Depressione e disturbo ossessivo-compulsivo?

Buongiorno,
desidererei ricevere un consulto per alcune mie problematiche, in modo da sapere se è il caso di parlarne in famiglia e andare a fare una visita diretta.
Cercherò di non dilungarmi troppo nell'esporre le mie problematiche, cercando di riassumere dove possibile.

Credo di avere crisi depressive da qualche tempo, più frequenti e acute nell'ultimo anno a causa di fallimenti personali (bocciature all'università con conseguente abbandono e il non essere ancora riuscita a trovare lavoro) e insistenze da parte dei genitori che mi incolpano di pigrizia per i miei fallimenti. Nei periodi migliori semplicemente sono apatica e disinteressata verso tutto, anche le cose che più amavo fare in passato, mentre nei periodi peggiori mi ritrovo a ripetermi quanto sono un fallimento come figlia e persona e che sarebbe meglio per tutti se morissi...per poi incolparmi di essere troppo vigliacca per uccidermi. Non sono mai arrivata a tentare davvero il suicidio, seppur il desiderio di voler morire è costante, così come il ritenermi una buona a nulla e una fallita.

Col tempo ho anche notato di avere diverse "manie/fissazioni" che devo spesso tenere a bada nel timore che i miei genitori mi diano della scema. Per fare alcuni esempi di manie: i fumetti sono in ordine alfabetico mentre i libri sono anche in ordine di genere; i cibi se mi è possibile li mangio a gruppi di tre o di cinque; le stoviglie devono essere in un dato ordine; odio vedere gli interruttori di camera mia premuti in versi differenti; diverse cose devono sempre essere in multipli di cinque; la luminosità del telefono deve essere al 55% o altrimenti più basso e multiplo di 5; un pomeriggio sono andata in crisi perché non trovavo dei post-it e l'idea di usarne di diversi su un libro dove ne avevo usati altri mi dava ai nervi; i files nel mio pc sono tutti organizzati in cartelle a loro volta divise in sottocartelle; e altre cose simili che non sto ad elencare. Mi capita spesso di avere i cosiddetti "pensieri intrusivi" violenti (che fortunatamente spesso riesco a tenere a freno) così come mi ritrovo a rimuginare e riflettere spesso su quello che faccio o penso. Ho anche la tendenza ad accumulare cose, da piccola mi limitavo a collezionare (fascicoli di giardinaggio, minerali, fumetti) e lo faccio ancora adesso...ma ho notato che spesso mi ritrovo anche a conservare oggetti solo perché penso che magari un giorno mi potrebbe servire per fare qualcosa. Conservo anche libri e fumetti che non leggo più o verso cui ho perso interesse. Inoltre, quando abitavo da sola avevo la casa tenuta in ordine maniacale e mi dava profondamente fastidio trovare qualcosa fuori posto.

Magari sono solo io che rimugino troppo (davvero troppo) e alla fine questi problemi non sono nulla di che, ma piuttosto che continuare ad avere il dubbio ho preferito chiedere a qualcuno.
Grazie in anticipo.
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QUESTIONARIO
MOTIVI PER CUI SI CHIEDE IL CONSULTO: Desidererei sapere se è necessaria una visita medica psicologica diretta.
ETÀ: 24 a fine anno
BREVE STORIA DELLA PROPRIA VITA
INFANZIA: tranquilla e felice seppur abbia passato i primi 6/7 anni quasi sempre a casa a causa di frequenti tonsilliti.
ADOLESCENZA: non delle migliori. Qualche presa in giro durante elementari e liceo mentre alle medie sono stata vittima di bullismo sia fisico (una compagna di classe di un anno più grande mi picchiava spesso, oggetti gettati dalla finestra, bloccata nei bagni, ecc) che verbale (dalle semplici prese in giro alle umiliazioni). I miei genitori dicevano che dovevo semplicemente "reagire" mentre il preside diceva la ragazza che mi picchiava "è problematica" e che non poteva farci nulla.
ESPERIENZA SCOLASTICA: bullismo a parte, sempre stata ottima. Non avevo bisogno di studiare molto per ottenere buoni voti, al liceo in alcune materie non erano alti ma solo perché non le trovavo interessanti (ma mi bastava applicarmi per ottenere anche lì buoni voti). Ho fatto due anni di università (in due facoltà diverse) fallendo gli esami perché non avendo mai avuto troppe difficoltà nello studio non ho mai sviluppato un "metodo" e mi sono ritrovata a non sapere come studiare, ritrovandomi a sostenere gli esami in piena crisi di panico e ansia.
USCITA DALLA CASA DEI GENITORI: a 18 anni quando sono andata all'università (fuori sede) e tornata a vivere da loro una volta abbandonata l'università.
ESPERIENZE, VIAGGI, CONOSCENZE, INIZIO DELLE DIFFICOLTÀ ATTUALI: esperienze direi poche, università e vita da sola (ma dove i miei genitori mi pagavano l'affitto) a parte. Per quanto riguarda i viaggi, non ho mai viaggiato molto se escludo le gite scolastiche, qualche viaggio da piccola e il fatto che un paio di volte l'anno partecipo a delle fiere del fumetto in altre città.
SITUAZIONE FAMILIARE: vivo ancora con i miei genitori
SITUAZIONE LAVORATIVA: disoccupata, sono tre anni che non riesco a trovare lavoro nonostante le abilitazioni conseguite e il continuo rispondere ad annunci e il portare curriculum personalmente.
SITUAZIONE ABITATIVA: come ho già scritto precedentemente, dopo il fallimento con l'università sono tornata a vivere con i miei genitori.
INIZIO DELLE DIFFICOLTÀ ATTUALI: non saprei proprio dare un periodo di inizio preciso. Per alcune cose mi viene da pensare che me lo porto dietro dai tempi del bullismo. Altre invece si sono rese più evidenti quando ho iniziato a vivere da sola e altre quando sono dovuta tornare a vivere con la famiglia.
ALTRE OSSERVAZIONI: Sinceramente, non sono sicura se i miei siano veri e propri disturbi...ma da un po' di tempo sentivo la necessità di parlare di questa depressione e delle "manie" con qualcuno, anche perché temo che i miei genitori finirebbero con lo sminuire quelli che per me sono veri problemi. Spero di aver compilato bene tutto e mi scuso per l'eventuale prolissità di qualche spiegazione.

Ho l'impressione che nella

Ho l'impressione che nella sua evoluzione personale abbia avuto da tempo qualche difficoltà e oscillazione per poi arrestarsi in una specie di 'area di parcheggio' da dove non riesce ad uscire per riprendere il suo viaggio evolutivo. Ovviamente in una simile situazione vengono sentimenti depressivi e anche 'manie' ossessive e scaramantiche. L'importante mi sembra cercare di riprendere la strada dopo aver 'revisionato' un po' il 'motore' per vedere che ostacoli e impedimenti possono averla rallentata e fermata, cercando di ridurli e superarli per ripartire. Probabilmente si porta dietro una quantità di cose che l'appesantiscono come un bagaglio troppo pesante: probabilmente si può diminuire il peso cercando di depositare da qualche parte le cose non necessarie. Mi riferisco a un lavoro psicologico di esplorazione e revisione della sua situazione, che le permetta di mettere a fuoco gli ostacoli e 'pesi' in modo da affrontarli e distribuirli meglio.
Cordialmente
drGBenedetti

Probabilmente

Probabilmente è così. Credo che alcuni sentimenti depressivi (e forse anche un po' di stati ansiosi) me li porto dietro dai tempi del bullismo (ancora adesso se vedo la persona che mi picchiava a scuola ho un attacco di panico che non riesco a fermare) e non credo di averli mai "esternati" anche perché le uniche volte che ho provato a farlo ho ottenuto risposte di circostanza o comunque cose che non mi aiutavano (nell'esempio che ho fatto prima, dissi a mia madre che avevo un attacco di panico dopo aver visto questa persona per strada e lei mi ha risposto con un "sono passati dieci anni se non più! fattela passare questa ansia, non si ricorderà nemmeno di te!") quindi ho sempre preferito tenermi tutto dentro e far finta di nulla.
Probabilmente il lavoro psicologico mi sarebbe di aiuto, anche perché finora il "rimuginare" da sola questi problemi non mi ha minimamente aiutato...tutt'altro. Per questo ho richiesto un parere qui prima di continuare a tenere tutto per me come faccio di solito.

Grazie mille per il suo parere.

Ps: mi potrebbe dare un consiglio su come potrei dire ai miei genitori che vorrei fare una visita psicologica? Potrei fare tutto da me, sì, ma sento già che mia madre finirebbe col domandarmi dove sto prendendo appuntamento e per quale motivo...e io sinceramente non me la seno di spiegarle tutto quello che mi passa per la testa, date le risposte che ho ricevuto in passato.

Beh, forse quest'ultima

Beh, forse quest'ultima questione rivela un punto importante delle sue difficoltà, cioè il rapporto con sua madre. Forse non riesce a difendere un suo spazio privato dove nemmeno sua madre dovrebbe poter entrare, tanto più senza il suo permesso. Forse nella sua evoluzione Lei si è fermata nel punto in cui ci si stacca dalla famiglia - pur mantenendo normali legami, ovviamente - per costruire una vita propria. I 'legami' appunto , se non evolvono in base all'età della persona, diventano dei legacci, delle catene che impediscono l'autonomia e l'evoluzione personale. Non darei però la 'colpa' a sua madre e basta, perchè spesso si creano dei circoli viziosi che coinvolgono tutti i familiari, più o meno inconsapevolmente.
Potrebbe essere utile una terapia familiare, almeno per una fase. Potrebbe proporre alla sua famiglia di fare dei colloqui esplorativi, insieme, per vedere se non ci fosse per caso qualche ingarbugliamento, qualche impedimento involontario che finisce per disturbare il normale funzionamento familiare e la normale evoluzione della famiglia, quando i figli crescono...

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