ritardo di linguaggio

Egregio dottore,
le scrivo con la speranza di placare un’ansia che da più di un anno mi attanaglia lo stomaco. Il mio nipotino è nato a settembre del 2012, la gravidanza di mia figlia tramite FIVET è andata benissimo senza nessun problema. Alla 41° settimana di gestazione il parto è avvenuto naturalmente senza complicazioni dopo circa otto ore di travaglio. Il peso del bambino alla nascita era di 3,390 kg. La felicità era alle stelle. Il giorno successivo il bimbo è stato sottoposto ad una visita di routine per le eventuali dimissioni e in quella occasione i medici hanno riscontrato una malformazione cardiaca precisamente si legge sulla scheda: “difetto interventricolare perimembranoso tipo inlet+overriding della valvola tricuspide+difetto interatriale tipo ostium secundum” per cui è stato subito portato nel reparto di terapia intensiva per alcuni giorni. Lo shock per tutti noi ma soprattutto per mia figlia è stato tremendo, lei è stata dimessa il giorno dopo e doveva fare circa 60km al giorno per vedere il bambino negli orari prestabiliti e per portare il latte che otteneva con il tiralatte che man mano è andato sempre diminuendo fino a finire. Il bambino è stato poi trasferito con una ambulanza nel vicino reparto di cardiochirurgia-pediatrica dove è stato sottoposto a diversi accertamenti tra cui, in anestesia totale, il RM ENCEFALO il cui esito è stato: “non evidenti aree ad alterato segnale a carico del parenchima encefalico in atto, regolare visualizzazione degli spazi liquorali pariencefalici cisternali e ventricolari. Linea mediana in asse. Regolare mielinizzazione in relazione all’età del piccolo paziente.” Al ventesimo giorno di età è stato sottoposto ad un intervento di bendaggio dell’arteria polmonare con fettuccia con una seconda anestesia totale. A 40 giorni dalla nascita è stato dimesso sotto diverse terapie ( Aldactone, Lasix, Simeticone, Pantorc) con la previsione di un intervento risolutivo appena avrebbe raggiunto i 6kg. di peso. Il bambino cresceva lentamente non manifestando mai grande appetito. A 5 mesi è stato sottoposto a CATETERISMO CARDIACO con una terza anestesia totale e a 6 mesi appena raggiunti 6 kg. scarsi di peso c’è stato l’intervento risolutivo a cuore aperto quindi con una quarta anestesia. Il bambino ha reagito molto bene all’intervento per cui dopo venti giorni è tornato definitivamente a casa. L’incubo era finalmente finito grazie anche alla grande professionalità ed umanità di tutto il reparto di cardiochirurgia pediatrica. Il bambino, una volta a casa, per un primo periodo, è stato sottoposto a profilassi con PALIVIZUMAB. Il bambino non ha mai dimostrato grande appetito però, anche se lentamente, cresceva e ha sempre dormito tranquillamente. Ha gattonato pochissimo ed a un anno esatto ha cominciato a camminare e a mostrare una grande vivacità. Mentre cresceva, però, mi accorgevo, facendo paragoni con altri bambini coetanei, che per alcune cose rimaneva un po’ indietro. Alla soglia dei due anni non diceva ancora nessuna parola, non indicava e non è stato in grado di spegnere le sue prime due candeline, anche se, pur non esprimendosi, capiva tutto ed era sempre molto vivace. A due anni ha cominciato a frequentare l’asilo nido. Non ha mai dimostrato contrarietà, anzi andava contento. L’espressione verbale rimaneva sempre molto scarsa al di fuori di mamma, papà, nanna, pappa non diceva altro. A luglio del 2015 ( 34 mesi ) ha fatto una visita dalla primaria del reparto di neuropsichiatria infantile di una struttura ospedaliera non lontano da dove abitiamo che ha fatto la seguente diagnosi:” Ho visitato il bambino……………………………….. che giunge a consulenza a motivo di un ritardo della comparsa del linguaggio. Il bambino ha avuto due interventi a cuore aperto con circolazione extracorporea per cardiopatia congenita. Alla visita odierna si evidenzia una normale interazione con l’adulto estraneo. Il bambino utilizza macchinine per giocare, gioca da solo o insieme all’ adulto che lascia partecipare al suo gioco. Nel momento in cui l’adulto si allontana lo ricerca attivamente per mostragli la sua attività. Il linguaggio è limitato a poche parole bisillabe, la comprensione contestuale appare adeguata. L’organizzazione del gioco è buona. In sintesi si evidenzia un ritardo nello sviluppo del linguaggio soprattutto a livello espressivo. Si consiglia di iniziare intervento di stimolazione linguistica e valutazione neuropsicomotoria.”
Dopo la visita il bambino ha cominciato quasi subito due sedute settimanali dalla logopodista in modo costante. La logopedista ha stilato la seguente relazione “ Il piccolo ……………..giunge presso il mio ambulatorio nel settembre 2015 ( tre anni ) dopo un consulto della Npi dott.ssa…………..che evidenziava un ritardo di linguaggio. Al colloquio con i genitori consegno questionario MACARTHUR dal quale emergeva un vocabolario di 34 parole, all’osservazione diretta il piccolo si mostrava inibito e poco produttivo, il gioco caotico e non accompagnato da nessun vocalizzo, buona comprensione contestuale. Nello stesso periodo viene inserito a scuola materna, le maestre da subito evidenziano alcune difficoltà, lamentano la poca attenzione, socializzazione e aggressività del bambino, chiedono insegnante di sostegno. Attualmente dopo alcuni mesi di trattamento, il bambino è più socievole e vivace, ha bisogno di una guida da parte dell’adulto per poter strutturare un gioco, ma i tempi di attenzione e la motivazione sono notevolmente aumentati, la comprensione è buona, la produzione è migliorata, denomina spontaneamente parole bisillabe semplici ed alcune complesse ( es. bambi), risponde a semplici domande usando si/no, ripete numerose bisillabe piane che inizia a combinare ( es. tato, pipì ). In sintesi il quadro appare di un disturbo specifico di linguaggio in evoluzione.”
Era stata prenotata una visita audiometrica ma quel giorno il bambino era molto raffreddato il medico non ha potuto visitarlo nel modo migliore, comunque in moltissime occasioni abbiamo potuto costatare che il bambino sente bene.
L’equipe dell’ASUR locale, interpellate dalle maestre della scuola materna, hanno fatto diversi accertamenti sul bambino e hanno fornito la seguente diagnosi:” Difficoltà evolutiva con prevalente compromissione delle abilità linguistiche in soggetto con cardiopatia congenita corretta chirurgicamente” e hanno assegnato al bambino un’insegnante di sostegno due volte a settimana ma questo solo recentemente.
Siamo ora giunti a tre anni e mezzo inoltrati, il bambino sta per finire la frequenza al suo primo anno di scuola materna sempre andando molto volentieri ma il suo vocabolario è sempre molto limitato.
Mamma, papà, nonno, nonna, tata, zia, pappa, nanna, cacca, pipì, si, no, Ninni(=suo nome), uavua(=acqua), cacco(= casco), bipi(=bicicletta), brum-brum(=automobile), teddy(=nome di un suo orsetto), nenè(=nome di un altro orsetto), tettè(=cane) ,blu(=colore blu), cocco(=colore rosso), ee(=colore verde), uovuo(=uovo), iaia(=un’altra oppure ancora), ao(=ciao), puì(=qui), ai(=latte)e poco altro. Non è ancora autonomo nelle sue funzioni per cui porta ancora il pannolino, qualche volta, ma raramente, dice cacca e pipì allora la fa nel water. Se gli si chiede dove si deve fare cacca e pipì indica il water e poi mette la manina sul sederino e dice” puì no!!!!”.
Riconosce tutti i colori e riconosce e pronuncia le cinque vocali.
Parla di sè in terza persona, vuole fare tutto lui. Qualsiasi cosa io faccia (accendere la luce, chiudere la porta ecc…. ) la vuol fare lui e dice “ no, Ninni”
Se gli si chiede di chi è un suo gioco risponde “ Ninni” e non ” mio”
Se gli si chiede di ripetere una parola non lo fa.
L’appetito è sempre scarsissimo, molto selettivo nei gusti. Non è curioso di sapori nuovi, non vuole assaggiare niente se non conosce. Non ha mai mangiato la verdura e la frutta solo quella omogeneizzata. Gli piace ancora molto il biberon con il latte e biscotti. Mangia ancora molto frullato perché sembra che stenti a masticare ma alcune cose che gradisce tipo la pizza, la mastica molto bene. Capisce tutto quello che gli si dice e si fa capire, ma difficilmente ubbidisce. E’ molto vivace, intuitivo e sembra anche molto furbo. Non vorrebbe mai andare a letto ma una volta che prende sonno dorme molto. La notte non si sveglia mai. Difficilmente si ammala, sembra un controsenso, ma è un bambino robusto anche se è molto esile , pesa solo 14 kg. e alto 96 cm.
Mi dica dottore che cosa possiamo ancora fare per risolvere questo problema perché oltre alla nostra angoscia temiamo di trasmettere, prima o poi, ansia anche al piccolo.
La ringrazio per la sua disponibilità e pazienza. Forse ho scritto troppo ma desideravo fornirLe più elementi possibili.

Grazie, grazie e ancora

Grazie, grazie e ancora grazie dott. Benedetti, non sa quanto sia sollevata leggendo la sua risposta!!!! Ringrazio anche a nome di mia figlia e di mio genero. La terrò comunque al corrente dell'evoluzione di mio nipote.
Grazie ancora tanto.

Gent.mo dott. Benedetti, La

Gent.mo dott. Benedetti,
La ringrazio moltissimo per la sua sollecita risposta. Le sue parole così pacate e professionali mi hanno molto rassicurata e devo dire che ora mi sento più serena. Ho capito che il ritardo di linguaggio di mio nipote, che temevo nascondesse un problema piuttosto grave, non è poi così preoccupante anche se non è da sottovalutare. Dobbiamo solo aver pazienza e il tempo farà poi il resto. Comunque per maggiore tranquillità Le invio ulteriori informazioni a risposta del questionario che Lei propone.
La famiglia è composta dal papà, dalla mamma e dal bambino. Durante il decorso ospedaliero ci siamo alternati nell’assistenza tra la mamma, io e qualche volta il papà. Lo svezzamento è avvenuto serenamente, senza grossi traumi anche se sempre con poco appetito. Da piccolissimo dormiva nel suo lettino, si addormentava cullandolo e con il ciuccio, ma non voleva altro ( peluche ecc……), poi quando è cresciuto un po’, circa all’età di un anno e mezzo ha preso l’abitudine, che ancora oggi ha, di dormire nel letto grande con i genitori. A due anni ha abbandonato spontaneamente il ciuccio e ha cominciato ad avere interesse per i peluche ( ora ne ha due a cui è particolarmente affezionato e con cui dorme ). Non ricordo a che età è rimasto seduto da solo, ha gattonato pochissimo ed a un anno ha camminato. Oggi ( tre anni e mezzo ) è vivacissimo, corre, non sta fermo un attimo, fa le scale sia a scendere che a salire velocissimo. Va in bicicletta senza pedali molto spedito evitando ogni ostacolo, stenta invece ad andare nella bicicletta con i pedali. E’ molto socievole, va con tutti senza problemi, non si disorienta in ambienti nuovi. Sta volentieri con altri bambini anche se non li conosce. E’ molto affezionato sia al papà che alla mamma ma anche a noi nonni materni perché lo accudiamo quando i genitori lavorano. Di solito sta con noi dalle 12,30, quando lo andiamo a prendere all’asilo fino alle 17,30-18. Al mattino il papà o la mamma si alternano per accompagnarlo all’asilo. Il distacco sia dai genitori che dai nonni non è sempre uguale, alcune volte è tranquillo, altre volte piange quasi disperato. Ama i cartoni animati ma li guarda solo quando mangia. Le modalità educative sono un po’ variabili ( il papà è più severo, la mamma è più permissiva, il nonno, ancora scioccato dal trauma iniziale, non lo sgrida quasi mai!!!). Non dorme più di pomeriggio ormai da parecchi mesi. La sera va a letto tardi ( 21,30-22), non vorrebbe mai andare a letto, ma una volta addormentato non si sveglia mai tutta la notte.
Oggi andando a prenderlo all’asilo con la mia macchina, di solito vado con quella di mio marito, mi ha detto “brum-brum nonno?” io gli ho risposto “ la macchina di nonno oggi è in garage” e lui durante il tragitto ripeteva “ brum-brum nonno nanna “ questa è la frase più lunga che ha detto!!!!
Spero di essere stata esauriente e di avere da Lei ancora risposte rassicuranti.
La saluto molto cordialmente e la ringrazio anticipatamente

Mi sembra che dopo la

Mi sembra che dopo la sfortuna iniziale le cose si siano messe meglio. Anche le valutazioni npi e logopedica mi sembrano corrette e mettono in evidenza che il problema è prevalentemente linguistico-espressivo. Gli aspetti comportamentali penso siano conseguenti alle modalità educative e interattive ( e forse anche il ritardo linguistico) che probabilmente sono state influenzate dalle preoccupazioni. Mi sembra che a questo punto, rassicurati sulla buona condizione fisica del bimbo, bisogna cominciare ad avere meno paura di far valere le necessità educative e di adattarsi alle richieste ambientali e sociali. E' comprensibile l'ansia dei primi tempi, ma ora come mai continua ad esserci? Forse gli adulti dovrebbero cercare di superarla.
Per valutare un po' meglio anche gli aspetti ambientali magari datemi altre informazioni segundo il questionario nella colonna qui a sinistra.
Cordialmente
drGBenedetti

L'evoluzione descritta appare

L'evoluzione descritta appare nella norma e la divertente scenetta in macchina sembra rassicurante e indicare una buona prognosi per lo sviluppo del linguaggio.
Cordialmente,
DrGBenedetti

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