autolesionismo

Ricevo: Buona sera dottore, sono la mamma di una bimba di quasi 10 anni affetta da Disturbo Pervasivo non altrimenti specificato. La bimba è socievole, ha il contatto oculare e inizia ora ad avere un linguaggio più ricco. il problema che ormai si trascina da un anno è l'autolesionismo. la bambina si picchia violentemente la testa con i pugni. Ho tentato di frenare con abbracci e rassicurazioni tale comportamento ma senza risultati, tanto da essere stata costretta a metterle un caschetto di protezione nei momenti di maggiore crisi. Arianna si rende conto che tale pratica ci manda in tilt e addirittura cerca con tanto sforzo di bloccarsi ma proprio non riesce. La neuropsichiatra ha provato a contenere gli episodi autolesivi con il Risperdal, che è stato assunto per 6 mesi senza alcun miglioramento. Il farmaco dopo essere stato scalato, è stato sospeso. Dopo una settimana Arianna ha manifestato malessere con pianti disperati e picchiandosi il volto in modo violentissimo. quando le chiedo cosa prova in quegli attimi mi dice: sto male. E vedendo che tutti ci allarmiamo dice (stringendoci il cuore!): allora sto brava. Ho spiegato a mia figlia che lei è brava, ma che non vogliamo che si picchi perchè si fa male...Non so come aiutarla. Mi rendo conto che i membri della famiglia rispondono a tale probl in modo diverso anche per il grande impatto emotivo che suscita. Il padre la sgrida e la punisce, io la stringo a me abbracciandola, i nonni entrano in panico..Abbiamo provato ad osservare se vi sono degli antecedenti che scatenano tali episodi ma non siamo riusciti a trovare nulla, perchè anche quando fa cose che le piacciono molto mette in atto tali comportamenti problema. Cosa mi suggerisce? Vorrei tanto evitare gli psicofarmaci....Grazie per l'attenzione!

L'autolesionismo nei bambini

L'autolesionismo nei bambini è veramente un grosso problema. Si ritrova sia in bambini autistici o simili che in bambini con altri disturbi, ed è veramente difficile da comprendere e da gestire. Si capisce che faccia andare in tilt e nel panico.
E' tipico in una sindrome con patologia cerebrale dismetabolica da carenza di un enzima del DNA, quindi su base sicuramente biologica, la cosiddetta sindrome di Lesh-Nyhan, dove è un problema estremamente grave da contenere. Nei bambini con autismo o sindromi simili si manifesta invece più raramente, di solito a livelli meno gravi, ma è indubbiamente uno degli aspetti più difficili da contenere e da sopportare anche dall'ambiente.
Nella mia esperienza i farmaci non sono molto utili, a meno di non usarli in dosi elevate, a scapito di effetti generali sedativi, per cui dovrebbero essere usati solo in casi estremi. I bambini Lesh Nyhan, che hanno un ritardo mentale di vario grado, ma non sono autistici, chiedono loro stessi di essere tenuti, o di venire 'legati' con accorgimenti vari per non farsi male.
Quindi il casco protettivo anche della faccia, tipo football americano, potrebbe andare in questa direzione e non sembra sbagliato usarlo in certi momenti. Forse la bimba stessa potrebbe chiederlo quando si avvicinano quei momenti, visto che cerca di trattenersi. Riuscire a trasformare in parole il malessere che scatena l'autoaggressività sarebbe estremamente importante, probabilmente. Anche solo per attivare delle procedure utili e non andare nel panico, nè la bimba nè voi.
Credo poi che bisognerebbe cercare di approfondire questo comportamento insieme ai vostri referenti, e sullo sfondo della situazione generale, per trovare un modo che permetta di uscirne. Capisco che abbiate già cercato di farlo, ma credo che vada insistito, a volte con tentativi ed errori, per capirne possibili fattori scatenanti, come contenerli al meglio e come reggere e superare questa brutta fase che fortunatamente dovrebbe essere transitoria, anche se a volte non breve.
Cordialmente
dr GBenedetti

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