Paura dell'"Autismo" e genitori nel panico.

Due genitori sono in forte ansia per le difficoltà di sviluppo apparentemente non così gravi del loro figlio di 2 anni e mezzo. Il bimbo non sembrerebbe avere una grave alterazione dello sviluppo, ma, forse anche per la 'psicosi' dilagante dell'autismo, non si riesce finora a trovare una risposta definitiva, nonostante le ripetute visite fatte.

In realtà dalla descrizione sembra un bambino con normale gravidanza, nascita e primi mesi e uno sviluppo psicomotorio regolare e solo un modesto ritardo nel linguaggio:
"primi passi: autonomi a 12 mesi
prime parole: a 12 mesi la sua prima parola (acqua). Ma poi il vocabolario è aumentato piuttosto lentamente.
capacità motorie: direi sviluppate nella norma. Al bimbo piace camminare, correre, si arrampica bene, scende e sale le scale bene. Anche le capacità motorie "fini" credo siano ok (può mangiare con la forchetta, manipola gli oggetti)...
sviluppo del linguaggio :dopo le primissime parole a 12/13 mesi, lentissimo sviluppo fino a 21/22 mesi, quando aveva un vocabolario di una decina di parole.
poi improvvisa accellerazione, quando ha cominciato ad indicare ed a "etichettare", ripetendo le parole da noi dette. Verso i 25/26 mesi mi sembra ci sia stato un rallentamento. Poi a 29 mesi ha cominciato a combinare le parole del suo vocabolario. Non c'è ancora una vera e propria sintassi della frase, ma a volte combina anche tre parole (posa-libro-(sul)tavolo)".

Negli ultimi tempi alcuni comportamenti un po' atipici hannop fatto accentuare la paura: "fino a due/tre settimane fa aveva la "mania" delle porte e di tutto ciò che si chiudeva/apriva (mimava con le mani cancelli e porte che si aprivano). Ora questa mania è praticamente scomparsa. Da due settimane circa ha invece l'abitudine di tenere in mano uno o due oggetti che sembra non voler mollare a qualsiasi costo. A volte li tiene in mano persino per mangiare (e utilizza l'altra mano con la posata). Se proviamo a toglierli dalle sue mani si rifiuta e reagisce in maniera esagerata (possono essere due libri, due lego, due CD, due candele, qualsiasi cosa). Prima di due settimane fa non aveva mai avuto questo comportamento (spero che passi, come per le porte)
Inoltre "Da un mese non vedo molti miglioramenti ed in questo momento è presente di nuovo (era scomparsa) una pesante ecolalia: ripete tutto quello che diciamo (due o tre parole) e spesso risponde alle domande con la stessa domanda.
II bimbo non risponde alle domande e ripete piuttosto la parola per indicare ciò che vuole. Se chiedo vuoi A o B, lui risponde A o B... Ma riesce a rispondere NO... Il che mi lascia dubbiosa... Sembra un carattere piuttosto oppositivo.
fino ad un mese fa ha sempre giocato o con i lego (incastrando i pezzi), o con le macchine, sfogliava i libri e guardava le figure, giocava con giochini sonori vari. Ma non è mai stato uno capace di stare fermo a lungo su un gioco. Da un mese a questa parte non sembra più interessato ai giochi. Piuttosto ne prende uno (può essere un grande pezzo di lego, per esempio) e lo tiene per ore in mano, senza utilizzarlo per uno scopo apparente. In compenso gli piace strimpellare sul piano (ne abbiamo uno in casa). Gli piacciono i cartoni animati e quando li vede sembra molto concentrato (a volte sembra anche immedesimarsi in qualcuno che cade, etc).

Ai parchi pubblici gioca con le molle, sullo scivolo e qualche altro gioco, e sembra divertirsi.
rapporto con le persone: sembra atttaccato ad entrambi i genitori. Il padre più per il gioco, quando sta male cerca più la madre invece. E' contento quando vede lo zio che lo fa giocare e divertire tantissimo (giocando a nascondino, a rincorrersi, etc).
controllo sfinterico: Ancora non siamo riusciti ad eliminare il pannolino. Riusciamo ogni tanto a fargli fare pipì da in piedi, ma ormai aspetteremo l'estate per toglierlo del tutto. Non ci sembra ancora pronto.
comportamento: sempre piuttosto nervoso. Ora in casa ci sta sempre vicino, non gioca da solo nella sua camera. Utimamente è "isterico" quando gli cambiamo il pannolino e non collabora (a volte anche quando lo vestiamo). Ma non è sempre così... Quando lo portiamo in un posto sconosciuto non sembra a disagio o nervoso, anzi è curioso. Forse è più "gestibile" fuori casa che in casa...
reazione a divieti: Nel complesso ubbidisce (non toccare quello, metti a posto quello, etc). Impossibile ordinargli di non mettere il dito in bocca, ovviamente. Come detto reagisce male quando gli si toglie un oggetto che ha in mano.
A scuola : asilo nido dall'età di 12 mesi.
Ho parlato già due volte con le educatrici che riferiscono di un bambino giudizioso, che gioca con gli altri, che partecipa. dicono che parla poco, ma non sembrano preoccupate (dicono che gli altri maschietti sono allo stesso livello). Quando lo lascio all'asilo non sembra avere reazioni. Spesso si dirige verso la maestra senza salutare. Molto strano, perchè quando siamo fuori, a volte non ci possiamo allontanare un attimo...
rapporti sociali, amicizie: pare che all'asilo ci siano tre o quattro bambini con cui sta di più. comunque mi sembra attratto dagli altri bimbi.
....
vorrei solo aggiungere che il bimbo spesso "imita", il gioco simbolico c'è (per esempio finge che qualcosa sia un telefono e parla, etc).

Ma sono soprattutto la ecolalia, l'inversione pronominale e la mancanza di risposte alle domande ad angosciarci (sono queste fasi dello sviluppo del linguaggio o sintomo di qualcosa di grave?)

4- con inversione pronomomiale intendo l'invertire il pronome di una frase: in poche parole: per chiedere l'acqua dice spesso "VUOI BISCOTTO!" per dire "voglio biscotto". ma a volte dice correttamente "voglio...". Leggo troppo su internet e prendo il gergo di quelli che scrivomo...

La "fissazione" per certi oggetti c'è solo da una/due settimane. Io spero che possa passare...

Eppure ultimamente, vedendo la sua curiosità per gli altri bambini avevo quasi dimenticato l'autismo.
Ma capisco che non c'è solo quello...

5 Buongiorno Dottore,

giovedì scorso abbiamo avuto la visita con la dottoressa e contestualmente il bimbo è stato visto per un'ora dalla logopedista.
Ebbene, sostanzialmente hanno confermato che ci sono molti elementi positivi, ma anche qualche dubbio nel comportamento.
Premetto che appena entrati nello studio la dottoressa aveva detto che ci vogliono più osservazioni nel tempo.
In pratica ora ci saranno sedute con noi ed il bimbo, con solo il bimbo, tra noi e al dott.ssa...
per mesi...
alcuni di questi incontri saranno filmati e dovrebbero spiegarci come comportarci con il bimbo e nel frattempo daranno alla npi degli elementi in più di valutazione.
per arrivare al dunque le spiego i lati negativi emersi nella visita (gli stessi che comunque notavo io):
- linguaggio ecolalico e non risponde ancora alle domande (eccetto NO)
- alcune stereotipie con gli oggetti di gioco (da tre settimane non gioca più in maniera appropriata, prende oggetti e li tiene in mano senza un particolare scopo) e con le mani.
Ci sono poi molti elementi positivi (buona comprensione, combina due o tre parole, mangia di tutto e con le posate, si adatta ai cambiamenti, contatto visivo, voglia di comunicare, curiosità verso i bimbi, imita gli altri, etc).
La logopedista ha detto che ha visto molti bimbi come lui a quell'età che poi si sono sviluppati perfettamente (ma altri ovviamente che sono andati peggiorando).
Ci hanno fatto i soliti discorsi sulla nostra ansietà e la npi dice che non c'è da preoccuparsi (ma allora perchè tante osservazioni?).
Il problema è che ora non riusciano ad essere naturali con lui ed ogni mossa che non ci convince ci crea angoscia.
Una situazione assurda che non so se riusciremo a gestire.
Ho l'impressione che nessuno voglia fare una diagnosi all'età di 30 mesi ("il bimbo è ancora piccolo") e si rimanda con la scusa di tante osservazioni e consigli fino ad aspettare i tre anni quando forse il quadro è ormai definito.
Io credo che se il bimbo sarà autistico o con chissà quale altro problema biologico (madre natura è stata magnanima e ci ha fornito molte varianti di malattie) qualunque nostro modo di comportarci non servirà certo per farlo uscire da quella condizione.
Nel fratempo noi (questa volta siamo in due ) siao disperati, cominciamo a prendere i psicofarmaci ed io vorrei prepararmi al peggio. Non sopporto sperare e aspettare un movimento od una risposta consolante dal bimbo.
Sono veramente distrutta. Mi sembra di essere in un incubo.
Non so neanche se ormai ha senso "sentire un'altra campana" come molti mi dicono, perchè credo che comunque lati posotivi e negativi siano sotto gli occhi di tutti e che nessuno si senta di fare una diagnosi (che bello il mestiere di npi: si osserva e basta, poi a cose fatte si farà la diagnosi).
ALmeno un meteorologo, che ovviamente non può dare la certezza sul tempo del giorno dopo, dà una probabilità ragionata di eventi in base alle osservazioni e dati pregressi. Non dice: "non si può dire nulla ora, tutto può succedere, bisogna osservare le prossime ore e domani vi darò le condizioni meteologiche affaciandomi domani mattina dalla finestra"....
scusi lo sfogo.
una madre disperata.

Gentile signora,

Gentile signora,
l'esempio che ha fatto della meteorologia è molto azzaccato. Sia quella che lo sviluppo psicologico condividono il fatto che si tratta di situazioni variabili complesse influenzate da molti fattori non conosciuti. C'è una nuova (relativamente) branca scientifica che si occupa appunto di sistemi dinamici non lineari tentando di comprenderne le variazioni e, in psicologia, di avere elementi per intervenire appropriatamente e al momento giusto.
Quanto alla vostra situazione, mi sembra che l'ansia così dilagante impedisca di distinguere bene le cose, a volte la paura gioca brutti scherzi e fa vedere fantasmi. Però ovviamente per vedere al di là della 'nebbia' creata dall'ansia, ci vogliono incontri diretti.
Mi sembra che le proposte che avete avuto siano sensate, e consiglio di seguirle facendo gli incontri previsti.
Cercate di controllare la vostra paura e ansia, che sono perfettamente comprensibili ma richiedono di essere tenute a bada: i genitori in fondo devono occuparsi dei figli anche in situazioni difficili, loro non possono certo cavarsela da sè e hanno bisogno di tutto il vostro aiuto.
I genitori hanno a volte bisogno loro stessi di aiuto a distinguere la realtà dalle paure.
Resto a disposizione.
dr GBenedetti

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Nei giorni scorsi i genitori

Nei giorni scorsi i genitori sono venuti da me in visita, affrontando un viaggio col bambino piuttosto lungo. L'osservazione diretta mi ha confermato quello che avevo scritto varie volte. Anche se il bambino ha modi un po' atipici, parla molto, in modo ancora molto 'dislalico', cioè con difetti di pronuncia tipici dei bambini piccoli, a volte ripentendo le cose, e per conto suo, e imitando le parole che sente, usa i giochi ancora in modo aspecifico, mi sento di dire che non ha nulla di patologico, ma solo deve ancora imparare molte cose che i bambini della sua età già fanno. Ma è curioso, interessato, comunicativo, allegro, simpatico, socievole, divertente. Ha avuto una normale evoluzione in seduta (insieme ai genitori che erano molto spaventati dalle loro paure che il figlio avesse una sindrome dello spettro autistico o un disturbo multisistemico di sviluppo, come gli è stato detto) da una fase iniziale un po' trattenuta, poi via via esplorativa nei miei confronti fino a che alla fine cercava proprio la mia attenzione. Ha fatto avuto appena un po' di esitazione per rimettere a posto una pallina che voleva portarsi via, e se ne è andato allegramente , dandomi da fuori un ciao sonoro, quando già i genitori pensavano che non salutasse più... Mi ha ricordato altri bambini di quest'età , visti nel corso degli anni, arrivati con genitori preoccupati e loro titubanti e impacciati e ingarbugliati e non ancora abili in molte prestazioni come i loro coetanei, ma che usufruivano pienamente della visita e poi degli incontri successivi, mostrando via via un avvicinamente progressivo a comportamenti e abilità più vicine alla media. Non so che definizione si potrebbe usare per tali bambini, sono un po' diversi possono dare l'impressione specie, all'inizio, di avere un certo ritardo di sviluppo, sia del linguaggio, che del gioco, delle comunicazioni (i genitori sono preoccupati che tebnde a non rispondere a parole, in particolare non dice mai di sì, non sta al dialogo): si può parlare forse di lieve ritardo e atipia dello sviluppo, ma niente di autistico, e non parlerei di disturbo multisistemico. Inoltre sono bimbi in evoluzione positiva. Come ho detto ai genitori, non farei nessub intervemnto specifico, Eviterei di trattarlo come un bambino con problemi, da stimolare o comunque trattare con metodi educativi particolari. Cercherei di facilitare le comunicazioni, il linguaggio, evitando prove, domande, richieste che non sono 'vere' ma servono per testarlo in continuazione. Il linguaggio è una cosa spontanea, che non si sinsegna ma si apprende dall'esperienza di sentire e parlare. E' qualcosa che si sviluppa quando il bambino ne scopre l'utilità, come quando scopre quante molte più cose può fare quando comincia a camminare. Se invece è attorniato da comunicazioni e messaggi verbali carichi di ansia e non 'veri', in cui il tono non corrisponde allo stato emotivo, che appaiono finti, e il bambino può esserne sconcertato. Una mamma che apparentemente sorride ma dentro è molto preoccupata può turbare il bambino: megli vedere chiaramente quando è serena e contenta e quando è in ansia e preoccupata.
La mia prescrizione è stata di non fare interventi e di 'non pensarci' per i prossimi tre quattro mesi, cioè sospendere le preoccupazioni e godersi il rapporto col bambino giorno per giorno, che è quello che non succede. L'ultima fase della seduta è stato un buon esempio di come si può godere e divertirsi reciprocamente col bambino.
Non c'è nessuna patologia e nessun intervento risolutivo la cui mancanza possa compromettere lo sviluppo. I genitori - nè altri - possono fare niente per spingerlo e accellerarlo, possono solo diminuire le ansie e i modi artificiosi e 'finti' che possono solo ostacolarlo.
Controllo fra quattro mesi.

Grazie dott. Benedetti, ho

Grazie dott. Benedetti,
ho letto con attenzione il suo parere.
Capisco cosa intende, ma non è facile "non pensarci", soprattutto quando si è in presenza di altri bimbi della sua età.

In ogni caso le faccio solo una domanda:con "lieve ritardo e atipia dello sviluppo" intende un lieve ritardo mentale?

Ringraziamo per il consulto e le parole.

Cordiali saluti

Per 'ritardo mentale' si

Per 'ritardo mentale' si intende una anomalia - deficit - delle capacità cognitive, su base organica ( da trisomia XXI, sofferenza perinatale o altro). Non intendo questo.
Userei il termine ritardo, come si usa quando si aspetta qualcuno e non è ancora arrivato all'ora prevista. Si può essere attardato per tanti motivi, non patologici, si è soffermato su qualcosa, ecc. Allo stesso modo un bambino può essere attirato da qualcos'altro, e non corrispondere agli 'appuntamenti' previsti. Un altro bambino può aver fatto di corsa una fase, magari camminare a 9 mesi, parlare benissimo a 1 anno e mezzo, e poi può 'distrarsi' in un'altra fase.
Lo sviluppo può avere molte strade, non è detto che quella più diretta sia la più utile, anche se fa arrivare prima. Non è una corsa. Spesso alcuni bambini hanno un loro ritmo diverso da quello previsto dagli adulti, e si possono trovare in difficoltà nelle scuole, perchè non sono pronti a quello che gli viene richiesto. Seguire le proprie inclinazioni e i propri ritmi spesso è meglio che sforzarsi di aderire a quelli degli altri.

Buongiorno Dottore, dopo

Buongiorno Dottore,
dopo quasi tre mesi la ricontattiamo. Aveva consigliato di aspettare 3/ 4 mesi dall'ultima nostra visita (primi di giugno) prima di rivederci e rifare il punto.
Aveva anche suggerito di non fare nulla di particolare per stimolare il bimbo in questo periodo, ma semplicemente di essere naturali e divertirci con lui, evitando atteggiamenti "finti" o test.

Bene, in realtà in questi mesi ci sono state altre sedute dalla psicomotricista e dalla logopedista, ...(si trattava sostanzialmente di gioco con lui, niente di particolare).
Durante le sedute è emerso che il bimbo "entra in relazione" con le persone ed in questi quasi tre mesi ci sono stati notevoli miglioramenti.
Soprattutto il linguaggio è migliorato: purtroppo è ancora "strano", ma il vocabolario si amplia e costruisce frasi anche di 5 / 6 parole.
Non usa ancora i pronomi o verbi correttamente, spesso parla in seconda o terza persona, ma rispetto a tre mesi fa ci sono netti miglioramenti.
Per esempio fa delle domande ("cos'è?", "dove andiamo?"), anche se non sempre risponde a quelle che gli vengono chieste. Se gli si pongono due alternative risponde sempre, ma per esempio il famoso "si" non è ancora utilizzato (sembra proprio che non abbia capito il significato del si).
Fa capire sempre i suoi bisogni e l'ecolalia è diminuita (ogni tanto ha una ripresa, soprattutto quando è nervoso). A volte cerca di costruire un racconto di quello che ha fatto ed è piuttosto buffo e divertente.
Spesso ci indica delle cose e guardandoci dice "guarda, una xxxx!", oppure " che bello, una xxxx!
E' curioso e sembra un attento osservatore.

Nonostante quanto sopra descritto siamo ancora nello sconforto, perchè in alcuni importnti aspetti è deficitario. Il bambino sembra ancora immaturo nel gioco e nello scambio comunicativo. Non è ancora possibile una vera e propria conversazione.
Oggi la npi voleva iniziare i test di Griffith ma non è riuscita perchè il bimbo è poco collaborativo, anzi oppositivo.
Mi spiego meglio: è difficile giocare con lui quando è necessario un "turno" o una collaborazione; è difficile convolgerlo in qualcosa che non gli interessa (se non per pochi sencondi). La npi parla di un certo "deficit di attenzione", o meglio si concentra solo se un'attività gli interessa. Permane una certa "atipia": nel liguaggio per esempio, con una strana intonazione delle parole (forse lei la ricorda).
Dicono che diventa collerico se non riesce in un intento (impilare qualcosa, incastrare un oggetto) e che rinuncia nervoso al primo tentativo. Motoriamente a noi sembra a posto (sale e scende le scale bene, ha anche imparato a nuotare), ma dicono che è un po' indietro nella motricità fine (è vero nel disegno, per esempio, ma riesce anche a premere pulsanti in modo preciso a volte).
Arriviamo al dunque: abbiamo chiesto che idea si sono fatti del bimbo, che speranze ci sono, che diagnosi si può fare.
MA dopo mesi e mesi di osservazioni, siamo punto e a capo.
NIENTE si può escludere, ma la npi è sicura che il bimbo avrà ancora margini di miglioramento. .... Anche io avevo cominciato a studiare i manuali diagnostici e non sono riuscito ad inquadrarlo chiaramente in nessun "caso". Ma io non ho la minima competenza e speravo in un po' di chiarezza da parte deglli specialisti.
Ancora oggi nemmeno l'autismo è escluso, perchè ci sono comportamenti che ne fanno parte (per esempio la poca collaborazione, la dispersività nel gioco). ....
cosi' come non si esclude un ritardo globale nello sviluppo (credo sia eufemismo di "ritardo mentale"), disturbo della regolazione, disturbo multisistemico dello sviluppo, e tutta la lista del DSM IV, aggiungo io. Anzi non si può neppure escludere che il bambino sia un mutante catapultato dal futuro nella nostra famiglia.
...
Ma niente diagnosi. Ho l'impressione che non vogliano dare un'etichetta. Forse per paura di sbagliare, o forse per evitare di darci una diagnisi di fronte alla quale ci arrenderemmo. O forse semplicemente non sanno cosa dire e servono altri mesi ed indagini.

C'è il gioco di fantasia, il gioco simbolico, è affezionato agli zii ed ai nonni.
Cerca gli altri bimbi, ma solo quelli che già conosce e le interazioni che si instaurano sono per lo più di tipo fisico (inseguimento, imitazione). Mentre prima si avvicinava con più curiosità ai bimbi, ora sembra essere più selettivo e preferire chi già conosce.

Oggi siamo usciti dalla visita con la npi nel totale sconforto, senza una certezza, consapevoli solo di una situazione ingarbugliata che ci richiederà sforzi estremi nel controllare le nostre paure (per non dire panico).
Mi scusi la lunghezza di questa lettera dottore, ma scrivo di getto, arrabbiato un po' col mondo.
Da lei non mi aspetto certo una diagnosi a distanza, (non siamo riusciti ad ottenerla nemmeno dopo tanti mesi di osservazione), ma mi conforta sapere che almeno la leggerà questo sfogo, come ha sempre fatto in passato.
Inoltre ho capito che il campo della Neuro Psichiatria, e ancor più in quella infantile, è estremamente confuso, è un terreno fertile alla proliferazione di tante pseudo-scienze, di scuole di pensiero e, non ultimo, di tanto business.
Le angoscie dei genitori e le loro insicurezze alimentano certamente tutto questo bailamme.
Tanto per fare un esempio, sembra che per la npi l'autismo possa avere differenti livelli di gravità e che addirittura in alcune persono può essere latente ("non sanno di esserlo", come lei ha detto). Esiste quindi un autismo lieve, uno moderato ed uno più grave?
Così come è possibile un ritardo mentale lieve o moderato? E che differenza c'è con il disturbo della regolazione?
....

Un saluto ed un sentito ringraziamento, se è riuscito ad arrivatre alla fine di questa mai

Mi sembra che le notizie sono

Mi sembra che le notizie sono che il bambino sta continuando il suo sviluppo e sta acquisendo abilità sociali e comunicative ed è interessato e curioso ecc. Forse non è un bambino da manuale, e questo mi sembra abbia messo in crisi sia voi genitori che anche i tanti (troppi) tecnici intervenuti. Ma non è assolutamente un bambino autistico. Nè sembra avere alcuna altra patologia dello sviluppo. Lasciate stare. Se non sbaglio ha tre anni, fra poco andrà alla scuola materna. Sta crescendo, sta facendo i suoi passi avanti, a mio parere tante apprensioni e dubbi sono inutili. Temo siate finiti nella trappola delle diagnosi, ecc., un labirinto in cui si perdono anche i tecnici, al giorno d'oggi. Ci sono tanti bambini 'strani' a tre anni. che poi si normalizzano via via. O meglio mantengono qualche 'stranezza', che però non è 'patologica' e non disturba lo sviluppo e l'acquisizione di capacità. Se poi interverranno altri problemi, di comportamento o di apprendimento, si vedrà di cosa si tratta al momento. Non è possibile predire il futuro. La 'prevenzione', qui è una trappola. Non è possibile, a mio parere, prevederle nè prevenirle. Si rischia solo di fasciarsi la testa prima di essersela rotta...
Non sono le 'diagnosi' che servono. Non siamo di fronte a 'malattie' che richiedono 'terapie' specifiche, come in medicina, dove tutto ciò ha più senso, anche se non sempre. Nel nostro campo, che è quello dello sviluppo psichico, ciò non ha il minimo senso, e la psichiatria purtroppo ci si è ingarbugliata al punto da non saperne più uscire. Al limite anche per bambini con una patologia assodata, che so, trisomia XXI (mongolismo), o cerebropatie spastiche, non si può prevedere il loro sviluppo solo in base alla diagnosi. Bisogna fare in pratica la stessa cosa, seguirli, vedere che non ci siano ostacoli inutili, dargli il tempo di fare esperienza e imparare dall'esperienza, lasciandogli il loro tempo. E non è bombardandogli di stimoli e di riabilitazione che ne favoriamo lo sviluppo - checchè ne dicano le varie associazioni - ma è garantendogli un ambiente 'umano' adeguato. Quei bambini diventavano autistici quando stavano in istituto e avevano ambienti e rapporti non adeguati per lo sviluppo psichico.
Rischiate di non cogliere quello che il bambino sta facendo e le sue esperienze.
Il tutto a mio avviso per nulla, perchè gli interventi sul bambino non hanno senso. Ha senso, in questo momento, solo vederlo periodicamente per constatare l'evoluzione e aiutare voi genitori a uscire dal pallone. E fargli fare le normali esperienze della sua età.
Confermo quindi pienamente il mio parere dopo la prima visita.
Mi spiace vedere che siete sempre nella stessa situazione.
Proviamo a metterla in un altro modo: il problema non è 'fare la diagnosi' o 'escludere l'autismo', è fare in modo che il bambino prosegua il suo sviluppo, faccia le esperienze adeguate per l'apprendimento e la crescita. Che poi per i vari test sia autistico o meno, in una percentuale o in un'altra, non importa un fico secco. Secondo 'loro' erano autistici anche Einstein e Mozart ecc ecc.
Basta parlare di autismo (spettro...) per tutti i bambini che non corrispondono esattamente agli 'standard di fabbrica'... Un bambino autistico è chiuso nel suo mondo (inesistente), non comunica, non interagisce, ha stereotipie motorie incontenibili, è praticamente ineducabile e non interessabile al nostro mondo. Ma lo è costantemente: non vuol dire che se una rifiuta qualcosa o non risponde come atteso, ecc ecc, abbia momenti di autismo...
Cordialmente
drGBenedetti

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