ansia e attacchi di panico

Salve
mi sono appena iscritta... di seguito riporto sommariamnte la mia situazione....
Richiedo un consulto perchè non vivo più .
Sono una ragazza di 36 anni e da 16 anni soffro di attacchi di panico agorofobia ansia anticipatoria paura della paura e di conseguenza alterno fasi di depressione .
di seguito al primo attacco di panico uno psichiatra mi prescrisse seroxat , mi fece stare subito bene e dopo sei mesi scalai la terapia e poi la eliminai . dopo mesi si ripresentarono i sintomi ma riuscivo a controllarli in quanto lievi però conducevo comunque una vita limitata . npn viaggiavo non frequentavo luoghi affollati ecc ecc....
per questa vita cosi limitata il mio ragazzo mi lasciò e fu allora che ebbi una ricaduta molto forte tanto da decidere di andare nuovamente da uno psichatra il quale mi prescrisse lo zoloft questo accadeva nell anno 2006 . inizialmente è stato molto difficile iniziare la cura in quanto ero diventata anche farmacofobica ma con tanta pazienza e volontà riusci a continuare e dopo due mesi la mia vita cambiò radicalmente ero un'altra persona finalmente non avevo piu paura della paura ripresi a guidare ad uscire insomma ripresi a vivere.
lo zoloft lo assumo dal 2006 da 50 mg ma da 4 anni a questa parte sono molto peggiorata , ho dovuto cambiare casa e lavoro e questi due cambiamenti mi hanno fatto ricadere in quel circolo vizioso di pesieri negativi... ansia anticipatoria... paura della paura.... e attacchi forti di ansia e di panico . in pratica la mia giornata si svolge a lavoro con mia madre a fare la spesa con mia madre tornare a casa con mia madre sempre e solo con lei riesco a fare piccoli spostamenti di massimo 5 km.
oltre che distruggere me sto distruggendo anche lei perchè in poche parole vivo in sinbiosi con lei.
ma nonostante stia cosi male ho tanta paura di dover cambiare la cura farmacologica..
non so se ho bisogno di cambiare farmaco o se basterebbe aumentare il dosaggio dello zoloft.
vi chiedo aiuto
grazie valentina

Si potrebbe dire forse che

Si potrebbe dire forse che verso i vent'anni ha avuto un periodo critico ed è entrata in un circolo vizioso da cui non è riuscita a venir fuori finora. Invece che sintomi, diagnosi e medicine propongo solitamente di dare un'occhiata all'evoluzione della personalità, con i suoi alti e bassi, per vedere dove uno può essere rimasto impigliato nel suo sviluppo, che, come dice, sembra essersi bloccato e Lei rimasta come legata simbioticamente con sua madre, con reciproco danno...
Le propongo quindi di fare un excursus sulla sua storia e la sua situazione attuale, seguendo la falsariga del Questionario adulti nella colonna qui a sinistra.
Cordialmente

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