Ritardo del linguaggio a 21 mesi...

Gentilissimo Dottore, sono la mamma ... di X, un bimbo dolce che compirà 21 mesi ... (fra poco). Perché le sto scrivendo? A non parla, neppure una parola. Diceva mamma, già a 9 mesi, ma dopo un po’di tempo verso i suoi 12 mesi ho smesso di stimolarlo e non l’ha più ripetuto. A è stato con me fino a circa 11 mesi, con l’aiuto a volte di una tata, poi a settembre 2010 sono tornata a scuola e quindi A la mattina è stato affidato alle cure della tata, signora amorevole mamma e nonna (io purtroppo non ho più i miei genitori, che certamente in questo momento mi saprebbero sostenere...). Sono certa che sente bene, anche se non abbiamo fatto un esame specifico, e ha degli atteggiamenti empatici e comunicativi, ma questa assenza totale di parole comincia a preoccuparmi seriamente.... Finora ho cercato di non drammatizzare e non negativizzare ogni cosa, come tendo spesso a fare, anche su consiglio di mio marito che è un ottimista fiducioso... ma ora non ce la faccio più, questo pomeriggio sento di dover chiedere aiuto. A comunica in modo non verbale: sa fare ciao con la manina, a volte in modo avulso dal contesto, a volte su richiesta, o se intuisce che stiamo andando via da un posto. Indica il biberon o il biscotto con la manina, indica la strada dove è l’ufficio del papà, risponde in modo entusiasta imitando il suono del bacio quando il papà torna la sera, e lo abbraccia affettuosamente. Se gli dico: “A andiamo a spasso, si dirige spedito verso la porta e tenta di aprirla, se gli chiedo di spegnere la luce lo fa. Guarda con interesse Pippi Calzelunghe e partecipa ridendo alle scene più divertenti. batte le manine se gli dico bravo o se si allaccia dal solo la cinghia del seggiolone. accanto all’assenza di comunicazione verbale ho notato che a volte, per brevissimi momenti, cammina sulle punte. ancora più raramente gira su sè stesso, ma credo lo abbia fatto perlopiù in occasione di un cartone chiamato “Angelina ballerina”. Percorre in modo insistente, non vorrei dire ossessivo, il vialetto di casa della nonna, e solo dopo aver fatto lo stesso percorso innumerevoli volte si decide a cambiare direzione. A volte non reagisce se viene chiamato, come se non sentisse... Gli piace richiudere il biberon dopo aver bevuto, o le porte che trova aperte. Anche per l’alimentazione è in ritardo: io non gli ho MAI dato omogeneizzati, nella speranza che presto avrebbe abbandonato le pappe e avrebbe gradito il cibo preparato per noi (peraltro sia a pranzo che a cena per motivi diversi non riusciamo a mangiare insieme a lui, che mangia prima con la tata o con me). Tutt’ora se gli propongo cibo a pezzettini, dopo i primi 3 o 4 bocconi non ne vuole più, mentre lo stesso cibo frullato lo finisce tutto, Inoltre non è affatto curioso del cibo che mangiamo noi. Se gli avvicino pezzetti di formaggio, prosciutto, o anche un cucchiaino con panna o cioccolato, non e vuole sapere. Gli piace invece sbocconcellare biscotti, pane, pizza. Usa il cucchiaio come un gioco, e non riesce a bere dal bicchiere.
La pediatra mi rassicura, secondo lei per colmare questi gap sarebbe utile il nido. Per questo ho in animo di mandarlo al nido dal prossimo settembre (avrà quasi 2 anni) e per il mese di luglio l’ho iscritto a un asilo estivo che frequenta per 2/3 ore la mattina. La sua reazione è stata piuttosto normale, a detta delle educatrici: piange disperato nel momento in cui mi allontano, poi si tranquillizza e mi viene incontro felice quando vado a prenderlo. Gli altri bambini, prevalentemente femmine, sono tutte più grandi e non alla prima esperienza di asilo, quindi lui si limita ad osservare ed avvicinarsi timidamente a qualche bambino e perlopiù gioca da solo. Non so se ho riassunto in modo corretto la situazione, spero di non aver omesso particolari importanti.
Le sarei grata se volesse rispondermi, confido tanto in una sua rassicurazione.
XY

Informazioni per i consulti

Può essere utile per la richiesta di consulto su bambini piccoli ( sviluppo psicomotorio, linguaggio, comportamento, relazionalità, problemi scolastici, ecc), dopo aver illustrato i motivi della richiesta, allegare le seguenti informazioni, rispondendo se possibile a tutte le domande:

problemi in gravidanza. no
nascita a che settimana 38,5 Parto cesareo
peso alla nascita 3,345
indice di Apgar ……./ ……….. durata del ricovero in h: 120
allattamento: materno (con tiralatte per un mese) poi artificiale svezzamento 6 mesi

sonno , orari e modalità: regolare: dalle 21,30-22 alle 7,30-8 pomeriggio dalle 13,30-14 alle 16- 16,30
alimentazione: preferibilmente pappe di carne o pesce o legumi frullati, frutta frullata, pizza e pane

abitudini ( ciuccio: se nervoso e prima di addormentarsi) biberon: per l’acqua, non vuole più il latte dai 14 mesi (ma mangia ricotta, parmigiano, yogurt), orsacchiotto: non ha oggetti a cui è particolarmente legato, abbraccia indifferentemente cuscini o i peluches se stanco, copertina: gli piace toccare il lenzuolino prima di addormentarsi) .....

sviluppo psico-motorio:
seduto da solo a che età 9 mesi (era molto alto e pesante)
primi passi 15 mesi e mezzo
prime parole mamma a 9 mesi, ma per pochi mesi
capacità motorie: buone
controllo sfinterico (pipì e popò) si limita a guardarmi divertito se gli chiedo se ha fatto la cacca.....
sviluppo del linguaggio (v. sopra)
uso dei giochi ( gioco funzionale ....imitativo .....rappresentativo: gioca con le costruzioni, inserisce le formine, “legge” il libro e indica le figure che gli suggerisco, è timoroso rispetto al triciclo e allo scivolo)
disegno spontaneo (scarabocchio, ... omino testone .... casa .... figure....: ho prpvato a farlo disegnare ma mangia le matite....)
rapporto con le persone: ottimo con i familiari, normale con gli altri, è disponibile se si avvicinano con dolcezza....
comportamento mi sembra normale, recentemente se più stanco reagisce piangendo a un suo insuccesso: se cade scendendo uno scalino o non riesce a fare una cosa
reazione a divieti a volte reagisce in modo pacato e remissivo, se più stanco piange e protesta un pò.

A scuola
asilo nido: no, per ora solo un corso estivo di 4 settimane A che età 20 mesi e 1/2. Reazioni: normali ………….
Scuola materna …………….. eventuali difficoltà
Successive scuole .......
Rapporti sociali, amicizie, attività extrascolastiche........

Composizione familiare 3 + 2 figlie adolescenti di mio marito non continuativamente con noi
altri conviventi (nonni, parenti, ecc) …………
Organizzazione familiare e modalità educative....
Eventi particolari, cambiamenti, lutti, ecc : il mio ritorno al lavoro a settembre 2010.
Visite mediche, ospedale, altro......
Eventuali esami fatti e referti (Udito, vista, eeg, rmn,...)
Altre osservazioni ……….

Gentile signora da quello che

Gentile signora
da quello che scrive, e dalle informazioni aggiunte secondo lo schema consigliato, direi che il suo bimbo è assolutamente normale e non deve preoccuparsi: sono d'accordo col pediatra. C'è un ritardo del linguaggio, e nient'altro (lasci perdere l'autismo più o meno spettrale, per favore...). Può darsi che la separazione a undici mesi dalla madre per il ritorno al lavoro abbia interferito con lo sviluppo del linguaggio a quell'epoca, ma niente è perduto. Se è sicura che ci sente bene - ma un esame audiometrico glielo farei, per tranquillità..., e se proprio farei anche un eeg nel sonno (ma lo discuta col pediatra) per escludere una sindrome di Landau Kleffner (ma solo per togliersi il pensiero) - non ci pensi e si limiti a stare col suo bambino ( lei e gli altri) nel modo più naturale, senza avere in mente di 'stimolarlo', ma solo rispondendo alle sue iniziative. Se uno sta ad osservare un bambino, disposto a vedere cosa fa e conoscerlo, senza 'istruirlo', dopo poco si apre un mondo di curiosità e interessi e comunicazioni e relazioni, che sono l'unico 'stimolo' veramente utile, ma naturale, spontaneo. E il bambino può così imparare dall'esperienza del rapporto spontaneo e naturale con le persone intorno a lui, senza alcun psicologismo o pedagogismo ( se non quello di rispettare la sua spontaneità e iniziativa, e ovviamente di mettere i limiti e le regole necessarie).
Credo che con l'esperienza che sta facendo al centro estivo, possa poi iniziare anche il nido senza problemi, magari non trascurando la fase di separazione, da farsi senza nascondersi o scappar via, ma come esperienza che un po' alla volta, anche se 'faticosa' (più che dolorosa: si tratta di imparare nuove abitudini, è sempre faticoso lasciare le vecchie...) con aiuto, rinforza e fa crescere, ma deve essere dosata e non esagerata nei modi e nei tempi.
Ci informi di come andranno le cose...
cordialmente

dr GBenedetti

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