strani atteggiamenti, autismo?

Salve Dottore, sono la mamma di un bambino di 2 anni e mezzo. Sono stata contattata dalla pedagogista del nido che frequenta dall'età di 10 mesi per il seguente motivo: ha notato nel bambino un comportamento piuttosto strano. Se da una parte il bambino dimostra di avere delle conoscenze e competenze molto elevate (conosce bene lettere, forme, colori, sa contare da 1 a 20, sa scrivere alcune lettere e disegna piuttosto bene), dall' altra parte tende a giocare da solo e difficilmente si relaziona con gli altri compagni. Non sembra avere problemi con gli adulti ma insomma non è che sia poi così espansivo con gli sconosciuti. Il bambino ha iniziato a camminare a 14 mesi, a parlare a 2 anni compiuti e si esprime piottosto bene. Non è interessato ai giochi comuni per la sua età, macchinine ecc ma è attratto in maniera irresistibile dalle forme geometriche ( se vede una persona non è difficile che esclami "ovale!" riferendosi alla forma del volto). Da 10 a 18 mesi era piuttosto fissato con i cerchi e con qualsiasi cosa potesse ruotare e sembrava piuttosto bravo in questa attività, adesso ha perduto totalmente questo interesse. Non va volentieri su tricicli o simili anche se da qualche giorno sembra interessarsi ad una macchina cavalcabile. Sa usare i giochi per quello che sono ma se ne disinteressa prestissimo prediligendo colorare e disegnare o utilizzare la plastilina. E' un bambino molto affettuoso con gli adulti ma allo stesso tempo freddo e disinteressato nei confronti degli altri bambini. Non dice mai io voglio questo ... ma "vuoi questo"... forse siamo un pò spaventati ma insomma parla da appena 6 mesi, però tende ad avere un tono interrogativo e ripete spesso quello che gli si dice ma allo stesso tempo indica gli oggetti che vuole ed è molto curioso. Secondo la pedagista potrebbe avere un ritardo evolutivo per questa sua difficoltà a dire io e a relazionarsi, oppure magari è solo un bambino più intelligente della norma ed è incuriosito dagli adulti che sono in grado di proporgli attività per lui molto più divertenti. Ha una memoria prodigiosa e ricorda le canzoni o le cose che sente e le impara subito. Apprende con facilità e conosce le note musicali e riproduce qualche breve motivo (l'inno alla gioa ad esempio e l'inno di Mameli!). Allo stesso tempo però è molto prudente e non si arrampica molto volentieri sugli scivoli come i suoi compagni, è stato difficilissimo fargli scendere e salire le scale da solo, è un'abilità che ha imparato da pochi mesi. E' molto testardo e vuole solo le cose come piacciono a lui (esempio se gli si da un frutto si arrabbia se lo tagliamo e lo lancia via furioso). Secondo lei potrebbero esserci i presupposti per forme di autismo? Grazie

problemi in gravidanza. NO
nascita a che settimana 40 Parto ( normale, cesareo, difficoltà)normale senza difficoltà
peso alla nascita 3 kg
indice di Apgar ……./ ……….. durata del ricovero in H 2 1/2
allattamento: materno svezzamento 6 mesi
sonno , orari e modalità…… nanna pomeridiana e la sera alle 10:30, si sveglia la notte per venire nel lettone con noi.
alimentazione……
abitudini nessuna

sviluppo psico-motorio:
seduto da solo a che età 5 mesi e mezzo
primi passi 13 mesi
prime parole 5 mesi mamma papà e nonna
capacità motorie normali
controllo sfinterico (pipì e popò) no
sviluppo del linguaggio ha iniziato a parlare a 2 anni, prima diceva pochissime parole, adesso è piuttosto loquace e ha un vocabolario ricchisimo.
uso dei giochi ( gioco funzionale si ....imitativo si .....rappresentativo si
disegno spontaneo (scarabocchio, ... omino testone si. casa si.. figure..si.)
rapporto con le persone : ignora i suoi coetanei
comportamento: tranquillo e allegro
reazione a divieti: piuttosto normale

A scuola
nido ………. A che età …10 mesi…………. Reazioni …inizialmente buone………poi da quest'anno ha iniziato a piangere quando lo davamo alle educatrici.

Rapporti sociali, amicizie, attività extrascolastiche.

Composizione familiare …2 geniori figlio unico
altri conviventi (nonni, parenti, ecc) no
Organizzazione familiare e modalità educative....
Eventi particolari, cambiamenti, lutti, ecc....no
Visite mediche, ospedale, altro......tutto nella norma
Eventuali esami fatti e referti (Udito, vista, eeg, rmn,...)
Altre osservazioni ……….
..................
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Non so come si possa parlare

Non so come si possa parlare di un 'ritardo evolutivo' in un bambino che sembra molto più precoce di altri, almeno nello sviluppo simbolico e cognitivo. Le sue capacità di apprendimento e curiosità e interessi ne fanno forse un bambino più dotato di altri, ma può darsi che non abbia imparato altrettanto bene a stare con i coetanei. Non tutti i bambini sono uguali, e non mi sembra che il bimbo dia segno di star male. Mi sembra 'benvenuto' che abbia reazioni di dispiacere ad essere lasciato al nido, perchè forse quando ha cominciato era troppo piccolo per rendersene conto. Anche la sua diffidenza dai bambini potrebbe essere collegata all'essere stato messo nella 'jungla' di un nido ( forse non molti lo vedono dall'interno...) quando ancora non era abbastanza preparato. Come potete capire e come ho detto altre volte, non sono favorevole a mettere i bambini al nido prima che siano pronti ad affrontare il distacco e l'esperienza di un ambiente nuovo e così diverso. Capisco le necessità di lavoro, ma per un bambino un anno può essere molto importante. Niente di irrimediabile, comunque, ma io ancora priviligerei il rapporto del bimbo con la sua famiglia. Noto che non avete descritto molto l'organizzazione familiare, i tempi, i ritmi, le modalità... Bene che venga nel lettone la notte: forse bisogna stare più con lui anche di giorno.
Oltre a questo non farei assolutamente niente.
L'autismo come gravissima malattia dello sviluppo, è una situazione in cui la mente non impara niente, perchè il bambino è occupato in attività motorie e sensoriali prive di significato. Non mi sembra proprio il caso del vostro bambino, ma gli operatori oggi, specie se con non molta esperienza nel campo, vedono 'spettri autistici' (cioè fantasmi) dappertutto...

La ringrazio per la sua

La ringrazio per la sua risposta dottore, negli ultimi giorni le cose si stanno un pó complicando per noi. Il bambino è sempre più nervoso, si mette la mano in bocca e non l'aveva mai fatto. Inoltre, nonostante abbia un ricco vocabolario é incapace di fare una minima conversazione del tipo: "che pappa hai mangiato?", lui non ha idea di cosa gli sto chiedendo. Negli ultimi giorni dice sempre più spesso frasi fuori contesto, non vuole più scendere i gradini da solo, vive in un mondo tutto suo fatto di figure geometriche. Noi siamo completamente nel panico, il 19 abbiamo la visita neuropsichiatrica ma é fra 10 giorni e lui sembra scivolarci via. Non riusciamo ad avere un consulto con nessuno, un aiuto anche psicologico, non sappiamo assolutamente come comportarci con lui. Scusi lo sfogo ma al momento non sappiamo a chi rivolgerci. Grazie mille!

Non avevo capito che c'era in

Non avevo capito che c'era in atto un cambiamento del bambino che vi preoccupa così tanto. Non vorrei vi faceste prendere dal panico, come appunto dite, dopo i dubbi messi dalla pedagogista. Nel panico uno non distingue più bene le cose, le sue paure dalla realtà. Voi notate che è sempre più nervoso e che fa o non fa cose che prima faceva. Che avete fatto nel recente fine settimana, che lui non è andato al nido..? E' successo qualcosa, di recente, malattie, cambiamenti, altro? Il pediatra che dice?

Buon giorno e grazie ancora

Buon giorno e grazie ancora per la sua risposta sollecita. Effettivamente il bambino è stato poco al nido l'ultima settimana. Recentemente ha avuto le placche alla gola e per questo motivo per circa tre settimane si è rifiutato di mangiare cibi solidi ma solo latte dal biberon. Ci son voluti

ben venti giorni di cura antibiotica e di un antinfiammatorio per fargli passare le placche. Al termine della cura ha ripreso a mangiare cibi solidi spontaneamente, 2 settimane fa. Comunque adesso non mangia molto anzi pochissimo e solo lo stretto necessario a pranzo e a cena, niente merenda niente frutta. Probabilmente è molto debole dopo la cura ma effettivamente abbiamo notato in lui un cambiamento repentino. Non accettava più le nostre coccole ma ci allontanava con la mano, ha iniziato a sbattere gli oggetti con forza per procurare rumore, sguardo spesso assente. Probabilmente voleva richiamare l'attenzione a causa del nostro star male. Ieri grazie a una zia il bambino sembra essersi calmato, ha ripreso a provare gioia nel gioco, era affettuoso e vispo e noi molto più rasserenati. Il bambino sembra che abbia le capacitá cognitive e simboliche di un bambino più grande ma l'etá mentale di un bambino più piccolo e forse ha bisogno di trovare il giusto equilibrio. Gli atteggiamenti stereotipati, l'ecolalia spesso permangono. C'é un altra cosa che ci stupisce molto, ha una memoria prodigiosa, ricorda cose viste anche se brevemente molto tempo fa. Ieri cercava un'alga marina di plastica rossa con cui aveva si e no giocato per 1 o 2 giorni un anno fa, ed era felice di averla trovata, E questo é solo un esempio! La pediatra non é molto di aiuto, quando il bimbo rifiutava i cibi solidi sosteneva che era solo un problema psicologico perché dopo 8 giorni di antibiotici le placche passano, sono stati i medici del ps pediatrico a visitarlo nuovamente e trovarlo ancora pieno di placche! La nostra pediatra é spesso una che fa le diagnosi per telefono, per carità disponibilissima e sempre molto gentile ma che inutile sofferenza avrebbe evitato a mio figlio se solo lo avesse rivisto! Chiudo nell'attesa di parlare con la npi giovedì prossimo, e cercando di stare calmi. Grazie mille!

I genitori mi hanno portato a

I genitori mi hanno portato a visita il bimbo. Il piccolo X sembra aver superato il momento critico della primavera scorsa, coincidente con una lunga malattia febbrile che lo aveva prostrato, e ora sta andando alla scuola materna con miglior disposizione, anche se sempre frenato nelle relazioni con i coetanei e nelle attività motorie, e con qualche fissazione che preoccupa i genitori.
Alla visita diretta appare un bambino un po' 'trattenuto' e un po' diffidente verso l' adulto e l'ambiente estraneo, e che di fronte alla situazione un po' stressante pur se in compagnia dei genitori, si 'difende' e si 'contiene' da sè, disegnando, parlottando e canticchiando da solo. Il contatto con me è stato praticamente limitato a qualche sguardo e alla risposta al saluto finale, senza un'evoluzione in seduta.
Qualsiasi bambino e persona ha delle modalità proprie di affrontare le situazioni stressanti, come quelle nuove e fonte di incertezza e ansia. Quella del trattenersi e bloccarsi è una modalità abbastanza comune, ancestrale, diffusa anche nel regno animale, come fanno paradigmaticamente i camaleonti che si bloccano e si confondono con l'ambiente, di fronte a un pericolo. Normalmente un bambino verifica la situazione in poco tempo e già nella prima seduta si osserva di solito un'evoluzione in cui si apre progressivamente alla curiosità e all'esplorazione dell'ambiente e della persona nuovi, mostrandosi così all'osservatore. Tempi troppo lunghi, o talvolta anche troppo brevi, indicano delle difficoltà ad affrontare un'esperienza simile, ma non di per sè una patologia. Certe abitudini e certe modalità, prolungandosi, entrano a far parte del carattere e della personalità, e saranno più o meno utili, ma non per questo 'patologiche ' o segno di malattia.
Tornando a X il suo livello di sviluppo cognitivo e apprendimento è adeguato all'età, anzi forse più evoluto, mentre si conferma che le modalità relazionali di entrare in contatto con le persone estranee e con l'ambiente estraneo sono un po 'trattenute' e bloccate più a lungo della media. Il piccolo affronta la novità in pratica senza esplorare l'ambiente ma circondandosi per così dire come di un muro protettivo di attività conosciute e con una vocalizzazione di cose ugualmente conosciute (canzoncine, parole ricordate, ecc) e magari di abitudini un po' fisse, insomma con un alone che lo protegge dal contatto con l'esperienza nuova. Questo alone, questo muro, questo rifugio non impediscono brevi comunicazioni verso i genitori, per bisogni o richieste, e nè sembrano ostacolare la sua attenzione e il suo riflettere, come quando deduce che fra poco è ora di andare.
Si può valutare che il bimbo finora non è stato ostacolato o danneggiato nel suo sviluppo da queste modalità di affrontare lo stress, che quindi non sono state tanto rigide da ostacolarlo. Ci si può chiedere quali siano state le cause. Dalla ricostruzione della storia, cioè dall'anamnesi attenta, si individua un'esperienza forse eccessiva e traumatica per il bambino, quando a 10 mesi iniziò l'asilo nido, non ancora pronto ad affrontare abbastanza bene l'esperienza, e non così piccolo da non rendersene conto. Le reazioni negative del bambino, pianti inconsolabili e anche cambiamenti a casa, non furono ben avvertite, anche perchè i genitori furono 'tranquillizzati' che fossero cose 'normali'. Pur se al nido si resero conto delle difficoltà del bambino, non informarono i genitori se non dopo molto tempo, e sollevando subito dubbi di malattia (autismo, s di Asperger...).
Ipotizzo che il bambino abbia così trovato da sè un modo di difendersi in quella difficile esperienza, costruendosi come un rifugio che lo proteggeva e lo isolava un po' dagli altri, e utilizzando le sue capacità intellettive e cognitive che andavano sviluppandosi, nell'uso di giochi, nel disegno e nel linguaggio, per 'contenersi' e controllare l'ansia, che all'inizio aveva manifestazioni più eclatanti.
A questo punto, anche se il 'rifugio' non è stato troppo rigido, credo che sia utile che il bambino trovi un po' alla volta altre modalità perchè alla lunga queste potrebbero disturbare le sue esperienze relazionali ed emotive affettive. Tutti noi abbiamo 'rifugi' e 'corazze' che usiamo in certe occasioni: l'importante è che non siano paralizzanti o eccessivamente 'pesanti' da impedire troppo le nostre esperienze.
Il bimbo ha ancora tempo, le esperienze in corso in questo momento sono meno stressanti, i genitori sono avvertiti ed attenti. Il rapporto con loro è buono, l'attaccamento alla mamma come figura primaria è stato forse l'elemento che ha più protetto il bambino, come una boa cui tenersi aggrappato. Il mio parere è che si possa vedere come va l'evoluzione del bimbo nei prossimi mesi, senza forzarlo e favorendo via via modalità più evolute. Solo quando il bimbo si sentirà abbastanza rassicurato sulla persistenza della sua 'base primaria', costituita dalle figure genitoriali e dall'ambiente familiare, si potrà avventurare nell'ambiente esterno senza bisogno dello 'scafandro' che finora si è messo, come un astronauta che esce dalla navicella spaziale.
Sarà opportuno verificare periodicamente l'evoluzione in modo da vedere se sono consigliabili altri interventi, che però al momento vedrei focalizzati su tutto il nucleo familiare e non solo sul bambino, per sciogliere il clima di paura e tensione che a volte può ostacolare ulteriormente i rapporti.

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