Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA): che fare?

Molti genitori di bambini di prima o seconda elementare si trovano di questi tempi di fronte al sospetto che il proprio figlio possa avere questo problema. Sempre di più le insegnanti, o dietro prove specifiche svolte in classe, o per le difficoltà rilevate, pongono ai genitori questo dubbio e li indirizzano verso specialisti o centri specializzati per confermare la diagnosi.
Spesso sono bambini già seguiti a livello di servizi di npi e/o di logopedia per difficoltà di linguaggio.
Sono bambini con livello intellettivo entro i limiti di norma che magari hanno avuto sia difficoltà di pronuncia (cosiddette fonetiche/fonologiche: dove fonetico vuol dire 'relativo ai suoni' (greco: fonè), che sono , semplificando, i suoni delle vocali e delle consonanti, mentre fonologico vuol dire 'relativo ai fonemi', cioè alle unità sonore diverse da una lingua all'altra), sia di costruzione della frase, cioè di morfologia (la struttura delle parole ) e sintassi (le regole di uso e combinazione nella frase), che insieme alla fonologia costituiscono la grammatica. In molti disturbi del linguaggio espressivo si notano anche successive difficoltà di apprendimento.
Di regola le prime due classi elementari servono all'acquisizione di lettura scrittura e calcolo, cioè conoscenza dei numeri e delle operazioni di base, e i risultati possono essere inficiati da una quantità di cause, ambientali e individuali. Pertanto solo alla fine della seconda elementare, e per esclusione di altri fattori in causa si pone la diagnosi di DSA. Questa pertanto non è una diagnosi in positivo, per così dire, cioè di qualcosa di conosciuto, ma solo in negativo, cioè per esclusione di cause note. L'aggettivo 'specifico' corrisponde in pratica al termine 'idiopatico' usato in medicina per dire che non si conosce la causa.
La recente legge stabilisce che le scuole devono provvedere metodi di insegnamento specifici per quegli alunni cui viene riscontrata quella diagnosi, ma ancora le cose sono di là da venire, anche perchè si parla in effetti di 'fantasmi', di cose 'invisibili'. Non esiste alcuna prova certa dell'esistenza di una 'malattia' chiamata 'dislessia', o 'disgrafia', o 'disortografia', o 'discalculia': ci sono solo bambini che hanno difficoltà particolari a imparare a leggere scrivere, non fare errori, fare calcoli.
La legge in pratica abbina a una diagnosi controversa (Disturbi 'Specifici' di Apprendimento) la formula quasi magica delle 'dispensazioni e compensazioni' che dovrebbero evitare agli alunni inutili sofferenze e fornire loro strumenti di apprendimento ed esecuzione alternativi.
In effetti l'esperienza mostra che questi bambini sono in difficoltà ad apprendere nel gruppo classe e rendono meglio se hanno momenti di insegnamento individuale a casa e , nei modi possibili, a scuola. Molto spesso per questi bambini e le loro famiglie studiare diventa un calvario e il bambino sviluppa quasi una 'fobia' per lo studio, cosa che innesca un circolo vizioso: meno si 'allena' meno 'rende', come in qualsiasi altra pratica fisica o mentale. La cefalea e altri disturbi psicosomatici o comportamentali possono essere una reazione allo stress e un tentativo di evitamento di una situazione insopportabile.
La soluzione è spesso quella di resistere, non demordere e adattarsi alla fatica, sopportare la frustrazione cercando di ottenere il meglio possibile, oltre che di avere una consulenza che non guardi solo all'apprendimento ma a tutta la persona e la famiglia. Nelle classi successive , alle medie e alle superiori, la possibilità di usare computer, correttori automatici, calcolatrici e se necessario studiare con testi registrati su cassette o CD potrà permettere di proseguire fino, a volte, all'università.
Occorrerà ovviamente cercare di ridurre lo stress e sdrammatizzare i problemi. Spesso è lo stress ambientale che complica le situazioni: si rischia di occuparsi solo degli aspetti di apprendimento e di trascurare il resto, accentuando i problemi del bambino. E' consigliabile trovare se possibile aree in cui il bambino sia bravo, nello sport, la musica, attività pratiche,o altro, per ovviare alle frustrazioni in campo scolastico.

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