tic o sintomi ossessivi?

Un padre scrive a un sito di medicina online per una richiesta di consulto, da cui prendo spunto per accennare all'argomento, che può interessare anche altri. Il figlio di dieci anni, perfetto in tutto, scuola sport casa, ha una serie di 'tic', o 'manie', : "quando si siede a tavola appena beve deve battere tre volte il bicchiere sul tavolo, oppure prima di lavarsi denti la sera deve fare uno sbadiglio guardandosi allo specchio, per non parlare dei "riti" prima di andare a letto, ecc...insomma ha diversi tic o "manie" (non saprei come definirle....)". I genitori lo rimproverano e specie il padre si arrabbia a vederlo fare così. Dice che la situazione per il resto è assolutamente normale, e che i genitori non lo assillano per il rendimento, ecc.

In realtà non si tratta nè di

In realtà non si tratta nè di tic nè di manie, ma di sintomi ossessivi: manovre scaramantiche, rituali di rassicurazione e controllo. Sono un sintomo 'nevrotico' (parola che non va più di moda ma a mio avviso è utile per differenziare da quadri più gravi, 'psicotici', ecc), manifestazione di una situazione di tensione e ansia che il bambino 'controlla', diciamo così, o cui reagisce con quelle modalità. Se gli si impedisce di farlo, con i rimproveri, le sfuriate, ecc, l'ansia aumenta e il sintomo a un certo punto 'sfuggirà' in qualche modo o si andrà verso una crisi comportamentale più eclatante.
Bisogna invece indagare la situazione per cercare di individuare l'origine dell'ansia e trovare delle modalità più adeguate per affrontarla, perchè la situazione così disturba lo sviluppo. Prima di tutto è bene valutare la situazione familiare, da cui tutte le tensioni e ansie dei bambini hanno in qualche modo origine. Nel senso che l'organizzazione e il funzionamento familiare, senza accorgersi, può favorire il costuituirsi di 'disfunzioni' che si possono ripercuotere, anche in base alla caratteristiche del bambino, sul suo stato emotivo e psicologico.
Da come è descritto è un piccolo perfezionista, e anche questo fa parte del quadro. Il bambino probabilmente sente come un dovere il funzionare al massimo e non si permette debolezze o risultati negativi. Inevitabilmente, anche se i genitori affermano di non pressarlo minimamente per i risultati, qualche elemento dell'amiente familiare può influire sul suo atteggiamento e molto spesso, se si riesce a fare qualche piccolo cambiamento, o mettere a fuoco delle disfunzioni non avvertite, la situazione si evolve positivamente e non solo i sintomi diminuiscono e passano, ma lo sviluppo può riprendere su basi più sicure.
Il consiglio è quindi di chiedere una valutazione familiare: attenzione, non significa 'dare la colpa' alla famiglia, ma trovare gli ostacoli più facilmente affrontabili e rimuovibili, per il benessere di tutti, sia bambino che familiari.

dr GBenedetti

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