effetti dei traumi e della deprivazione nei primi anni sullo sviluppo

Segnaliamo un'importante pubblicazione nella letteratura scientifica internazionale. Un recente numero del Journal of child Psychology and Psychiatry è interamente dedicato agli effetti del trauma e della deprivazione precoce sullo sviluppo umano. Al momento sia l'editoriale che uno degli articoli sono liberamente leggibili via internet. L'importanza di questo numero riguarda un settore della ricerca sulla psicopatologia e i suoi meccanismi patogenetici indagati con moderni strumenti tecnologici, in particolare la Risonanza Magnetica Funzionale, può verificare l'effetto delle esperienze ambientali attuali e pregresse sul funzionamento di certe zone cerebrali connesse con le emozioni e con la capacità di affrontare situazioni stressanti. La lettura è molto consigliabile per vedere possibili diverse prospettive che si stanno aprendo alla psicologia e alla psichiatria rispetto al periodo attuale, dominato da modelli rigidamente genetici che mettevano in secondo piano, se non addirittura demonizzavano, i modelli che danno invece importanza alle esperienze vissute. Figura di spicco di questo orientamento è da molti anni lo psichiatra americano Charles Zeanah, ora condirettore della rivista citata, autore prolifico e coordinatore di molti studi in questo campo, che una volta veniva chiamato dell'Infant Research'.
Gli studi attuali riguardano da una parte gli effetti della deprivazione ambientale, in particolare nei bambini vissuti negli istituti dell'europa orientale, che sono diventati sfortunatamente nei decenni scorsi una specie di laboratorio sugli effetti dei disastri ambientali sullo sviluppo dei bambini. Dall'altra parte riguardano gli effetti delle esperienze di abuso fisico e sessuale nei primissimi anni, in cui i disastri delle guerre e di certe condizioni sociali hanno costituito altri involontari laboratori sperimentali.
Questi effetti erano già noti almeno dagli anni del secondo dopoguerra del secolo scorso, nei lavori degli psicoanalisti che avevano a loro volta avuto a disposizione come laboratorio gli effetti ambientali e sociali della seconda guerra mondiale. Ma l'utilità degli studi attuali - al di là del fatto che la ricerca attuale sembra aver steso una tabula rasa sulle conoscenze acquisite negli anni precedenti al 1990, e spesso sembra scoprire l'acqua calda - è che tali effetti ora possono essere visti direttamente a livello neurale, cioè a livello delle aree cerebrali visualizzabili con le moderne tecniche di indagine, e il loro funzionamento può essere in qualche modo misurato.. Come dicono gli autori, " By extending questions to brain and biological systems impacted by deviations from the expectable environment, this research has moved us from delineating morbidity to characterizing mechanisms", cioè: estendendo le questioni al cervello e ai sistemi biologici interessati dalle alterazioni dell'ambiente aspettabile, questa ricerca ci ha mosso dal descrivere le malattie al caratterizzarne i meccanismi patogenetici.
Le implicazioni di queste ricerche mi sembrano di grande portata sulla visione dello sviluppo e del funzionamento mentale e delle sue distorsioni, ma gli sviluppi di queste possibilità sono imprevedibili e forse inquietanti.

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