Fobia delle scale

Egregio Dottor Benedetti,
Le scrivo per avere un suo parere riguardo la fobia specifica nel mio caso paura delle scale soprattutto nello scendere inoltre non tutte mi spaventano, dipende da alcune caratteristiche presenza o meno del passamano,dal colore,se sono ripide o meno e persino da come mi sento.
Sono in psicoterapia da diversi anni e mi trovo bene con la terapeuta.Grazie alla psicoterapia il mio carattere è migliorato più disponibile e spontanea,ma la fobia ha un andamento varibile.
Non vorrei annoiarla con le scale,ma sono un ostacolo che si presenta spesso,tra le tante fobie proprio questa e perchè no quella dei serpenti?La fobia era presente sin dall'infanzia ma era molto meno invalidante ovvero affrontavo meglio le scale.
Ricordo che allora tendevo a nasconderla e siccome i "modelli di scala" che mi spaventavano erano relativamente pochi era più facile.Facevo questo perchè i miei genitori mi paragonavano ad altri bambini che non avevano paura ed erano bravi.In pratica da questi paragoni ne uscivo male come soggetto incapace.
Insieme alla terapeuta abbiamo notato che la fobia aumenta quando ho meno fiducia nelle "mie risorse" e quando mi sento in trappola ovvero non posso tornare indietro.
Purtroppo ora ci sono entrambe le condizioni,Le chiedo se secondo lei ci sono dei modi per impedire che si formi questo legame o nesso tra le difficoltà che si incontrano nelle vita e la ricaduta sulla fobia.
La ringrazio per la sua cortese attenzione e cordialmente la saluto.
...

di nuovo.

Di nuovo,ancora una volta.Vorrei riuscire ad aggiungera una cosa al post- nessun frainteso-,ma non riesco a farlo.Almeno una cosa mi è riuscita ,almeno scrivere che c'è l'incapacità.
Non la difficoltà è una conseguenza per il fatto che siamo online o per il suo lavoro o per altro un pò più "sciocchino".
...Negli ex manicomi c'era il reparto degli incapaci,nel senso di non saper fare?

Vale la pena leggere il libro

Vale la pena leggere il libro integralmente...
Quella fra parentesi sembra una fantasia di fare bambini senza bisogno dei corpi, nè per concepirli nè per contenerli e proteggerli nella maturazione embrionale e fetale. Affidare tutto alle macchine Anche i giornali di ieri riportavano 'nuove' teorie, che il maschio non serve più, ecc..
Un modo per mettere 'fra parentesi' la sessualità che è così complicata e complessa che in pratica forse tutta la 'cultura' si è sviluppata per controllarla... O forse la cultura, nel senso di civilità,organizzazione sociale, è il tentativo di contenere la patologia della sessualità che si mescola inestricabilmente con la sessualità... chissà se il rimedio è peggiore del male (come sembra suggerire la storia), e la patologia è un effetto della civilità. Sembra che gli animali non abbiano patologie sessuali, se non in cattività... Qualche decennio fa erano di moda libri di antropologia che descrivevano la sessualità delle popolazioni primitive (Malinowsky, Mead), vista come una sessualità libera, sana, rovinata poi dalla civiltà... Illusioni del bel tempo antico, ma forse qualcosa di vero c'era.

A volte la sessualità viene vissuta come una bomba che uno porta con sè, che può esplodere e fare danni incalcolabili. I tentativi per liberarsene, controllarla, disinnescarla sono molti,a volte tragici. Altre volte si forma la convinzione che la bomba è ormai esplosa, i danni sono fatti e non c'è più rimedio. Che è anche un modo di mettersi il cuore in pace e non fare più fatica, tanto non si può riparare nulla, si pensa.

patologia

"O forse la cultura,nel senso di civiltà,organizzazione sociale,è il tentativo di contenere la patologia della sessualità che si mescola inestricabilmente con la sessualità...chissà se il tentativo è peggiore del male(come sembra suggerire la sua storia),e la patologia è un effetto della civiltà."
Queste sue parole mi fanno venire in mente il DSM degli anni 70,quando l'omosessualità era considerata una "perversione".Insieme ad un molto sentito editoriale pubblicato su Mente &cervello di qualche anno fa.Il Direttore ricordava un suo amico omosessuale,morto suicida in un manicomio.Non gli erano stati risparmiati neanche gli elottroshock.Lo ricordava come persona sensibile ed intelligente,non certo come persona malata.
Non è che abbia qualcosa contro o che mi possa sentire "esente"da patologie",ma quale patologia sessuale cercherei di contenere?
Gli animali non solo,come riporta,non hanno questo tipo di patologia,non hanno neanche altre ns caratteristiche come andare oltre le proprie esigenze.
Avevo messo tra parentesi quella fantasia perchè poteva essere intesa come un ritorno alla prospettiva che è stata lasciata o sospesa.Riportata per via di qualche lontana affinità con il libro.Ripresa semplicemente.Aggiungo che la fantasia aveva lo scopo di evitare il parto.Allora mia madre mi faceva sentire responsabile(almeno così percepivo le sue parole) di un parto doloroso,non scevro di conseguenze.Se fossi stata messa in una teca lei non avrebbe sofferto e non avrebbe avuto conseguenze.Ma forse c'è dell'altro come nota il suo post.

Non ho letto l'articolo del giornale,che riporta "nuove" teorie secondo cui il maschio non serve più,affidato tutto alle macchine.Mah!In passato era la donna,secondo le teorie del periodo,a non avere un ruolo nel fare i bambini,era considerata come una specie di vaso di fiori.Con la scoperta di una cellula nella prima metà dell'800,si è "scoperto" il ruolo della donna,ma non in tutti gli ambiti,penso al ruolo della donna per la religione cattolica.

paradossi e giustizia

Non ho capito bene parte del suo post che aveva carattere generale,ma con un riferimento alla mia esperienza.Quindi questo link può essere oggetto di errori.
Da poco ho iniziato a vedere un'altra immagine o prospettiva mentre Lei la vedeva da tempo.Andiamo avanti.Ma non vorrei che si arrivasse a dei paradossi.Che si consideri pure l'episodio xy reale o immaginato(dubbi sulla giustizia di tale atteggiamento,ma che importa è passato del tempo)le conseguenze sono le stesse e riguardano il presente.
Tuttavia Si potrebbe dare una lettura paradossale degli avvenimenti.Considerato che ho una patologia sessuale che non so contenere anzi il rimedio adottato è persino peggiore del male,si può arrivare a dire che da adolescente,per via del disturbo, avevo molestato un uomo di oltre 30 anni e che "poverino"non sapeva difendersi da una quattordicenne.Come mai non aveva chiesto il risarcimento danni?
Così pure per l'episodio più datato.Ammesso che sia stato immaginato,qualche input dovevo averlo ricevuto altrimenti non avrei potuto fare certi disegni o certe fantasie.O forse,come si dice comunemente, ero nata imparata?Avendo già certe "competenze"innate unite al resto,paradossalmente che molestavo i "poveri" ed indifesi maschi adulti.Magari mescolando realtà e fantasia,e dopo mi sentivo in colpa peggiorando la situazione.
Sono immagini paradossali,ma ho intravisto questo rischio.Non c'è alcuna intenzione di tornare indietro o riprendere la vecchia prospettiva,ma se ho scritto questo link èsolo,con una parola ormai desueta,per un senso di giustizia.
Non so come prenderà questo post,posso solo dire che è stato scritto con le migliori intenzioni.

Guardi che c'è di nuovo un

Guardi che c'è di nuovo un frainteso. Nella citazione che fa delle mie parole "come sembra suggerire la SUA storia" c'è un SUA di troppo. Controlli il mio post: non c'è l'aggettivo 'sua'. Non mi riferivo a Lei, non mi sogno neanche di diagnosticarle, a distanza, una 'patologia sessuale'. Come è comparso quel "sua"?
Com'è che nascono tanti fraintesi? Forse la mia digressione 'storico-sociale' era fuori luogo, mi spiace di aver indotto un'altro frainteso - sempre a suo svantaggio, poi!!!

Non dubito delle sue intenzioni. Cerchi anche Lei di non dubitare troppo delle mie!

I riferimenti 'sessuali' stanno aumentando negli ultimi post, mi sembra, sia per gli episodi, che per i contenuti dei sogni. Ma il mio commento riguardava le difficoltà, in genere, non solo di singoli individui, ma di società intere, nel gestire la sessualità, sia da bambini che da adulti - che possono essere aggravate ovviamente da esperienze negative. E da qui forse possono nascere complicazioni e gabbie e trappole e labirinti.

Credo che ci possa essere un garbuglio di immagini e di sentimenti emozioni ecc che può portare a uscite paradossali, come dice. Forse è un po' come nei sogni, da cui a volte ci si risveglia col dubbio di non sapere se era sogno o realtà....

oops!siamo piacenti di

Oops!siamo spiacenti di...Come scrive il mio computer quandosbaglia ad aprire pagina.Potrei dire che ho letto in modo superficiale oppure fare riferimento alla dislessia/disisgrafia,che pure ci sono,ma è riduttivo.Forse bisogna considerare che ci sono cento e uno "pensieri"contemporanamente che a volte si confondono.C'è dell'entusiasmo nel vedere un'altra prospettiva/immagine,ma mi sento un pò "colpevole" di mettere da parte la prima per via dei paradossi citati.Inoltre il secondo episodio(purtoppo non si era trattato di una sola volta,ma per comodità scrivo episodio)non può essere trattato come frutto di fantasie.Se lo facessi avrei bisogno d'urgenza di uno.. psichiatra.Mi sembra di far del male a quella ragazzina.Non so se rendo l'idea.In ogni caso,mi scuso per l'errore fatto.
Interessante la sua digressione "storico-sociale",non certo fuori luogo.Secondo la teologa tedesca U. R. Heinemann la radice del "moralismo" o sessuofobia non è da ricercarsi nei testi sacri del cristianesimo,ma molto prima e cioè nel pensiero dei filosofi greci.
A parte il "sua" che non c'era,il suo post era di carattere generale.
Chissà,visto l'errore grossolano,se era un tentativo,sia pure inconsapevole, di verificare la sua resistenza(la frase risente del pensiero di altri).Questo poteva essere un motivo per cui Lei non era più interessato a proseguire.
Forse nella società del bel tempo antico,per usare le sue parole, si era anche più sicuri.Un fatto personale conferma indirettamente le sue parole.Per degli equivoci,mi ero ritrovata a fare l'auto-stop.Quando alla fine ero giunta adestinazione,mi era sembrato di aver fatto unpercorso ad ostacoli.Inutile dire che non ho ripetuto l'esperienza.
Scusarmi,può bastare?

Non c'è motivo di scusarsi.

Non c'è motivo di scusarsi. Forse questo lavoro si basa proprio in gran parte sul tentativo di ridurre i fraintesi, e anche le 'proiezioni': perchè mi attribuisce di non essere interessato a proseguire?
Fraintesi, proiezioni,ed altre cose (difesa dei ricordi, desiderio di essere riconosciuta come una che dice la verità, paura e risentimento di non essere riconosciuta come tale, ecc) creano -mi ripeto, lo so- una quantità di nebbia che rende difficile 'vedere' quello che stiamo esplorando e che talvolta sembra più visibile, per un attimo. Se diminuisce la nebbia speriamo di vedere meglio.
Non è che accosta questa esperienza online all'autostop fatto? Sempre di equivoci, si tratta....

un pò di luce.

Un pò di luce.Non le attribuisco niente,ogni tanto le pongo la domanda,d'altra parte se Lei non fosse più interessato lo direbbe.Quindi niente più domanda.
Ulteriore equivoco,non desidero essere riconosciuta come chi dice la verità,è un pò diverso.Se Lei ora mi dicesse che mento o fantastico,potrei dire che si sbaglia o chiedere chiarimenti,ma non per questo mi risento o mi tolgo la vita.Quella che Lei chiama "nebbia" per me è altro.Ripeto si tratta di senso di giustizia.Cerco di scrivere con distacco per essere più esplicita.Il tempo che passa non fa diventare i torti subiti delle fantasie.Ora posso essere considerata anche una mitomane,ma non mi pare giusto definire così la bambina di allora e poi in base a cosa?Oltre al danno anche la beffa di essere considerata in un certo modo.Non sta bene riportare il lavoro svolto in altra sede,ma proprio oggi si parlava di questo con la Dr.E' stata Lei ad esplicare le mie idee,non avrei saputo fare meglio.Ha reso in parole quello che chiamo tout court "senso di giustizia".Per dirla semplicisticamente -come se difendessi la bambina di allora-.Mi ha detto che ora siamo in due a difenderla,anzi ha aggiunto che Lei la difende come una iena,quindi con forza.Almeno c'è una persona che si prende cura di questo aspetto di me e non lo maltratta ulteriormente,già ne ha viste troppe.
Prima di parlarene con la Dr non capivo il perchè delle difficoltà incontrate in questa sede su questo argomento,ma la Dott. ha fatto un pò di luce,dando delle spiegazioni pertinenti.
Ora mi è chiaro perchè le vittime spesso non solo non denunciano,ma rinunciano persino a parlarne.
No, non faccio l'accostamento.L'equivoco era per il giorno di partenza,scambiando il giorno mi ero ritrovata a piedi.Da qui l'idea geniale dell'autostop.
Dr,c'è nebbia?usi i fari antinebbia.In quell'attimo cosa ha visto?naturalmente non me lo dirà perchè non risponde alle domande.
P.S.
gli adolescenti con problemi di comunicazione a volte possono dire qualche parola (due)a degli estranei?
a volte o spesso secondo i punti di vista ho paura,ma non è di non essere riconosciuta,di altro.Come qualche post fa,non riesco ad andare avanti e forse è meglio così.

questa volta sarà diverso

Questa volta sarà diverso e non come davanti alle scale ....
"....perchè mi attribuisce di non essere interessato a proseguire?..."
più che una attribuzione è una richiesta si essere riassicurata,che non capiti di nuovo.
Non ci sono motivi perchè capiti di nuovo,ma non ci sono motivi per escluderlo.
Frasi oscure,inerenti un recente passato.Difficile renderle meno criptiche senza aggiungere altri fraintesi.
In sintesi ho paura che iniziando un nuovo percorso o vedendo un'altra prospettiva possa di nuovo trovarmi senza passamano proprio quando c'è bisogno dell'appoggio.Recentemente mi era stato negato e proprio per via di fraintesi,non per cattiva volontà,questo scoperto dopo.Ci sono state alcuni aspetti che avevano reso meno "pesante"i l periodo-Il fatto che la Dr non aveva interpretato alcuni miei atteggiamenti e che avevo la sensazione che qualcosa non tornava-con questi elementi è stato possibile dissipare gli equivoci,circostanze sfavorevoli,ma qualcosa era successo.
Era come scendere su dei gradini pericolanti,senza passamano.Poi l'aggiunta di altri sintomi,durati poco,ma notevoli e che se fossero durati a lungo potevano essere motivo di peroccupazione.
Questo è un aspetto della richiesta...

Lei non vede per la nebbia ed io per la paura...

Hm, Lei crede che sia io

Hm, Lei crede che sia io nella nebbia, o nel fumo, polvere o altro sollevata da Lei... Ma io ipotizzavo che ci fosse dentro Lei stessa e che facesse un sacco di confusione. Può darsi che mi esprima poco chiaramente, ma mi sembra che Lei risistemi le mie parole in un senso che certo io non riconosco più.
Quanto alle vittime, le segnalo che esiste una sindrome, chiamata 'da indennizzo', che caratterizza certe persone che passano la vita a cercare un indennizzo, a ragione o a torto, per qualcosa che sono convinte di aver subito ingiustamente. Indipendentemente dalla ragione o dal torto, spesso in queste persone il 'senso di giustizia' è qualcosa che le rovina la vita più del torto che hanno eventualmente subito. La ricerca di 'giustizia', in questi casi, è qualcosa che tiene le ferite aperte e non permette loro di cicatrizzarsi per tornare a funzionare normalmente.
Ci sono 'cause' che tengono le persone in tribunale per decenni e che impediscono loro la vita, indipendentemente dal risultato finale.
Ho l'impressione che anche Lei tenga aperte le ferite subite e non le lasci cicatrizzare. E' questo che intendo quando dico che il passato le impedisce di pensare invece al presente.
Mi sembra che per Lei sia più importante 'difendere la bambina abusata di allora', che vivere la sua vita di adesso. Può darsi che si sia presa questo compito sacrificando il resto della sua vita e della sua personalità. Ho l'impressione che Lei sia rimasta schiavizzata da questo compito. Non si tratta di stabilire se è giusto o non è giusto. Si tratta di valutarne le conseguenze.
Sicuramente c'è chi si vota a cause per cui rinuncia alla propria vita, una volta c'erano sacerdotesse e sacerdoti che rinunciavano alla propria vita per una missione, ma anche vittime sacrificali che venivano immolate (da quei sacerdoti) contro la loro volontà per placare le divinità offese. Lei rischia di fare sia la vittima che la sacerdotessa, continuando a sacrificare sè stessa...

idem

Risistemo le sue parole?idem per altri.Guardi che le parole sulla nebbia volevano essere una battuta!Forse pessima,non riuscita,ma tale intendeva essere.Quanta dietrologia!Polvere,confusione,fumo!
Scrive che ha l'impressione che tengo aperte le ferite e non le lascio cicatrizzare.Scrive bene è una impressione.Non voglio risarcimenti di alcun tipo,tra l'altro ci sarebbe la prescrizione,ma non capisco perchè una parte della mia vita sia considerata per partito preso o perchè le casistiche riportano tali eventualità, mitomane.Per asserire questo occorrono ben altri argomenti e non sto parlando di prove.
Per giustizia non mi riferivo ai tribunali.Giustamente nota che le cause sono lunghe,ma questo non dipende dal tipo di denuncia,ma dalla lentezza dei ns tribunali.In astratto,ci sono dei validi motivi,come riportava,per non denunciare,ma anche altri validi per farlo:chi compie certi gesti di solito li ripete.Personalmente non avevo denunciato nessuno.
Allo stato di cose non conviene esporsi,com'è ora c'è solo una persona che vince sempre nelle cause,come mi faceva notare un avvocato con un certo senso dell'humor ed è...l'avvocato.
Solo in questa sede mi sono ritrovata a difendere quella parte di me.Normalmente non lo faccio e neanche ripenso al passato,tantomeno rivivendolo.Facendo questo tipo di difesa ho corso il rischio che vecchie cicatrici si riaprissero,m non è andata così.Questo è il vantaggio di avere due passamano.Bella la sensazione di appoggiarsi su di un solido passamano e di ricevere subito soccorsi.Questa volta senza essere fraintesa e senza se e ma di sorta.(non mi riferisco a questa sede,ma altre volte mi è capitato così)
Vero che ho rinunciato alla mia vita,ma non perchè sono impegnata a fare altro,perchè non ha più senso.è come un vetro rotto e le poche parti un pò più grandi son lesionate.Tante volte mi sono appoggiata ai passamano che non erano tali(non mi riferisco a questa sede o all'altra)e non lo avevo capito.Tra l'altro questo problema con i passamano l'aveva notato,ma si vede che ritiene la prospettiva poco interessante.Avere qualche idea sul problema non signica saperlo o poterlo risolvere.Ci sono malattie di cui si conosce la causa,ma non si guarisce;si possono conoscere le cause di un dissesto finanziario,ma non per questo si evita il fallimento o peggio la bancarotta.
Tuttavia visto che c'è un punto in comune-rinunciare a vivere-si può partire da questo,tenendo conto che si tratta di una rampa di scale in comune,mentre la scala di partenza che ci ha portato a questa è diversa.Immgino certe scale che hanno le prime due rampe parallele e poi si riuniscono in una sola.
P.S.
nota polemica.Se sollevo con le mie parole,altro non c'è con questo strumento,nebbia,fumo,polvere,nebbia,mi limiterò a scrivere si,no,ma forse(solo raramente,più frequenti i si).....

Io credo che tutto questo

Io credo che tutto questo serve solo a chiudere quello spiraglio che sembrava essersi aperto nella comunicazione qui. Forse le ha fatto paura, e magari non ha torto: cambiare (prospettiva, ecc) può voler dire lasciare le proprie certezze, che anche se 'negative' garantiscono una qualche stabilità cui si è abituata. E' comprensibile che non voglia perderla. Tutte le parole che scrive rischiano di riempire lo spazio disponibile per non lasciarlo ad altre possibilità di comunicazione vera, sia qui che con se stessa forse. Se è così, speriamo che sia una fase transitoria...
Proposta: invece che ribattere o dibattere o spiegarmi o ribadirmi, ecc ecc, si limiti a trascurare le cose con cui non è d'accordo. La questione non è convincere me di qualcosa, ma prendere da questo scambio, dalla prospettiva che io vedo, quello che le può essere utile. Che le serve convincermi che la sua prospettiva è la più giusta? A confermarsi di avere ragione?

Io credo che tutto questo

Io credo che tutto questo serve solo a chiudere quello spiraglio che sembrava essersi aperto nella comunicazione qui. Forse le ha fatto paura, e magari non ha torto: cambiare (prospettiva, ecc) può voler dire lasciare le proprie certezze, che anche se 'negative' garantiscono una qualche stabilità cui si è abituata. E' comprensibile che non voglia perderla. Tutte le parole che scrive rischiano di riempire lo spazio disponibile per non lasciarlo ad altre possibilità di comunicazione vera, sia qui che con se stessa forse. Se è così, speriamo che sia una fase transitoria...
Proposta: invece che ribattere o dibattere o spiegarmi o ribadirmi, ecc ecc, si limiti a trascurare le cose con cui non è d'accordo. La questione non è convincere me di qualcosa, ma prendere da questo scambio, dalla prospettiva che io vedo, quello che le può essere utile. Che le serve convincermi che la sua prospettiva è la più giusta? A confermarsi di avere ragione?

a confermarsi di aver ragione?

No,evidentemente non serve a confermarmi di avere ragione.Può darsi che nella sua ottica chi ha subito un danno e chi lo abbia immaginato siano sullo stesso piano per via delle conseguenze.Anche se bisognerebbe chiedersi perchè nel secondo caso si arrivi ad immaginare qualcosa di simile che può diffamare in modo grave il prossimo("sicuramente sottende qualcosa il fatto che abbia il bisogno di inventare un fatto simile.."le parole non sono le mie).Serve per il rispetto di me stessa in quanto persona.Serve per non affondare l'unica residua risorsa che mi è rimasta,la razionalità,e non dico in termini di quantità o qualità,quella che ho o che mi è rimasta.Forse non ne aveva percezione,ma equiparando situazioni che possono portare alle stesse conseguenze,di fatto distruggeva o tenteva di farlo questa risorsa.Mi trattava,mi scuso per il termine poco fine,da "rincoglionita",ed è l'ipotesi più benevola.Per questo mi sono messa in discussione e mi son chiesta se in questa sede avessi scritto qualcosa da fare pensare ad una confusione tra realtà e fantasia,se avevo mostrato una qualche propensione alla diffazione,mi sono chiesta perchè guarda con sospetto una parte della mia vita.Questa parte riguarda due periodi distinti,anche l'adolescenza,a quanto pare la "mania" di diffamare persisteva.Difendevo la mia dignità di persona e l'ultima residua,forse esigua,risorsa,per evitare il collasso totale,almeno posso tentare di sopravvivere.Se per Lei è poco o irrilevante o falso...Vero che mi ha messo paura e non per il cambio di prospettiva,ma perchè rischiavo di perdere dignità e risorse.
La sua proposta è ragionevole.
Lo spiraglio si può sempre riaprire....
che strani i sogni!mi è rimasto impresso perchè inconsueto.Nel sogno c'era un leader politico (quello che le sta tanto simpatico)in ospedale,mi parlava in inglese(strano,una lingua che non uso più praticamente dimenticata.Prima era di discreto livello) mi diceva di stare attenta ai telefoni e che ero io una possibile prova a suo discarico.Questo sogno è dell'inverno passato.
P.S.
non faccia caso ai refusi,un pò sono dovuti alla distrazioni un pò alla disgrafia.Qualcuno mi riesce ad intercettarlo e lo correggo altri..mancanza di vocali,doppie che diventano triple,parole in cui scambio le parti,incrocio di parole.

guiding light

Forse quanto scritto nel precedente post appartiene al passato,ma non dipende solo da me.Anche grazie all'altro passamano si è superato un ostacolo.
A me rimane una montagna di ostacoli e non ci sono modi per superali o aggirarli,ci si può solo convivere e questo implica una vita di dubbia qualità.Questo è un altro aspetto della storia a cui avevo fatto qualche vago accenno,ma in questa sede non è possibile parlarne e mi viene il dubbio anche in altre.

A me sembra che Lei confonda

A me sembra che Lei confonda due piani: un piano di giudizio, legale o morale, e un piano di 'funzionamento'. Se uno fa riparare la macchina dal meccanico, conta poco che il danno derivi da un'aggressione al motore o da un usura dell'ingranaggio: il meccanico cerca di rimettere la macchina in grado di funzionare riparando il guasto. Il proprietario si rivarrà sul piano legale per essere risarcito di un danno ingiusto, se il giudice gli darà ragione.
Se però il padrone della macchina continua a chiedere al meccanico se secondo lui ha ragione oppure no, serve poco, se non a impedire o rallentare il lavoro del meccanico.
Lei si è rivolta a questa 'officina' per chiedere un parere su un malfunzionamento della sua 'macchina-mente', che in certe condizioni si inceppa.
Ha accettato la proposta di fare una 'revisione' alla 'macchina', ma poi insiste sull'essere creduta dal meccanico riguardo alla sua storia e praticamente così gli impedisce di vedere il motore, ecc.
Se poi vuole, una volta fatto il lavoro, offrirà un caffè al meccanico e gli racconterà la sua storia. Ma se gliela vuole raccontare prima, durante il lavoro, Lei impedirà in pratica il lavoro.
Sempre se a Lei interessa avere la macchina riparata, o se l'interesse reale è raccontare la sua storia.
Almeno questo sembra a me.
Ovviamente il meccanico deve visionare la macchina per intero, senza parti che "non si possono vedere in questa sede"...
Ma, come nel Vecchio Marinaio di Coleridge, forse la mission, o la condanna, è proprio di raccontare sempre la propria storia. E forse è il principale impedimento che inceppa il motore.

cito il suo esempio

Cito il suo esempio,vero mi sono rivolta al meccanico per riparare una macchina,è stata una mia libere scelta.Non mi aspetto che il meccanico creda alla mia storia o che mi risarcisca,ma non mi apetto neanche che mi tratti da "rincoglionita" senza peraltro fornire,non dico prove,ma almeno qualche argomento a sostegno di questo che è un giudizio severo,che non riguarda più il motore.
NON è CHE INTENDA raccontare a tutti i costi la mia storia,ma difendo un minimo di rispetto che si ha verso qualsiasi persona.Questo è il punto debole del suo esempio le macchine non hanno dignità,non pensano,non hanno emozioni,non si sentono calpestate ecc.

Può essere che sbagli e che non c'era nessun intento di questo tipo,se è così ritiro tutte le parole dette.
Anche le parti che non si possono vedere fanno parte della "storia",non vedo perchè il meccanico dovrebbe avere più interesse a sentire un'altra parte della "storia"(si può distrarre.Mi perdoni se uso le sue parole).Inoltre parlando di quella parte potrei essere identificata e non mi va,non solo fa troppo male e se non trattata con opportune cautele,non so quali esiti si possono ottenere.
Potrei dirle che non sono come il marinaio,che racconta sempre la propria storia.Oltre a Lei ne ho parlato con la terapeuta e con altre due persone e a distanza di tempo.Non ne parlavo affatto.Con il senno di poi(di cui sono piene le fosse)penso che era la cosa migliore da fare.Ma è una mia idea da cestinare subito...una "rinko" quali idee può avere?

mai più

Egregio Dott. Gianmaria Benedetti,non farò mai più riferimenti ad alcun episodio in particolare o al passato in generale e neanche chiederò altre cose,mi limiterò al presente,forse qualcosa sulle scale.
Sicuramente stravolgo il Suo esempio,diciamo che lo adatto alle mie esigenze,le lascio la macchina,ma non altro.
Egregio Dott.Benedetti avrà le informazioni relative alla macchina,ma cercando di essere il più asettica possibile.
Inoltre la ringrazio per tanta sisponibilità.Grazie anche per il consiglio sul libro "il mondo nuovo".

informazioni

Egregio Dottor Benedetti,non posso riportare novità sulla paura delle scale in quanto recentemente ho usufruito dell'ascensore e neanche ho ritentato di affrontare una particolare rampa di scale.
Mi faccia sapere se anche lo scrivere del danno,la paura delle scale,può distrarre.Nessun problema si toglie anche questo.

"ma non mi aspetto neanche

"ma non mi aspetto neanche che mi tratti da "rincoglionita"

Sarà un meccanico un po' antipatico...

E Lei però che si sente trattata così. Io non mi sogno minimamente neanche di pensare che Lei sia tale.
Per usare un' altra metafora, quando uno è finito in un labirinto, per qualsiasi motivo e non ritrova la strada, non vuol dire che sia un minus habens... Non dipende dalle capacità intellettive.... E chi cerca di raggiungerla, cerca poi di guidarla fuori tenendo bene il filo, (o seguendo a ritroso le impronte nella neve...)
Sulle cause le ragioni ecc, sarà magari meglio discutere dopo, quando si è usciti, piuttosto che fermarsi dentro offesi per come si sente trattata, e magari farsi ripigliare dal minotauro....

"le macchine non hanno dignità,non pensano,non hanno emozioni,non si sentono calpestate ecc."
Ma io parlo del e al guidatore...

"Può essere che sbagli e che non c'era nessun intento di questo tipo,se è così ritiro tutte le parole dette."
oh meno male...

"Inoltre parlando di quella parte potrei essere identificata e non mi va,non solo fa troppo male e se non trattata con opportune cautele,non so quali esiti si possono ottenere."
Una volta si pretendeva che, in certe situazioni, ilmedico visitasse a occhi bendati...

"non farò mai più riferimenti ad alcun episodio in particolare o al passato in generale e neanche chiederò altre cose,mi limiterò al presente,forse qualcosa sulle scale."
passto e presente e futuro sono sembra solo categorie della nostra mente. Quello che pensiamo e diciamo ecc avviene in questo momento nella nostra mente. La questione mi sembra il 'giudicare', come se fosse sempre aperto un Tribunale, come quello della regina di picche (o di cuori?) in Alice nel pdm, in cui vi è un dibattimento interminabile e ognuno che entra è richiesto di pronunciarsi, che sia l'idraulico o l'elettricista o lo psicoanalista...

"Mi faccia sapere se anche lo scrivere del danno,la paura delle scale,può distrarre.Nessun problema si toglie anche questo.

Spiritosa...

educato

Egregio Dott. G. Benedetti Lei è troppo educato per esprimersi con quel termine e tra l'altro il suo lessico è più fine.Se Lei dice che non ho motivi per sospettare una cosa simile,ok.GIà cancellato tutto.E' solo una ratifica.
Gia,non c'è solo il problema dell'uscita dal labirito,c'è anche il minotauro.
Probabilmente è una complicazione in più il fatto che una parte,almeno per il momento,rimanga criptata,ma non riesco,sarebbe una forzatura,come se per aiutarmi a scendere le scale mi dessero una spinta.Su questo seguo l'indicazione data,di solito non ne dà per questo mi pare significativa, dalla Dott e cioè di non fare mai cose per cui non mi sento ancora pronta,compreso affrontare le scale.
Chi ha ammazzato il Tempo?...Cappellaiomatto serve sempre il tè.
Che strano,che faccia riferimento proprio ad Alice nel pdm...a volte le coincidenze sono sorprendenti!
Le favoleregno dell'immaginazione...
A proposito di immaginazione quando mi aveva detto che tra Luglio ed Agosto ci potevano essere problemi di connessione e le rispondevo augurandole di trovarsi bene ovunque si trovasse.La risposta si basava su una fantasia-la immaginavo sulle montagne tibetane o in India,sulle orme di Bion,per approfondire il buddismo o l'induismo o perchè no in qualche zona desertica per parlare con qualche sufi.Spero non si offenda per questo.
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Perchè mai dovrei

Perchè mai dovrei offendermi?
Evidentemente lei sta ancora saggiando il terreno, come le consiglia la sua dott. D'altronde la prudenza è certo una cosa molto utile. Ma ci vuole anche il coraggio...

perchè

Perchè mai dovrebbe offendersi...forse perchè non la conosco...
Gentile Dott. ora è Lei che fa lo spiritoso...la caratteristica che si nota di più nei fobici è forse il coraggio?
Qui di coraggio ne occorre il doppio perchè si è su internet.
Potrei dire che non riesco a chiudere con una parte importante della mia vita mentre sarebbe opportuno farlo,proprio perchè manca pochissimo e invece niente.
Potrei dire che a volte vorrei diventare invisibile anzi meglio sparire.
Potrei dire che non mi riconosco/ritrovo più e non per via di qualche aggettivo del tipo brutto/insignificante/stupida ecc nel senso che non mi piaccio,ma perchè sono diventata "altro".
Potrei dire che di solito mi lascio trascinare senza mostrare un mimimo di volontà(dignità) e questo peggiora la sensazione di essere diventata altro.
Potrei dire che la sensazione di impossibilità a porvi rimedio è diventata certezza.
Potrei direche,in base alla mia esperienza che non è universale,l'indefferenza o la banalizzazione sono persino peggiori del male o del problema a risolvere.
Mi fermo qui con i "potrei" inteso come might e non could.

Ho visto un breve filmato da youtube sulla climacophobia.Intervistavano un suo collega americano(come studioso soprattutto di questa fobia) che mostrava una molla circolare d'acciaio.Faceva vedere le difficoltà di un climacofobico anche con due gradini e poi con una rampa di scala senza passamano.Ho trovato strano che cercasse di affrontale ponendosi al centro e una mano che appena sfiorava il muro,ancora più strano che si sedesse sul gradino più in alto.Infine mostrava l'uso della molla.Il climacofobico(brutto dire così ma è solo per brevità)pone sul gradino la molla che salta al gradino successivo,anche lui scende poggiando entrambi i piedi sullo stesso gradino e raccoglie la molla ponendola sul gradino successivo.
Esercizio impegnativo...

In un film o telefilm avevano inquadrato delle scale normali e cioè con passamano non ripide,si può dire sicure eppure per un attimo ho avuto la sensazione che la scala sparisse facendo cadere nel vuoto senza fine.

Quelli che... Lei, seguendo

Quelli che... Lei, seguendo il vezzo dei professionisti, chiama 'i fobici', così come ci sono 'gli ossessivi', 'le isteriche' (meno di moda), 'gli psicotici' ( anche, oggi è cool dire 'i bipolari', ovviamente 'i borderline', mentre vanno meno 'gli schizofrenici', ecc)
Quelli che... potrei continuare la lista: anche fare le liste ("potrei dire....") va di moda, oggi, tutto diventa spettacolo..., the show must go on (pensando a quel bellissimo film All that jazz...)
Dicevo, ho l'impressione che si scambi il vestito per la persona (cioè la 'malattia' per la persona che la porta). E l'attuale binomio pazienti-curanti mi ricorda quel vecchio sketch alla televisione d'antan (può darsi che si ritrovi su youtube) in cui Walter Chiari era il cliente di un sarto che gli aveva fatto un bel vestito, solo cadeva male da una parte... Ma bastava che stesse un po' piegato, allora però cadeva male dall'altra, ma un piccolo piegamento dall'altra... ecc. Alla fine il cliente usciva dal negozio e due commentavano: poveraccio quello storpio, ma che bravo sarto, gli ha fatto un vestito che gli sta a pennello...
I nomi delle vare 'fobie' mi sembrano come quel vestito: i pazienti sono contenti di aver trovato un 'sarto' che li riveste a pennello, e poi scambiano quel vestito per la loro identità e non vogliono toglierselo più..., a costo di storpiarsi per portarlo.
D'altronde chi li garantisce che una volta tolto quello ne troveranno un altro, o riusciranno a reinfilarselo... (come nella parabola del Buddha e della casa che brucia)
Io penso che importanti siano le persone, non il 'vestito' che portano. Quindi la conoscenza riguarda le persone, non lo studio dei loro vestiti, per nomi altisonanti e gemme che portino

E (mi permetta una provocazione) che mi dice di quel tale che in caduta libera da 30 km di altezza ha forato il muro del suono aprendo il paracadute solo l'ultimo km?
La questione forse è il 'paracadute', e imparare a usarlo... Il coraggio si sposa con la prudenza e la preparazione, altrimenti è incoscienza .
Mi sa che si arrabbia....

perchè non ha..

Perchè non ha continuato la lista?I professionisti le trovano così utili per far indossare il...modello Giuditta.Se di una lista fatta di n elementi mi corrispondono un certo numero ed ecco pronta una nuova camicia non proprio quella di una volta..
Che dire!Questi professionisti sono bravi nel diffondere il loro lessico,ottimi comunicatori.
Avevo scritto "climacofobico" per brevità,l'espressione più appropriata e meno riduttiva della persona è diversa.A me era parso che il protagonista del brevissimo video non avesse paura delle scale,ma intedesse mostrare come si comporta chi ne ha oltre a mostrare la bontà del metodo.Ma è solo una sensazione.Mi sono chiesta chissà come mi vedono gli altri quando sto davanti ad una rampa!
Lei paragona il nome delle fobie a dei vestiti.Quando ho letto climacophobia,ho pensato che poteva essere un titolo per film di D. Argento,quella parola scritta così ha qualcosa di sinistro.
Mi pare che era Freud ad essere contrario a dare questi nomi alle fobie,se non sbaglio diceva che non bastava il vocabolario di greco antico per elencarle tutte.
La persona al centro del suo interesse?La conoscenza riguarda la persona....ma la persona non può sapere neanche quale può essere un eventuale suo accento!é una informazione così riservata!
Forse parla a gesti...

Se fare questa cosa lo ha reso felice e realizzato ha fatto bene ad impegnarsi per realizzarla.Pare che abbia studiato approfonditamente la forza di gravità.In ogni caso ha una volontà e determinazione d'acciaio.
Un solo km per tirare la fune di vincolo!
Mi sfugge qualcosa...non ho studiato bene le scale?non ho coraggio perchè sono incosciente?
Potrei darmi ad uno sport estremo quello che ti legano i piedi e poi ti buttano in un baratro.Sarebbe anche un modo per testare il cuore.Oppure potrei andare in una casemrma di vigili del fuoco per darmi spiegazioni su come affrontano le loro scale.
Ho detto qualcosa di "incosciente"? a proposito qual è l'abito fornito dall'atelier "psichiatria and Co" per gli incoscienti?

Mah, forse 'Disturbo di

Mah, forse 'Disturbo di Attenzione'?, o qualcos'altro. La Lista comprende centinaia di vestiti pret a porter e promette di essere allungata ad ogni revisione del DSM. A ciascuno la sua pillola...
Torna il suo interesse alla 'voce' C'era qualcosa anche nei sogni, a questo riguardo, mi sembra. Nel buio la voce è l'unica informazione su una persona. Ma Freud accenna a un bambino nella sua stanza che diceva alla mamma. "se sento la tua voce il buio fa meno paura", o qualcosa di simile.
D'altronde i bambini nascosti sentono la voce dell'orco che li cerca, dicendo "ucci ucci sento odor di cristianucci"..
Beh, in effetti c'è una tecnica terapeutica comportamentista basata sull'esposizione graduale, alla maniera di Mitridate: prima una scala a un solo scalino, magari basso, poi a due, e così via...

Anche qui

Anche qui è come se stessimo al buio e non c'è neanche la voce.Forse anche quello che si cerca di esplorare è al buio,un labirinto senza luce.
Anch'io avevo provato con delle pillole,ma il rimedio era peggiore del male,misvegliavo che non riuscivo a respirare e la lingua sembrava raddoppiata e altri disturbi..

La tecnica comportamentistica,secondo alcuni la migliore per questo tipo di disturbo per altri no,perchè può dare la sensazione di avere risolto il problema,ma basta poco perchè si ripresenti,non solo si può spostare su un altro oggetto.L'eventualità dello spostamento non l'aveva esclusa neppure un suo collega che sosteneva anche se si verica che problema c'è sempre di fobia si tratta.Gli facevo notare che un conto è la fobia dei calabroni altro è la fobia di un oggetto che si trova sempre tra i piedi.Ne so qualcosa per esperienza.
Tutto questo per dire che questo disturbo è incurabile/cronico oppure sono io che come sempre non so fare o non ho le risorse/capacità per superarla?
Ritorna la sensazione,forse un pò di più di una semplice sensazione,che mi manchi qualcosa.Il biglietto nei sogni,che o non avevo o non ero riuscita ad obliterare.
Tra l'altro ultimamente non ricordo neanche più i sogni.
Una foca che credendo di essere gentile porta il caffè alle quattro,non sempre apprezzato.
Cmq oggi ho superato un ostacolo da mezza foca nel senso che è andata discretamente anche se con qualche difficoltà.
Splendido il suo esempio a dei bambini che hanno paura del buio,dovrò una specie di diario in cui riportare i progressi con le scale.Come fanno i genitori con i figli- ha iniziato a parlare,cammina da solo ecc.Ritorno all'asilo,forse è un pò umiliante come fobia.
Mi viene in mente un sogno che facevo spesso-dovevo sostenere un esame forse la maturità o altro,ma mi retrocedevano alle classe inferiore fino a quando mi trovavo in prima elementare.
...E se la fobia avesse un legame o quantomeno si rafforza con il fatto che mi lascio trascinare?

spazio

Gentile Dott. G. Benedetti,mi sembra di aver occcupato molto "spazio" e tempo del suo blog.Non so da dove viene questa sensazione,eppure Lei non ha mai detto niente in proposito.
Lo stesso accade quando scrivo cercando di sistemare uno scritto in poco spazio che risulta poi incomprensibile e mi dicevano-..che hai paura di consumare la carta?..-
Forse mi sbaglio o forse.
--i famosi trade-off se da una parte non vorrei consumare lo "spazio"dall'altra la necssità del passamano...
P.S.
-ieri scrivevo che non riuscivo a ricordare più i sogni e invece...

Per ora il sito sembra aver

Per ora il sito sembra aver spazio a sufficienza... Finchè la barca va...

Mi sembra però che moplto spazio sia occupato da materiale che credo non serva qui: le polemiche, i dibattiti, le osservazioni 'tecniche', le "domande" ecc ecc, mi sembrano come strati superficiali, esteriori, che coprono e impediscono l'emergere di altri contenuti. 'non ricordare i sogni' è la stessa cosa....
Come se insomma dovessimo esplorare un giardino, ma si rimane sempre all'esterno senza decidersi a entrare... O siamo entrati un po' e poi subito usciti...
A volte ci vuole tempo per decidersi

Tentativo di

Tentativo di ripresa del cammino.
Primo passo.
Subito dopo aver scritto che non ricrdavo più i sogni, ecco che questa mattina sono riuscita a ricordarlo.
Ero con M(sempre lo stesso che compare nei sogni).Provavo un'attesa impaziente perchè dovevo pranzare con un personaggio noto(non è di invenzione esiste realmente),che tra l'altro scrive libri,non mi pareva vero,di avere questa fortuna.M è al cell. parla con dei suoi parenti e li invita a questo pranzo.Non sono d'accordo dicendo i motivi,ma non quelli veri.Finalmente abbiamo questa occasione di conoscere questo personaggio e cosa fa?moltipla il numero degli ospiti?Mi rendo conto che il cell non era stato chiuso e quindi la persona all'altro capo poteva avere frainteso le parole nel senso che rifiutavo loro come persone,ma non era così.L'intenzione era di conoscere meglio lo scrittore che ammiro molto.Cerco di richiamare per togliere l'equivoco sapendo che poteva aggiungerne altri,ma almeno con un tentativo,chissa!
Secondo passo
Quelle che chiama con "osservazioni tecniche" erano un modo per dire che prima avevo la paura dei ragni superata con la graduale esposizione.Allora la paura delle scale c'era ma stava per così dire sullo sfondo.
terzo passo
dovrei decidermi a fare una certa cosa e a quanto pare rimango per usare il suo es all'esterno senza riuscire a decidermi se entrare o andarmene.
Gentile Dott lei come es usa la parola giardino e se invece fosse una discarica neppure autorizzata?
Per essere più precisi quando e quale era stato il momento d'ingresso nel giardino,così si può tentare di riprendere ancora megio il tentativo.I tre passi sono untentativo ma forse non è valido allora meglio riprendere quello lasciato.
Ritorni
Non solo i sogni sono tornati anche le immagini ipnogogiche.L'immagine è in bianco e nero.Si tratta di figure fatte con una specie di plastilina grigio scuro che ricorda la materia di un cervello ma più scuro,che diventa plastilina per assumere diverse sembianze tra cui visi di persone che si modificano assumendo sembianze assurde in continuo mutamento.Malgradole immagini siano un pò macabre non fanno paura.

cmq

Comunque niente più polemiche,dibattiti,osservazioni "tecniche,"domande" ecc.
Solo il niente senza fine.Fa parte del niente anche l'altro post.Come notava a volte ci vuole tempo per decidersi,quindi l'altro post è irrilevante.Decisa troppo presto per non essere la decisione finta.
Basta poco per confondersi e rientrare nel niente.
Niente fumo.
Niente presente,niente futuro a cui è meglio non pensarci arriva così presto!
non sono più neanche prsona...
Sorry per il "babbiare"

Nel sogno si tratta di

Nel sogno si tratta di comunicazioni e fraintesi... assomiglia un po' a qui. Le sue 'intenzioni di conoscere' sono disturbate da varie interferenze.... Mi sa che anche nei suoi post ci sono comunicazioni e interferenze che causano fraintesi, equivoci, ingarbugliamenti, disturbi e ostacoli al suo desiderio di conoscere.

Lasciare il 'niente', fare tabula rasa è un po' come buttar via il bambino con l'acqua sporca.... Meglio distinguere... :-)

...ma da dove provengono

....Ma da dove provengono queste interferenze?Una parte provengono da me-nei miei post ci sono comunicazioni e interferenze che causano fraintesi..-
Quando secondo Lei, mi riesce a fare qualcosa discretamente nei post,per favore,me lo dica,sarebbe una novità che dovrò annotare.
Desiderio di conoscere? mi piacerebbe conoscere lo scrittore del sogno,che realmente non fa solo quello nella vita ha fatto anche altro.Ma si vede che era un sogno.
Ho tolto già diversi argomenti e quanto pare non è sufficiente.Per brevità suggerisca Lei gli argomenti da trattare così si evitano vicoli ciechi e fraintesi.

Meno male che l'ultimo post non era esplicitato bene.Il niente era il nero più cupo.Il niente era il sottile confine tra la vita e la morte.In quel momento avrei buttato via parecchie cose e forse l'avevo fatto per davvero.Il niente evita di distruggere o di ricostruire,non c'è neanche possibilità di fare qualcosa perchè non c'è materiale.Anch'io non ho "materiale" e il ciclo si è ampiamente confermato.
P.S.
-il colore delle buste come pure se sono aperte o semiaperte o chiuse ha un significato e non è un semplice caso;
-secondo me,anche Lei fuma;
-ma quale è stato il momento in cui abbiamo iniziato ad entrare nel giadino?non si può riprendere da lì?

Sembra piuttosto scontenta e

Sembra piuttosto scontenta e insoddisfatta di quanto succede qui. Mi sa che ha l'impressione di non essere capita e di non capire.
Forse dà troppa importanza al 'capire/essere capita', come prima al 'ricordare' e all' "essere creduta"...
Forse bisogna attraversare questo periodo in cui sembra di rinunciare a tutti "gli argomenti", perchè si riesca a vedere qualcos'altro.
Un po' come per vedere le stelle bisogna allontanarsi dai posti in cui ci sono luci molto forti, che abbagliano e non lasciano vedere il cielo stellato. Idem per certi suoni, ecc.

importanza

Mi attribuisce pensieri che non mi appartengono-non sono nè scontenta nè insoddisfatta per quanto accade qui,ma non sono neanche contenta o soddisfatta-Non mi pronuncio in proposito e neanche ci ho mai pensato.
Non do importanza all'essere capita e tantomeno al capire, soprattutto qui.Per quanto riguarda "l'essere capita"non dipende da me e di certo non è una priorità.Per il "capire",ho rinunciato da tempo.Qualsiasi tentativo avevo fatto in passato è stato inutile poichè Lei in un modo o nell'altro è riuscito a convincermi(le assicuro che non è tanto difficile convincermi in tal senso)che non ci sarei riuscita mai.Rinuncio agli "argomenti" perchè non vanno mai bene.Perchè secondo Lei nei miei post c'è sempre qualcosa che distrae,che crea equivoci ecc.Insomma non ne indovino una!In queste righe la "capacità di capire" la scrivo in senso ampio,come risorse su cui fare affidamento.In questo momento sono pari allo zero forse prossime ai numeri negativi(sono così scarse che non bastano nè per vivere e nenche per..),ma questo è un mio problema,che si riporta in automatico sulla paura delle scale.
Ci possiamo pure allontanare,rinunciare agli "argomenti",ma non riuscirò a vedere qualcos'altro o un cielo stellato,sicuramente Lei si,non io.Ammesso che ci sia qualcos'altro da vedere.
Non so cosa ci troverà in questo post,qualsiasi cosa sia non proverò a confermarla o a smentirla e anche volendo non ne avrei la forza.

senza luce

Senza luce le scale non si vedono e si cade.Le scale ancora più pericolose di prima.Ammesso che questo fatto sia rilevante,ne dubito.
Non è che sembra che abbia rinunciato a certi argomenti,ho rinunciato.E poi quali argomenti? già dimenticati..
Se fossi un pò più ottimista o meno pessimista penserei che è solo un periodo,ma non è così perchè mancano sia le capacità per reagire che le possibilità e forse anche altro.

Tenga conto che vediamo le

Tenga conto che vediamo le cose da due 'punti di vista' (letteralmente, o meglio da due punti di scrittura, due tastiere...) diversi, per cui le cose appaiono inevitabilmente diverse, se non opposte. Ma sono solo due facce di quelle cose, che poi hanno molte più facce. Per cui non c'è una visione giusta e una sbagliata, ma tante visioni... Se riusciamo a tenere conto non solo di una di esse forse abbiamo un'idea più vicina alla realtà.
Per cui non dovrebbe preoccuparsi di non capire le mie parole, o di non riconoscersi in esse, ecc. E' come quando si guarda in certi specchi, che rimandano immagini di noi cui non siamo abituati.
Lei sembra prendere come giudizi negativi quelle che sono solo mie osservazioni, dal mio 'punto di vista'. Capisco che per Lei siano diverse da quelle cui forse è abituata, o che vede Lei, ma non sono 'contraddizioni' ma solo 'aggiunte'... Tessere di puzzle che possono servire o meno per vedere un quadro più completo, anche se più complesso.
Ho l'impressione ma può essere sbagliata) che Lei, a vedere immagini diverse si arrabbi o si deprima... Invece mi sembra potrebbe essere un modo per vedere meglio le cose. E non vedo perchè dovrebbe essere uno svantaggio... Perchè si deprime per questo? (se è così, ovviamente)

non mi preoccupo

Non solo non mi preoccupo di non capire le sue parole,non ci provo proprio,tanto è inutile,non ne sarei capace.Lei usa l'esempio degli specchi,ma non tutti gli specchi riportano bene l'immagine ci sono quelli deformanti e c'è chi li trova divertenti.Con questo non intendo dire che il suo specchio è deformante,ma non si può escludere.
Ci sarà anche una pluralità di visioni non necessariamente giuste o sbagliate,ma le visioni si possono distinguere tra quelle che rispettano la persona e quelle che non lo fanno.
Inoltre chiede "....Perchèsi deprime per questo?.."Mi deprimo perchè l'immagine che Lei riporta non è affatto diversa da quella che il mio specchio riflette.Non mostra facce diverse,ma asseconda un trend o un ciclo.Il suo specchio ratifica e rinforza un quadro che è deprimente anzi aggiunge ulteriori elementi per renderlo ancora di più sconfortante.Le sue osservazioni non le prendo come giudizi negativi,un pò peggio.Ma non è così semplice perchè non tutti i suoi post e osservazioni sono così c'è anche una parte che è molto diversa.
Come scrivevo nell'altro post non ho più la forza (mancano o sono deficitarie anche altre cose,che ora risultano demolite)per aggiungere altro.
Arrabbiarmi?certamente no.dovrei averne la forza e la consapevolezza di avere qualche risorsa.Entrambe estinte.Potrei portare qualche argomento per cui una persona con un minimo didignità e di rispetto verso se stessa si arrabbierebbe,ma anche queste ormai fanno parte dei cari estinti.

Basta con i penieri cupi.
Sia la scorsa notte che gran parte di ogggi con l'ipotermia,ma pare stia passando.

esclusione

Meglio escludere subito per prudenza.Non è che il suo specchio rimandi un'immagine che sia poco rispettosa della persona.
L'ipotermia prosegue e mi sono vestita come se dovessi andare al polo.

Ipotermia? Non sarà che sente

Ipotermia? Non sarà che sente semplicemente freddo, come anche gli altri, in questi giorni?
Mi sa che si è infilata in un buco di depressione (stato d'animo 'normale', a volte, non 'malattia'), forse come reazione alle ultime incomprensioni - se non sopravvaluto troppo l'importanza di questo contatto...
Mi sa che quel 'buco' è tappezzato delle immagini di Lei negative di specchi come dice Lei deformanti, che Le rimandano solo appunto immagini negative e deformate e Lei ha finito per pensare di essere davvero così....
Cerchi di uscire da quel buco e di mettere via quelle immagini, sono solo vecchie e inutili immagini, ma le tappano gli occhi e le impediscono di vedere le cose intorno, temo.

ferro

Per mia fortuna fa freddo,quindi l'ipotermia passa inosservata.A volte capita anche d'estate con 40 gradi all'ombra.Davvero imbarazzante.La causa è semplice come il rimedio-cattivo assorbimento del ferro unito a globuli rossi un pò piccolini.Rimedio integrazioni periodiche di ferro-Almeno così sostiene il medico e poi il rimedio funziona.
Quanto alle immagini forse certi specchi non deformano per cui sono davvero così.Gli specchi non impediscono di vedere,ma danno una certa visuale di quello che c'è intorno,inutile dire che è sconfortante.Per mettere via queste immagini ci dovrebbero essere delle altre e mi pare che non ci siano,persino quelle cherimanda Lei sono dello stesso avviso.Le metterei volentieri via se solo ci fosse uno specchio che non ratifichi la stessa immagine.Forse c'è in parte anche la componente che Lei evidenziava (ultime incomprensioni),forse meglio senza..forse.
Facile demolire le scarse risorse e di conseguenza sentirmi inadeguata.Meglio altro..
-Le stranezze della vita.Un uomo con difficoltà palesi nel camminare mi chiesto sse lo aiutavo a salire alcuni gradini.Mi sono guardata intorno e non c'era nessuno,lo chiedeva proprio a me.Per fortuna si trattava di salire..
-in ogni caso qualsiasi difficoltà si riverbera sulle scale

"qualsiasi difficoltà si

"qualsiasi difficoltà si riverbera sulle scale"...
come se ci fossero degli specchi che concentrano la luce sulle scale, abbagliando la vista...
Forse si potrebba cambiare la disposizione degli specchi, o uscire da quel labirinto di specchi. Si potrebbe così guardare fuori.
Come fare a trovare la via di uscita? Visto che gli occhi ricevono solo le immagini riflesse, da ogni dove, si potrebbe provare a 'chiudere gli occhi',(che sembrano rimandare solo immagini inutili) e procedere a tentoni, con qualcuno che aiuta, come nell'episodio.
Sembra paradossale, ma forse non lo è.
Qualcuno diceva "accecarsi artificialmente, per vedere meglio"...
Forse è un po' quello che diceva di provare a fare Lei, chiudendo tutti gli argomenti, ma avvilendosi per questo, come se dovesse rinunciare a tutte le cose che credeva importanti.
Forse bisogna rinunciare a quello che si conosce o si crede di conoscere, per trovare quello che si cerca.

non solo

Non sono solo immagini visive,sono diventate immagini impresse nella mente,mi sento e mi trovo in un certo modo.Non so se può bastare chiudere gli occhi per ignorarle.Ammesso che basti,potrebbe essere Lei ad aiutarmi mentre procedo a tentoni?
Quel qualcuno se non sbaglio era Freud.Chissà se era per acciecarsi che fumava circa 20 sigari al giorno oltre al resto.
La chiusura di tutti gli argomenti è una conseguenza dell'avvilimento.
L'avvilimento c'è perchè mi sento una persona distrutta,senza quel quid che permette di affrontare l'esistenza,chesi può definire risorsa,caratteristica reattiva e costruttiva o in altro modo,in ogni caso sono cose che non mi appartengono più o non mi sono mai appartenute.
Non ho molte cose che reputo importanti,ma sono che ci sono cose che si possono fare e altre no (uso la frase di un suo collega),per me come distinguere fra cosa si può fare e cosa no,c'è il principio di neminem laedere,per cui oltre a rispettare le leggi,non uso raggiri,non manipolo il prossimo e non diffamo nessuno nè in pubblico nè in privato,anche se su questo le mi pare abbia dei dubbi.Ma anche questo è relativo,tanto rimango sempre quella che non ha più strumenti.Non ho più niente già ho rinunciato atutto,l'unica cosa a cui non ho rinunciato è la mera sopravvivenza.

Può darsi che fosse Freud. Mi

Può darsi che fosse Freud.
Mi sa che Lei si sta avvitando in un buco di depressione, quasi a forza, rinunciando a afferrare gli appigli per tirarsi fuori. Mi sembra che sia invece una specie di "muoia sansone con tutti i filistei", o come quando, alla fine di un regime politico, i leader al potere cercano di trascinare tutti con sè nella rovina.
Anche la personalità a volte è come sotto un regime 'politico', dove si sono imposte alcune parti e alcune 'ideologie' e alcuni 'miti' esplicativi della situazione.
Credo che sia molto importante che le forze che erano rimaste minoritarie e impotenti di fronte alla 'dittatura' , non si lascino travolgere e cerchino prendere il timone e di guidare la barca fuori dagli scogli.

mix

Può essere che mi stia avvitando in un buco di depressione.Può essere anche che la situazione esterna o ambientale sia diventata più difficile ed in contemporanea le risorse o forze minoritarie,per usare un suo termine,siano al lumicino.Un mix altamente avvilente.Chissà perchè nei suoi post non compare mai la variabile "ambiente",quasi dipendesse tutto da me,quasi una signoria del volere.
Per poter usufruire degli appigli in primo luogo dovrei vederli e poi avere la capacità di usarli.
Non vorrei ripetere le solite litanie,ma le capacità,risorse o sono distrutte o quelle rimaste sono così povere da non poter essere utilizzate congruamente.Queste carenze sono state ampiamente evidenziate nei post e qualcuna l'aveva rilevata anche Lei.Forse non volendo anzichè colpire il regime sono state colpite le forze minoritarie.Tutto questo senza tener conto del fattore esterno.

In ogni caso sono graditi suggerimenti per fare qualche tentativo.
Ma quale è stato il momento in cui è successo tutto questo...
Per tentare un altro approccio potrei provare a finire quello che avevo inziato,non è che sia entusiasmante,ma almeno non è lasciato senza la parola fine o terminato,forse non basterà,ma almeno avrò provato.

appoggi

Gentile Dottore,facile lamentarmi e vedere tanti limiti.Perchè non vedere che ho due appoggi o appigli esterni e che forse qualche risorsa c'è ancora,penso alla razionalità,una discreta salute e un minimo di cultura e che anche "l'ambiente" non è così statico, può cambiare.Tutte cose migliorabili,ma che non devo neanche buttar via tanto facilmente.Pe cortesia non dica che queste cose esistono solo nella mia fantasia.Forse a volte illudersi può essere utile.
L'importante è iniziare....

Certo, c'è tutta la

Certo, c'è tutta la situazione esterna a qui, di cui io non so nulla, anche perchè Lei non dice nulla, in realtà. Posso quindi solo basarmi sull'andamento di questi post, fra alti e bassi, e sui fraintesi e sulle difficoltà di comunicare che si verifica qui. Può essere però come un laboratorio in cui si osserva qualche fenomeno che poi ha importanza anche nella vita esterna, e analizzarlo può servire.
Cosa si vede qui? Che Lei cerca di comunicare, ma le sue comunicazioni sono interferite da una quantità di cose che restano spesso criptiche, nascoste, non verificabili, per così dire, in cui Lei riduce ancor più le rare informazioni e descrizioni su cui posso basarmi.
Per questo ultimamente mi sembra di poter segnalare solo fraintesi e spesso un'attribuzione alle mie risposte di intenti o significati che non mi sembra avessero.
E forse un suo desiderio di nascondersi ancor di più, dietro queste comunicazioni criptiche, invece che dare comunicazioni che possono 'svelarla' un po'.
Può darsi che Lei sia incerta sul da farsi - fin dall'inizio in effetti mi attribuiva un'intenzione di smettere... Penso che invece fosse una sua intenzione, che convive con quella di comunicare, ma che, come due valori di segno opposto, produce un totale nullo. Chissà che anche il suo senso di 'nullità', se posso così esprimermi, derivi da un bilanciamento di due forze uguali e contrarie, che si annullano a vicenda, e in cui Lei resta bloccata come in un circolo vizioso.

incredibile

Incredibile!Forse mi è capitato di dire qualcosa che trova sensato(riguardo la situazione esterna).
Mi sta dicendo cosa vede nel laboratorio...
Ho detto poco e niente della situazione esterna forse perchè implicherebbe parlare di terze persone e non mi pare giusto in quanto potrebbero essere riconosciute.Il laboratorio ha qualche limite riguardo la tutela della privacy.
Qualsiasi cosa scrivo qui è difficilmente verificabile.Vero che non dico proprio tutto,ma anch'io tutelo la mia privacy,tra l'altro,avendo letto qualcuno dei suoi post,spesso è Lei stesso a invitare alla prudenza,a ricodare la sede-internet-.
Fin qua nessun problema,solo conferme da parte mia delle sue parole.
Dopo è un pò diverso.Fin dall'inizio non le attribuivo l'intenzione di smettere..magari perchè era una mia intenzione.Le facevo una domanda per evitare o almeno tentare che si ripetesse una certa situazione.Forse sono di nuovo criptica.La situazione si era verificata qualche estate fa e riguardava sia l'estate che l'immediato rientro dalle ferie.Brutto periodo,passato senza passamano.Facendo quella domanda volevo cautelarmi dal ripetere l'esperienza.Mi pare che con le sue risposte abbia escluso tale eventualità.
Quanto all'attribuzione alle sue parole di intenti e significati che non avevano.Se si osservano alcune sue frasi senza fermarsi al semplice enunciato,ma alle conseguenze allora cambiano le cose.Non per tornare indietro perchè non parlo più di certi episodi,ora infatti mi riferisco al presente.Se Lei sostiene che c'è la possibilità che in certe occasioni mi ero inventata tutto e che cmq le conseguenze sono le stesse,indirettamente mi sta dicendo che sto diffamando delle persone(sostengo che hanno fatto delle cose di una certa gravità che in realtà erano solo nel mia fantasia). Non è un modo per tornare indietro,ma è un modo per esplicitarmi.
Qualche difficoltà anche nel dare le comunicazioni,che a volte sono recepite come fumo,inutili,datate,persino prive di razionalità.Per evitare tutto ciò allora...evito di aggiungere altro.E poi c'è un altro motivo per cui la distanza è un pò aumentata.Anche lei aveva notato che stavamo per entrare in un giardino e poi siamo tornati indietro.Con il tempo sarà esplicitato anche questo motivo.Ma non mi pare vero che finalmente anch'io ho detto qualcosa di sensato.

Il rischio è che anche le

Il rischio è che anche le comunicazioni si avvitino in una specie di battibecco su chi ha ragione o sui significati giusti delle parole o delle loro interpretazioni. Non mi sembra utile. E' utile se la comunicazione serve e permette di continuare l'esplorazione. Se i due 'esploratori' si fermano a battibeccare, perdono tempo e non vanno più avanti. Il rischio è che l'obiettivo di prevalere nel battibecco superi e copra l'obiettivo di andare avanti nell'esplorazione.
Gli 'esploratori' costituiscono in pratica un 'gruppo di lavoro' che ha un obiettivo specifico, per cui si è costituito il gruppo. Come in tutti gruppi e imprese c'è sempre il rischio che l'obiettivo si perda perchè il gruppo viene dilaniato da altre valenze interne non contenibili. In questi casi il gruppo non funziona più e perde il suo scopo iniziale, finchè di solito si scioglie, con un senso di delusione e spreco dell'esperienza da parte dei partecipanti. E' una cosa che succede spesso,basta guardarsi intorno.
Il lavoro 'psicoterapico' si basa spesso sul riconoscere le valenze che interferiscono con lo scopo in modo da tenerle sotto controllo entro livelli di guardia perchè non impediscano il lavoro e non portino allo scioglimento del gruppo.

passamano e gradino

Passamano e primo gradino entrambi solidi.
Non è utile fare battibecchi,come giustamente notava,inoltre in certe occasioni non è che si possa dire chi ha ragione o torto,forse in certe occasioni a seconda delle persone si ha un modo diverso di reagire.Nell'altro post segnalavo un modo personale di reagire,forse non è il più efficiente e neanche quello più "probabile",era solo il mio modo.Forse non era così interessante da segnalarlo.Ormai è fatta.

Lei teme che si è perso di vista l'obiettivo?
Secondo Lei qui ci sono tante valenze che interferiscono?e sono riconoscibili?
Gentile Dott,mi piacerebbe sentire la sua voce o almeno immaginarla mentre a occhi bendati affronto con la guida l'altro gradino.Invece niente.E se sbaglio gradino o inciampo?Quali conseguenze?
Ho sognato che un prof mi bocciava ad un esame e la comunicazione era fatta da terza persona.Ero stupita della bocciatura in quanto non avevo sostenuto l'esame.Cerco di mettermi in contatto con il prof,ma è impossibile,si trova in un'aula dove sta registrando gli esami superati,perchè c'è una lastra di vetro che impedisce l'ingresso all'aula.Qualcuno,non so chi,cercava di convincermi che la bocciatura era giusta poichè mi er prenotatata per l'esame e questo bastava.Alla fine mi aveva convinto che per essere bocciati era irrilevante sostenere o meno l'esame.
P.S.
dove si acquista un modo di pensare più lineare, meno tortuoso?
Gentile Dott se Lei non dovesse accorgersi che sono inciapata o scambiato igradini?

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