mai capito a che serve l'oggetto

buon giorno.
mi scusi se mi permetto di romperle le scatole.

ho la sensazione (bruttina) di qualcosa lasciato in sospeso in un consulto al quale mi ha risposto, quindi la ho cercata...
in realtà non voglio dirle niente di particolare, solo:
io non posso vedere film (non ho una tv) ho letto le trame di quelli che mi ha consigliato...
sono storie, diverse storie di esseri umani...
potrei raccontargliene altrettante (se non di più) di persone che la via d'uscita non l'hanno trovata, che la malattia non l'hanno sconfitta...
persone che stanno in una comunità dove la porta è chiusa a chiave, dove passano le giornate sperando che l'operatore abbia volgia di fare quattro passi, o magari abbia bisogno di andare a comprare le sigarette per uscire, che piangono tutte le notti perchè vorrebbero tornare a casa loro quando a casa essuno li vuole... non continuo
ho paura che volendo fare una stima loro siano la maggioranza...

la ringrazio per i consigli che mi ha dato (oltre ai film) in quel consulto
credo di non averlo più fatto in quell'occasione.

grazie.

La ringrazio del

La ringrazio del riscontro.
Se mi dà riferimenti per trovare il vecchio consulto capisco meglio di cosa si tratta, anche se la sua email è molto densa e significativa.
Osservo solo che ci sono altri mezzi per vedere un film, che non solo la televisione, per cui può darsi che anche nelle altre cose ci siano strade che Lei non considera, così forse rinunciando a delle possibilità.
A mio avviso meglio non rinunciare e, dopo un pianto e un lamento, come si dice in Toscana, meglio mettersi a cercare le possibilità, che sia la tecnologia ( computer, DVD, oltre che andare al cinematografo...) sia la sua intelligenza e sensibilità, con la giusta dose di ironia e umorismo, le consentono.
In bocca al lupo

drGBenedetti

buon giorno, per un qualche

buon giorno,

per un qualche motivo (non so se sia colpa della tecnologia o del mio rimbambimento) non riesco a risponderle sul ... sito.

ho tra l'altro notato che la mail con cui le ho scritto risulta come se fosse stata inviata da un uomo mentre io sono femminuccia... questo non rende più facile spiegare a quale consulto mi riferivo (questo è senz'altro colpa del mio rimbambimento)
era comunque un consulto sulle voci (si intitolava "le voci") e non era sul sito dal quale mi ha risposto...
può andare questa come spiegazione?

consigli per un uso consapevole di me: finchè lei mi risponde mi sentirò in dovere di risponderle pure io quindi se dovessi essere particolarmente rompi scatole, o alla ricerca di rassicurazioni non mi risponda. in questo modo si liberà facilmente di me...

grazie

Gentile ragazza, piacere di

Gentile ragazza, piacere di ritrovarla qui.
Questo sito è aperto alle richieste di consulti, discussioni, informazioni, ecc. Può vederne gli scopi e i 'valori' nella home page e scorrendo il sito.
Comunque alle richieste per email non rispondo direttamente, salvo specifiche richieste (vedi pagina 'e-therapy'), ma riportandole qui che è uno spazio pubblico, dove anche altri possono leggere. Se le va bene si può continuare a 'esplorare' la situazione, certo se si iscrive e interviene direttamente sul sito è più comodo. Mi faccia sapere se ci sono delle difficoltà tecniche, le istruzioni per iscriversi dovrebbero essere utili, spero.
Cordialmente

grazie per il "ragazza" è

grazie per il "ragazza" è decisamente più carino che "utente"
la ringrazio per aver spostato il mio messaggio, ho provato a risparmiarle la fatica e a iscrivermi ma per quanto abbia seguito le istruzioni (credo) non ci sono riuscita. riproverò!
mi incuriosisce la parola "esplorare", e soprattutto il fatto di sapere cosa intende con quella parola... (magari perchè le parole sono una delle mie fissazioni o magari perchè sono curiosa di natura...) non è che potrebbe spiegarmelo?

grazie...

Come per un mondo

Come per un mondo sconosciuto, uno prova ad esplorarlo e a raccogliere le informazioni che può ottenere, spesso si fanno scoperte interessanti. E' quello che succede nelle sedute dirette, vis a vis, con individui e famiglie e gruppi, e che mi accorgo succede anche in internet. Ogni persona, ma anche ogni famiglia, è un mondo sconosciuto, spesso anche quelli che crediamo di conoscere. Per lo più si conosce la maschera esterna, e le cose che si manifestano come sintomi sembrano incomprensibili. Spesso esplorando la situazione le cose si vedono diversamente e cominciano ad avere un senso, o più sensi, forse. Direi che è una esperienza di conoscenza, imperfetta ovviamente ma a mio avviso molto interessante. Qualche 'utente' ogni tanto dice che è anche stata utile...

la ringrazio, spiegazione

la ringrazio, spiegazione chiara!

come l'esplorare mondi sconosciuti questa cosa semba molto interessante, non so però se può essere applicata a me, sono sicura di troppo poche cose e la mia testa cancella troppe informazioni...
questo sembrerebbe complicare un po' le cose.
mi aveva detto che il mio "aver paura di non essere stata brava e quindi di essere punita" è un aspetto da bambina, un altro è, credo, il "se non lo vedo non esiste" che mi obbliga a cancellare le cose, a non parlarne sperando che spariscano...
con queste premesse mi sembra difficile esplorare qualcosa che abbia a che fare con me.

Di fronte a un mondo

Di fronte a un mondo sconosciuto, o semplicemente 'non visto', la sola sicurezza può essere quella di avere rifornimenti e una guida fidata (un po' come per fare roccia in montagna...) e basarsi sulla prudenza e ovviamente una certa dose di coraggio per partire a esplorarlo.
Anche quando una macchina non funziona, d'altronde, lei la porta dal meccanico e si "esplora" la situazione, sulla base di quanto riferisce ( e in quel caso anche aprendo il cofano motore, che in questo caso invece non si fa...., però forse 'aprire la mente' un po' ci assomiglia...)

rimanendo in tema di roccia

rimanendo in tema di roccia in montagna, alla partenza io so che posso arrivare in cima nella migliore delle ipotesi, ma so anche che se qualcosa va storto mi spiaccico. in questo modo posso valutare se rischiare o no.
prima di chiederle come si fa a esplorare me (istruzioni tecniche) quindi le chiederò: dove mi spiaccico in caso?

Beh, la roccia è 'virtuale',

Beh, la roccia è 'virtuale', quindi anche lo spiaccicarsi sarebbe su un piano virtuale, probabilmente. E a differenza che in parete, uno può 'lasciare' ad ogni passo, se vuole, senza precipitare... L'esperienza è comunque di comunicazione fra due mondi mentali reali, anche se con il mezzo di internet. Ogni esperienza di conoscenza fa d'altronde tremare le vene e i polsi, anche in internet

questo oggetto mi perseguita!

rimane un po' il conflitto tra la paura di "sentire male" (cane picchiato avrà paura del bastone) e la curiosità che fa parte di me...
in genere vince la curiosità, a differenza del cane picchiato io, dovessi sentire male, eviterò di cercare di mordere, ma mi riservo di fare una delle cose che mi viene molto bene di solito: scappare.
se questo non è un problema e se è ancora disposto a arrampicarsi con un enorme rompi scatole, assolutamente testarda e fondamentalmente poco propensa alla fiducia nel genere umano possiamo provare a vedere quanto in alto riusciamo a arrivare.

la mia autostima ha avuto una botta di vita questa sera: sono riuscita a convincere il mio pc a iscriversi!

francamente finora non si è

francamente finora non si è visto molto questo 'enorme rompiscatole'... un 'bambino terribile'?

no? magia di internet

no? magia di internet allora!
chi è il bambino terribile?
io?
eventualmente sono una bambinA terribile... e in caso lo sono diventata da grande, da piccola ero una bambina decisamente troppo tranquilla (troppo troppo)...
dovrò pur rifarmi no?

che è cambiato da bambina a

che è cambiato da bambina a grande?

pensandoci parecchie cose mi

pensandoci parecchie cose mi sono rimaste...
ho sempre paura del mondo, odio ancora dormire, uso le stesse consolazioni, su alcuni aspetti ho "perfezionato la tecnica" ad esempio se prima al massimo mi mordevo le mani, adesso mi faccio male...
il cambiamento più importante (e credo più fastidioso per gli altri) è che adesso ho imparato a parlare, ho imparato qualcosa di nuovo, tra cui gestire le relazioni con il mondo in maniera non buona ma decente, e ho l'età per fare alcune cose che prima non potevo fare (guidare bere fumare?)

non è molto consolante però...

E' una descrizione un po'

E' una descrizione un po' "autistica", come fatta guardandosi allo specchio in una stanza completamente vuota, dove non c'è altro. Ma Lei non descrive nemmeno la stanza vuota, che può essere grande, piccola alta bassa stretta lunga ecc ecc, che aggiungerebbe delle proporzioni... Chissà cos'è questo 'mondo' di cui ha paura e ccon cui c'è da 'gestire' qualcosa...

ma lei non mi ha chiesto

ma lei non mi ha chiesto com'ero da piccola, mi ha chiesto cosa è cambiato da quando ero piccola.
ho dei seri problemi a descrivere cose di quel periodo, ricordo pochissimo e solo "stile foto" (immagini staccate con poco senso) tra l'altro sono tutte foto che non mi piacciono e che quando mi vengono in mente cerco di eliminare in fretta.

"mondo" è una delle mie parole che per me non hanno lo stesso significato che c'è sul vocabolario (mi è sfuggita!) intendo le altre persone, sono quelle che ho imparato (non senza difficoltà) a gestire e che spesso mi fanno paura.
probabilmente sono fatta per stare da sola in un posto dove non posso stare da sola.
tra l'altro funziono rovescia, cioè se proprio devo entrare in relazione con qualcuno preferisco che quel qualcuno mi prenda a calci o che comunque ce l'abbia con me piuttosto che abbia una qualche sorta di affetto verso di me.
non che mi piaccia farmi prendere a calci, anzi, anche sul lavoro difficilmente qualcuno si azzarda e se capita non sono proprio un angioletto però non mi disturba particolarmente, mentre dimostrazioni di affetto, anche verbali, mi mandano piuttosto in crisi.
come se non bastasse io di solito risulto simpatica alle persone che non mi conoscono bene... questo non aiuta

Come se Lei avesse scritto in

Come se Lei avesse scritto in fronte: "cacciatemi via, sono pericolosa" , ma l'espressione del viso sotto è invece "simpatica". Per cui non è chiaro quello che vuole comunicare, come un doppio messaggio sconcertante: "accoglietemi", ma anche "cacciatemi"....
Un po' quello che sembrava profilarsi anche qui, no?

non credo, io non sono

non credo, io non sono pericolosa, è difficile che abbia una reazione aggressiva verso qualcuno.
posso essere piuttosto perfida a parole, ma in una situazione di equilibrio non ho mai fatto male a nessuno.
tra l'altro, ho passato buona parte della mia esistenza a non difendermi neanche.
le ho dato l'impressione di essere pericolosa?
in genere a un esame superficiale risulto simpatica, un po' strana dice qualcuno, ma simpatica.

volevo semplicemente dire che se fosse per me e potessi evitare non sarei simpatica, ma neanche pericolosa... starei per i fatti miei semplicemente.

se dovessi proprio scegliere un messaggio da comunicare sarebbe "lasciatemi stare"

non ho nessun problema se la gente si dimentica di me, se non mi considera, anzi, è la situazione ideale.
difficilmente è così però

Prendo come esempio di 'sono

Prendo come esempio di 'sono pericolosa' quello che ha scritto, non una volta sola: "se dovessi essere particolarmente rompi scatole, o alla ricerca di rassicurazioni non mi risponda. in questo modo si liberà facilmente di me..."
Ricordo poi che aveva scritto anche: " non mi dia false speranze... potrei crederci... "

Forse è per questi motivi che sembra esitare, come restare sulla porta...
In effetti forse ha anche un po' timore di quello che può aspettarla... "spiaccicarsi', aveva scritto... Come se ci fossero dei pericoli, a 'entrare dentro' in questo posto. Quali possono essere?

Chissà se tutto questo non è solo qui, in questo momento, ma un po' lo stile di questo periodo della sua vita...

Perchè vuole essere dimenticata?

beh se per pericolosa

beh se per pericolosa intendeva "rompi palle" quello lo sono sicuramente.
io per pericolosa intendevo una cosa più stile "lanciare le sedie"...

il pericolo che sento è quello di "guardare" le cose che in genere provo a dimenticarmi.
può essere che sia una paura solo nella mia testa, ma mi fa comunque paura...

vorrei che le persone si dimenticassero di me perchè, se nessuno si accorge che manchi, te ne puoi andare più facilmente...
sono riuscita a odiare la maggior parte delle persone che mi vogliono bene semplicemente perchè "pretendevano" che io rimanessi qui almeno per loro...

Anche l'odio è un 'legame',

Anche l'odio è un 'legame', un collegamento, ammesso che sia questo che Lei sente. Per qualche motivo Lei' sembra sentire di poter usare solo questo sentimento, mentre riconosce che certe persone 'le vogliono bene'. Sono 'legami' e collegamenti che fanno vivere, fanno sentire di non poter 'andarsene' semplicemente, senza responsabilità, senza far sentire la mancanza.
A volte anche 'lanciare le sedie' è un collegamento, un 'attaccamento' (oltre che un 'attacco': nella linga italiana 'attaccare', 'essere attaccati' ha un particolare doppio senso...).
E poi c'è la 'paura'... che in Lei sembra un sentimento e un'emozione complessa...

il fatto che ci sia qualcuno

il fatto che ci sia qualcuno che mi vuole bene non è per niente rassicurante, sono piuttosto certa che prima o poi io farò di nuovo del male a queste persone, se si dimenticassero di me non sarebbe meglio?

ci sono cose che "ti fanno vivere" e ci sono cose che ti "obbligano a vivere", nel secondo caso è un problema se io non ne avessi più tanta voglia...

non vorrei ne che le persone mi volessero bene ne che mi odino, vorrei essere indifferente.
per quel che riguarda me posso odiare o amare ma questo ha poca importanza...

"il fatto che ci sia qualcuno

"il fatto che ci sia qualcuno che mi vuole bene non è per niente rassicurante, "

Perchè?

"sono piuttosto certa che prima o poi io farò di nuovo del male a queste persone, se si dimenticassero di me non sarebbe meglio?"

E' un po' difficile controllare i sentimenti degli altri, in effetti...

"ci sono cose che "ti fanno vivere" e ci sono cose che ti "obbligano a vivere", nel secondo caso è un problema se io non ne avessi più tanta voglia..."

Se vivere sia una scelta o un obbligo è un'annosa questione... Come scendere dall'altalena (ad asse oscillante) quando l'altro è in alto....? Brutto scherzo...

"non vorrei ne che le persone mi volessero bene ne che mi odino, vorrei essere indifferente.
..."
Quindi i sentimenti degli altri sono difficili da 'ricevere', per così dire

" per quel che riguarda me posso odiare o amare ma questo ha poca importanza"

mi vuole spiegare perchè?

ho un problemino: posso

ho un problemino:

posso risponderle come mi hanno insegnato che bisogna fare, ma così non so se sarebbe una risposta molto valida (al come stai? io rispondo "bene" altrimenti sono lagnosa = dire quello che la gente vuole sentirsi dire)

oppure posso seguire quel casino che c'è dentro di me e rispondere con quello, ma in questo caso so di "fare una cosa che non dovrei fare" (in realtà è una cose che faccio quasi sempre se "parlo con me", ma mi hano insegnato che non dovrei...)

che faccio?

Dipende da che cosa cerca o

Dipende da che cosa cerca o si aspetta scrivendo qui...

"il fatto che ci sia qualcuno

"il fatto che ci sia qualcuno che mi vuole bene non è per niente rassicurante, "
Perchè?

non lo so esattamente il perchè, a me hanno insegnato benissimo il "sei cattiva se mi fai preoccupare" può essere per questo, io già mi sento cattiva senza che nessuno si preoccupi per me...
è il tema principale di quella che parla con me "sono cattiva, se qualcuno sta vicino a me starà male..." magari glielo farò io, magari verrà "contagiato" da qualcosa che c'è dentro di me...
"devi andare" altrimenti succederà qualcosa di brutto... una cosa del genere (in versione soft)

" per quel che riguarda me posso odiare o amare ma questo ha poca importanza"
mi vuole spiegare perchè?

perchè in tutti e due i casi faccio danni.
odio generalmente chi amo, non ho mai odiato nessuno che mi abbia fatto male e ho sicuramente preso più scarpate che carezze, ma ho odiato le persone che mi vogliono tenere qui. (sono riuscita a odiare anche il mio cane...).
mi sento da schifo dopo "come fai a avercela così con persone che ti vogliono bene?" ma non riesco a evitare di farlo.
se poi dovesse succedere che sia io a voler bene a qualcuno succede che dopo poco lo devo difendere da me e quindi lo allontano il più possibile.

non sapevo bene quale versione scrivere, ho optato per una più vicina al mio casino, anche se in versione soft appunto.
non aveva senso secondo me che le scrivessi quello che mi hanno insegnato a dire, non è quello che penso, questa è magari un po' più "io" quindi (visto che lei tempo fa ha detto che parlare con me sembra una partita di scacchi) mi gioco questa... anche perchè non posso "esplorare" più di tanto ripetendo frasi che ho "studiato a memoria"...

Già, sembrava una partita di

Già, sembrava una partita di scacchi, di nuovo...
O forse cerca di 'risparmiarmi'...: sono in pericolo anch'io, perchè la sto ad ascoltare?
Inoltre forse comprensibilmente cerca di rimanere nel terreno conosciuto (anche se costituito da 'quello che le hanno insegnato' e 'le frasi imparate a memoria', cose che sente poco utili, senza senso...), piuttosto che addentrarsi nel terreno sconosciuto, dove forse si potrebbe trovare qualcosa con più 'senso', fra cui 'un po' più "io"...'.
La gestione dei 'sentimenti' amare, odiare, mi sembra un po' confusa, ma non è certo una rarità...
che i genitori colpevolizzino e ricattino i bambini perchè fanno i 'cattivi' è anche abbastanza comune... In effetti l'"amore" è vischioso, a volte, avviluppante... La questione è come distinguere il 'nero' dal 'bianco' e come non buttar via il bambino con l'acqua sporca.
Ogni cosa può fare sia male che bene, anche l'aria che respiriamo, ma non per questo possiamo farne a meno. Magari cerchiamo di renderla meno 'inquinata', o di proteggerci con mascherine, ecc. Probabilmente è così anche per i rapporti con le persone.

la cosa divertente è che io

la cosa divertente è che io chiamo "gioco" il vivere, è strano che senza conoscermi anche il parlare con me assomigli a un gioco...

probabilmente l'ascoltarmi è pericoloso in qualche modo (meno pericoloso dello "starmi vicino" comunque).
per saperlo con sicurezza però ho bisogno di "studiarla" ancora un po', e oltre al capire quanto male le potrebbe fare il "qualcosa" che c'è dentro di me ho bisogno anche di sapere quanto può farmene lei... (il mezzo internet non aiuta, di solito ci metto meno)
so che non è una cosa carina da dire...

Potrebbe installare un buon

Potrebbe installare un buon 'antivirus' sul suo 'computer'.... :-)
Si sa che cervello e mente a volte vengono descritti come harware e software, rispettivamente...
I farmaci agiscono sull'hardware, ma io penso che molto importante sia il software, che dice al cervello/hardware come funzionare ...e che è possibile a volte modificare....
(scusi la similitudine, oggi sono un po' oberato dal computer e dai tentativi di installare ubuntu....)

Mi sa che anche se avvengono in internet le comunicazioni non sono per questo molto diverse da quelle nella realtà...

"Mi sa che anche se avvengono

"Mi sa che anche se avvengono in internet le comunicazioni non sono per questo molto diverse da quelle nella realtà..."

scrivendo "realtà" sottintende che non sia reale il mondo di internet e di conseguenza nemmeno le comunicazioni?
posso darle ragione (anche se devo sforzarmi) che non ci sia una differenza esagerata, io trovo la differenza nello "studiare" le persone. del resto, sta parlando con una persona che non parla al telefono per lo stesso motivo...

ha usato spesso parole come "via d'uscita" e oggi "modificare" ma non mi ha spiegato come... è un po'come dire "in città c'è un sacchetto di caramelle per te" senza dire dove... dopo aver giocato a scacchi possiamo provare con la caccia al tesoro, ma allora mi serve un indizio...

si dice che a me piacciano tantissimo i farmaci (mia madre ancora la prima cosa che mi dice quando mi vede è "che faccia da drogata"...) in realtà per quanto Haldol possa mangiarmi non esiste nessun effetto collaterale neanche minimamente piacevole e se dovesse esserci le assicuro che io di effetti collaterali ho solo quelli antipatici. non èquindi un gran che come droga.
è la mia camicia di forza.
ho conosciuto, tempo fa un ragazzo, che mi chiedeva sempre gli asciugamani o le federe dei cuscini, le arrotolava intorno alle braccia, le usava per evitare di prendermi o prendersi a pugni, una camicia di forza "fai da te" in pratica.
io uso i farmaci.
non ho la pretesa che modifichino qualcosa, ormai hanno provato a aumentarli, cambiarli, combinarli... servono solo a tenermi buona
ho avuto qualche psicoterapeuta, ma nessuno è riuscito a parlare con me senza poi dirmi che è stato inutile o altre cose simpatiche di questo genere, quindi mi sono auto-convinta che l'unica cosa che posso fare è costruirmi la mia camicia di forza.

Se possedessi una specie di

Se possedessi una specie di 'navigatore' o google map per indicare la strada, lo metterei a disposizione molto volentieri. Invece bisogna fare un lavoro di 'esplorazione' e osservazione per avere conoscenza del luogo in cui uno si è smarrito o rinchiuso e per cercare le strade ed evitare gli ostacoli ecc. Un lavoro in collaborazione.
E anche per conoscere la persona che è chiusa dentro, e di cui all'esterno trapelano solo comunicazioni ufficiali o comunque filtrate e probabilmente censurate.
Conoscere quela persona, e conoscere come e dove si è messa e cosa fa è la strada per provare a muoversi, sbloccarsi.

mi permetto di farle un'altra

mi permetto di farle un'altra domanda:

perchè se tutti i vari psicoterapeuti sostengono che parlare com me non serve a nulla e gli psichiatri etichettano come delirio ogni mio tentativo di dialogo lei non è convinto?

mi fido solo di quello che

mi fido solo di quello che vedo con i miei occhi, o con i miei strumenti, sapendo che anche questi possono sbagliare. (Anche i computer a volte si rompono)
Quello che vedo finora nei suoi scritti non mi sembra indichi che parlare con Lei non serva a nulla e che ogni tentativo di dialogo sia solo delirio...
Neanche l'opposto ovviamente, cioè che ci siano soluzioni miracolose: ma in mezzo può esserci spazio per varie possibilità

mi piace questo!!! :-) magari

mi piace questo!!! :-)
magari solo perchè non mi ha ancora messo l'etichetta "matta da legare" con le relative conseguenze... ricordo come esperienza divertente, ma dal mio punto di vista un po' preoccupante, il mio psichiatra che diceva :"sei arrivata in anticipo, sei ansiosa?" e poi continuava con un "se arrivi in ritardo sei paranoica, se arrivi in oraio giusto sei ossessiva..."
il mio pensiero al momento era stato "allora non arrivo per niente":-) e ci avevo riso su però rende un po' l'idea che qualunque cosa faccia io la faccio perchè sono matta no?

se avesse scritto che c'è qualche tipo di soluzione miracolosa avrei preso la cosa come un tentativo di prendermi in giro...

Ho superato un esame? :-)

Ho superato un esame? :-)

beh si, se l'è cavata bene

beh si, se l'è cavata bene direi.

"do ut des"

se vuole "esaminare" me ha "vinto" la possibilità di farlo (non troppo perfavore)

Mi sembra che si senta come

Mi sembra che si senta come una cellula stesa sul vetrino per essere visionata al microscopio...

Se crede può essere Lei a osservare se stessa e la sua situazione, dall'interno, per così dire, e descriverla, salvaguardando la riservatezza dei dati riconoscibili (il forum è pubblico), e io farò i commenti che mi verranno in mente: è come una perlustrazione, fatta insieme, in un territorio che probabilmente ha avuto varie vicissitudini e che deve essere 'esaminato', come in un sopralluogo dopo qualche incidente o simile (terremoto, alluvione, naufragio....?), per appurare la situazione e organizzare i 'soccorsi'...

Saluti (Per alcuni giorni sarò probabilmente 'off-line').

Va bene. Terremoti però ce ne

Va bene.
Terremoti però ce ne sono stati troppi, non posso recuperarli tutti, alcuni non voglio recuperarli.

Periodi di tranquillità invece ce ne sono stati pochi, gli ultimi due anni forse, se pur con qualche scossa d’assestamento (giusto per non perdere l’abitudine), almeno era diminuita l’impressione di qualcosa di assolutamente nero (nero = dolore) dentro di me.
Non che fossi proprio una persona con una vita regolare (fumo troppo, bevo troppo, dormo troppo poco, prendo troppe pastiglie o troppo poche…) ma me la cavavo.

Questa volta non c’è stato un terremoto a mandare a quel paese il mio equilibrio, questa volta non è successo niente di particolarmente disastroso, ho avuto un esistenza piuttosto “sfortunata” (sfortunata è tra virgolette perché è la parola sbagliata, mi sono cercata tutto) ma questa volta no, mi è bastato un “se mi porti a casa tua ti faccio le pulizie, cucino, ma portami a casa tua” detto da “un’abitante” della comunità (dove lavoravo) per fare in modo che io a lavorare non ci andassi più.
La mia voce dice che le farò del male se si affeziona a me. Lo ripete. Mi costringe a crederle.

La situazione in questo momento è questa: continuo a non andare a lavorare, continuo a essere assolutamente autodistruttiva e sono molto più concentrata su quello che la mia voce dice che su qualsiasi altra cosa.

Il mio psichiatra dice “almeno day-hospital prima che l’unica soluzione sia rispedirti in ospedale?” prova a sistemare la mia disastrata terapia che dovrebbe essere stata aumentata a 3 haldol al giorno ma tutti i giorni, io però in questo momento credo di non essere molto abile a gestire questa cosa… ho dimenticato anche l’appuntamento (quello della settimana scorsa…) come fa a pensare che mi ricordi di prendermi le sue pastiglie?

Ecco, credo che questo sia più o meno un riassunto passabile della situazione del momento…

Per fare un buon soprallugo,

Per fare un buon soprallugo, sia che si tratti di una zona archeologica, che di una 'scena del crimine', bisogna evitare di aggiungere cose o di fare confusione.
Mi domando se il suo tono autoironico, spesso, quando non francamente autodemolitorio, non sia come una nebbiolina sparsa che copre un po' o tanto le cose... ( anche se dà un aspetto 'simpatico' e intelligente...) Così come le autoaccuse, che sembrano dire che lei in realtà sa come stanno le cose, che è colpa sua, ecc ecc.
Ma, come forse comincia a capire, io dubito di tutti e di tutto, quindi non prendo per oro colato neppure quello che dice Lei, nè Le dò credito di 'sapere come stanno le cose', perchè anzi, di solito, standoci dentro, si è nel luogo più sfavorevole per vederle bene, e uno rischia di riempirsi la testa di 'spiegazioni' assolutamente sbagliate.
Quindi io sto ancora aspettando, ma ho pazienza, che si cominci a vedere qualche cosa, dietro la cortina fumogena che ancora copre tutto o quasi.
Ma questo potrà accadere quando anche Lei comincerà a guardare a se stessa e alle cose intorno a Lei come cose che in realtà non conosce, anche se a Lei sembra il contrario, e che deve osservare bene..., e quindi solo a descrivere via via quello che vede, che trova, senza pensare di sapere subito dove mettere le tessere di un puzzle molto ingarbugliato....
Altrimenti fa come il paziente che vuole 'spiegare' al medico perchè ha mal di pancia, e di solito finisce così solo per confondere e ritardare la conoscenza che il medico può ottenere.
Non se la prenda, non voglio frustrarla, ma nessuno nasce 'imparato', e forse Lei ha una lunga abitudine che magari non aiuta a vedere bene...

il fatto che lei "dubiti di

il fatto che lei "dubiti di tutti e tutto" è una delle cose che me la fa risultare simpatico...
e per "frustrarmi" occorre molto ma molto di più.

mi dica cosa devo descrivere e io lo descriverò cercando di non fare confusione, lei dice la situazione, ma se dovessi descrivere la situazione del momento non ci sarebbe niente da scrivere, a meno che lei non voglia un "oggi non ho fatto nulla di produttivo per nessuno".

Immagini di addentrarsi in un

Immagini di addentrarsi in un territorio, che è Lei stessa e la sua vita, attuale e passata, e descriva quello che vede dove posa l'occhio. Può darsi che a momenti non veda nulla, perchè è buio o c'è troppa luce o ha gli occhi chiusi, ecc. Aspetti che gli occhi si adattino....
Riguardo alla sua frase, verrebbe da domandare cos'altro vede, oltre che di "non aver fatto nulla di produttivo per nessuno". Mi verrebbe poi anche il dubbio, se Lei magari usa un telescopio, che lo usi alla rovescia, e le direi di rovesciarlo.
E se magari in un punto non vede nulla (ci sono zone del cielo quasi vuote) le direi di cambiare zona, o, a volte di cambiare messa a fuoco, ecc ecc.
Ho poi il dubbio che Lei usi uno strumento tarato per vedere solo degli aggettivi: produttivo o improduttivo. Ma il mondo è fatto di cose, di oggetti, non si vedono aggettivi, nel mondo, questi sono costruiti per giudicare, classificare, controllare il mondo... buono, cattivo, bello, brutto, produttivo, improduttivo, sono uno strumento di giudizio, di divisione, di potere...
Quello che uno vede è cose che vivono o che non vivono, cose che si sviluppano, evolvono, o cose che sono ferme, e tanto altro, ovviamente...
Se solo guarda e aspetta...

se elimino tutti gli

se elimino tutti gli aggettivi rimane poco che io possa vedere... i miei cani, il fiume, ospedali e sale operatorie, il parco, la stazione dei treni, le botte... diventa un po' un elenco di cose senza significato, "parco" ad esempio di solito è inteso come un bel posto ma non lo è per forza sempre, soprattutto se ci dormivi.

"Riguardo alla sua frase, verrebbe da domandare cos'altro vede, oltre che di "non aver fatto nulla di produttivo per nessuno"."

che dal buco dove mi sono infilata non uscirò certamente per tornare a fare quello che facevo prima e che in quel buco è buio, vedo solo quello che la mia mente ha fotografato, solo indietro, niente davanti...

Non mi sembra poco, quello

Non mi sembra poco, quello che dice, solo che lo butta lì abbandonandolo subito, per rimettere la testa nel buco che dice, e non vedere più nulla.
Mi sembra quindi che la questione sia come uscire dal buco e rivedere le stelle, come dice Dante nell'ultimo verso dell'Inferno.

certo che non è facile

certo che non è facile accontentarla :-)

ho buttato li le mie "foto" perchè non riuscirei a parlare ad esempio dei miei cani senza metterci aggettivi, anche volendo semplicemente descriverli

dal buco non si vedono le stelle ma nessuno sa dove sia l'entrata, è buio ma è sicuro.

Mi sembra che lei si stia

Mi sembra che lei si stia 'arroccando'. (è una mossa degli scacchi, no?, quando uno pensa sia bene difendersi al massimo....).
ma io non sta dandole scacco... da cosa si difende?
conosce il film di Bergman, 'il settimo sigillo'? anche lì c'è un gioco di scacchi...

la mia conoscenza di film è

la mia conoscenza di film è molto limitata, quasi pari a zero direi. capisco quasi tutto quello che leggo e quasi per niente quello che vedo nei film, mi manca totalmente quell'abilità temo. mi dispiace, ma non conosco il suo.

istintivamente mi difendo da tutto e tutti, non so quindi da cosa mi difendo in questo caso.

in genere gioco finchè non "sento male", poi smetto. di solito ho una soglia del dolore, sia fisico che emotivo (pur preferendo quello fisico), piuttosto alta, ma la maggior parte delle cose del mio elenco buttato li sono nere. può essere che mi difenda da quello, ma è solo un ipotesi.
non ho l'impressione di dover difendermi da lei, in questo il pc aiuta, in un caso più "reale" lo farei sicuramente ancor prima di cominciare a parlare.

Mi pare che anche qui si sta

Mi pare che anche qui si sta 'difendendo', più che altro forse con una cortina di parole e discorsi in cui qua e là si riconoscono degli 'oggetti', ma per lo più è come una nebbia in cui sono sommersi. Può darsi che sia l'effetto di esperienze traumatiche, come ogni tanto accenna, mmi sembra, e che sia un aspetto del 'rifugio' in cui si è messa.
Quanto ai film e altre informazioni, ecc, ormai credo che internet permetta di colmare qualsiasi lacuna. Curioso il suo 'non capire'... Sembra che Lei veda quasi solo delle vie sbarrate, intorno e non si avventura a esplorarle...
Per il resto, come va?

non va. non so se bene o

non va. non so se bene o male, ma sicuramente non va. sta tutto fermo.
non è bellissima come sensazione, ma neanche bruttissima

dopo provo a vedere il suo film, ormai sono curiosa.

"non va, sta tutto

"non va, sta tutto fermo..."

Sembra quasi un suo modo di arrestare le cose, fermarle. in questo caso non c'e'
bisogno di aggettivi, o avverbi ("bene o male...")
Come una persona che si e' fermata in una stazione di servizio e non riprende la strada. In fondo c'e' un riparo, rifornimenti, e il viaggio e' faticoso, o fa paura...

buona visione

"Come una persona che si e'

"Come una persona che si e' fermata in una stazione di servizio e non riprende la strada. In fondo c'e' un riparo, rifornimenti, e il viaggio e' faticoso, o fa paura..."

all'inizio non ero convinta, ma dopo vari esperimenti sono arrivata alla conclusione che la stazione, per quanto brutta possa essere è meglio del parco e di tanti altri posti...
si sa mai, che come ho fatto nella vita reale io ci rimanga solo un po' per poi uscire a farmi prendere a calci

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