risultati test

Buon giorno
siamo andati a ritirare l'esito dei test che hanno coinvolto ns figlio di 3 anni...come già spiegato nei miei precedenti interventi.
Test ados (modulo1)
area della comunicazione 8
area interazione sociale reciproca 12
quindi sopra la soglia dell'autismo
scala cars 44.5

le riporto anche una prima valutazione (dopo 5 sedute circa)fatta dalla psicomotricista che ha preso in carico mio figlio e che ha dato una buona dscrizione del mio cucciolo.
"E’ stata eseguita una valutazione psicomotoria all’interno di un contesto di gioco semistrutturato preceduta da un colloquio conoscitivo con la mamma.
Il bambino appare interessato all’ambiente psicomotorio e attratto dai giochi e oggetti proposti. Spontaneamente, ricerca giochi sensomotori e di movimento con oggetti (es, la palla, cuscini) e senza oggetto, correndo per la stanza ed esplorando tutto lo spazio a disposizione. Il coinvolgimento dell’adulto è sporadico e avviene quando necessita di aiuto per prendere un oggetto di forte interesse posto in posizioni inaccessibili: prende la mano dell’adulto e la direzione verso l’oggetto desiderato come forma di richiesta e indicazione. L’aggancio oculare è momentaneo ed è talvolta accompagnato da un cenno del capo in senso affermativo di fronte alla proposta di giochi molto motivanti per il bambino (es. bolle di sapone, macchinine). Il bambino tollera e talvolta ricerca il contatto corporeo come consolazione e per richiedere giochi corporei (es. dondolare..) durante i quali l’aggancio oculare è molto più prolungato. Accetta l’inserimento dell’adulto all’interno della sua sequenza di gioco per tempi molto limitati prediligendo il gioco individuale isolandosi con comparsa di stereotipie motorie e in particolare di autostimolazione visiva (es. passare la mano davanti agli occhi, rivolgersi verso la fonte luminosa, guardare gli oggetti da angolazioni particolari.). L’utilizzo del canale verbale è limitato all’emissione di gridolini di piacere di fronte ad attività molto gradite e di sequenze di suoni durante il gioco senza valenza comunicativa. Dal punto di vista dello sviluppo psicomotorio, risultano acquisite le principali coordinazioni cinetiche semplici (cammino, corsa..) mentre manifesta difficoltà in quello più complesse (es,. salti) e nel superamento di ostacoli di piccole e medie dimensioni dove ricerca la vicinanza e aiuto dell’adulto. Las regolazione tonica (il tono dell’azione) appare leggermente diminuito, ma aumenta di fronte alla richiesta di attività motoriamente impegnative o poco gradite. Dal punto di vista prassico, le principali prassie ideomotorie semplici, ovvero attività con l’oggetto legate alla quotidianità (es.mettere dentro-fuori, aprire-chiudere), sono acquisite mentre ha difficoltà nelle prassie più complesse, in particolare nell’orientamento dell’oggetto. Il controllo segmentario (motricità fine e settoriale delle dita) è discretamente e organizzato con l’adozione di una presa adattata alle caratteristiche degli oggetti (es. pinza fine per i chiodini). Le abilità visuo-percettive sono deficitarie dati i brevi tempi di attenzione visiva dedicati all’attività e allo stimolo proposto.
Sulla base degli elementi emersi dall’osservazione e dalla valutazione si propone un’intervento psicomotorio finalizzato a favorire la relazione e l’interazione con l’altro attraverso il canale sensomotorio al momento più sviluppato nel bambino con l’obiettivo di prolungare i tempi di attenzione dedicati all’attività e di incentivare il gioco con l’altro."

Quello che aggiunge preoccupazione alla diagnosi di autismo è il fatto che ci hanno detto che per vedere miglioramenti il bambino deve essere seguito in modo strutturato per circa 25 ore la settimana (scuola, terapisti, famiglia).
Ovviamente le terapie con la scuola potranno essere di un paio di ore la settimana....quindi il tutto pesa sull'insegnante di sostegno, la scuola in generale e la famiglia. Quindi devo sperare in una buona maestra di sostegno...

...non aggiungo altro
se ritiene, può di darmi un ulteriore gradito parere
babi

Dalle informazioni in aprile

I test che lei riporta sono in accordo con le sue descrizioni.
Dò poco valore ai punteggi (ADOS e CARS), perchè come tutte le misure, sono solo quantitative: possono aver senso solo per confronto con punteggi successivi, per vedere se l'evoluzione è positiva o meno, ma non hanno secondo me valore nè diagnostico nè prognostico. (come per una misura di velocità alla corsa: il mio tempo può essere alto, e quindi farmi escludere dalle gare successive, ma non dice il motivo della mia lentezza, se una malattia o mancanza di allenamento...)
La descrizione della psicomotricista assomiglia alla sua: descrive un bambino con una certa immaturità motoria ma specialmente con uno scarso contatto con le persone se non per richiesta di aiuto e un'uso delle cose e dell'ambiente prevalentemente motorio, con scarsi aspetti simbolici. Si aggiungono momenti di autostimolazione sensoriale.
Ora, tutti questi aspetti si ritrovano nei bambini cosiddetti autistici, ma anche in bambini con altre difficoltà di sviluppo, dovute a epilessia o altre malattie, o talvolta a cause non ben valutabili.
Non esistono prove che interventi massicci cambiano l'evoluzione dei bambini autistici, mentre i bambini con altre difficoltà dello sviluppo, e sintomi simil-autistici, risentono positivamente di vari tipi di interventi.
Mentre farei gli esami che avevo suggerito (EEG, esami genetici e metabolici), mi sembra che il progetto della psicomotricista ("un’intervento psicomotorio finalizzato a favorire la relazione e l’interazione con l’altro attraverso il canale sensomotorio al momento più sviluppato nel bambino con l’obiettivo di prolungare i tempi di attenzione dedicati all’attività e di incentivare il gioco con l’altro.") sia accettabile, se il bambino ci va volentieri, mentre parlare di 'intervento di 25 ore' ricalca solo la moda del momento (modelli ABA e simili) ma ha poco senso. Direi che più tempo è usato per esperienze utili e meglio è per il bambino: questo non vuol dire che le esperienze utili siano quelle di 'terapia', ma che il bambino sia in un contesto favorevole, per scambi e attività, come dovrebbe essere quello dell'asilo.
Importante è non farsi prendere dal panico e cercare di far fare al bambino esperienze utili per lo sviluppo e la comunicazione sia a casa, che a scuola. Per questo c'è bisogno, secondo il metodo da me seguito, di sedute frequenti con genitori e bimbo e di adulti (insegnante di sostegno e altri) che seguano il bambino nella scuola, opportunamente seguiti da specialisti. Molti bambini hanno avuto sviluppi positivi, "solo" con questo. Se necessario per la famiglia, può essere utile anche un educatore domiciliare che aiuti i familiari per alcune ore alcuni pomeriggi.
Direi anche che 'la diagnosi' è l'ultimo dei problemi, non essendo l'autismo una malattia che ha terapie specifiche riconosciute. Molto più importante è cercare di favorire lo sviluppo spontaneo e di evitare ostacoli ed errori.
Non so com'è lo stato d'animo suo e degli altri familiari, spesso c'è abbattimento e disperazione, comprensibili, ma che non aiutano ad uscire dalla situazione. L'intervento familiare che ho detto serve anche a recuperare le risorse della famiglia, che resta lo 'strumento terapeutico' principale. La resistenza e la pazienza sono doti indispensabili in queste situazioni. Se si riesce ad evitare il panico e la confusione e la perdita della speranza, spesso i risultati a distanza sono molto positivi.
Cordialmente

Per prima cosa grazie della

Per prima cosa grazie della risposta.
Per quanto concerne gli esami ne abbiamo parlato con lo psicologo ma lui per ora non li farebbe (ci ha detto che il bambino non sembra avere dei grossi disturbi neurologici a prima vista) cmq ci ha rimandato a parlarne con lo neuro psichiatra dell'asl di riferimento...cosa che faremo.
Ovviamente l'abbattimento e talvolta la disperazione che ha preso me e mio marito c'è, cerchiamo di combatterla con la speranza e il desiderio di aiutare ns figlio, però è dura anche per i pochi aiuti che abbiamo e calcolando che abbiamo un'altra figlia di poco più grande.

Dal ns canto stiamo cercando di aiutare anche noi ns figlio, le do ragione che pazienza e resistenza sono il primo passo, ma sto cercando anche degli strumenti in più per capire e trovare la strada migliore per affrontare il problema. Lei ci può suggerire delle letture?
Sia lo psicologo che la psicomotricista ci hanno suggerito GIOCO E INTERAZIONE SOCIALE NELL'AUTISMO di Xaiz e Micheli. I giochi sono quelli da fare con ns figlio.
Poi ho letto Greenspan Trattare l'autismo. Il metodo Floortime per aiutare il bambino a rompere l'isolamento e a comunicare.

Mi ha incuriosito il discorso dell'educatore domiciliare. In cosa consiste? Devo parlarne con il neuro psichiatra dell'asl?

a presto babi

Gli esami vengono fatti per

Gli esami vengono fatti per scoprire eventuali malattie che possono essere alla base di disturbi dello sviluppo e dell'apprendimento, che talvolta, anche se non spesso, possono avere indicazioni terapeutiche specifiche, come ad esempio nella fenilchetonuria, che dovrebbe essere esclusa con screening alla nascita, ma a volte può sfuggire, o nell'epilessia-afasia. Non è detto che abbiano sintomi neurologici particolari e, senza svalutare la figura dello psicologo, la questione deve essere valutata a livello medico specialistico (neuropsichiatria infantile o neurologia pediatrica).
Tutti i metodi di trattamento dell'autismo intendono diminuire l'isolamento e aumentare i contatti e le comunicazioni, chi con metodi più direttivi, basati su ricompense e 'punizioni', anche se ora molto meno usate, (metodo ABA) chi con metodi più di attrazione del bambino al contatto, come il floortime del dr Greenspan, promosso in Italia dalla drssa Sindelar ( vedi anche questo articolo ). Direi che i metodi 'direttivi', comportamentistici, servono con bambini più grandi per imparare norme sociali e modalità di adattamento all'ambiente, mentre con bambini piccoli, specialmente nelle condizione a diagnosi incerta e aperta, sono più indicati, secondo me, i metodi basati sull'attirare il bambino in situazione di condivisione con suoi coetanei, nelle situazioni di asilo sotto la guida di persone con esperienza. Il contatto sociale e la comunicazione sono una conquista e una gratificazione in sè e uno strumento che si auto-promuove, per così dire, una volta scoperto. Ovviamente va visto il singolo bambino e la sua modalità di contatto e gli aspetti favorevoli rispetto a quelli sfavorevoli per cercare di incentivare i primi...
Direi che qualunque sia poi la diagnosi, a distanza, in ogni difficoltà di sviluppo, come in ogni altra cosa, va cercato di mettere a fuoco gli ostacoli, che magari non si vedono facilmente, e invece le modalità più utili per lo sviluppo. L'obiettivo non è tanto far rientrare nella norma il comportamento, magari ingaggiando scontri faticosi, ma viceversa usare ogni possibilità perchè lo sviluppo vada avanti. Quello che va evitato se possibile è l'arresto dello sviluppo e dell'apprendimento. A volte certe fissazioni o certe modalità atipiche a anomale possono essere utili per apprendere e non vanno scoraggiate, bensì utilizzate per esperienze di nuovi apprendimenti. Anche questo riguarda però di solito bambini più grandi.
Quello che possono fare i genitori è probabilmente fondamentale, ma direi la prima cosa e reagire all'abbattimento e alla disperazione, che possono portare sia alla passività che al'iperstimolazione, entrambe controproducenti. Ricostruire l'ambiente familiare in modo che sia vivibile realisticamente per loro stessi e per gli altri figli è a mio parere il passo fondamentale anche per fornire un ambiente abbastanza buono al bambino in difficoltà. In un ambiente familiare con un buon equilibrio anche un bambino con lesioni cerebrali congenite si svilupperà al massimo delle sue possibilità, probabilmente. I genitori secondo me devono più badare a creare le condizioni favorevoli, più che fare interventi attivi specifici, che rischiano di trasformarli in 'terapeuti' e di snaturarli come genitori. Altri terapeuti si trovano, altri genitori no. Non è per nulla una cosa facile, e non si basa su 'istruzioni' o letture, ma spesso sul liberarsi di pregiudizi o convinzioni o abitudini sfavorevoli e sul mantenere un'atteggiamento realistico, prudente, pensante e non miracolistico, atteggiamento quest'ultimo che espone al rischio di cadere nelle molte 'terapie' miracolose e fideistiche promosse da personaggi vari che scoprono nuove cause e nuovi rimedi, di solito fasulli. Specialmente internet ne è pieno.
Ma non tratterei vostro figlio 'come se ' fosse autistico, in assenza di una diagnosi clinica sicura, non basata su punteggi di test, e per cui non basta nemmeno l'osservazione di una psicomotricista.
Oltre a escludere malattie del bambino, cercherei per prima cosa di escludere fattori ambientali sfavorevoli, onde liberare il più possibile la strada dagli ostacoli allo sviluppo.
Cordialmente
dr GBenedetti

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