mai capito a che serve l'oggetto

buon giorno.
mi scusi se mi permetto di romperle le scatole.

ho la sensazione (bruttina) di qualcosa lasciato in sospeso in un consulto al quale mi ha risposto, quindi la ho cercata...
in realtà non voglio dirle niente di particolare, solo:
io non posso vedere film (non ho una tv) ho letto le trame di quelli che mi ha consigliato...
sono storie, diverse storie di esseri umani...
potrei raccontargliene altrettante (se non di più) di persone che la via d'uscita non l'hanno trovata, che la malattia non l'hanno sconfitta...
persone che stanno in una comunità dove la porta è chiusa a chiave, dove passano le giornate sperando che l'operatore abbia volgia di fare quattro passi, o magari abbia bisogno di andare a comprare le sigarette per uscire, che piangono tutte le notti perchè vorrebbero tornare a casa loro quando a casa essuno li vuole... non continuo
ho paura che volendo fare una stima loro siano la maggioranza...

la ringrazio per i consigli che mi ha dato (oltre ai film) in quel consulto
credo di non averlo più fatto in quell'occasione.

grazie.

Se vuole, può descrivere la

Se vuole, può descrivere la sua 'stazione'...

è piccola e buia, c'è una

è piccola e buia, c'è una panchina, ma è fredda e scomoda.
ha però un tetto ed è chiusa, finchè sto li non sono sotto la pioggia.
la cosa più importante però è che non c'è nessuno, va e viene qualcuno ogni tanto ma è solo di passaggio, nessuno rimane qui con me.

Un cuore, una capanna...? Mi

Un cuore, una capanna...?
Mi sembra che lei è un po' 'tirchia', si fa desiderare.... o aspetta che qualcuno venga a 'salvarla'...? :-)

Ha presente la 'Belle Dame sans merci'? E' una poesia di Keats...

finalmente mi sento meno

finalmente mi sento meno ignorante, la poesia la conosco, ma mi vede così perfida?

"Mi sembra che lei è un po' 'tirchia', si fa desiderare.... o aspetta che qualcuno venga a 'salvarla'...?"

o semplicemente sto bene solo da sola...?

'tirchia' mi riferivo a qui,

'tirchia' mi riferivo a qui, sembra di doverle estrarre le parole a forza....

Le andrebbe meglio 'Rapunzel', cioè Raperonzolo?

Sempre chiusa ad aspettare è, mandando solo qualche 'richiamo' per poi richiudere...

io la avevo avvertita che è

io la avevo avvertita che è inutile parlare con me... non lo faccio di proposito comunque.

con Rapunzel l'unica cosa in comune che ho sono i capelli lunghi.
non amo i principi azzurri, anzi non li sopporto proprio.

Ah, ecco: forse Lei vuole

Ah, ecco: forse Lei vuole dimostrare che " è inutile parlare con me". Bah, io sono paziente....
E poi le partite a scacchi mi attirano...

io no, non sono paziente, mi

io no, non sono paziente, mi arrabbio, mando tutto e tutti a quel paese, dico "basta, non ne voglio più sapere" (ho un pessimo autocontrollo) e poi mi pento, ma in genere quando mi pento ho già fatto danni irreparabili e non c'è più nulla da fare quindi mi auto-convinco che era la cosa più giusta da fare e ricomincio da capo...

Che ci sia un po' di

Che ci sia un po' di narcisismo onnipotente - in negativo - nel suo 'far danni irreparabili'?
Io di solito tendo a pensare che la specie umana rispetto al Big Bang, all'Universo in espansione, ai buchi neri, agli universi paralleli, ecc, non possa fare granchè, nè in positivo nè in negativo... Illudersi di essere molto potenti, sia nel bene che nel Male, è spesso una difesa da quella percezione....

beh, io credo che bastino

beh, io credo che bastino poche parole per far in modo che qualcuno non ti rivolga più la parola (altrimenti vengo da una famiglia di alieni) questo è un danno irreparabile, se pur una sciocchezza confrontato col big bang.

non credo che esploda il mondo qualsiasi cosa faccia, ma nel mio piccolo sono molto brava a far casini e non altrettanto brava a trovare un rimedio.

Beh, allora trattenersi può

Beh, allora trattenersi può essere un primo passo...

non vale sempre la pena di

non vale sempre la pena di trattenersi, per quale motivo dovrei fare una cosa che mi costa fatica se tanto non interessa a nessuno e nessuno se lo aspetta da me?
se tanto non cambia le cose, se non serve a nessuno?
dovrei rispondere con un tono dolce e gentile a persone che esplicitamente non mi vogliono intorno, che il mio essere stramba mette in imbarazzo, che non fanno altro che dirmi che sono matta deficente drogata, che mi mandavano via con la motivazione che sono vestita strana, che mi hanno attribuito azioni e pensieri che non ho mai fatto, che nei momenti più brutti della mia vita hanno saputo dire solo "te la sei cercata", salvo poi chiedermi "mi tieni il cane?" "ti occupi del parente moribondo che non abbiamo voglia di andare a trovare?" "vai a fare la cena alla nonna rimbambita?"?
proprio non riesco a capire perchè dovrei trattenermi...

se la mia vita fa schifo è sicuramente perchè in me c'è qualcosa che non va, sarò nata storta, come una volta mi ha detto un medico e allora se proprio non posso finirla qui mi sorbirò questa vita, ma non credo di riuscire a sorbirmi anche la cattiveria di alcune delle persone che mi girano in torno.
non riesco a sfogarmi sempre e solo su di me, anche se la maggior parte delle volte lo faccio, ogni tanto l'unico "trattenermi" che ho è quello di non prendere fisicamente a scarpate qualcuno.

nello scrivere questo direi che sono stata brava a trattenermi, nella mia testa ci sono descrizioni più "aggressive" ma le riservo per chi se le merita.

perdono, non è un buon giorno oggi

Quello che ha scritto è

Quello che ha scritto è utile.
Mi viene da risponderle che Lei dovrebbe decidere le cose da fare, per così dire, per prima cosa col criterio di star bene lei, o almeno di non danneggiarsi: se uno beve troppo, sa che poi starà male, idem se mangia troppo. Se uno distrugge per la rabbia una cosa a cui tiene , poi gli dispiacerà, eccetera eccetera. Se si trattiene, evidentemente risparmierà male e dolore a se stessa...
Per cui scegliere una maniera di vivere che non fa star male, o per lo meno evita il male evitabile ( oltre alle cose che non dipendono da lui, terremoti, disastri, ecc,) fa sta meglio se stesso. Cercare uno 'stile di vita' buono, sia per la salute fisica che mentale, è utile a se stessi. Credo che sia Epicuro che ha parlato così per primo, almeno nel mondo occidentale, e poi Lucrezio lo ha innalzato a livelli poetici elevati. (Le consiglio la lettura del De rerum natura, mi sembra ancora attuale, oltre alla Lettera sulla felicità...)
Trattenersi dal fare le cose che fanno male è , direi, il primo passo per cercare di stare meglio.
Lei mi sembra invece che è presa da un vortice di risentimenti con altre persone in cui la confusione è massima e per la rabbia mena fendenti a destra e a manca, senza saper più chi colpisce, colpendo se stessa e altri indifferentemente.
E' comprensibile che uno perda il controllo e si sfoghi, però è inutile e dannoso.
Trattenersi, contare fino a 10, a 100, ecc (s'era già detto?) è l'inizio...

dovrei quindi trattenermi dal

dovrei quindi trattenermi dal ricevere una gratificazione immediata (se io bevo troppo dopo starò male, ma adesso sto bene, se io prendo a calci qualcuno dopo mi dispiacerà, ma adesso è la risposta a un desiderio e uno sfogo, quindi mi fa stare bene) per ottenere una vita in cui, ad essere ottimisti, starò così così?
non mi pare buono come scambio...
inoltre chi ha deciso che io devo solo prenderle e altri solo darle?

questa probabilmente è una scusa per fare quello che voglio io...
rimane però, come dato di fatto, che io quando bevo troppo, quando distruggo le cose e anche quando me la prendo con le persone in quel momento sto bene anche se dopo starò male, mentre quando conto fino a 10 no, non sto bene mentre conto e non sto bene nemmeno dopo.

Credo che sia una specie di

Credo che sia una specie di 'mancanza di allenamento'... trattenersi costa ovviamente fatica, come camminae, correre, ecc. ma se è allenata costa molto meno fatica, e anzi può godersi l'attività fisica, che so una camminata, una nuotata, ecc.
Credo che sia lo stesso per l'attività mentale: ci vuole una qualche energia per 'guidarla' (vale la legge dell'entropia...), ma l'allenamento permette di non sentire la fatica e di ottenere molte più cose.
Credo infatti che più che dolore, male, sofferenza, quello mentale sia una forma appunto di fatica, e che si tratti in gran parte di allenamento.
Lo 'scarico' immediato di ogni tensione, fa pensare al vomito, quando lo stomaco, magari per un llungo digiuno, non è abituato a contenere cibo. Un po' alla volta si può riabituare e può tornare ad alimentarsi senza ricorrere alle flebo.... :-)

questo è abbastanza chiaro,

questo è abbastanza chiaro, non riesco invece a capire quale sia il beneficio che dovrei ottenere (magari perchè l'esempio sull'allenamento fisico mi è totalmente sconosciuto nonchè impossibile da provare)

"l'esempio sull'allenamento

"l'esempio sull'allenamento fisico mi è totalmente sconosciuto nonchè impossibile da provare"
Che intende dire?

intendo che non ho provato i

intendo che non ho provato i "benefici" dell'allenamento fisico, lei ha fatto il paragone con corse o camminate, io cammino poco e con una stampella e non corro... se dovessi provarci l'unica cosa che sentirei è dolore.
mi è quindi difficile capire il paragone su una cosa che non conosco

Perchè usa la stampella?

Perchè usa la stampella? Forse può dire qualcosa di più su questo aspetto.

si posso, uso la stampella

si posso, uso la stampella perchè le mie osse sono nate "storte" e nonostante i 6 interventi e tutti i vari ferri e chiodi che mi hanno messo camminare mi è difficile, in genere in casa non la uso, dipende dalle giornate e da quanto sento male.
mi sorbisco un infiltrazione ogni 20 giorni e mangio antidolorifici stile caramelle se devo fare qualcosa che comprende una camminata.
non saprei che altro dire su questo...

Penso che questa situazione

Penso che questa situazione fisica, che rivela solo ora, mi sembra, debba essere stata e sia pesante da sopportare e che camminare è per lei un'esperienza dolorosa. Ma penso anche che non annulli il discorso di allenarsi a sopportare il carico delle cose che uno ha, e che l'allenamento possa cambiare la prospettiva. Le sue capacità mentali sembrano non nate 'storte', anche se forse uno a volte le usa in modo controproducente, o se non le ha 'allenate' abbastanza per sentire meno la fatica.
Non è un 'dare la colpa', ma segnalare che a volte uno, più o meno inconsapevolmente, non usa le risorse che ha e che potrebbe usare diversamente. Forse si tratta di imparare a usarle in modo più adeguato.

allora forse sono più

allora forse sono più allenata a soppostre un "male" fisico che un "male" mentale... :-)
è anche vero che il mio ortopedico mi ha spiegato per bene cosa devo fare e cosa non devo fare, non che io lo faccia sempre (sono testona e decisamente autolesionista) ma so cosa è utile e cosa controproducente, per allenare una qualche capacità mentale invece non ho idea di cosa dovrei fare...

L'ortopedico per darle

L'ortopedico per darle indicazioni deve conoscerla a fondo, negli aspetti fisici, deve 'vederla' bene. Ugualmente per darle simili indicazioni bisogna conoscerla negli aspetti psichici. Lei è un po' restia a farsi conoscere, forse, ma qualche passo avanti l'abbiamo fatto, mi sembra. Vediamo se lei 'si farà vedere' un po' di più.

"Lei è un po' restia a farsi

"Lei è un po' restia a farsi conoscere"
se esistesse una radiografia o simile per capire cosa non va nella mia testa la farei immediatamente e senza lamentarmi... non credo quindi che il mio essere restia riguardi il farmi conoscere, ma il più "guardare" e parlare di alcune cose che sono solo io a non voler guardare e sentire.

è anche vero che io non mi fido del mondo in genere, ma ci sono dei momenti in cui mostrerei "una mia radiografia" se servisse a avere una vita decente.
uno dei miei interventi aveva il 60% di possibilità di andare male e ci ho messo un bel po' a trovare un medico disposto a farlo, credo quindi di essere capace di rischiare e fidarmi se penso che possa funzionare, ma li dovevo solo mostrare la radiografia, qui no...

ho fatto un po' di confusione credo. si capisce quello che volevo dire?

Capisco che farsi fare una

Capisco che farsi fare una 'radiografia' mentale le riesce un po' ostico.
All'inizio mi chiedeva dei rischi, mi pare, di questa esperienza. Io credo in effetti che quella di farsi conoscere, o meglio ancora di fare un'esperienza di conoscenza con una persona - che questo in realtà è un'esperienza psicoterapica, a mio avviso - sia quello che si teme di più. Probabilmente vale anche online, anche se qui non si tratta di psicoterapia, ma comunque di un contatto conoscitivo.

c'è una persona che mi

c'è una persona che mi conosceva più o meno bene, è con lui che ho costruito il mio modo strano di parlare (ad esempio il significato di un colore, così se alla domanda "come stai?" rispondo "rosso" lui capisce e io faccio meno fatica).
ad un certo punto però ho cancellato il numero e gli ho detto di non cercarmi. scappata...

E' un avviso che farà lo

E' un avviso che farà lo stesso anche qui?

se era una avviso era

se era una avviso era inconsapevole...
è possibile che io lo faccia comunque, in fondo faccio sempre le stesse cose da 29 anni

Le propongo di finire con

Le propongo di finire con questa modalità a ping-pong, in cui rischiamo di continuare a rimandare la pallina senza fermarsi un attimo e senza tempo di pensare. Invece possiamo continuare, se crede, con meno 'rimandi' e più 'pensati'...

va bene, proverò a pensare,

va bene, proverò a pensare, non oggi però, è una giornata decisamente storta, e credo che me la giocherò con me e basta

s'è messa a giocare a ping

s'è messa a giocare a ping pong da sola? Io non dicevo di smettere il gioco a due, ma di provare a cambiarlo, da ping pong a 'scacchi', magari, come si diceva all'inizio, mi pare...
Saluti
drGBenedetti

buon giorno. no, non sto

buon giorno.
no, non sto giocando a ping pong da sola, anche perchè io non sono mai da sola ultimamente anche se non c'è nessuno con me.
ho staccato momentaneamente il mondo sperando che quando sarei tornata sarebbe stato meno brutto, ma ovviamente non a funzionato troppo bene.
sono sempe più convinta di non avere le capacità per ricominciare tutto da capo.

Sono riandato al suo primo

Sono riandato al suo primo post:
"ho la sensazione (bruttina) di qualcosa lasciato in sospeso in un consulto al quale mi ha risposto, quindi la ho cercata...
in realtà non voglio dirle niente di particolare, solo:
io non posso vedere film (non ho una tv) ho letto le trame di quelli che mi ha consigliato...
sono storie, diverse storie di esseri umani...
potrei raccontargliene altrettante (se non di più) di persone che la via d'uscita non l'hanno trovata, che la malattia non l'hanno sconfitta...
persone che stanno in una comunità dove la porta è chiusa a chiave, dove passano le giornate sperando che l'operatore abbia volgia di fare quattro passi, o magari abbia bisogno di andare a comprare le sigarette per uscire, che piangono tutte le notti perchè vorrebbero tornare a casa loro quando a casa essuno li vuole... non continuo
ho paura che volendo fare una stima loro siano la maggioranza..."

Perchè non racconta una di queste storie?

devo raccontare la storia

devo raccontare la storia della vita non riuscita di qualcun'altro? perchè?

Forse per provare a farsi

Forse per provare a farsi strada attraverso tutti questi ostacoli. Mi sembra infatti che il nostro è un tentativo di comunicazione che è frenato da impedimenti più o meno visibili.
Mi domando se non sia il fatto che è 'pubblico' che lo rende così...

il fatto che sia pubblico

il fatto che sia pubblico sicuramente non aiuta

il raccontare la storia di qualcuno con cui ho lavorato mi creerebbe dei problemi se dovesse essere riconosciuta e non posso raccontarle storie senza aggiungere particolari che, anche se per lei non sono riconoscibili per molte persone lo sono sicuramente.

per quanto riguarda il parlare di me, anche quello, scendendo troppo nei particolari mi crea dei problemi ho già la fama di quella che "è stata chiusa in un reparto psichiatrico", non mi va di avere anche quella di una "che ci tornerà"...

senza contare poi che io sono "psicosi paranoide", quindi malfidente per natura se non sbaglio
:-)
(non sono sicura di questo... le etichette mi infastidiscono, e poi nessuno me lo ha mai spiegato)

non credo ci siano soluzioni a questo problema comunque, almeno credo...

in ospedale mi hanno fatto parlare una volta delle voci in pubblico, (in un gruppo in realtà).
mi avevano promesso che mi avrebbero fatto uscire a fare un giretto se fossi andata a quel gruppo, ma non mi avevano detto che avrei dovuto parlare... quando quella tizia ha detto una cosa del tipo "adesso lei ci parla delle voci" la mia reazione è stata piuttosto aggressiva... direi che sono migliorata, no?

Non so se conosce un sito

Non so se conosce, o ho già accennato a un sito internet dedicato, per così dire, a 'quelli che sentono le voci'. E' in inglese, credo potrebbe interessarle. C'è una teoria che 'sentire le voci' non è obbligatoriamente una malattia, anche se può essere sgradevole... Se le interessa lo ritrovo e le dò il link.

Quanto alla privacy, io ho anche un'attività di consulti on line 'privati', per email o per skype. Se vuol dare un'occhiata a questa pagina , 'E-therapy, può vedere se può interessarle.

In effetti credo che qui stiamo girando un po' a vuoto. Può darsi che si possano fare dei passi avanti, sempre con i limiti di internet, ovviamente

mi farebbe piacere vedere

mi farebbe piacere vedere quel sito.
io sono convinta che "sentire le voci" (mi fa un po' ridere questo modo di dire, io lo uso solo con gli psichiatri... e solo perchè altrimenti non capiscono, in realtà non sento le voci, parlo con qualcuno, ha un nome, è una, è donna, parla con me, commenta quello che faccio, mi dice cosa fare, io parlo con lei... ) non sia una malattia.

per un periodo mi sentivo "più fortunata" degli altri, come se il fatto che lei avesse scelto di parlare con me e non con qualcun altro fosse una specie di regalo.

sono però anche arrivata ad avere come unico desiderio nella vita quello di farla smettere (periodo in cui passavo le giornate con le mani sulle orecchie e a sbattere la testa nel muro... poco simpatico. tra l'altro le mani sulle orecchie, le cuffie con la musica alta, la testa sotto acqua.. sono tutte cose che non funzionano e che in compenso danno un senso di frustrante impotenza).

spesso comunque "ascolto veramente" solo lei, faccio quello che dice di fare, la seguo, il mio umore cambia a seconda di cosa dice.

sul mio diario, da qualche parte, c'è scritto che è l'unica a dare conforto, stranissimo visto che è sempre stata solo cattiva con me, ma c'è.

per un periodo abbiamo convissuto pacificamente... se dovesse essere questa la mia vita mi andrebbe più che bene.
non riuscirei invece a vivere come nel periodo che ho scritto prima.

mi scuso per tutte queste parole che ho l'impressione essere molto incasinate e poco comprensibili...

adesso vado a vedere cos'è l' E-therapy.
la ringrazio

Ecco il sito che dicevo:

Ecco il sito che dicevo: http://www.intervoiceonline.org/ . C'è anche una voce su wikipedia: http://en.wikipedia.org/wiki/Hearing_Voices_Movement e un sito italiano, http://www.innerteam.it/editoria/articoli/117-le-persone-che-sentono-le-...

Strano che invece le sue parole in quest'ultimo post mi sembrano molto più 'vere' e dirette e in contatto...

la ringrazio per i siti che

la ringrazio per i siti che mi ha indicato, aiutano soprattutto a farmi sentire meno "strana creatura".

per quanto riguarda l'E-therapy ho un problemino, non credo di aver capito cosa devo fare per fare quella richiesta....
le mando i miei dati e poi? cosa devo fare?

mi scusi, ma io e la tecnologia non siamo grandi amiche...

In effetti non si capisce

In effetti non si capisce molto bene, devo migliorare le spiegazioni....

Può scegliere se usare l'email o un contatto audiovisivo tramite skype: per i consulti-email basta che mi scriva all'indirizzo indicato, per quelli -skype deve avere l'account su skype e microfono e telecamerina, che sono incorporati nei computer recenti, altrimenti si possono collegare a parte - e poi dobbiamo metterci d'accordo sull'appuntamento, sempre tramite email. C'è da fare un pagamento, differenziato, come indicato in quella pagina, dove ci sono le istruzioni per farlo. Mi chieda pure per email eventuali altri chiarimenti.

Poesia

lettera dal burrone.

davanti ai piedi solo il vuoto e so che indietro non posso tornare.
ora basta una folata di vento o il fascino di un volo senza cielo.
chi mi ha portato qui?
un giornalista scriverà, scriverà per me: non sapeva vivere e ha saltato.
non scriverà di chi qui mi ha accompagnata per mano.
non scriverà di quella voce, unica capace di dare sicurezza e consolazione che oggi mi dice "salta".
promette fine senza inizio.
parla di un posto dove starò sempre bene.
assoluta anestesia dal dolore.
"salta"
solo un passo.
lei verrà con me.
la voce non mi lascerà.
"salta"
solo un passo per il buio senza sogni né risvegli di soprassalto.
solo un passo per la consolazione del silenzio.
"salta"
e il giornalista scriverà: la piccola ... era matta, malata, ha saltato.
non scriverà di chi non c'era quando avevo paura.
quando chiedevo: tienimi, cancella la mia testa, manda via quella voce, salvami da me stessa.
solo quella voce.
"salta"
adesso manca solo un passo, adesso non chiedo più salvami, ma solo lasciami andare.
solo un passo e poi nero sarà, come il mio stato mentale

voci

"tu che sei nella mia testa:

come un cd rotto.
salta.
ripete sempre la stessa canzone e io non voglio sentirla.

alzati.
spegnilo.

non posso muovermi
continua, ancora sempre la stessa canzone e io non voglio sentirla.
non voglio sentire più quella voce.

falla smettere.
smettila!

non voglio più sentire quella voce.

è la musica del mio dolore.
un rumore che sordo suona ovunque.
riempie la mia testa.
cancella i miei pensieri.

lasciami stare!

ripetitivo,
ossessivo,
non posso farla smettere!

svagati, non ascoltarla
ma a poco a poco lei ricomincia.
sempre più forte.
sempre più invadente.

parla prima piano.
parla per me.
parla con me.
.
sempre più forte finche non sarò io a parlare con lei."

adesso

adesso

quando puoi solo abbassare la testa e dire "così sia"
quando puoi solo lasciare che siano altri a decidere per te
quando ti rendi conto che la vita ormai è fatta solo di tempo che passa
quando capisci che non hai più niente e in fondo è niente che senti di essere
quando ti rimane il silenzio come unica consolazione
quando smetti di desiderare di essere felice cercando solo di non sentire dolore
quando vivi come se fossi già morta e il mondo tacesse

adesso riesco a sentire il nulla.
come se niente fosse pieno,
come fossi piena di niente.
riesco a sentire il nulla.
solo adesso mi odio.

salve, le riscrivo qui dopo

salve,
le riscrivo qui dopo un sacco di tempo.
nel frattempo ho distrutto quel poco che rimaneva della mia esistenza.
ho perso il lavoro con i conseguenti problemi economici che questo comporta.
ho definitivamente litigato con la mia famiglia in un incontro con il mio psichiatra che ha ritenuto opportuno (io non concordo) il farmi una puntura nel culo e rispedirmi in ospedale.
non ho voglia di fare nulla e spero solo di non svegliarmi quando vado a dormire (grazie a questo ho guadagnato una nuova pastiglia di antidepressivo)

la cosa interessante è che non ho un motivo per stare così...
non saprei a chi dare la colpa se non al mio cervello che non fa altro che fare danni.
al momento sto pensando di farmi una mangiata di entumin e tornare a domire, che è l'unica cosa che mi viene bene al momento.

in definitiva mi scuso per essere sparita e continuo a sperare che non sia troppo arrabbiato con me.

Non sono assolutamente

Non sono assolutamente 'arrabbiato' con lei, semmai preoccupato per la sua difficile situazione. Quando 'ritorna' mi sembra un buon segno.
A volte dormire fa bene, per riposarsi e allontanarsi da qualcosa insopportabile. Una volta si parlava di 'terapia del sonno'. Ma cerchi di non farsela da sè, e di farsi 'mangiate' di cose più buone (magari con un occhio a non esagerare...).

si può stare tanto male senza

si può stare tanto male senza sapere il perchè?

Cosa intende dire?Mi fa

Cosa intende dire?
Mi fa venire in mente la Lorelei di Heine, che inizia: "Ich weiss nicht was soll es bedeuten dass ich so traurig bin....", Non so perchè sono così triste, più o meno come dice Lei... E poi la poesia prosegue approfondendo quello che viene nella mente del poeta.
Le poesie sono terapeutiche?

la poesia riempie il vuoto

la poesia riempie il vuoto che altrimenti sarebbe pieno solo di quella che parla nella mia testa, quindi si, la poesia è terapeutica, come i colori e la musica.
non so se la bellezza salverà il mondo, per il momento aiuta me

Le sue poche righe sono molto

Le sue poche righe sono molto 'dense'.
Le allucinazioni ( se si può chiamare così la sua esperienza....) sembrerebbero provocate dal vuoto, quindi.
Ma 'poesia, colori, musica, bellezza' sembrerebbero esperienze così 'dense' che sembrerebbe difficile eliminarle, risucchiarle da qualche parte per lasciare il vuoto. Ci vuole come una pompa negativa, un'idrovora molto potente
Lei ha la capacità di cogliere la bellezza, nel linguaggio, nei colori, nella musica.
Cosa può essere che ogni tanto sembra rovesciare questa capacità, farla funzionare al contrario, in senso negativo e svuotare la mente di quello che c'era? Come se si potesse togliere il tappo in fondo all'oceano e svuotarlo.
Forse le potrebbe interessare quello che ha scritto Donald Meltzer sulla Bellezza, sullo Sviluppo e sul Conflitto Estetico, sulla Mente come strumento per apprendere dall'esperienza e cogliere (fugacemente) la bellezza del mondo. Se si riesce a evitare, o a uscire, dalla trappola del Claustrum dove le cose funzionano al negativo, appunto, come un universo parallelo cui forse appartengono le allucinazioni.

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