aggiornamento su un altro sospetto "spettro autistico"

Segue da questo consulto

Buongiorno Dottore,
sono il papà del bimbo (ora 3 anni e 2 mesi) che è stato già due volte
in visita da lei presso il suo studio a Firenze (la prima a giugno),
poi settembre.
Le scrivo sul suo indirizzo di posta perché forse questo messaggio è
troppo lungo per il sito con i consulti. Se lei vuole può comunque
copiarlo ed inserirlo nella pagina.
Spero si ricordi del bimbo e dei consulti precedenti e volevo
aggiornarla sulla situazione in vista di un prossimo incontro (che lei
suggeriva a gennaio).
Dall’ultima volta che ci siamo visti ci sono stati sicuramente dei
miglioramenti, anche importanti. Ma ancora siamo indietro rispetto
agli altri bimbi della sua età e permangono delle atipie. Cerco di
spiegare meglio in seguito.
Linguaggio:
è migliorato. Se si ricorda nel periodo dell’ultima visita non
rispondeva ancora SI alle domande ed il modo per farlo era ripetere la
domanda stessa (nessun problema invece per il no). Ora risponde a
quasi tutto e fa frasi con un minimo di grammatica (“io voglio bere il
latte nel bicchiere”) e composte da più parole (non solo più 3 o 4 ma
arriviamo ad una decina....).
Spesso le frasi sono sensate e contestuali ma a volte si lancia in
monologhi senza senso (o magari hanno un senso per lui). Si riesce ad
instaurare un “botta e risposta” di tre o quattro battute, ma una vera
e propria conversazione in cui lui racconta che cosa ha fatto alla
scuola materna o altre esperienze è ancora difficile. Se gli chiedo
“cosa hai fatto a scuola?”, lui risponde “niente”. E finisce lì.
C’è molta meno ecolalia rispetto a prima. Ho notato che si manifesta
quando è più nervoso. Anche quell’intonazione strana sta scomparendo.
Non ha nessun problema a memorizzare le parole che gli vengono
spiegate. E’ curioso e spesso ci chiede “cos’è” indicando una cosa ed
apprendendo (quindi ascolta).
Comportamento e gioco:
è in una fase in cui mostra un fortissimo attaccamento alla madre.
Quando lei è in casa le è sempre vicino, la segue, se gioca lo fa
vicino a lei, se guarda la tv vuole che lei stia lì...
A volte se lei esce a fare una commissione piange perché la vede
andare via... Con me è strano: se ci sono solo io sembra tranquillo,
ma se c’è anche la moglie spesso mi caccia via, dicendo (“via papà,
cattivo, non mi piace papà”) come se volesse un rapporto “esclusivo”
con lei. A volte è oppositivo in questo modo anche con qualcuno dei
nonni (ci sono tutti e quattro ed è l’unico nipote, quindi può
immaginare quanto lo desiderano).
Preferisce sempre i giochi “fisici” dove bisogna correre, nascondersi,
saltare. Gli piace addirittura fare la “lotta” con me sul letto. A
volte si applica anche con qualche gioco più “celebrale” a tavolino,
ma non sembra molto interessato, il gioco non è “strutturato” e
comunque dura poco. Nonostante ciò, io lo vedo un po’ migliorato anche
sotto questo aspetto.
Purtroppo il pollice in bocca è il suo rimedio per auto consolarsi in
caso di rabbia, fame, sonno, noia... Quindi anche durante il giorno, a
meno che non sia impegnato a fare qualcosa il pollice è sempre lì. Se
gli diciamo di toglierlo lo fa per un minuto, poi riprende a
succhiare. Di fatto l’arcata dentaria è già deviata, ma questo il
minore dei problemi e sinceramente non ci pensiamo molto.
Scuola materna
Ha iniziato a settembre la scuola materna. Dopo un inserimento tutto
sommato non traumatico siamo arrivati ad un periodo in cui c’è un
forte rifiuto di andarci. Piange e urla quando deve entrare e le
maestre devono prenderlo a forza per consolarlo. Pare che però poi si
calmi e loro dicono che non ha mai fatto “scenate” o capricci a
scuola.
Il problema è che mentre a casa parla, certo non proprio bene ma
parla, all’asilo dicono che si limita a rispondere dei si. Le maestre
riferiscono che non è oppositivo e il bimbo sembra sereno, ma non si
inserisce spontaneamente nel gruppo degli altri bimbi, che sembrano
tutti più maturi di lui. Quello che fa più volentieri è giocare con un
bimbo che ha conosciuto al mare e che spesso imita in ogni azione.
Le maestre devono proprio coinvolgerlo per fare delle attività di
gioco con gli altri bimbi. Dicono che lui non si rifiuta, che non
caccia via gli altri bimbi, che alla fine partecipa, ma non sembra
contento (come quando corre e gioca più fisicamente). Se lo
lasciassero stare probabilmente passerebbe molto tempo con un dito in
bocca...
A volte ai giardini vedo che è incuriosito dagli altri bimbi, li
guarda, ma è come se non avesse i mezzi per interagire, per
comunicare. In questo senso un po’ mi ritrovo in lui, perche anche io
da piccolo ho avuto notevoli difficoltà ad integrarmi con i bambini,
ero estremamente timido, introverso e non volevo andare all’asilo.
Anche le maestre dicono che è un “osservatore”, ma che il suo modo di
relazionarsi è ancora immaturo. Nessun problema invece per l’aspetto
motorio. lo Io penso sia timido ed impaurito dal gruppo, che abbia
difficoltà ad inserirsi con bambini nel complesso più maturi di lui
(linguaggio, relazione).
In questi giorni ha anche iniziato a fare la pupù (scusi il termine
colloquiale) nel water (per la pipì già ha imparato da due mesi
circa). Anche questo è un passo avanti...
Le maestre lo vedono “migliorato tantissimo” da quando è entrato a
scuola, ma non possono negare che l’inserimento sia difficoltoso ed il
bimbo sia immaturo (linguaggio e relazione) per la sua età. Io credo
comunque che vedano la parte peggiore, visto che non parla per niente
quando lì.
Per vari motivi (varicella, poi nostri impegni vari) il bimbo per un
mese ha smesso le visite dalla logopedista (normalmente settimanali).
Ci torneremo fra una decina di giorni. Non sappiamo quanto sia utile,
ma speriamo che almeno male non faccia.
Noi viviamo oscillando tra l’ottimismo vedendo i miglioramenti e lo
sconforto di vedere che nonostante tutto il bimbo è ancora immaturo,
un po’ atipico. Io non penso più all’autismo in senso stretto. A parte
tutto ciò che fa, mi basta uno dei suoi sguardi per capirlo. E non
capisco a che cosa servano tutti quei test utilizzati da molti NPI,
che a volte parlano di autismo “ad alto funzionamento”.
A questo punto non mi frega più niente di quale malattia, disturbo,
“desease” si tratta. Vorremmo solo capire se nostro figlio recupererà,
se potrò un giorno vederlo al pari degli altri (pur nella sua
individualità, ovviamente). So che a lei interessano i miglioramenti e
non le condizioni iniziali. Ma di questo passo, che succederà? Una
tartaruga può sempre migliorarsi in velocità e diventare primatista
fra tartarughe, ma non potrà mai raggiungere il mare partendo da
Milano. O non potrà mai vivere in un mondo fatto a misura delle lepri.
Forse nessuno potrà mai darci una risposta, se non il tempo. Ma alla
fine sono alla costante ricerca di una sorta di un “veggente
scientifico” che mi spieghi questo mistero, o più semplicemente di un
dottore che in base alla sua esperienza possa dare una sua opinione.
Insomma una casistica e statistica, senza velleità di preveggenza.
Lei che ne pensa?
La ringrazio nuovamente. Cordiali saluti.

Mi sembra che il suo bimbo

Mi sembra che il suo bimbo stia facendo quello che deve fare, sia a scuola che con voi: può darsi che sia un po' immaturo rispetto agli altri bimbi (o alla media degli altri), ma penso che sia giustificabile pensando che sia partito un po' in ritardo o meglio abbia fatto per un certo periodo strade un po' più tortuose dell'autostrada che altri bambini hanno seguito... Ma mi sembra che la "macchina" non dia segni di particolari difficoltà. Certo, forse il pilota è un po' svogliato, non ha voglia di rispondere alle domande del babbo, non si confronta volentieri con i 'colleghi' e preferisce stare un po' sulle sue, ecc ecc.
Mi sembra che sia da lasciarlo crescere e andare per la sua strada, non è detto che viaggiare su strade secondarie sia peggio che sull'autostrada, magari conosce meglio l'ambiente e fa esperienze più interessanti di chi va sull'autostrada...
Non è tanto che non mi interessano le condizioni di partenza, ma che sono inconoscibili...
Per fare una 'prognosi' occorrerebbe avere una 'diagnosi' precisa, ma questa non c'è, e anche nei casi in cui c'è (che so, il diabete), l'evoluzione dipende da tante variabili che appunto si può solo fare statistiche, che servono per le ricerche epidemiologiche, ma per i singoli casi servono poco.
Per cui ritengo la cosa migliore da fare controllare che non ci siano ostacoli eccessivi e inutili, di vario tipo, nell'ambiente e seguire lo sviluppo. Ma questo si fa in tutti: sapere come saranno le cose fra un anno o cinque o venti è come prevedere le condizioni meteorologiche o quelle economico-finanziarie ...
Invece direi che un eccesso di pressione sul bimbo, per avere risultati, per confermare o sconfermare dubbi, insomma rapportarsi con lui più col fare test che interagendo come persone, sia di per sè dannoso. Anche sulla logopedia ho i miei dubbi. In sanità un intervento non necessario significa esporsi ad effetti collaterali senza che ce ne sia il motivo: il rischio non vale la candela. Gli interventi devono essere dosati e fatti al momento giusto, magari a seconda dei 'centri di attrazione' avvertibili ( se questi ostacolano troppo l'andamento) e del punto evolutivo sulla curva dello sviluppo non lineare.... Quelli visibile per ora (l'attaccamento alla mamma e la sfida al babbo, che sembrano tipicamente edipici) non sembrerebbero per ora deviare lo sviluppo.
Cordialmente
drGBenedetti

...... lei scrive "sapere

......
lei scrive
"sapere come saranno le cose fra un anno o cinque o venti è come
prevedere le condizioni meteorologiche o quelle economico-finanziarie
..."
Sì è vero e capisco l'analogia. Ma è proprio impossibile capire almeno
le potenzialità di un bambino? O capire se è ci si trova proprio al
limite di una gaussiana (o della funzione che meglio descrive la
distribuzione di probabilità)?
Per tornare alla metafora meteorologica: è vero che in una certa
località non posso prevedere che tempo farà un certo giorno fra uno,
due anni (conosco un poco i sistemi non lineari e la teoria del caos).
Ma è pur vero che io posso capire, studiando i dati storici, se si
tratta di un clima temperato, o tropicale umido, o polare, o
continentale....
E posso dire che a Firenze il 24 Gennaio del 2016 non ci saranno 30°C,
ma più probabilmente avremo una temperatura tra 0 e 10 (per fare un
esempio).
Insomma, è veramente impossibile, raccogliando i dati ed osservando un
bimbo di tre anni capire se da adulto sarà "normale"? (spero capisca
cosa intendo con "normale", ognuno per fortuna ha le sue stranezze e
peculiarità).
Non voglio sapere se sarà bravo a scuola o meno, se sarà portato per
lo sport o no, se diventerà un delinquente o un missionario in Africa.
E anche se per assurdo ci fosse un indovino capace di rivelarlo, non
lo voglio neanche ascoltare.

Mi scusi se sono stato noioso.

Buona serata.

nessuna noia. Credo che sia

nessuna noia.
Credo che sia meglio accontentarsi di vedere che le cose ora siano entro limiti normali, che la linea di sviluppo e la sua direzione non sia fuori da questi limiti.
Per il resto ho visto bimbi che sembravano senza problemi trovare poi grandi difficoltà di evoluzione, altri che sembravano messi molto male trovarsi poi molto bene crescendo. Quindi bisogna stare in campana, specie in momenti delicati dello sviluppo.
Questo nei primi anni di vita, ma anche dopo...
Ovviamente se vedo segni di arresto o deviazione dello sviluppo lo indico. In questi casi mi sembra invece che gli aspetti segnalati siano contenibili nelle variazioni individuali e non siano un segno di patologia. Ma gli eventi futuri non posso prevederli. Mi spiace se la deludo.
Grazie per le cortesi parole sul sito (anche se non le ho riportate).
Cordialmente
drGBenedetti

risposta

Grazie Dottore.
No, non mi ha deluso. Anzi... La sua frase "gli aspetti segnalati siano contenibili nelle variazioni individuali e non siano un segno di patologia" è ben chiara. Evidente che quello che succederà fra x anni nessuno può saperlo. Mi sconcerta un po' questo suo differente approccio rispetto agli altri NPI. Tanto per farle un esempio, ho letto un altro consulto in cui un genitore parlava di una diagnosi di "spettro" autistico ad un bimbo di tre anni e che il npi ha detto che "lavorandoci sopra" (al bambino) si può "uscire" da quella situazione. Ebbene, sono le stesse parole utilizzate dalla npi che abbiamo consultato anche noi. Parole che lei ha definito (giustamente, secondo me)al "limite della truffa linguistica".... Non lo ho scordato "LAVORARCI SOPRA". A volte credo che la neuropsichiaria (tanto più quella infantile) sia un campo dove la scienza non è sufficiente per spiegare quello che succede. E quindi anche i ciarlatani o pseudodottori "borderline" hanno terreno fertile. Chissà chi avrà "ragione". Grazie ancora e cordiali saluti.

Buonasera dottore, Le scrivo

Buonasera dottore,
Le scrivo di nuovo, e a così breve tempo dall'ultima volta perché un comportamento del bimbo che prima era saltuario sta diventando sempre più frequente.
Mi riferisco al suo opporsi, verbalmente e anche fisicamente a chi interviene, anche solo comparendo, tra lui e la persona con cui era insieme.
Le avevo accennato che se in presenza della madre vede me, comincia a cacciarmi via, a portarmi fuori dalla stanza, dicendo "non mi piace papà, cattivo papà, via!". Poi magari si calma... Anche io pensavo fosse una manifestazione del complesso edipico ma la cosa strana è che succede con chiunque: con i nonni, amici, etc. E la sua "esclusiva" è concessa in alternanza alla madre ad un nonno o ad uno zio... Per esempio può incontrare la nonna e tentare di cacciare via la mamma.
Insomma quando lui è insieme a più persone è sempre una lotta, almeno all'inizio...
Non vediamo altri bimbi che si comportano così, e noi non sappiamo come reagire. Abbiamo provato con le spiegazioni, con i rimproveri, ma servono a poco.
In quest'ultima settimana è diventato oppositivo, a volte insopportabile ed ingestibile. Difficile per noi mantenere sempre la calma di fronte a quelli che non so se chiamare capricci, lagne o cos'altro.
Qualunque cosa gli si chieda di fare è spesso un iniziale NO. "no non voglio l'acqua", "no, non vado a fare pipì" "no, non mi piace il bimbo".
Ho l'impressione che il suo sviluppo nelle relazioni sia piuttosto lento, o piuttosto anomalo.
A scuola senza invece noi genitori o nonni non ha mai trattato male nessuno, magari non socializza ma neanche caccia via...
Ho quasi l'impressione che tratti le persone a cui è legato come oggetti a coi attaccarsi o da scartare. Questo comportamento mi inquieta perché rientra nel famoso "spettro". O forse è insicurezza o rabbia per i distacchi (alla scuola materna ora non va per niente volentieri ed è piuttosto subita).
Non le chiedo una soluzione ad ogni problema, ma solo un consiglio su come affrontare questo comportamento, "sperando" che lei abbia visto situazioni del genere nella sua esperienza, e evolute poi in modo positivo...
Mi scusi ancora se la tormento, ma penso che magari una sua risposta può aiutare non solo noi ma anche altri genitori che visitano il forum e che hanno lo stesso dubbio.

Cordiali saluti e grazie

Gli esempi che fa mi fanno

Gli esempi che fa mi fanno pensare che voi lo tartassiate di domande (un po' formali) e di richieste di prestazioni..., e che lui reagisca così, un po' insofferente e oppositivo. Oltre a diminuire le richieste di qesto tipo, e avere scambi verbali sostanziali e veri, cioè sinceri e non formali, vi direi di considerare e far considerare a lui, non a parole ma a fatti (ovviamente senza 'violenza'!) che certe cose sono 'obbligatorie' e non dipendono da lui. O così o pomì, si dice.... Non c'è scelta. Ovviamente sta al buon senso dei genitori decidere a cosa applicarlo o no....

Quanto all'autismo, a me interessa poco se uno come Einstein o come Mozart possa essere considerato autistico o spettrautistico (conierei un nuovo termine con copyright...) da qualche buontempone (il genio e la follia...) : mi interessa lo sviluppo mentale globale, cognitivo e della personalità globale. Non mi risulta che fossero 'minorati', anche se magari erano un po' strambi... (ma non saranno 'strambe le persone 'normali', educate e politically correct, invece?). L'autismo che temo io è quello che blocca lo sviluppo in un vuoto assoluto privo di vita e riempito solo di sterotipie senza significato. Il resto non è 'autismo' , a mio avviso.
Per cui l'importante è che il bambino prosegua nello sviluppo cognitivo, linguistico, e apprenda le forme basilari dell'educazione per la convivenza sociale. Se poi sarà felice e contento, o scontento e ribelle, o scontroso e maleducato, bravo e capace oppure no, è un'altra questione, così come quanto darà da fare ai suoi genitori negli anni a venire. Non è che se non è autistico non ci saranno altri problemi e timori e preoccupazioni per i genitori... Ovviamente dovrà imparare che se viola le leggi ne subisce le conseguenze.
La questione non è autismo o non autismo, ma permettere e guidare lo sviluppo senza uscire di strada e affrontare i problemi quando si presentano... E sulla strada ci sono tante curve e ostacoli. Bisogna armarsi di pazienza e di buon senso, perchè non sempre i cartelli indicatori sono giusti e fidati...
Cordialmente
drGBenedetti

Buongiorno Dottore, le

Buongiorno Dottore,
le scriviamo per farle gli auguri per un sereno 2012 e nel frattempo aggiornarla sulla situazione in vista di vederci a gennaio come eravamo d'accordo.

Nell'ultimo mese il bimbo (ora 3 anni e tre mesi) ha continuato a progredire, nel gioco, nelle relazioni e soprattutto nel linguaggio.
Rispetto a solo sei mesi fa la situazione è incredibilmente diversa. Anche se si nota ancora un po' di ritardo rispetto agli altri bimbi risponde quasi sempre alle domande, è più "consequenziale" nei discorsi, ti fa notare quello che vede, ti porta gli oggetti per farti giocare con lui, etc. Ci sono molte cose positive che stanno succedendo, non possiamo descriverle in un messaggio, ma posso dirle che siamo più tranquilli e fiduciosi.

E' anche molto divertente con noi e quando si accorge che ci fa ridere per quello che dice o fa in modo buffo è come compiaciuto...
A volte ci sorprende per come impara velocemente un vocabolo e per come costruisce una frase con una certa grammatica.
L'ecolalia è quasi scomparsa; a volte è presente ma comunque ciò che sente viene ripetuto trasformato ed arricchito. Sembra un modo utile a lui per imparare e fissare dei concetti.

L'aspetto dove forse è ancora un po' indietro è la relazione. Con gli altri bimbi sembra inizialmente diffidente e pauroso, almeno quando non li conosce. Abbiamo notato infatti che se ha tempo di osservare un bambino ed i tempi di avvicinamento sono più graduali, si riesce invece ad instaurare una relazione, fatta per lo più di gioco fisico (nascondino, rincorrersi, imitare).
Quando poi qualche bimbo diventa a lui familiare, allora il rapporto diventa quasi esclusivo e la sua modalità di gioco è principalmente nell'imitazione.
Con noi genitori ha più iniziativa ed è più spontaneo, mentre alla scuola materna deve essere coinvolto altrimenti dicono che preferirebbe stare ad osservare. Alla fine svolge tutte le attività di gruppo, ma deve essere un po' "spinto". In questo periodo la scuola è chiusa, vedremo al rientro cosa succede.

Le riferisco ora cosa sta succedendo con le visite dalla NPI e logopedista (che lavorano insieme).
Dopo un mese di assenze per motivi vari, ci sono state altre due sedute: una con il bimbo osservato e l'altra con colloquio con NPI.
Loro sono molto contente dei progressi fatti e ci hanno descritto tutti gli aspetti positivi (nel gioco, nella relazione, nel linguaggio). Addirittura la logopedista sostiene che per lei il bimbo non si può considerare con ritardo nel linguaggio (o almeno è minimo).
Dopo tante belle parole tranquillizzanti, ho chiesto alla NPI se per lei si poteva parlare ancora di qualche patologia.
Lei ha risposto "a questo punto escluderei l'autismo...", ma continuerebbe a monitorarlo costantemente.
Dice che "lavorandoci sopra il bimbo può ancora migliorare tanto". Quindi altre sedute di logopedia dopo le feste. Vorrebbe anche contattare le maestre della scuola materna per informarle di coinvolgerlo nei giochi.
Tutto ciò mi lascia perplesso. La NPI sta osservando il bimbo fin da quando aveva 19 mesi. Ma ci voleva tutto questo tempo per escludere l'autismo? Addirittura tre mesi fa aveva lasciato ancora aperta ogni forma di diagnosi (aveva anche accennato ad un disturbo della regolazione); oggi, e SOLO dopo mia esplicita domanda, ha escluso almeno una diagnosi. Mi chiedo anche: ma se ci ha visto tanto preoccupati nel passato, perchè non darci in modo spontaneo una notizia confortante, anzichè dirci tutte le volte che il bimbo ha ancora margini di miglioramento (ovviamente "lavorandoci sopra")?
Ci è sembrato che la NPI rivendicasse in qualche modo i miglioramenti fatti grazie al loro intervento. Noi non sapremo mai se nostro figlio è migliorato grazie alle loro "cure" o semplicemente perchè per lui lo sviluppo è stato atipico ed in ritardo.
Ma io ho l'impressione che un'ora di gioco alla settimana con la logopedista non possano cambiare, nè in meglio, nè in peggio, l'evoluzione globale di un bimbo.
La NPI ha di nuovo accennato a test per verificare il suo stato di sviluppo e le aree di possibile miglioramento (dopo un nostro precedente rifiuto a procedere in questo modo). Ma a che servirebbero questi test?
La nostra opinione è che si cerchi di "psichiatrizzare" (termine che lei usa spesso) i bambini, di seguirli troppo (e troppo presto).
E' come se si considerassero delle psicologhe dei bimbi. Nel consultorio non ci sono solo bambini affetti da autismo o altri disturbi, ma anche bimbi che semplicemente hanno scarsi risultati a scuola, o sono svogliati, o aggressivi.

Incredibile vedere il mescolarsi di storie familiari in una sala d'aspetto. Si vedono bimbi che a quattro anni non parlano ed altri che sembrano assolutamente bimbi normali (e mi chiedo "ma che ci fanno qui?").

Mi fermo qui e le auguriamo di nuovo un felice anno.

Cordiali saluti.

Mi sembrano ottime notizie,

Mi sembrano ottime notizie, confermate anche dalla logopedista. Temo che i medici oggi abbiano più paura di un tempo a sbilanciarsi, per vari motivi. Per cui spesso non si pronunciano personalmente, ma si limitano a riferire l'esito dei test e di altre parafernalia tecnologiche. In questo modo, al limite, non sbagliano loro, ma i test.
Non me ne vogliano i colleghi, ce e sono di bravissimi, ma temo che la tendenza sia questa.
Però Lei, mi permetta, è forse un po' esagerato con la sua richiesta di diagnosi precise e prognosi certe ... :>)
Ricambio gli auguri e arrivederci quando volete.

drGBenedetti

Buongiorno Dottore, avevamo

Buongiorno Dottore,
avevamo intenzione di portare il bimbo presso il suo studio di Firenze questo mese, ma ancora non siamo riusciti a trovare un periodo adatto e soprattutto vorremmo aspettare di avere qualche informazione in più da parte delle educatrici della scuola materna, con le quali non abbiamo avuto da tempo un colloquio dedicato a nostro figlio.

I miglioramenti continuano, soprattutto nel linguaggio e nel gioco (motoriamente non è mai stato "in ritardo"...).
Ormai risponde a quasi tutte le domande che gli si pongono; è lui stesso a farne e a volere la nostra attenzione... Il suo vocabolario è in costante evoluzione e anche la grammatica migliora.
Apprende facilmente nuove parole e nuovi concetti. E' bravo nel gioco simbolico, etc... A volte si "inventa" delle canzoni inserendo personaggi come il papà che va a lavorare etc...
L'ecolalia è praticamente scomparsa (a volte ripete una nuova parola sentita, ma sembra solo per memorizzarla). A volte sembra che il discorso si "inceppi" nelle prime due o tre parole, come se avesse tanta foga di parlare e ripetesse le prime parole per poi organizzarsi la fine del discorso.
Comunque visti i repentini progressi, anche la logopedista, in accordo con la NPI, vuole diminuire la frequenza delle sedute da una alla settimana ad una bisettimanale, per poi forse fare una "pausa".

Tante notizie positive, insomma, ma...
Rimane ancora da sciogliere il nodo della relazione con gli altri (bambini). Sembra per lui ancora difficile instaurare un "dialogo" con i coetanei; la sua interazione con gli altri bimbi è soprattutto ad un livello motorio. Per spiegarmi meglio: alla scuola materna per divertirsi insegue ed imita alcuni bimbi da lui "eletti" come compagni di gioco (forse quelli più cinetici come lui). In questo gioco elementare (inseguirsi, nascondersi etc) non prende l'iniziativa, ma più spesso copia ogni azione.
In ogni caso abbiamno capito che se gli viene richiesto dalle maestre, partecipa alle attività / giochi di gruppo (colorare, etc).
Con gli adulti invece è diverso e più "cerebrale", anche perchè forse l'adulto è meno "dinamico".
Dobbiamo ancora verificare con le maestre se effettivamente quanto detto sopra è ancora vero o qualcosa è cambiato negli ultimi due mesi.
Un'altra "stranezza" è che tende ad un rapporto "esclusivo" con le persone... Se è con la madre a volte rifiuta il padre; se è con una nonna rifiuta l'altra. A volte io credo che lui abbia troppa attenzione verso di sè, con quattro nonni che pendono dalle sue labbra. Rischiamo di crescerlo un po' troppo viziato...

Forse viviamo in un paese di bimbi precoci, ma quando parlo con un suo coetaneo mi sembra di parlare con un adulto, o almeno con uno molto più grande di mio figlio.

In ogni caso, visti i progressi fatti nel linguaggio e nella comunicazione (anche non verbale) fatti negli ultimi mesi, speriamo che anche un recupero sul piano della relazione possa avvenire in breve tempo. Credo che come tanti altri genitori, siamo stati ad un passo dalla facile "diagnosi" di "spettro autistico" che come dice lei, non vuole dire niente, ma getta nel panico molti. Anche io sono caduto nella trappola della troppa (dis)informazione reperibile su internet, con tanto di "milestones" o "red flag" per ogni sorta di disturbo dello sviluppo.

Vorremmo quindi consultarci con lei subito dopo.
Mi scusi se le scrivo senza sostanzialmente darle molte informazioni in più. Ma il bello di questo sito è che può essere utilizzato come "diario condiviso", moderato da uno specialista e con risposte da uno specialista (con i limiti di un'osservazione a distanza). E a volte anche senza chiedere nulla trovo un altro genitore che ha fatto la stessa domanda o aveva lo stesso dubbio. Insomma, ci si sente meno soli...
Spero di rivederla a breve per un suo parere.

Cordiali saluti

Beh, passare dalla paura di

Beh, passare dalla paura di avere un bambino autistico a quella di averne uno viziato mi sembra un bel passo avanti. Con tutti i progressi che elencate, io a questo punto farei una pausa salutare: non 'osservate' più vostro figlio per misurare e registare i suoi comportamenti, ma lasciatelo libero, senza più 'osservazioni ' (sembra quasi di essere sotto le telecamere vicino alle banche, ecc), e rilassatevi anche voi, godendovi il rapporto con lui.
Se volete non ho difficoltà a incontrarvi, basta che mi scriviate un'email o mi telefonate, e nella visita diretta non sono particolarmente necessarie le osservazioni delle insegnanti o di altri, perchè basta e avanza vedere direttamente il bambino con voi per un'ora...

Cordialmente

drGBenedetti

Buonasera dottore, avevamo

Buonasera dottore,
avevamo intenzione di venire da lei questa settimana, ma un'influenza sta tenendo il bimbo a a casa con la febbre.
Come detto i miglioramenti sono stati notevoli in questi ultimi 4 /5 mesi. So che lei non mi capirà e che magari lei potrebbe dubitare della mia coerenza, ma nonostante tutto ho ancora una paura, ora confinata e tenuta nel suo alveo, che non si riferisce solo ad un bimbo viziato (questo dipende solo dalla condotta di noi genitori...).
Ogni tanto raffiorano dei dubbi, soprattutto quando vedo i suoi coetanei, circa il suo sviluppo in termini di relazione. E' difficile quantificare e anche solo descrivere ciò che vedo e penso.
Ci proverò comunque.
Come detto il bimbo ora ha un buon vocabolario, riesce a costruire frasi (anche se a volte corrette, altre volte con una grammatica non perfetta), riesce sicuramente a comunicare ed esprimere i suoi bisogni e le sue sensazioni. Gli piace anche il gioco simbolico, molto più di quello funzionale o logico...
Parla spesso, per descrivere quello ce vede inorno a lui e soprattutto vuol che le sue osservazioni siano condivise da noi ("guarda, il gattino dorme!). Quando ci chiede una cosa vuole a tutti i costi che lo si guardi in faccia. La cosa "strana" è che difficilmente si riesce ad instaurare una conversazione. Per esempio se gli viene chiesto che cosa ha fatto all'asilo, risponde "niente, non ho fatto niente" oppure "ho giocato con xxxx" (il suo amichetto di giochi) anche se quel bimbo quel giorno non era all'asilo...
Anche negli affetti è "strano". Si capisce quali sono le persone che predilige e a cui vuole bene (la mamma in primis) ma in ogni caso non manifesta il suo affetto con baci ed abbracci spontanei. Se gli viene richiesto, dà subito il bacino di saluto, ma sembra più un atto meccanico in risposta ad un'aspettativa esterna.
Eppure gli piace farsi coccolare, consolare (soprattutto dalla mamma).
Quando vedo un suo coetaneo, che magari parla meno di lui, si riesce ad instaurare subito una conversazione... E' in questo che noto molta differenza con mio figlio.
E come le dicevo con gli altri bimbi il gioco è molto motorio, di imitazione (sembra esserci poca iniziativa, è lui che si fa condurre...).
Per quanto riguarda il controllo sfinterico, direi che siamo a buon punto finalmente, anche se quando deve fare la cacca preferisce magari nascondersi dietro ad una tenda piuttosto che dirlo ed andare in bagno. Il controllo c'è, è la volonta di farla sul wc che a volte sembra mancare...
Ma ormai il pannolino è tolto...

Io so che basavo tutto il mio sapere sulle letture ultra-tecniche, prendendo anche molte "cantonate". Ora che ho capito di sbagliare, preferisco godermi il bimbo, ma appena vedo un coetaneo mi rendo conto che non ho nessuna fonte di informazione (figlio unico, nessun cuginetto, etc). E' come se stessimo crescendo una piantina (di cui non si conosce il genere o la specie) solitaria, in un orto curato apposta per lui. La piantina cresce, ma non sappiamo se nel fratempo. in un altro campo irrigato e curato diversamente lo stesso tipo di seme è diventato un albero, una vigna o un arbusto.
Per questo le scrivo, e francamente non so neanche come lei possa ricordare le storie e le situazioni di ogni consulto del sito (cominciano ad essere tanti da seguire...).
Cordiali saluti e grazie per la sua "sopportazione"...

La sua descrizione mi sembra

La sua descrizione mi sembra proprio quella di un bambino completamente normale con normali reazioni (magari a domande fastidiose...): solo che ci sono tanti tipi di normalità (tant'è vero che si usa l'espressione "nei limiti della norma").
La sua preoccupazione viene quando si mette a fare confronti. Ma è come se lei confrontasse i tempi sui cento metri: c'è chi li fa in 9" netti, mi pare, ma non vuol dire che non sia normale impiegarci molto più tempo, e magari non essere interessati a farli, e magari trovare cose molto più interessanti... sempre se uno non vuole vincere le olimpiadi.
E poi Le direi di togliersi di mente l'ipotetico 'bambino normale' che Lei vorrebbe fosse suo figlio: rischierebbe di essere un automa, molto meglio cercare di conoscerlo come individuo unico, diverso da tutti gli altri, come per forza tutti noi siamo.
No, a dire il vero oggi molti rischiano di essere "fatti con lo stampino", ma temo non sia un bene...
Cordialmente

drGBenedetti

Grazie Dottore, capisco

Grazie Dottore,
capisco quello che vuole dire... Lei si riferisce ad una "diversità" che caratterizza l'individuo e che ci rende unici. Io, forse un pò paranoico, penso più che altro a quelle diversità che possono limitare una vita "normale" (intendo avere un lavoro, relazioni sociali, vivere la vita...).

Comunque, visto che di lei mi fido (ho letto praticamente tutto sul suo sito, anche gli approfondimenti e le elaborazioni...) le chiedo qualcosa che esula dal mio bimbo (ma forse neanche tanto...).

Ho sempre stigmatizzato la psicopterapia come soluzioni a problemi di carattere psicologico/psichiatrico (mi riferisco all'ansia ed alla depressione che si alternano), nonostante tutto l'ho provata con scarsi risultati ed alla fine i farmaci sono sempre stati la facile scorciatoia (so che curano solo i sintomi, non certo la malattia).

Volevo chiederle: come posso trovare un psicologo o psichiatra che mi possa aiutare veramente?
Aprire le pagine gialle e provarne uno, e poi un altro e così via finche non trovo qualcuno che mi "ispiri"? Lei conosce qualcuno nella mia zona?
Non so che pesci pigliare...
Cordiali saluti.

Non ho conoscenze nella

Non ho conoscenze nella vostra zona.
Non so se segnalarle - in realtà lo sto facendo: mi scusi l'autopromozione sfacciata - che ho aperto un attività di consulenza on line riservata , che non vuol essere una psicoterapia online, non so nenche se è autorizzata in Italia, ma uno spazio di approfondimento che può essere utile. Guardi se le interessa e mi faccia sapere. Non credo che ci sia una controindicazione per il fatto di conoscerci già per suo figlio. Non sono tipi di rapporto 'esclusivi'.
Cordialmente
drGBenedetti

Buonasera, ormai questi

Buonasera,
ormai questi messaggio è "fuori tema" rispetto al consulto originale... Le scriverò magari sulla sua mail le prossime volte.
Ho letto le pagine con le spiegazioni della "e-therapy"...
Non so... Per un verso è l'uovo di Colombo, perchè mi permetterebbe di risolvere diversi problemi di ferie, spostamenti, etc.
Ma mi sembrerebbe alquanto strano parlarci via Skype. L'ho già usato per altri motivi, ma utilizzarlo per una "seduta" terapeutica mi sembra che ponga dei limiti... Non si coglierebbe quella comunicazione non verbale che viene percepita solo di presenza. Ma forse è un preconcetto e potrei provare.
Scarterei la soluzione via mail o chat, perchè mi sembra di perdere immediatezza e spontaneità scrivendo (anche se i consulti per la situazione di mio figlio per me sono stati utilissimi.
Credo che proverò la soluzione via Skype. Per metterci d'accordo sugli orari, pagamenti, etc le scrivo sulla mail.

Cordiali saluti.

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