suicidio in carcere minorile

Novembre 2009 (La Nazione - cronaca 2009/11/19). Il suicidio in carcere del quasi diciottenne marocchino ( Leggi notizia ) apre vari problemi: non solo quello delle strutture carcerarie, ma anche quello dell’assistenza psichiatrica agli adolescenti, in particolare nelle situazioni di urgenza ed emergenza, quali quelle che possono condurre a un suicidio, ed altre. Purtroppo, come si dice, forse “ci voleva il morto” perché l’argomento uscisse dalle paludi in cui si è impantanato da qualche decennio.»

E’ infatti del 1 giugno 1991 la pubblicazione della Regione Toscana su “Le emergenze psichiatriche in età adolescenziale” (atti del convegno omonimo), cui non è seguito nulla. A tuttoggi una città come Firenze non ha un luogo di ricovero urgente per situazioni di questo tipo, e pertanto questi ragazzi o devono essere ricoverati all’Istituto Stella Maris di Calambrone, presso Livorno con le immaginabili difficoltà per le famiglie e non per urgenze immediate, o devono essere ‘appoggiati’ presso gli SPDC per adulti.
Apriamo un forum di discussione sull'argomento. accedi al forum

Sèguito da un altro giornale ( leggi )
"..... Alla psicolo­ga viene affiancata anche una psi­chiatra. Lo spostano in un’altra stan­za, inizia la cura con gli psicofarma­ci. La psicologa spiega che il ragazzo è a rischio, che ha bisogno di sorve­glianza continua e che il suo stato di salute è incompatibile con la deten­zione. Lunedì, dopo l’ultimo collo­quio, la psicologa, d’intesa con la psi­chiatra, chiede il ricovero d’urgenza nel reparto di neuropsichiatria. La ri­chiesta parte martedì, probabilmen­te Yassime sarebbe entrato a Careggi la mattina successiva ma lui si ucci­de prima. ...."

Considerazione: si parla di "ricovero d'urgenza"... Ma non è quando interviene il 118 e porta qualcuno subito al Pronto Soccorso, senza norme burocratiche procedurali d'accesso?
Il suicidio non segue le procedure, verrebbe da stigmatizzare, vero?

Questo ragazzo non doveva morire: c'erano tutte le condizioni per cui potesse essere salvato. Stando alle notizie della stampa, psicologa e psichiatra del carcere avevano colto l'urgenza e la necessità di un ricovero in ospedale, e l'avevano "chiesto" (ohibò: 'chiesto' ! Il ricovero d'urgenza è un atto medico d'imperio, in uno stato di necessità che va oltre a norme e procedure). Dove ha fallito la catena assistenziale, fra la diagnosi e la terapia, che in questo caso va dal carcere all'ospedale? Che cosa non ha funzionato e perchè? La tragica morte di questo ragazzo, che si trovava sotto la 'protezione' delle istituzioni, merita risposte.

AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.
_____________________________
ATTENZIONE : si chiede gentilmente a tutti gli utenti del sito di mandare un breve aggiornamento sul consulto effettuato. In questo modo sarà possibile avere un riscontro a distanza della correttezza delle risposte date. I risultati verranno pubblicati sul sito. Grazie Vedi

P.IVA : 01496010537
dr Gianmaria Benedetti - Firenze, via S Reparata,69 - Ordine dei medici (FI) n.4739

NB questo sito recepisce le linee di indirizzo dell' Ordine dei medici di Firenze sulle consulenze mediche on line.
Si dichiara sotto la propria responsabilità che il messaggio informativo è diramato nel rispetto della linea guida approvata dallo stesso Ordine.

Questo sito non costituisce una testata giornalistica poichè viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può quindi essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. -

LEGGE SUI COOKIE
Questo sito fa uso di cookie tecnici. INFORMATIVA ESTESA

Risoluazione online delle controversie (Unione Europea)