Aggiornamento di luglio

Gent.mo Dottore,
torno a scrivere a distanza di qualche mese. Il piccolo prosegue sulla sua strada anche se sinceramente mi sembra atipico in tutto ciò che fa e dice.
Il linguaggio si è evoluto ma non fino a strutturare delle frasi. Semplicemente usa vocaboli nuovi e in modo appropriato ma sinceramente non organizza un discorso articolato. Esprime le sue sensazioni con singole parole: paura, male, febbre, freddo...
A volte, se qualcuno di estraneo gli dice qualcosa risponde con parole che non hanno nulla a che vedere con quello che gli è stato chiesto. Per es. “dove stai andando?” lui risponde con parole alla rinfusa tipo “cancello chiuso, villetta chiusa, altalena paura” e magari stiamo andando all’asilo…
Anche il modo in cui parla è strano, è concitato, come se avesse fretta, ansia di dire delle paroline e le getta lì senza senso. Per l’enfasi di dire alla fine non conclude nemmeno una frase. C’è in lui questa voglia di parlare, di esprimersi, questo è indubbio ma noto che incontra delle difficoltà a farlo, a esprimersi, a tirar fuori quello che ha dentro, a organizzare il pensiero in un modo logico.
Quando si sbloccherà questa situazione? Non è proprio piccolo, ora ha tre anni e mezzo e gli altri bambini articolano già discorsi sensati e ragionati. I genitori interagiscono con loro come dei piccoli uomini. Con mio figlio invece mi sembra di avere a che fare sempre con un bimbo piccolo, di due anni, forse meno.
Nel gioco si è evoluto poco. Vuole il puzzle ma poi vuole mettere insieme i pezzi alla rinfusa e quando non si incastrano si innervosisce e butta tutto all’aria. E passa ad altro.
Con le costruzioni fa solo torri. Non riesce a immaginare nulla di diverso.
Chiodini idem. Li mette lì alla rinfusa sulla lavagnetta e se io tento vicino a lui di fare una fila dello stesso colore si innervosisce e urla, butta tutto all’aria e va via.
Con i colori è capace solo di scarabocchiare su un foglio senza un disegno ma per i gusto di fare tante linee e cerchi. Mette un colore sull’altro senza una logica. Colorare figure già disegnate, poi, manco a parlarne…
Comincia negli ultimi tempi a venire da me con a ciotola in mano e un cucchiaio dicendo che ha fatto la pappa e me la offre. E quando io chiedo che cos’è mi dice minestra o pollo o pasta al pomodoro.
Ma questo gioco dura il tempo di due minuti. Poi passa ad altro.
Stessa cosa con il cibo. Lui mi chiede un biscotto. Io glielo do ma appena ce l’ha in mano mi dice “un altro” prima ancora di aver finito quello che ha in mano. Io dico di no perché deve finire quello che ha in mano e lui invece dice “tutti”. E siccome io non cedo lui si arrabbia tantissimo e piange, grida e getta il biscotto per dispetto a terra. Siccome io tengo duro, ultimamente invece ci prova a chiedere un altro biscotto ma visto il mio rifiuto va via con la coda fra le gambe…Se però invece di me trova i nonni allora via libera…Riesce a ottenere una scatola di biscotti intera a sua disposizione.
Con il tablet uguale. Ha due o tre canzoncine video su youtube che gli piacciono. Ma non è un piacere normale…Del tipo che le vuole sentire e vedere a ripetizione tipo 50-60 volte di seguito. E se gliene propongo qualche altro diverso apriti cielo. Dice “no voglio questo” e piange fino allo sfinimento….Si sveglia la mattina con il pensiero di “issa la vela” e “chuchuua”…
Ho deciso che adesso partiamo al mare e il tablet andrà a nanna, resterà in città così almeno ci disintossichiamo.
Cosa dire? Il piccolo sta crescendo ma con tante cose che mi lasciano perplessa. Mi rendo conto che non posso fare nulla per aiutarlo se non cercare di correggerlo in alcuni comportamenti ma per quanto riguarda l’aspetto cognitivo, quello mi sento un po’ impotente. Leggo che la sofferenza perinatale che gli è stata diagnosticata in sede di RM encefalica potrebbe portare ritardo mentale e io sono terrorizzata da questo.
E’ pur vero che è stata dichiarata una cosa molto lieve ma chi lo sa? Magari è andata a intaccare parti delicate che hanno inficiato il buon funzionamento del cervello.
Questo diceva la RM:
La sostanza bianca paratrigonale è moderatamente ridotta e presenta un segnale iperintenso in T2, in prima ipotesi compatibile con gli esiti in gliosi secondari a remoto evento ipossico ischemico. Il terzo posteriore del corpo calloso e lo splenio risultano secondariamente ipotrofici.
D'altronde nessuno è in grado di dire questo cosa comporta per lo sviluppo di un individuo.
Certo, ha portato un ritardo di acquisizione delle tappe motorie (avendo camminato a 20 mesi) e forse, dico forse perché non ne sono sicura, è un’ipotesi, ritardo nel linguaggio. Ma potrebbe anche essere che l’avrebbe avuto lo stesso senza avere avuto la sofferenza…Insomma, non ci sono certezze sulla relazione tra l’evento sofferenza e tutto quello che osservo sia in campo motorio che in quello del linguaggio e del comportamento.
L’aspetto cognitivo è anche in ritardo in base alla scala Griffith anche se il test l’abbiamo fatto a luglio scorso. In un anno bisognerebbe vedere come si è evoluta la situazione. Ma mi chiedo: che senso ha sottoporre il bimbo e anche noi genitori, compresa sorellina, a uno stress del genere?
Volevo chiedere: il fatto che dica cose a volte non nel contesto, apparentemente senza senso, senza un nesso logico, potrebbe dipendere anche dalla sofferenza? Le aree interessate dal danno subito sono preposte al ragionamento, alla logica?
Mi scusi la lungaggine, ho voluto solo aggiornare la situazione anche perché mi sembra irrispettoso dopo tanti consulti sparire senza dare notizie…Tanti lo fanno in questo forum. Mi è capitato di leggere interventi vecchi simili a mio figlio e di pensare che mi sarebbe piaciuto sapere la situazione come si è evoluta nel tempo ma sfortunatamente molti non danno più aggiornamenti dopo un po’…Io continuerò a scrivere di mio figlio sia che si evolva positivamente che negativamente così da dare anche una mano a chi si trova nella mia stessa situazione, Del resto questo forum serve anche a questo, secondo me….
A presto…e grazie come sempre delle risposte che vorrà darmi.

Grazie per l'aggiornamento ,

Grazie per l'aggiornamento , sono d'accordo con Lei sull'utilità di averne per seguire lo sviluppo dei bambini: è da questo che possiamo imparare.
Le notizie che dà mi sembrano positive: anche se in modo un po' irregolare, lo sviluppo va avanti e il bimbo sembra seguire la strada giusta anche se in ritardo. Come un treno che non è partito subito. La sofferenza che ha avuto alla nascita, segnalata anche dalla RMN che mostra degli esiti tipici è sicuramente causa del ritardo motorio e psicologico che il bambino ha mostrato. Ma i dati ci dicono poco sulla prognosi, cioè sui tempi futuri del viaggio e sulle mete che raggiungerà, magari in ritardo. Bisognerà sopportare l'incertezza sul futuro, pronti a affronare eventuali difficoltà se si presenteranno. Che è quello che si fa nella vita, sempre.
Però ora bisogna badare a non creargli ulteriori ostacoli. E' vero che atteggiamenti troppo tolleranti possono 'viziarlo' e frenarne i progressi e la crescita, ma anche il contrario, cioè atteggiamenti troppo rigidi, possono farlo. I no , le regole e i limiti aiutano sicuramente a crescere, però devono essere ragionevoli e giustificati, inevitabili, volti a evitare pericoli per sè e per altri specie nelle interazioni. Mentre le regole formali ed educative al momento non sono importanti, anzi possono complicare le cose perchè il bambino ancora non ne capisce il motivo e la comprensione reciproca e la fiducia può esserne disturbata. Quindi la scenetta dei biscotti mi sembra non positiva: in quel momento era più importante l'entusiasmo del bambino e il suo uso delle parole per chiedere, che non la regola di finirne uno prima di averne un altro. Si espone il bambino a una frustrazione incomprensibile per lui e non necessaria, e si rovina il momento di rapporto. Bisogna quindi non applicare le regole educative in modo automatico e meccanico, ma in modo pensato e commisurato al livello del bambino.
Date un'occhiata ai 'comuni errori dei genitori', link nella colonna qui a sinistra. I bambini crescono nonostante tutti gli 'errori' che si fanno - il mondo non è perfetto e bisogna imparare a sopportarlo - però non è il caso di far piovere sul bagnato, se si può.
Cerchiamo quindi di facilitare la strada al bambino e di seguirlo nel suo percorso, più che fare esami o cercare risposte a tante domande, tenendo conto che da piccoli il cervello ha tante possibilità di sopperire a eventuali danni subiti, ovviamente entro certi livelli. A questo punto la cosa più importante è badare a che si facciano esperienze positive utili a rinforzarsi affettivamente e imparare progressivamente, senza badare troppo ai tempi, ma più all'andamento evolutivo.

Grazie

La ringrazio come sempre della sollecitudine nel rispondere. Ho letto che per sapere se un individuo presenta un ritardo mentale lieve o medio che sia comunque bisogna attendere l'età scolare perché si fanno dei test sul QI e poi altre indagini x vedere se c'è effettivamente questo ritardo mentale o no. Per cui adesso io, per quanto mi sbatta e mi disperi e mi fasci la testa prima di essermela rotta, cercando di aiutare mio figlio nell'eventualità possa avere un ritardo mentale, nella speranza di prevenire e migliorare la situazione, non posso fare proprio nulla..... Ne prendo atto. Fino a quando non approderà a scuola, fino a quando le insegnanti o chi per loro mi diranno "c'è un problema" io sono destinata a rimanere in questa angosciante attesa...e questo devo dire, caro Dottore, mi logora veramente ogni giorno di più...Questa incertezza di come evolverà lo sviluppo di mio figlio mi lascia veramente inerme di fronte a questa situazione. E' questa la cosa più brutta!!!!
Io mi terrò le mie paure, le mie ansie, perché non penso riuscirò a disfarmene e, nel limite del possibile, lo lascerò crescere e fare le sue esperienze, sperando che la sua evoluzione sia positiva.
Io voglio dire solo una cosa: non sono un'addetta ai lavori, non ho studiato la materia quindi mi considero completamente ignorante in ciò, ma, nonostante le stranezze, il linguaggio non certo fluente e appropriato per la sua età, devo dire che non penso che mio figlio sia ritardato mentale...Ma siccome non ho esperienze in merito, non lo saprei nemmeno riconoscere un ritardato mentale sinceramente. Ho letto un elenco di "sintomi" che si trovano nel ritardo mentale: qualcuno mio figlio lo presenta come ad es. il fatto di non soffermarsi su nulla, di non giocare in modo ragionato ma di essere ripetitivo e non fantasioso, di avere delle fisse (ruote, carrozzella, canzoni, villetta ecc.), di sembrare "più piccolo" della sua età anagrafica....
La scena del biscotto si verifica perché la terapista di psicomotricità mi ha detto che deve imparare a osservare dei tempi e che anche nel cibo deve avere un ordine, così come nel gioco e nelle attività in generale...per rispettare dei tempi e imparare ad aspettare.
In questa settimana, proverò anche l'operazione spannolinamento. Speriamo bene.
Ho fatto un video che mi piacerebbe vedeste...Siamo al mare. Il suo amico preferito, per cui lui stravede è mio padre. Hanno una grande complicità tanto che mio padre lo sgrida anche fortemente a volte e lui non solo lo ascolta ma accusa il colpo mettendo il muso e scoppiando a piangere mortificato...Sono una bella coppia!!!!Lui adora i nonni e per lui sono un grande riferimento...Anche emotivamente il bambino c'è, cioè non è insensibile alle relazioni interpersonali...
Ha smesso di frequentare l'asilo per l'estate ma spesso nomina la sua maestra e dei suoi compagni di classe e dice:"....dov'è?" Ha nostalgia di loro.

Non sono i test, il QI, ecc,

Non sono i test, il QI, ecc, che decidono sullo sviluppo dei bimbi. Il rischio però è quello di badare più ai test che ai bimbi stessi e quindi non conoscerli davvero. L'esempio che fa del rapporto fra nonni e bimbo è indicativo: non conta il QI, o un altro test, conta il rapporto che c'è fra bambino e persone significative. E spesso le indicazioni delle varie 'terapiste', non so quanto a ragion veduta e con quale competenza, rischiano di rovinare il rapporto fra adulti e bambini... A certi consigli forse è il caso di dire, 'grazie, sbaglio da solo'...
Le sue paure rischiano di tapparle gli occhi e non farle vedere il bambino com'è. Non posso prevedere il futuro, ma anche se avesse un ritardo, avrebbe ugualmente, se non di più, bisogno di genitori attenti a lui e non a test, valutazioni, ecc. Il suo futuro dipenderà più dal rapporto con le persone significative per lui che dalle terapie varie che si trovasse a fare.
I problemi futuri non si conoscono ora e non si possono affrontare in anticipo: quando eventualmente si dovessero presentare, si cercherà di affrontarle.

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