SOPSI, “SCIENZA-LOTTERIA” SULL’IPERATTIVITA’ INFANTILE

COMUNICATO STAMPA DEL 17/02/11 di Giùlemanidaibambini

PSICHIATRI, “SCIENZA-LOTTERIA” SULL’IPERATTIVITA’ INFANTILE

REPLICHE ALLE DICHIARAZIONI DELLA SOCIETA’ ITALIANA DI PSICOPATOLOGIA
(Poma, Giù le Mani dai Bambini) “L’iperattività non è affatto sottodiagnosticata in Italia,
è sovradiagnosticata negli altri paesi, denunciare un 4% di incidenza del fenomeno significa fare terrorismo psicologico sui genitori”. (Panei, Istituto Superiore di Sanità) “La prevalenza dell’iperattività nel nostro paese non è superiore all’1%, forse meno”. (Costa, Professore emerito di Psichiatria a Roma “La Sapienza”): “Diagnosi inconsistenti e vaghe da parte dei colleghi, più che altro è una moda ‘made in USA’”. (Goussot, Università di Bologna): “Queste della Sopsi sono affermazioni sensazionalistiche: la scienza ha molto da dire senza dover somministrare un’anfetamina ad un bambino di 6 anni”.

TORINO – Dal convegno all’Unione Industriali di Torino “Il bambino non è un elettrodomestico” (dal titolo dell’omonimo libro di Giuliana Mieli) levata di scudi contro le dichiarazioni della Sopsi (Società Italiana di Psicopatologia) riunita in congresso a Roma, che denunciava la carenza di diagnosi per l’iperattività infantile in Italia, con centinaia di migliaia di bambini non presi in carico e una conseguente potenziale ‘emergenza’ in relazione ai disturbi antisociali gravi che questi minori maturerebbero con l’età se non adeguatamente trattati. “Una vera bufala – denuncia Luca Poma, giornalista e portavoce di ‘Giù le Mani dai Bambini’, primo e più rappresentativo comitato italiano di farmacovigilanza pediatrica in Italia (www.giulemanidaibambini.org) - un modo eticamente discutibile di far pressione sui genitori, convincendoli che qualora i loro figli non vengano trattati - spesso con psicofarmaci - finiranno a delinquere, crescendo come disadattati. La Sopsi ‘da i numeri’, è proprio il caso di dirlo, parlando di 300.000 casi in Italia meritevoli di presa in carico, pari – secondo loro - al 4% della popolazione infantile: l’Istituto Superiore di Sanità conferma per iscritto (1) che la prevalenza italiana è massimo dell’1%, in certe zone d’Italia anche meno. Inoltre ci sono studi scientifici, come quello del Prof. Lambert (2), che provano esattamente il contrario rispetto a quanto affermato dalla Sopsi, ovvero che c’è una più elevata predisposizione alla dipendenza da alcool cocaina e tabacco nei bambini e adolescenti iperattivi trattati con psicofarmaci, il che è quasi ovvio se si pensa che il minore si abitua a trovare nel farmaco – una soluzione pronta all’uso, esterna da se – la soluzione a tutti i problemi. Ma non stupisce la posizione della Sopsi: basta indagare – conclude Poma - su chi finanzia abitualmente i loro convegni negli ultimi anni, sono le più importanti case farmaceutiche produttrici di psicofarmaci per bambini”. Emilia Costa, medico e Professore emerito alla Sapienza di Roma (1^ cattedra di Psichiatria), autore di oltre 360 pubblicazioni scientifiche, aggiunge: “Non sono d’accordo con i colleghi, queste diagnosi di iperattività, invocate a gran voce, sono spesso inconsistenti e vaghe, più che altro una moda importata dagli USA. Bisogna indagare il motivo profondo del disagio dei bambini, di cui l’iperattività e solo un sintomo”. Prende posizione anche Alain Goussot, Professore di Pedagogia Speciale all’Università di Bologna: “Il bambino non è un oggetto, basta con le soluzioni facili e con i distributori automatici di pillole della felicità. Il modello italiano è anzi vincente: queste molecole sono potenzialmente pericolose, e devono essere utilizzate con grande prudenza, la scienza ha molto da dire per prendere in carico i disagi infantili senza bisogno di somministrare un derivato dell’anfetamina a un bambino di 6 anni, e queste affermazioni sensazionalistiche della Sopsi a mio avviso servono solo ad allarmare gli operatori scolastici e a fare della scuola l’anticamera dell’ASL”. Poma conclude: “Lode all’Istituto Superiore di Sanità, che con il Registro nazionale dei bambini in terapia lavora per contenere le diagnosi. Anche negli USA stanno facendo marcia indietro su questa epidemia di diagnosi, mentre noi in Italia invece di cerchiamo di copiare in ritardo il modello americano: non ha nessun senso, dobbiamo piuttosto esportare il modello italiano all’estero”.

Per media relation: 337/415305 – [email protected]

(1) e-mail del Dirigente del Progetto ADHD dell’ISS dott. Pietro Panei in data 16/02/11

(2) http://www.giulemanidaibambini.org/ricerca/tossico_um_1998_-stimo_infa_L...

Come al solito, i miei più cordiali saluti,

Luca Yuri Toselli

Coordinatore operativo

AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.
_____________________________
ATTENZIONE : si chiede gentilmente a tutti gli utenti del sito di mandare un breve aggiornamento sul consulto effettuato. In questo modo sarà possibile avere un riscontro a distanza della correttezza delle risposte date. I risultati verranno pubblicati sul sito. Grazie Vedi

P.IVA : 01496010537
dr Gianmaria Benedetti - Firenze, via S Reparata,69 - Ordine dei medici (FI) n.4739

NB questo sito recepisce le linee di indirizzo dell' Ordine dei medici di Firenze sulle consulenze mediche on line.
Si dichiara sotto la propria responsabilità che il messaggio informativo è diramato nel rispetto della linea guida approvata dallo stesso Ordine.

Questo sito non costituisce una testata giornalistica poichè viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può quindi essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. -

LEGGE SUI COOKIE
Questo sito fa uso di cookie tecnici. INFORMATIVA ESTESA

Risoluazione online delle controversie (Unione Europea)