DSA, Dislessia, scuole: il rischio di un sistema totalizzante e omologante

Il 23/08/10, x-y ha scritto:

> Gentile dottor GianMaria Benedetti,
> sono una mamma e un'insegnante...
>
> Nonostante questa esperienza e questi studi le difficoltà di uno dei miei
> figli stanno mettendo a dura prova le mie possibilità di aiutarlo
> come madre e come adulto di riferimento, assieme a mio marito. Vorrei
> semplicemente che crescesse gioioso e contento di imparare nuove cose e che
> recuperasse un pò di fiducia nelle sue capacità...
>
> Difficile riassumere cinque anni di calvario... Rileggendo quanto sto
> scrivendo, sarò lunga!
>... da quando aveva quattro anni è stato rilevato
> avere difficoltà fonologiche rispetto ai coetanei dell'asilo.
> Per queste sue difficoltà lo abbiamo fatto seguire da logopediste per tre
> anni, ma superate almeno in parte le difficoltà ci siamo ritrovati
> invischiati in un percorso suggerito dalla scuola che ci IMPONEVA per lui
> l'insegnante di sostegno.

Riassumo per salvaguardare la privacy della situazione
La signora descrive poi una vicenda che ha coinvolto tutta la famiglia, compresi gli altri figli, in uno scontro con la scuola che imponeva delle procedure standardizzate per i bambini con difficoltà nell'apprendimento scolastico in accordo con i servizi sanitari e forse con un centro privato/convenzionato molto attivo nella loro città. Di fronte al disaccordo della famiglia il clima di scontro arrivava a pressioni gravi e quasi ricatti da parte della scuola che coinvolgevano il destino dell'intera classe, obbligando in pratica a ritirare i figli da scuola....

> Lo abbiamo infine trasferito in una scuola a modulo, dove due maesrte su tre
> erano mie consolidate conoscenti...una cultura allucinante che ha
> completamente invaso la nostra città ed il nostro sistema di istruzione
> primaria cittadino, cultura condotta ad arte dal dott. Y e dal centro
> studi cognitivi di X che qui COMANDANO!!! Non si muove foglia che loro
> non vogliano...o meglio, se come maestra e come madre vuoi fare diversamente
> lo puoi fare solo di nascosto....
>
> A giugno 2010 la maestra z ci chiedeva come mai non abbiamo fatto
> fare una diagnosi precisa delle difficoltà del bambino....seguendo
> pedissequamente le indicazioni adottate dal suo circolo che danno retta
> all'orientamento cognitivista che ritiene la diagnosi la SOLUZIONE perchè
> collegherebbe il disagio del bambino ai cattivi maestri ed educatori che lo
> avevano in passato catalogato solo come svogliato...(ho letto quanto
> scrivono costoro e si sono anche proposte al comitato genitori della scuola
> per insegnarci ad educare i nostri figli...sic...e sì che non sono nemmeno
> madri, ma nemmeno nella testa....).
> Ho risposto per le rime questa volta e ho fatto sentire le mie competenze
> nel campo, perchè non ne posso più di vedere che persino colleghe ed amiche
> rinunciano ad usare la propria testa per seguire il gregge...però rimane il
> problema, che oltre che fare davvero temere per la serenità di nostro figlio
> nell'apprendere ci pone il dilemma se sottoporlo o no ancora a batterie di
> test con relativa diagnosi finale.
>
... Ora però, a causa delle conseguenze sia
> dei problemi fonologici, sia di una loro pessima interpretazione a scuola
> ....A fa senz'altro molta fatica a stare al loro ritmo, con la conseguenza di
> rischiare di perdere fiducia nelle sue capacità, che invece ha.
> Sicuramente adesso come adesso riuscirebbero a catalogarlo come disgrafico e
> chissà, forse anche discalculico (sarebbe un famigerato DSA), ma questo
> credo proprio che nè a noi nè al bambino servirebbe...alle maestre pure
> perchè sono maestra pure io e garantisco che la diagnosi e l'invio ai
> servizi non sono di per sè soluzioni...
>
> Purtroppo le soluzioni che propone la scuola sono di emarginazione: se ci
> sono ore di compresenza viene relegato fuori dalla classe con altri che
> hanno problemi come o peggio dei suoi assieme ad un insegnante a caso,
> magari quella di sostegno della classe a fianco...il risultato di questa
> operazione, fatta a nostra insaputa quest'anno, è stato di creargli
> un'agitazione che da tempo non avevamo più riscontrato in lui ed una
> maggiore resistenza a fare i compiti in generale, nei suoi compagni sono
> aumentati di intensità gesti di emarginazione nei suoi confronti e di vero
> bullismo, che sono stati raccontati poi alle maestre.
>
...>
> Forse dovrei rassegnarmi, come altri genitori, a far fare la diagnosi
> completa da Y, con la modica cifra di 480 euro che pare vengano
> richiesti anche per i controlli, e che poi coinvolge i genitori in battaglie
> per ottenere a tutti i costi insegnanti di sostegno per ragazzini come il
> mio....(ma io so cosa dovrebbe essere l'integrazione scolastica, ci ho
> scritto sopra una tesi di laurea e quello che succede adesso nel mondo della
> scuola a me non sembra proprio integrazione, casomai cultura nazista o
> buonismo ipocrita, questo anche se cerco di calmarmi pensando ai consigli di
> Andrea Canevaro che dice che per una maestra comunque è importante fare bene
> i test se proprio si devono fare....ma intanto si è dimesso dalla
> commissione sull'integrazione che era stata istituita presso il Ministero).
>
> Mi scuso per la lunghezza, forse ho messo informazioni inutili ed ho omesso
> invece altre informazioni utili per potermi dare un consulto specialistico,
> non so se sia il caso di portarlo da lei...mi trovo davvero ad un bivio,
> vorrei trovare e ritrovare persone capaci di capire veramente, talvolta sui
> siti come il suo trovo sprazzi di luce, leggo parole sante..., ma perchè
> allora questa cultura del DSM è così potente? Perchè lasciamo che dilaghi?
> Perchè ci lasciamo intristire da questa realtà?
>
> Leggo anche quanto scrivono comitati che difendono i diritti dei bambini,
> come perchènonaccada o giùlemanidai bambini, ma nella mia città non riesco a
> trovare un vero fronte unito contro questa tendenza...anche se è vero che fa
> molto più rumore un albero che cade che una foresta che cresce...vorrei
> riuscire a sentire il rumore della foresta che cresce...mi sentirei meno
> sola a sostenere mio figlio, ma anche il mio modo di vedere la pedagogia,
> l'istruzione e l'educazione...

un calvario...

Gentile signora,
sono veramente impressionato dal calvario di suo figlio e della sua
famiglia. Non conosco la situazione della sua città, ma non ho difficoltà a
credere al clima di pressione e quasi di persecuzione che si crea
quando una teoria scientifica - qual è quella dei Disturbi Specifici
di Apprendimento sostenuta fra gli altri dal prof Y, e che nonostante
le possibili ma un po' scarse 'prove' è sempre una teoria che può
essere sconfermata in futuro - diventa un sistema che viene imposto
dogmaticamente. Più in piccolo, perchè le persone sono meno famose,
qualcosa del genere avviene anche da altre parti, e mi trovo anch'io
spesso in difficoltà a 'resistere' a quella che sembra una valanga di
'test' e procedure e protocolli che stanno dilagando, i famigerati 'PERCORSI', in quello che sembra voler diventare un sistema omologante tutto e tutti. Insegnanti, famiglie e operatori stessi sono sottoposti a una pressione quasi insostenibile ad omologare tutte le procedure di valutazione e di intervento su un modello che negli ultimi anni è diventato dominante anche per l'azione congiunta di interessi vari. La spinta ad uniformarsi e non pensare con la propria testa induce molte persone, insegnanti, medici, psicologi, educatori, a non opporsi per 'quieto vivere'... Il mio sito è
stato un tentativo di unirmi all'opposizione a quanto sta avvenendo
nella psichiatria infantile e non. (Vedere anche questo articolo).

Temo che nel vostro caso le cose siano complicate dal fatto che Lei, oltre che mamma,
è anche un'addetta ai lavori, schierata mi sembra all'opposizione dell'ideologia
dominante nell'ambiente intorno. Suo figlio (e anche gli altri figli
nel periodo che riferisce di scuola familiare) rischia però di
rimanere schiacciato nello scontro con l'istituzione.

Le consiglierei, per quanto possibile, di separare le due cose ed
affrontare le difficoltà del bimbo nel modo più pragmatico e meno
ideologico possibile. In fondo, comunque stiano le cose, l'unico
rimedio per ora conosciuto per le difficoltà di apprendimento è
l'insegnamento il più possibile individualizzato, tenendo conto del
bambino più che delle procedure scolastiche. I test si limitano a fotografare la situazione e possono servire come 'pezzo di carta' necessario
per avere l'attestato di DSA che permette al ragazzo di avere le
facilitazioni previste ( ..."dispensazioni e compensazioni" della
famosa circolare...) per continuare l'iter scolastico con meno stress e fatica. Ma l'importante è badare
alla crescita e allo sviluppo di tutta la persona, e trovare
l'equilibrio giusto fra sforzi di apprendere e necessità di svolgere
la sua vita anche fuori della scuola. Di solito - lo dice la circolare
stessa sulla 'dislessia', i DSA non sono automaticamente 'certificati'
sec la L 104/92, ma le scuole premono per ottenere insegnanti di
sostegno, in realtà spesso per avere adulti in più in situazioni
scolastiche - lei lo vedrà con i suoi occhi - sempre più caotiche e
difficili da gestire.

A volte le cose migliorano un po' alle medie, che sono un ambiente, mi
sembra, spesso meno 'integralista' delle elementari - ma tutto dipende
ovviamente dalle persone che ci sono. La presenza di più insegnanti in
questo caso aiuta.
L'unica cosa da fare mi sembra è 'resistere, resistere, resistere' e aiutare anche suo figlio a
resistere alle difficoltà, cercando però di trovare la strada meno
difficile per andare avanti, e la miglior collaborazione comunque possibile con
la scuola.
Ho visto vari ragazzi cosiddetti DSA stabilizzarsi
progressivamente dopo le elementari, trovando bene o male una loro
strada, anche se sempre con gran dispendio di energie da parte dei
genitori.
Con l'augurio che sia il vostro caso, molto cordialmente
dr GBenedetti

PS2 se ha delle cose più specifiche da chiedermi non esiti a farlo.

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