disturbo del linguaggio espressivo

Buongiorno dottore, volevo esporle il problema di X, il mio
bimbo, ....
X adesso ha 5 anni e mezzo, quando aveva due anni in pochi giorni mi
ricordo, imparò a pronunciare e riconoscere tutte le lettere
dell'alfabeto e i numeri fino a 10, conosceva tutti i simboli
geometrici e anche quelli solidi, gli piaceva e noi assecondavamo i
suoi strani interessi; parlava, ma non si capiva niente di quello che
diceva. Inizialmente si pensava ad un semplice problema fonetico.
Tuttavia intorno ai 2 - 3 anni ci preoccupavano di altre cose del
bambino: la sua continua inappetenza, che gli portò anche uno
svenimento all'asilo ( iniziato all'età di 2 anni e mezzo ), e la sua
scarsa socializzazione: dopo una fase in cui il bambino sembrava che
veramente cercasse la compagnia degli altri, iniziò a picchiare tutti,
anche senza motivo, a prendere di mano giochi, a tirare spintoni ai
bambini che correvano all'asilo e iniziò ad essere un pò aggressivo
anche nei nostri confronti che lo sgridavamo cercando di correggere
questo suo atteggiamento. Dopo qualche mese dal suo svenimento
all'asilo, notammo in lui strane fissazioni: ventilatori, pale
eoliche, ventole di condizionatori. Era molto difficile distoglierlo
da queste fissazioni, non giocava molto da solo, cercava sempre la mia
compagnia. Quando lo chiamavi sembrava che non ti sentisse, quando
gli chiedevi qualcosa rispondeva con argomenti completamente diversi e
che non avevano niente a che fare con quello richiesto. Mi ritrovavo a
parlare con lui, molte volte con difficoltà perchè non lo capivo, e
arrivare al punto di rendermi conto di non stare parlando di niente,
frasi a vanvera buttate li, senza senso, sempre le solite cose,
interessi sempre molto ristretti. ...
Andrea all'età di 4 anni è stato valutato dal punto di vista autistico e ne è risultato
fuori, ci hanno detto che a livello di linguaggio foneticamente,
strutturalmente e come corredo di parole era paragonabile ad un
bambino di 3 anni, tuttavia aveva un q.i. alto ( non ho chiesto
quanto ), e quindi i problemi di X erano puramente di carattere
psicologico ed emotivo, consigliandoci di portarlo da una brava
psicologa infantile e di fare psicomotricità perchè era un pò goffo
nei movimenti, niente logopedista, rimandando a dopo 9 mesi una nuova
valutazione logopedica. Abbiamo iniziato 2 volte alla settimana il
trattamento della psicologa infantile durato 9 mesi. Andrea nel
frattempo è migliorato sia nel parlare sia nella socializzazione e
comportamento a scuola. Non so se perchè il bambino è semplicemente
cresciuto, se grazie alla psicologa se grazie a noi genitori.
L'importante è che è notevolmente migliorato, anche se soffre sempre
di una grande ansia da distacco quando lo porto a scuola ( piange, si
stringe a me, non vuole che vada via )....
Adesso X è in
trattamento logopedico da sette mesi 3 volte al mese, si è lavorato
sul suo problema fonetico e su un altro problema che ci stà allarmando
molto, ad un anno dalla scuola elementare,: la sua difficoltà di
costruzione in maniera grammaticalmente corretta della frase. Andrea
ha difficoltà a raccontare avvenimenti o brevi storie, mescola spesso
le parole, inverte femminili con maschili, plurali e singolari, fa
diverse pause perchè non riesce a trovare le parole giuste, farfuglia
e si mangia le parole, venendo meno tutto l'allenamento fonetico fino
ad ora fatto. Non è una forma grave, il bambino si fa normalmente
capire, parla ancora in modo molto infantile e ha un timbro di voce un
pò stridulo, per chi lo ascolta a primo impatto forse colpisce più
questo, che la sua difficoltà espressiva. Certamente il trattamento
logopedico pesa un pò, è molto intensivo, ma con mille espedienti
riusciamo a farlo quasi tutti i giorni e lui si applica con veramente
molta pazienza. Però resta il fatto che una diagnosi nessuno l'ha
fatta, neppure la logopedista che cerca di sdrammatizzare le mie ansie
e a proporre già un pò di esercizi di prescrittura e prelettura per
renderlo più forte a livello di autostima quando andrà alle
elementari. Io però continuo a chiedermi cosa ha Andrea, se riuscirà
mai ad arrivare al livello degli altri e se avrà grosse difficoltà a
scuola. Lei cosa ne pensa? Il bambino tende sempre ad avere le sue
fissazioni, sono molto ridimensionate e poi noi, al loro insorgere,
abbiamo imparato come trattarle. La ringrazio per la sua opinione e
per i suoi consigli, e mi scusi per l'email gigantesca che Le ho
scritto.
Cordialmente

Gentile signora la sua

Gentile signora
la sua lettera non dà notizie della gravidanza, nascita e primi due anni di vita, e le chiederei di completare le notizie secondo lo schema che trova in questa pagina.

A me sembra che suo figlio abbia avuto uno sviluppo un po' complicato, forse con molti ostacoli, non so se 'interni' od 'esterni'. C'è qualcosa che ha frenato e frena lo sviluppo di suo figlio. Dopo l'inserimento al nido sembra abbia avuto un periodo piuttosto critico. Le notizie che le chiedo in più servono a valutare questi aspetti, se qualcosa ha disturbato la gravidanza o il parto, causando magari lesioni che possono essere responsabili del ritardo. Se poi le vicende ambientali, l'organizzazione, le esperienze fatte possano aver ostacolato le cose, anche questo andrebbe valutato per diminuire gli ostacoli e facilitare la strada.

Comunque mi sembra importante che lei parla di miglioramento, progresso nello sviluppo, anche se permangono difficoltà sul versante espressivo e le 'fissazioni' cui lei accenna solamente e che varrebbe la pena magari di chiarire.

Perchè ha lasciato la terapia psicologica, visto che c'erano molti progressi? Cosa diceva la psicologa?

Buongiorno dottore, rispondo

Buongiorno dottore, rispondo più nel dettaglio alle sue domande:

problemi in gravidanza:
i primi tre mesi ho fatto un pò di cura con progesterone ( mi sembra )
per delle perdite. Poi la gravidanza è stata serena e felice. Ho avuto
problemi solo le ultime settimane ( acidi biliari alti ) e il medico
ha deciso di far nascere il bambino prima con cesareo.
il bambino è nato di 38 settimane
le acque si ruppero il giorno prima dell'intervento, ricoverata subito
la mattina, ma l'intervento venne fatto solo alle 23 della sera,...

il bambino pesava gr 3550 era alto cm 53
indice di apgar 9-10
4 giorni di ricovero

allattamento: il bambino si attaccava male al seno, dopo 4 giorni dalla nascita
avevo già delle dolorosissime ragadi, non avevo molto latte, quindi si
passò quasi subito a latte materno alternato con latte artificiale,
dopo un mese e mezzo il latte se ne andò definitivamente, e quindi si
passò a quello artificiale. Il bambino aveva però molto rigurgito, e
quindi si cambiava latte continuamente perchè non si trovava mai
quello giusto per lui. A 5 mesi si iniziò con le svezzamento e le cose
andarono meglio. Non era un bambino di grande appetito ma mangiava
quasi tutto.

Sonno: Il bambino fino ai 2 anni ha sempre dormito da solo con il ciuccio nel
suo lettino, ha sempre avuto bisogno di dormire il pomeriggio fino a
all'età di 5 anni, anche perchè la mattina si sveglia presto per
andare all'asilo, quindi accadeva che la sera faceva anche le 22.00 e
più prima di andare a letto.
Da quando ha iniziato l'asilo ( 2 anni e mezzo ) e da quando non ha il
ciuccio, ha iniziato a dormire con noi, non voleva più dormire da
solo. Solo adesso siamo riusciti a farlo ridormire nel suo letto, ma
spesso io devo rimanere li accanto a lui finchè non si addormenta.

Alimentazione. Grande nota dolente !!! Allora fino a quando non sono rientrata a
lavoro, quindi Andrea aveva 7 mesi, tutto bene, poi ho dovuto
lasciarlo in consegna a mia madre a pranzo, e a lui ha pensato lei. Ha
iniziato gradualmente a mangiare poco, e pochissime cose. Non mangiava
da solo ed eravamo costretti continuamente ad imboccarlo, tutto questo
fino all'età di 3 -4 anni. Anche all'asilo spesso le maestre erano
costrette ad imboccarlo perchè lui spesso non prendeva neanche la
forchetta in mano. Non ha mai voluto il latte, mangia carne, pesce,
frutta, pastasciutta, solo bianca,mozzarella, niente verdura.
All'asilo mi dicono che mangia quasi tutto ( spero !! ) ma a casa non
se ne ragiona. Tutte portate semplici, senza grandi condimenti con
unti, pomarole, ecc. Mi viene da dire che predilige il colore bianco.
Per farlo mangiare a casa sempre con cartoni animati accesi, idem per
la colazione, che lui fa con biscotti e succo di frutta. Adesso
abbiamo tolto i cartoni dalla cena, ma anche se adesso mangia da solo,
ma non sa ancora usare il coletello, dobbiamo continuamente dirgli "
mangia !! " Insomma i pasti sono un grande stress per lui e per noi.
Anche io, mio fratello e mio nipote siamo stati difficili con
l'alimentazione, non mangiavamo mai !!!
Quando il bambino si senti male all'asilo e svenne, è perchè noi
seguimmo il consiglio di alcuni pediatri che ci dicevano, di non
forzarlo a mangiare, se non mangiava ad un pasto, avrebbe mangiato a
quello dopo. E così facemmo. Risultato calo di zuccheri e svenimento
all'asilo !!!!

seduto da solo: non ricordo, mi sembra a 7 - 8 mesi
primi passo: 14 mesi al mare per buttarsi in acqua !!
capacità motorie: nessuna direi fino all'età dell'asilo, poi le
maestre ci facevano notare un lieve impaccio nei movimenti,
scoordinazione, che abbiamo notato di più nei corsi in piscina, oppure
inciampava spesso, adesso va meglio , è più sciolto grazie a
psicomotricità fatta tutto l'inverno, e abbiamo di nuovo iniziato la
piscina. Lo portiamo ogni tanto anche ai parchi avventura, quelli dove
si monta sugli alberi. lui si diverte tantissimo ed è molto bravo.

pipi e popo da solo senza pannolone a tre anni e mezzo

prime parole : 7 - 8 mesi diceva mamma e poi sempre di più ma noi non
capivamo quasi niente, faccia presente questo: quando andò all'asilo a
2 anni e mezzo, dopo un pò di tempo cantava una canzoncina e non si
capiva una sola parola di quello che diceva, ....l'anno dopo a tre anni e mezzo finalmente siamo riusciti a capire cosa cantava, salvo qualche parola detta foneticamente sempre male:

giochi: il bambino difficilmente gioca da solo, vuole sempre la mia presenza,
con grande difficoltà, perchè io lavoro, devo star dietro alla casa e
il tempo pultroppo è molto limitato e non posso sempre stare con lui.
Come gioco figurato, far finta di, difficilmente si vede giocare così,
devi coinvolgero in qualche gioco; adesso va un po meglio, ieri
giocavamo con le spade, oppure si gioca a far da mangiare con il
pongo, o ancora al negozio, lui è il negoziante io compro, però
difficilmente a casa lo vedi giocare con macchinine, gormiti, ben ten,
lui gioca con le costruzioni,gli piace giocare a dama, a tombola, al
gioco dell'oca, a carte ...
il bambino conosce già i numeri a tre cifre, sa quasi scriverli e sa
già fare qualche somma, perchè con i dadi o nel gioco di carte ha
imparato a farlo.
In casa abbiamo 4 pc ( passione del padre ), il nintendo ds e la wii,
all'età di 3 anni sapeva già accendere il portatile da solo, prendeva
il suo mouse e si cercava i giochi, adesso la sua passione è la wii,
gli piace giocare a bowling, e proprio perchè gli piace troppo, gli
concediamo non più di mezzora al giorno. Lo abbiamo portato a giocare
a quello vero, ed è stato subito amore a prima vista. Si sveglia la
mattina e cerca di portare il discorso su questo gioco, se non può
giocare con la wii, perchè glielo vietiamo, allora lui prende
qualsiasi cosa che glielo ricordi, dispone i pezzi a triangolo come i
birilli e gioca, da solo e a porta chiusa, perchè sa che noi non
condividiamo molto e gli diciamo sempre che ci si è fissato troppo.
Non riesce a pronunciare lui la parola bowling o birilli, vuole che la
pronunciamo noi e ti porta con mille astuzie a farlo e poi appena la
sente inizia a ridere quasi si emozionasse. Questo accade ad ogni sua
fissazione, ne ha avute diverse: ventilatori, pale eoliche,
autolavaggio delle macchine, lavatrici ( c'è sempre qualcosa che gira
) , poi siamo passati al super mario bros, world of goo ( buffissimo
gioco che richiede strategia e abilità quasi ingegneristica ) e adesso
bowling. Non si fissa più con la stessa intensità di prima, il bambino
si riesce a distogliere facilmente, ma quando si arriva all'eccesso,
eliminiamo l'oggetto della fissazione e nel giro di qualche giorno o
poche settimane la cosa si attenua fino a sparire. All'aperto gli
piace giocare con il frisbee, a ping pong ( anche in casa ).

disegno: non è un grande amante del disegno, non sono mai riuscita a fargli
colorare i disegni,lo fa solo a scuola e ancora oggi sta un pò fuori
dalle linee del disegno. A 3 anni ancora aveva difficoltà a tenere la
penna in mano, i suoi erano solo scarabocchi, poi piano piano i suoi
miglioramenti nel disegno andavano di pari passo con quelli del
linguaggio, adesso disegna ( se glielo chiedi ) macchine case frutta
bambini fiori insomma un pò di tutto, ma di sicuro non è il suo pezzo
forte. Ultimamente dall'asilo porta sempre a casa lo stesso disegno,
disegna se stesso ma più grande, dietro il foglio scrive il numero
degli anni, e per farmi capire che è grande allunga semplicemente le
gambe. Una volta ha disegnato anche noi genitori, lui aveva 15 anni
(ed era il più alto di tutti ) poi arrivavo io più piccola, avevo 9
anni, poi suo padre piccolissimo ne aveva quanto lui adesso.

Rapporto con le persone, con gli estranei:
variabile, avvolte non risponde neanche alle domande che gli vengono
fatte, avvolte risponde e rimane attinente all'argomento, avvolte (
specialmente se sotto pressione o emozionato ) risponde con argomenti
completamente diversi alla conversazione, avvolte ti spiazza perchè
prende lui l'iniziativa con estranei e gli chiede la prima cosa che
gli viene in mente ( raramente però )

Comportamento: E' spesso fra le nuvole, non attento e svogliato, la mattina per farlo
vestire e lavare è un'impresa perchè io pretendo che lo faccia da solo
Adesione a regole, ecc:
Andrea è un bambino comunque tranquillo, mai una bizza o capricci,
rispetta le regole, è solo svogliato, ubbidisce.
Reazioni a divieti:
non ci sono reazioni violente, solo qualche volta inizia a piangere,
ma non a singhiozzi, solo lacrimoni nascondendo la testa sotto il suo
guanciale perchè non vuole farsi vedere piangere.

Scuola:
ha iniziato l'asilo a 2 anni e mezzo, adesso è alla materna, andrà
alle elementari l'anno prossimo.
l'anno scorso ho durato più di tre mesi con lui che piangeva disperato
perchè lo lasciavo all'asilo, questo anno lo ha rifatto ma per adesso
solo per pochi giorni, ho usato le mie strategie.
gioca con i bambini senza problemi, ma se la maestra lo sgrida ci
rimane davvero male e piange a dirotto.

famiglia:
siamo io mio marito e il bambino. Andrea ha 2 nonne e un nonno. quando
è malato o quando noi siamo entrambi al lavoro lo lascio a mia madre.
Mio marito fa i turni, di pomeriggio il bambino dalle 16.00 sta
prevalentemente con me, eccetto i giorni che lavoro di pomeriggio ( 2
volte ogni 15 giorni ). Finchè è bel tempo andiamo qualche volta al
parco e gioca con i bambini, se non ce lo porto io ce lo porta mia
madre o mio marito quando può, viene con me al supermercato, lo
coinvolgo nella spesa così impara anche a leggere i prezzi, facciamo
logopedia, giochiamo, adesso va anche in piscina.

Modalità educative
Siamo stati duri con lui nel periodo che picchiava i bambini, lo
sgridavamo spesso o molto probabilmente anche a scuola lo punivano
spesso. Quando le cose sono migliorate ci siamo un pò addolciti, molto
più permissivi. Adesso che ha 5 anni, che capisce e che anche lui si
fa capire, siamo fermi sulle nostre posizioni, cerchiamo di spiegargli
le cose e di fargli capire che ci sono determinate regole da
rispettare. Siamo di ciccia, avvolte alziamo la voce, e questo lo
disturba molto, non sopporta i rumori forti, in 5 anni e mezzo gli
abbiamo tirato si e no 5 sculaccioni perchè arrivati
all'esasperazione.

Osservazioni:
La cosa che mi preoccupa di più di Andrea oltre alla sua difficoltà
nell'esprimersi, è questa continua sensazione che sia diverso dagli
altri, gli altri bambini sono più svegli, più attivi, lui è tranquillo
lento nella vita quotidiana mi sembra che si destreggi sempre peggio
degli altri. E per ultimo, ma non per importanza, questo modo che ha
di parlare, spesso con lui non sai neanche di preciso di cosa parli,
parte all'improvviso con domande di cui non sai qual'è l'oggetto della
conversazione, oppure cose fantasiose che non hanno ne testa ne coda
tipo: detto una mattina all'improvviso mentre ci si preparava per
andare all'asilo << mamma te sai lavorare con il computer difficile ?
>> e io << cosa è il computer difficile>> << si quello fatto di stoffa
>> << di stoffa ? >> << si ci sono dentro il bowling, il gioco del
ping pong, forza 4 >> e io rimango puntualmente senza parole perchè
non so assolutamente cosa dire, è veramente faticoso !!!!

Psicoterapia:
Non siamo stati noi a lasciare, è stato il dottore che ha detto di
interrompere perchè Andrea era molto migliorato, era molto cresciuto e
non c'era più bisogno di lui.

Cordialmente

Gli elementi dati consentono

Gli elementi dati consentono di farsi un quadro, pur con i limiti di internet. Ecco i miei pensieri nel leggere il materiale e le mie considerazioni.

Nascita e primi mesi: Sembra sia stato un inizio faticoso, disagiato

Poi sembra abbia patito una serie di distacchi: al primo, a 7 mesi, ( per il cambiamento del primo distacco dalla mamma) ha reagito cominciando a mangiare meno, al secondo, a 2 anni e mezzo, (per l’asilo) con problemi per dormire. All'asilo ha avuto anche un periodo di aggressività, represso sembra con una certa 'durezza'. Frse troppa, l'aggressività necessaria a farsi strada, a difendersi, sembra essere stata tagliata via, lasciandolo un po' passivo... Anche nel mangiare ci vuole una certa aggressività, che si concentra spesso nei bambini nell'uso dei denti, a volte usati anche per mordere gli altri...Lo svenimento chissà, può essere dipeso da tanti fattori, non solo da un ipotetico calo di zuccheri

Si osserva un rallentamento dello sviluppo, dopo il primo anno, con persistenza di modi più infantili ( sia per il parlare, che per il dormire, il mangiare, i distacchi, le reazioni alle frustrazioni)

Sembra si sia ‘attaccato’ ai giochi elettronici, o di numeri: forse lì può avere lui il controllo, c'è meno competitività con i pari, e lì è bravo. La cosa rivela che non ci sono problemi cognitivi o di apprendimento, ma che verosimilmente le difficoltà sono di gestire emozioni e relazioni. Per questo forse ‘si è fissato’ in questo tipo di giochi, come in un mondo più sicuro, un po' per conto suo, però...

Il disegno di sè grande, altri piccoli è forse lo specchio rovesciato di come si vive, e il sogno di essere il più forte di tutti. Ma nella realtà è inibito, ed è molto distante dal suo desiderio...

“Comportamento: E' spesso fra le nuvole, non attento e svogliato, la mattina per farlo
vestire e lavare è un'impresa perchè io pretendo che lo faccia da solo
Adesione a regole, ecc: Andrea è un bambino comunque tranquillo, mai una bizza o capricci, rispetta le regole, è solo svogliato, ubbidisce.
Reazioni a divieti: non ci sono reazioni violente, solo qualche volta inizia a piangere, ma non a singhiozzi, solo lacrimoni nascondendo la testa sotto il suo guanciale perchè non vuole farsi vedere piangere.”

Anche qui le reazioni sono passive, inibite... , l'aggressività è completamente repressa.

Anche i problemi di pronuncia possono essere legati al rallentamento e inibizione: come per il resto dello sviluppo della personalità, ci vuole energia per procedere, per premere l'accelleratore, per così dire, e l’energia in questione è connessa con una spinta vicina all’aggressività, che forse l’inibizione ha bloccato in modo indifferenziato.

Lei cerca una ‘diagnosi’. A livello medico ciò richiedebbe degli esami per escludere cause possibili di ritardo psicomotorio (es genetici, metabolici, EEG, Risonanza magnetica).
A livello di sviluppo psichico mi sembra si possa parlare di difficoltà di evoluzione della personalità e persistenza di aspetti infantili. I fattori in gioco mi sembrano prevalentemente emozionali e relazionali con inibizione e rallentamento della spinta evolutiva.

Interruzione della psicoterapia su giudizio del medico di non averne più bisogno.
Mi sembra invece che mantenga una discreta difficoltà che probabilmente ha una possibile causa come dicevo nell'eccessiva passività e inibizione dell'aggressività che lo fa ritirarsi, evitare i conflitti e trattenersi in modalità infantili eccessive. I fattori in gioco possono essere sia interni che esterni, ambientali.

Penso che la psicoterapia (psicodinamica, o comunque con la precedente psicologa: lei che diceva?) possa essere utile e indicata per accompagnarlo nella crescita facilitando la diminuzione delle repressioni interne, mentre dubito che psicomotricità o logopedia possano essere molto utili.
A livello ambientale penso sia da ‘lasciare crescere’ senza spingerlo eccessivamente, ma forse diminuendo i ‘freni’ inibitori esterni. Ovviamente limiti e regole sono necessarie alla convivenza, ma se eccessive possono inibire. Difficile mantenere il giusto mezzo.
Comunque la situazione non mi sembra grave e drammatica: il bambino sembra in evoluzione positiva, forse è solo da aiutare a 'liberarsi' un po' e trovare il coraggio per osare 'scendere in campo'. Ma senza spingerlo troppo, come dicevo.
Cordialmente

dr GBenedetti

Buonasera Dottore, ho letto

Buonasera Dottore, ho letto la sua opinione e le sono grata per i suoi
consigli. Riepilogando mi consiglia di abbandonare la logopedia,
nonostante i problemi espressivi del bambino, e di concentrarsi
esclusivamente sull'aspetto emotivo e relazionale. La psicoterapia
fatta in questi mesi da Andrea è stata molto concentrata sul riportare
il bambino con i piedi per terra, alla realtà, a rispondere in maniera
concreta alle domande, a limitare le sue fissazioni. Io non credo sia
stato affrontato molto il problema relazionale con gli altri coetanei
e questa sua difficoltà nel crescere. Rimango sconcertata
dall'apprendere che il suo ritardo del linguaggio, questo suo modo
eccentrico di parlare, sia strettamente collegato a questo suo
problema emozionale e relazionale. Mi chiedo dove ho sbagliato, sono
stata troppo dura, la scuola è stata troppo dura con lui. Io osservo
gli altri bimbi che vanno a scuola con lui, mamme urlone, brontolone,
manesche qualche volta, non mi sembra di essere come loro, eppure il
mio ha problemi, i loro no!! Mi hanno consigliato, più di un medico,
di mandarlo in una scuola con classi piccole, in maniera che venga
seguito più adeguatamente per il suo problema di linguaggio e perchè
in una classe di 30 bambini, sicuramente le maestre lo avrebbero
dimenticato da una parte e sarebbe stato sopraffatto dai bimbi più
svegli di lui con il rischio di essere oggetto di bullismo. Siamo
sempre in tempo a ricostruire l'autostima di questo bambino? E' giusto
mandarlo in scuole private con la speranza che li sia seguito meglio e
ci sia molta più collaborazione da parte delle maestre per aiutarlo a
crescere, oppure buttarlo nella mischia e che succede succede !!! Sono
davvero confusa e non so più come comportarmi per garantire il bene
del bambino.
Cordialmente

Tenga conto che posso basarmi

Tenga conto che posso basarmi solo su quanto lei mi riferisce, e non su quanto vedo direttamente con i miei occhi.
Tutti ammettono che fra sviluppo cognitivo(linguistico) e sviluppo emotivo-relazionale c'è uno stretto rapporto. Ma come per l'uovo e la gallina, c'è chi vede prima l'aspetto cognitivo, chi quello emotivo. Prove non ce ne sono. Qualcuno privilegia i test e le 'prestazioni', che si possono 'misurare', con un cronometro, contando gli errori, ecc, qualcuno l'aspetto globale dello sviluppo e del comportamento. Credo che bombardarlo di correzioni sia deleterio, aiutarlo a trovare la strada, i tempi e i ritmi più adatti a lui sia forse meglio, ma questo vale per tutti i bambini.
I confronti servono a poco, anche all'interno della stessa famiglia: i fattori in gioco sono tantissimi e l'acqua che passa sotto un ponte non è mai la stessa.
Quanto alla logopedia nella mia esperienza ci sono bambini che hanno mantenuto gravi o totali problemi di linguaggio nonostante anni ed anni di brave logopediste. I bambini che migliorano con la logopedia spesso io penso sarebbero migliorati anche senza, e molti migliorano, o meglio riescono ad evolvere, anche senza. Dopodichè dipende anche dalle persone. Ci sono logopediste più esperte e brave di tante psicoterapeute, ma di per sè il loro intervento è focalizzato, settoriale e a volte rischia di concentrarsi su alcuni aspetti senza vederne altri. Per me, i bambini (e le persone) non vanno trattati come pezzi e funzioni assemblati insieme, in cui si può modificare o sostituire una componente che funziona meno, ma come persone intere, in cui le diverse funzioni e capacità sono collegate inestricabilmente fra loro. Anche 'l'autostima', parola che oggi va tanto di moda, non è qualcosa che si può costruire o riparare, ecc. Purtroppo si rischia di perdersi in parole che
rischiano di essere solo formule pubblicitarie, e fanno apparire a volte la psicologia come la pubblicità di una macchina alla moda. Non sappiamo quali sono le dotazioni potenziali dei singoli bambini. I test misurano solo le prestazioni, ma non i motivi delle discrepanze, che rimamgono spesso semplici congetture. Un bambino può essere meno dotato in certi aspetti: a volte troviamo delle alterazioni del sistema nervoso alla base, per lesioni congenite o acquisite, altre volte non si trova niente. Comunque spesso il rischio è che aspetti esterni impediscano di raggiungere anche le potenzialità presenti.
Non è facile per i genitori decidere cosa fare, bombardati da pareri e consigli e opinioni delle più disparate, di esperti o meno. Si può sbagliare, non siamo perfetti nè onniscienti. Il consiglio comunque è sempre di trovare un punto di riferimento di fiducia per discutere tutti i dubbi e le alternative possibili, sapendo che nessuno ha la bacchetta magica nè la sfera di cristallo.
Tenga conto che anche i genitori non sono onnipotenti, e quindi non possono "garantire il bene del loro bambino", anche se si capisce che lo vorrebbero. Quello che possono fare è resistere, non perdersi d'animo, contenere la loro ansia e le loro incertezze, non buttarsi a destra e a manca per fare qualcosa comunque. Possibilmente condividere le scelte e decidere dopo aver valutato tanti aspetti. Finora mi sembra non è mai comparsa l'opinione del padre. Lui che dice?
Cordialmente
drGBenedetti

I genitori hanno poi deciso

I genitori hanno poi deciso di venire col bambino a una visita. Direi che la mia impressione è stata ulteriormente positiva. Il bambino, guardingo all'inizio ha avuto un'ottima evoluzione in seduta: stile pacato, lento, a modo suo, un po' imitativo all'inizio nel linguaggio, ma senza particolari inibizioni, nè difetti linguistici, curioso, sia del materiale che di me, sviluppa progressivamente un buon uso dei giochi e anche un'interessante interazione esplorativa con me. A ritmi un po' più lenti per l'età, ma senza aspetti di patologia o di blocco dello sviluppo. L'ambiente di scuola sembra non ottimale, genitori soverchiati dai bombardamenti di logopediste, insegnanti, medici che hanno indotto a visite varia, psicoterapia di tipo imprecisato,logopedia 'teutonica' con esercizi anche a casa dai genitori, prescolastici, mentre il bambino sembra avere tutte le potenzialità per sviluppare per conto suo, anche per l'apprendimento, a tempo debito. Le 'stranezze riferite (ventilatori ecc) non erano patologiche. Il bambino sembra avere più esperienza di relazioni con adulti, a questo punto, che non con coetanei, che dovranno essere possibilmente aumentate.
La mia indicazione è di non fasciarsi la testa prima del tempo. Io, come ho detto, non farei alcun intervento. Ma forse, 'diplomaticamente', per non mettersi contro tutte le istituzioni scolastiche e sanitarie e chissà anche sociali, non si sa mai, conviene non interrompere completamente ma limitarsi a rendere meno pervasiva, questa sì, la medicalizzazione-psichiatrizzazione-psicologizzazione-logopedizzazione-psicomotricizzazione ecc del bambino, per salvaguardarlo... Certo viene da farsi delle domande sulla quantità di interventi che vengono fatti in questo periodo...
vedremo il seguito.

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