La neuropsichiatria infantile in Italia

La neuropsichiatria infantile (npi) è una specialità medica che si occupa dello sviluppo psicomotorio del bambino e dei problemi e difficoltà di ordine neurologico, psichiatrico, neuropsicologico e dell'apprendimento nella cosiddetta età evolutiva, cioè fino alla maggiore età.

Come abbiamo scritto tempo fa in wikipedia (che usiamo qui come fonte),
"la neuropsichiatria infantile è una branca specialistica della medicina che si occupa dello sviluppo neuropsichico e dei suoi disturbi, neurologici e psichici, nell’età fra zero e diciotto anni. Tradizionalmente in Italia il neuropsichiatra infantile è il referente per lo sviluppo psicomotorio e le sue difficoltà, per le difficoltà di apprendimento scolastico e per le condizioni di handicap neuropsichico. In pratica è lo specialista dell'handicap gestione globale, nel suo ruolo di consulente per le scuole previsto dalla Legge 104/92, e di referente per le famiglie per tutti i problemi connessi. E' da notare che non vi è una figura corrispondente per l'assistenza all'handicap negli adulti. Nell'ambito delle 'equipe' cioè del gruppo di operatori di diversa professionalità in cui tradizionalmente si svolge il suo lavoro (vedi qui sotto), il npi ha abitualmente il ruolo di coordinatore dei diversi interventi per una gestione integrata. Questo vale purtroppo forse più sulla carta che nella realtà, dove la cosiddetta multiprofessionalità ricorda spesso l'orchestra senza direzione di un film di Fellini.

Il gruppo di lavoro in neuropsichiatria infantile, o Salute Mentale dell'Infanzia e dell'Adolescenza, è costituito normalmente da diverse figure professionali esperte in età evolutiva, oltre al npi, come lo psicologo dell'età evolutiva, il terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva, il logopedista, l'educatore, l'assistente sociale, l'infermiere e altri. Nei gruppi di lavoro costituiti per l'integrazione scolastica delle persone handicappate che si riuniscono periodicamente per la definizione e la verifica dei PEI (Piani Educativi Individualizzati) è presente anche la figura dell'insegnante di sostegno e dell'assistente scolastico accanto a quella degli insegnanti curricolari, in ogni ordine di scuola.

Gli ambiti assistenziali in cui opera il npi sono: l'ospedale, più o meno collegato con l'università, per la diagnosi e la cura delle forme morbose complesse e delle malattie rare o acute e i servizi territoriali delle ASL per l'assistenza globale. Il neuropsichiatra infantile svolge spesso la funzione di CTU( consulente tecnico d'ufficio) su incarico del Tribunale di ogni ordine e grado, su quesiti specifici dei giudici, in particolare in merito alle questioni di affidamento di minori nelle separazioni genitoriali conflittuali o nelle situazioni di abusi o trascuratezza, oltre che nella definizione dei provvedimenti di tutela quali l'interdizione, l'inabilitazione e, più recentemente, l'amministrazione di sostegno.

Cenni storici

Nata nel secondo dopoguerra come subspecializzazione della neuropsichiatria (Clinica delle malattie nervose e mentali) in Italia è rimasta unificata mentre altrove ha seguito le vicende del settore adulti, che negli anni '70 si è suddiviso in psichiatria e neurologia. Anche nel campo adulti è in atto però una spinta alla riunificazione, che già trova un contenitore nella voce 'neuroscienze' che fa riferimento alla ricerca biologica sul 'cervello' e il suo funzionamento. In effetti però gli specialisti per lo più si sono perfezionati in un solo settore, anche per la crescente complessità della materia, che difficilmente può essere affrontata complessivamente ad alto livello da una singola persona.

A loro volta sia neurologia che psichiatria si suddividono in altre sub-specializzazioni, specialmente a livello di centri universitari, per cui in neurologia troviamo subspecializzazioni in neurofisiopatologia, epilettologia e simili, mentre in psichiatria troviamo orientamenti neuropsicologici, psicoterapici, psicofarmacologici, raramente uniti in un singolo specialista. Come per il campo della psichiatria generale, diverse correnti di pensiero hanno attraversato la neuropsichiatria infantile influenzando nel corso di vari decenni gli orientamenti di base e le impostazioni scientifiche e metodologiche prevalenti. Si sono succedute così 'idee dominanti', dapprima quella psicoanalitica, poi quella biologico-cognitivista che per così dire tendono, o hanno teso, a monopolizzare gli orientamenti dei più, con l'effetto sgradevole di mode o imposizioni, più che di un confronto e dibattito realmente scientifico.

Al movimento antipsichiatrico che nella psichiatria adulti portò alla chiusura dei manicomi e alla riorganizzazione dei servizi sul territorio, o almeno al tentativo di farlo, è corrisposto nel settore infanzia (e adolescenza), come linea di tendenza che ha unificato operativamente le diverse spinte esistenti, un movimento per l'integrazione nelle scuole, in classi normali, dei soggetti variamente disabili che prima erano inseriti invece in classi speciali o istituti speciali, differenziali, come avviene tuttora in altri paesi del mondo occidentale. Come per la legge 180 nel '78 nel settore adulti, che ha sancito la Riforma Psichiatrica er la chiusura dei manicomi, questa evoluzione ha trovato riscontro nella promulgazione della Legge 104 del 1992 sui diritti delle persone handicappate ed ha fortemente improntato l'organizzazione dei servizi per più di un decennio. Indubbiamente questo ha influenzato fortemente l'operatività dei neuropsichiatri infantili, specialmente a livello dei servizi territoriali, in un lavoro strettamente collegato con le scuole e in stretta collaborazione con professionalità non mediche, come specificato sopra." (fine citazione da wikipedia)

Come si vede la neuropsichiatria infantile in Italia ha tradizionalmente seguito sempre il modello psico-sociale, privilegiando il lavoro psicologico con i bambini e gli adolescenti accompagnato dal lavoro psicologico e sociale con gli adulti interessati, principalmente genitori e insegnanti. Infatti come si diceva l'organizzazione dei servizi npi della ASL è basato da alcuni decenni sulla stretta integrazione fra servizi sanitari - con neuropsichiatri, psicologi, educatori, logopedisti e fisioterapisti - servizi sociali, con assistenti sociali, educatori e assistenti domiciliari e scolastici. La legge 104/92 (Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate) ha fortemente influenzato l'integrazione dei servizi sanitari, sociali ed educativi (scuole pubbliche e private e doposcuola e centri diurni) per cui l'intervento nei bambino con handicap fisico o psichico, o semplicemente con difficoltà e disturbi di ordine psicorelazionale, si basa in gran parte su interventi educativi e sociali di rinforzo alle famiglie e alle scuole, e su interventi psicoterapici di vario tipo. Da questa impostazione generalizzata erano praticamente esclusi i farmaci, tranne che per situazioni limitate di gravi scompensi comportamentali.

Situazione e tendenze

Da circa un decennio è in atto un tentativo di trasformare questo tipo di intervento dando molto più spazio ai farmaci, sull'onda della forte diffusione del modello biomedico e farmacologico nella psichiatria adulti, dell'influenza del modello americano basato sul DSMIII e segg. e sull'ipotesi puramente biomedica dei disturbi psichici e comportamentali. Questa impostazione bio-farmacologica ha guadagnato molte posizioni in campo accademico e c'è il rischio che le nuove generazioni di neuropsichiatri infantili, come già è accaduto nel campo della psichiatria degli adulti, escano dall'Università e dalle scuole di specializzazione con una preparazione settoriale e limitata, privi di strumenti di comprensione della realtà e di intervento che non siano quelli puramente farmacologici. La situazione è preoccupante.
Un altro elemento di preoccupazione, che è condiviso però con la medicina in generale e l'organizzazione dell'assistenza sanitaria pubblica, deriva dalla gestione burocratica e partitica di gran parte dei servizi sanitari, dove la meritocrazia, cioè la capacità e l'esperienza professionale sono un elemento assolutamente insignificante nell'attribuzione degli incarichi rispetto all'appartenenza alle varie lobby che dominano le istituzioni sanitarie delle varie regioni. Il rischio e talvolta la realtà è che i servizi siano assolutamente mal diretti e mal organizzati, a scapito della salute mentale dei pazienti e anche degli operatori dei servizi. Ma ciò è ampiamente noto e qua e là emergono richieste di cambiamento e riorganizzazione, sulla spinta delle aree di inefficienza crescente e della mancata risposta a problemi emergenti, come ad esempio per quanto riguarda l'area dell'adolescenza e in particolare dello scompenso adolescenziale, oltre che per i complessi problemi posti dall'ondata immigratoria in atto.
Ho scoperto un sito dove è disponibile una classifica dei reparti ospedalieri di NPI in Italia,
basata sulle opinioni degli utenti. Curioso da scorrere, anche se assolutamente incompleto.

(2009)

Questo scritto è dell'ottobre

Questo scritto è dell'ottobre 2009, quando ancora ero in attività nei servizi pubblici. Ormai ne sono uscito da più di cinque anni, e non ho più idea di come la situazione si sia evoluta. I riscontri che vengono dalle descrizioni di molti che scrivono su queste pagine fanno pensare che la situazione si sia ulteriormente deteriorata. Dispiace vedere come sembra essersi disperso un patrimonio di competenze ed esperienze che avevano portato i servizi pubblici in questo campo a livelli molto alti. Sembra esserci stata quasi una 'tabula rasa' e che ora metodi assistenziali, rapporto medico-paziente e competenze professionali abbiano subito quasi una mutazione genetica.

dove va la npi?

Vedi una messa a punto della questione nell'articolo 'dove va la npi?'

AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.
_____________________________
ATTENZIONE : si chiede gentilmente a tutti gli utenti del sito di mandare un breve aggiornamento sul consulto effettuato. In questo modo sarà possibile avere un riscontro a distanza della correttezza delle risposte date. I risultati verranno pubblicati sul sito. Grazie Vedi

P.IVA : 01496010537
dr Gianmaria Benedetti - Firenze, via S Reparata,69 - Ordine dei medici (FI) n.4739

NB questo sito recepisce le linee di indirizzo dell' Ordine dei medici di Firenze sulle consulenze mediche on line.
Si dichiara sotto la propria responsabilità che il messaggio informativo è diramato nel rispetto della linea guida approvata dallo stesso Ordine.

Questo sito non costituisce una testata giornalistica poichè viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può quindi essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. -

LEGGE SUI COOKIE
Questo sito fa uso di cookie tecnici. INFORMATIVA ESTESA

Risoluazione online delle controversie (Unione Europea)