Antidepressivi e Disfunzioni Sessuali

Buongiorno dottori, sono un ragazzo di 25 anni. Vi scrivo per chiedervi un parere su ciò che mi sta accadendo.

Circa 3 anni fa a seguito di problemi famigliari, stavo passando un brutto periodo così decisi di rivolgermi ad uno psicologo con cui iniziai un percorso di sedute. Ero piuttosto preoccupato e giù dimorale a causa dei miei problemi, così mi consigliò di rivolgermi ad uno psichiatra perché affiancasse alle sedute una terapia farmacologica. Così, seguito dallo specialista, cominciai a prendere "Zoloft".

A luglio dell'anno scorso stavo decisamente meglio così, dopo quasi due anni che assumevo il farmaco, cominciai a diminuire lentamente il dosaggio fino a sospenderne del tutto l'assunzione ad ottobre.

E' stato allora che sono cominciati i problemi. Già mentre diminuivo il dosaggio mi rendevo conto che c'era qualcosa che non andava in me: mi sentivo emotivamente e sentimentalmente un po' appiattito, meno attratto sessualmente dalle ragazze ed anche "laggiù" la situazione era sempre più dormiente. Ma non ci feci troppo caso, "sarà il periodo".
La situazione è però peggiorata drasticamente quando ho smesso di prenderlo del tutto: ogni emozione, dalla gioia alla paura, dall'eccitazione sessuale per una ragazza alla gelosia, ogni sensazione di piacere o di disgusto, piacevole o non è praticamente sparita. E con esse anche le relative reazioni fisiche: dai brividi, al batticuore, alle erezioni... Quasi improvvisamente non ho provato più nulla per quella ragazza che mi piaceva da morire o non si è "mosso" più niente per quell'altra che mi eccitava e per cui avevo fantasie poco innocenti; la musica non mi fa più viaggiare e le passioni non sono più così coinvolgenti. Insomma è come se qualcuno avesse spento il punto del cervello che genera emozioni.
Io che mi conosco, che so quali sono le mie emozioni e le mie reazioni sentivo che tutto ciò era troppo strano, che c'era qualcosa che non andava e non poteva solo essere un "periodo" che era iniziato esattamente nel momento in cui ho sospeso il farmaco.
Ho chiaramente spiegato tutto al mio psichiatra che mi ha però rassicurato dicendo che si trattava sicuramente di una forma di depressione emersa perché era venuto meno il potere tamponante del farmaco, anche se non accompagnata da uno stato d'animo depresso o ad ansia, che si sarebbe risolta nel giro di qualche tempo.

Eppure io che vivo in prima persona questa situazione e che mi conosco, so che la causa non poteva essere un blocco emotivo.
Così ho provato a cercare su google ed è allora che mi è venuto un terribile sospetto: cioè di soffrire di PSSD, una (apparentemente) rara sindrome causata dal precedente uso di antidepressivi SSRI che causa gravi disfunzioni sessuali e inibizione emotiva che dura per un tempo non ben definito dopo la sospensione del farmaco.

Ho allora spiegato i miei sospetti al mio psichiatra, confidando che sapesse darmi delle risposte e delle soluzioni: mi ha risposto che non ha mai sentito parlare di questa condizione e che invece il mio era solo un problema psicologico, per cui mi ha consigliato di iniziare una nuova terapia farmacologica, sempre affiancata alle sedute psicologiche.
Da allora è passato un anno e non è cambiato nulla: io continuo ad avere questi problemi tali e quali al primo giorno, senza che nulla abbia giovato. Ho anche effettuato una visita andrologica da cui non è però risultato alcun problema di natura fisica.

Qual è la vostra opinione in merito? Possibile che soffra di questa sindrome o è solo uno stato psicologico, una forma atipica di depressione come dice lo specialista, che si manifesta come una completa inibizione emotiva e delle relative risposte fisiche senza causarmi umore basso o ansia?

Vi ringrazio per le risposte che vorrete darmi.

Lei ha già trovato in

Lei ha già trovato in internet ( basta anche wikipedia) che quello che Le succede è successo anche a molte altre persone, in corso o dopo la sospensione di farmaci antidepressivi di cosiddetti di nuova generazione. L'uso di questi farmaci ha avuto un aumento esponenziale negli ultimi vent'anni ed è stato esteso anche a stati di ansia e difficoltà comportamentali diversi dalle indicazioni iniziali, per cui vengono prescritti ben al di là della diagnosi di depressione. Come spesso succede gli effetti collaterali dei farmaci vengono scoperti solo anni dopo la loro introduzione in commercio, perchè gli interessi in gioco sono enormi. Il caso del Talidomide è il più eclatante, forse, che negli anni cinquanta produsse la nascita di bambini senza parti delle braccia o delle gambe. Gli psichiatri lo prescrivevano alle donne incinte per controllare stati di ansia più o meno marcati.
Nel mondo anglosassone le case farmaceutiche sono state chiamate a pagare enormi somme per danni simili o di altro tipo, perchè i pazienti non erano stati debitamente informati dei rischi. In Italia è difficile che succeda questo, temo.
Che fare, quindi? Il consiglio è di cercare di superare questa fase - se necessario con l'aiuto di uno psicologo che non consigli troppo facilmente di andare da uno psichiatra... e riprendere la vita, come capita a chi ha subito un incidente e che cerca di riprendere dopo un periodo di interruzione. La pazienza, resistenza e perseveranza di solito aiutano a superare il brutto momento.
In bocca al lupo

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