autismo e terapie alimentari

m. to gianmaria.benedetti

buonasera,sono esterna al mondo dell'autismo,sono una dietista e per caso mi sono trovata a contatto con un gruppo di bambini autistici,io vorrei evitare il prurtroppo doloroso percorso illusione-disillusione e pur essendo da molti anni nell'ambito medicine non convenzionali,condivido con lei la mancanza a volte sdi dati oggettivi e l'enorme esborso economico.
vorrei se possibile sapere quali studi hanno consigliato l'astensione dal glutine,ed anche che chelanti vengono usati,se ha studi etc etc vorrei essere documentata la ringrazio
m.

Gentile dietista, la sua

Gentile dietista,
la sua domanda tocca l'argomento molto delicato delle terapie alternative dell'autismo, che dilagano sia nel mondo virtuale di internet che nel mondo reale delle famiglie con un familiare autistico, che rischiano spesso di finire vittima di iniziative più o meno paludate, in buona o cattiva fede, che a volte sconfinano con la ciarlataneria. Tali terapie, fra cui rientrano quelle con chelanti (farmaci usati per eliminare metalli pesanti dall'organismo in certe malattie e intossicazioni) le diete prive di glutine, normalmente usate nei casi di malattia celiaca, cioè inolleranza al glutine, e più recentemente le terapie iperbariche, si basano su teorie per ora non suffragate da prove convincenti, nè sembrano esserlo i risultati.
D'altronde l'argomento auatismo è ancora assolutamente sconosciuto e anche la 'scienza' sembra spesso al limite della ciarlataneria nel promuovere teorie e interventi che sono privi di prove della loro validità. C'è confusione d'altronde anche nelle diagnosi e nei criteri diagnostici, che ultimamente sono stati allargati a comprendere una quantità di quadri clinici che una volta erano considerati nell'ambito di ritardi, di insufficienza mentale o di anomalie evolutive diverse. Il fare di tutte le erbe un fascio non sembra giovare molto.
E' vero invece che un'attenzione più specifica a questi bambini, a facilitare il loro adattamento nell'ambiente, non arrendendosi passivmente alle difficoltà, che tutti questi interventi condividono, può avere un effetto sulle persone, dai genitori, agli operatori, agli insegnanti per cui spesso un effettopositivo sui bambini si può osservare, indipendentemente dai metodi usati. Può essere considerato un effetto 'placebo', indiretto e non specifico del metodo terapeutico, che indica comunque che queste patologie sono suscettibili di intervento e di miglioramento. Ma nulla ancora si sa di possibili cause specifiche e interventi specifici.
E' bene quindi scegliere gli interventi sulla base del motto di Esculapio, "primo non nuocere", evitando almeno interventi che comportano rischi (come ad esempio le terapie chelanti, quelle iperbariche, ecc), senza garantire benefici sicuri.
Può leggere altre informazioni in questa pagina , in cui una specificamente riguarda un'esperienza con terapie chelanti
Cordialmente
drGBenedetti

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