessa e negli altri, nel presente e nel passato, invece che condannarli senza rimedio. Se arriverà a sopportare i propri difetti riuscirà probabilmente a utilizzare la parte 'buona' di sè, e degli altri, e a vederla, ovviamente.
Se uno usa un metodo sbagliato, non è che sia sbagliato in sè come persona, può imparare altri metodi e le cose possono cambiare. Però bisogna prima riconoscere che forse un metodo, uno strumento che si usa, un 'punto di vista', sono sbagliati, e ce ne sono altri più utili.

forse c'è una terza via

Egregio Dottor Benedetti,
mi stava sorgendo il dubbio se la miopia, occhio pigro, fossero delle malattie o dei difetti, secondo la piccola enciclopedia pratica, la miopia è un difetto di rifrazione dell'occhio. NN so se ancora possono essere considerati difetti di postura la cifosi, lordosi..
cmq sono difetti fisici, se viene posto rimedio è un conto se dopo è un altro. Posso dire, senza passare per il "giustiziere" che a questi difetti fisici è stato messo rimedio tardi e male? Cmq rimangono difetti fisici, in alcune persone erano diventati punti di "forza" come per la Monroe, ma forse era semplicemente bella.
A parte i difetti fisici ( nel mio caso incidono sulla fobia, soprattutto il difetto visivo nn mi permette di "vedere" bene il gradino e sulle scale già c'è, come Lei sa, unpò di timore.
Mentre per gli altri "difetti" nn fisici, come dire, caratteriali, per imparare a conviverci un primo passo potrebbe essere nn considerarli dei difetti, ma una parte di se stessi priva di segno più o meno. L'idea nn è mia, l'ho trovata su una rivista che compra mia sorella. Una signora si lamentava di essere invidiosa di una sua mica a cui voleva molto bene.Si rattristava per il primo sentimento e si chiedeva se le voglio bene come posso essere invidiosa? stava dando dei giudizi su questi sentimenti. Il dr faceva notare ch chi lo dice che la parte che vuole bene sia migliore dell' altra.....Riporto tutto questo nn per dire che ho letto la rivista,forse anch'io faccio così forse con la fobia? ho cercato di nasconderla, di sopprimerla...e si è fatta sentire più forte. Perché qualificarla come negativa? meglio lasciarla esprimere e forse andrà meglio e si vedrenno meglio altre cose.
La "condanna senza rimedio", per usare sue parole segue sempre un giudizio di valore. Come eliminare questa fase, forse nn sarà semplice...

Nuovo sogno.
Sono a piedi e cerco di andare a casa dei miei genitori. La strada nn è asfaltata, presenta delle asperità, ma il cammino è agevole. A fianco della strada, nn si capisce bene se c' è il mare o il fiume, di colore blu scuro, tranquillo. Si sta facendo buio, penso tra me quando arrivo a casa sarà notte inoltrata, ed io ho paura a stare da sola ( i miei genitori erano partiti), andrò a dormire a casa di una mia amica.

Perchè parla di 'terza via'?

Perchè parla di 'terza via'? Quali sono le altre due?
Mi sembra che passa troppo tempo a rimuginare, togliendo spazio forse a possibili esperienze di altro tipo, che magari potrebbero portarla su quelle 'vie' che diceva...

Anche nel sogno c'è una via, e la sta percorrendo.. Verso casa dei suoi genitori ( forse era anche casa sua, un tempo?)... Prevalgono i toni scuri, blu, buio... notte inoltrata... Ha paura di stare da sola, senza i suoi genitori... Quindi prenderà un'altra strada, verso la casa di un'amica. Di nuovo la' paura'. Forse non è solo per i fatti recenti, sembra una paura di essere sola, la notte, a dormire. Una paura tipica dei bambini, in una fase. Del buio, di essere lasciati...
Forse è questa paura che complica anche le cose anche di fronte ai pericoli veri. Di fronte a cui in effetti tutti hanno paura: la differenza è che qualcuno si dà da fare nonostante la paura, qualcuno invece lascia che ci pensino gli altri. Per i bambini è normale, per gli adulti è un segno di infantilismo, almeno in parte: lasciare che altri si prenda la responsabilità di fare le cose necessarie. Come di fronte alla stanchezza: un bambino si fa prendere in braccio, un adulto cerca di procedere da sè, o deciderà di fermarsi a riposare per poi riprendere la strada.
La 'malattia' è noto che dà dei vantaggi secondari, permette di non fare certe cose - come i bambini - sentendosi giustificati. Ma spesso rischia di essere una trappola.

si possono chiamare in vari modi

Egregio Dottor Benedetti,
Si possono chiamare in tante modi le diverse prospettive, comprese vie-
Perché rimuginare? ho letto un articolo di un giornale, scritto in modo chiaro, con risvolti pratici,c'era anche descritto sia pure brevemente un caso clinico, e mi sono venute in mente dei pensieri.
Parlo di tre vie perchè in quel momento tante mi sono venute in mente, ma possono aumentare, chissà.....forse no, tutto è possibile.
1)-: via o prospettiva: vedere la fobia e altro, che abitualmente e per la maggioranza sono considerati "difetti" e simili, come "cose" da ignorare, soffocare, prendere le distanze, ecc.;
2)-: seconda prospettiva vedere le citate cose come "difetti", cose da correggere, forse persino vergognarsi, intraprendere una specie di lotta con loro;
3):- prospettive nn considerarle più come cose negative da correggere o peggio mettere a tacere, ma come "parti" di me stessa, evitando di etichettarle con i segni più o meno, ma cercare di ascoltarle e dare loro, come dire, una specie di dimensione . Nn credo che questa via o prospettiva sia facile, ma forse ha il vantaggio di rispettare di pià la persona, almeno così mi pare.
Nel sogno, durante il lungo viaggio, più di 100 Km, nonostante fossi sola, e per strada nn ci fosse nessuno,nn avevo paura, che invece c'era nel rimanere sola a casa.
La casa in muratura a fare paura. Sebbene alcune case in muratura siano più sicure di quelle in cemento armato, ma dubito che nello specifico sia così.
La "malattia! come giustificazione, a volte è così, ma nel mio caso difetti visivi ed altro, aggravano la fobia, perché nn ho una visione "normale" del gradino soprattutto di sera/notte, lo vedo più piccolo. Cmq ho preso occhiali nuovi e alcune distorsioni diminuite.
Nn so se sono infantile o meno, può essere perché no, ma dormito tante volte da sola, senza problemi,ma da quella sera...

Nel frattempo colgo l'occasione per augurarle un sereno Natale e un nuovo anno pieno di piacevoli novità.

P.S.
Anni fa, le avevo chiesto cosa pensasse di Bowlby. Ho il sospetto che nn sia tra i soui Maestri di riferimento

Chissà perchè il suo discorso

Chissà perchè il suo discorso sulle 'vie' mi faceva venire in mente Buddha e le varie scuole buddiste. Mentre confesso che non mi veniva in mente Bowlby. Visto che lo cita, pensa di avere qualche disturbo di attaccamento? Potrebbe essere un angolatura diversa per vedere la sua signora Fobia, di cui io tendo a non occuparmi, nonostante i suoi continui richiami, perchè è un Fantasma, in realtà, comunque lo si consideri. I fantasmi e la paura dei fantasmi, possono ovviamente condizionare molte persone. Ha visto l'Angelo Sterminatore, di Bunuel (compianto regista da tempo fuori moda)? In quel caso qualcosa di invisibile impediva che le persone presenti uscissero da una casa dove non mi ricordo che cosa era successo.
Lei ha paura dei terremoti, che non sono fantasmi. Non è certo la sola. Però sembra che il suo modo di reagire alla paura sia particolare, paralizzante o quasi. Non credo che sia la paura che può essere modificata. Può esserlo la reazione alla paura. E su questo il 'mercato' è pieno di offerte e metodi propagandati come efficaci e risolutivi.
Come mai continua a venire su queste pagine, se per lo più è molto critica riguardo al mio metodo? Credo che siamo a livelli di record di durata, per un consulto online. Forse rischia di 'attaccarsi' a qualcosa che vorrebbe però modificare. Come quelli che si innamorano della persona sbagliata e pretendono però di farla cambiare. Non so se è una patologia specifica con un nome, ma forse potrebbe esserlo...
Con questo non voglio invitarla a smettere, ma a considerare che forse fa come Penelope, che di notte disfaceva la tela che tesseva di giorno... Lei durò dieci anni, ma non era online...
Ricambio gli auguri di buon Natale e felice anno nuovo
(in effetti in quel periodo Le proporrei di sospendere i post, per poi ricominciare dopo la Befana, e magari su un nuovo filone)

prova tentativo

Egregio Dottor Benedetti,
un anno ci ha salutati e un altro è venuto rendendoci tutti più vecchi pardon più saggi.
Nuovo filone.....vorrei fare una prova, un tentativo, chiudere gli occhi e lasciar passare pensieri, immagini, senza fermarli, rettificarli o qualunque cosa indichi un secondo passaggio.
Chiudo gli occhi e attendo un istante, chissà se funziona e cosa ne viene fuori.
Vedo un fiore, forse una margherita con al centro il bottone giallo, no forse è una testa calva e poi si nota il naso gocciolante. Poi un ranocchio occhialuto. I colori non ci sono. C'è anche una luce bianca e una sensazione di serenità. C'è anche una foca bianca ma non sta sulla neve ma sull'acqua e nn mi pare contenta. Alcune immagini fantastiche e fantasiose per brevi istanti. Poi la solita. Dell'anno vecchio non ci sono più le piastrelle sollevate e lesionate: sostituzione parziale del pavimento, ma il resto c'è ancora.
Non conosco il film. Cosa vuol dire fare come Penelope? si riferisce a qualcosa in particolare?
Lei dice che vorrei cambiarla, non so che dire, forse dico una sciocchezza ( questo in generale, al di fuori del dialogo in questa sede), per poter cambiare qualcuno o qualcosa bisogna conoscerla. Le propongo alla sua cortese attenzione delle frasi della terapeuta secondo lei, nn è lei in quanto terapeuta o io a produrre dei mutamenti, ma è il rapporto/dialogo che ci cambia entrambe. Di queste cose non so nulla e mi affido alle parole della terapeuta, può darsi che lei concordi oppure che sia d'accordo ma con delle sfumature oppure che sia in completo disaccordo.

Quindi di solito e-therapy dura meno, e perché no "attaccarmi" a lei? a meno che non sia contrario.
Non so se la domanda che lei poneva quasi all'inizio della mail era retorica o meno, comunque tento una risposta, il mio "attaccamento" secondo la teoria bowliana non poteva essere definito "sicuro", non so quali disturbi implica-
A proposito di Bowlby tempo fa avevo letto qualcosa,mi correggerà se sbaglio,ma la visione dell'analista inglese risente dell'etolgia, quindianche le varie forme di fobia.

P.S:
dopo tante mail e tanti "nuovi anni" me la sento di dire che sono cambiata rispetto ai primi post. E non lo dico tanto per dire,mi sento che sia così.

Le proporrei di cominciare un

Le proporrei di cominciare un nuovo thread.
L'interruzione forse ha chiuso un periodo -qui- e ne ricomincia un altro. Magari può aiutare a vedere diversamente le cose.
In effetti in quattro anni le persone cambiano, è così, volenti o nolenti. Sole le cose inanimate non cambiano, in realtà cambiano anche quelle, l'universo è in espansione, dicono, e i continenti alla deriva, e causano i terremoti che tanta paura fanno...
Può darsi che scrivere qui sia diventata un'abitudine, e si sa che è difficile cambiare abitudini, ci si attacca, danno sicurezza, con cui si cerca di affrontare i cambiamenti.
In effetti non c'è una regola fissa per terminare una terapia, nemmeno online. Ma è difficile pensare a un consulto interminabile... Forse bisognerà farci qualche pensiero, alla questione del terminare un rapporto.

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