giovane donna in difficoltà 2

continua da questo consulto
(16 agosto 2012)
Sono sempre ed è ferragosto. Sono passati altri mesi, si vede che sono
ciclica e quando proprio il mio animo tocca il fondo cerco un
salvagente che sta diventando lei perché di lei sento di potermi
fidare. Grazie, soprattutto se può rispondermi ancora una volta. Un
po' la mia storia l'ho descritta, ho avuto tante delusioni, tanti
dispiaceri, ho perso un genitore quand'ero piccola e vivo con una
mamma che mi ha ritenuta sempre e solo "sua" che ci tiene a me eppure
si vergogna di me. Non conosco la mia identità biologica, il mio
passato, il posto dove sono nata e non posso parlarne con nessuno
perché è un argomento che porta solo angoscia e scompiglio soprattutto
a casa mia. Sono cresciuta sola, materialmente non mi è mai mancato
nulla anzi lo so che devo tanto alla mia famiglia, ma sono sempre
stata sola, esclusa e dimenticata. Sono una persona normale, non tanto
alta, con i capelli lunghi, gli occhi scuri, una voce sussurrata che
non sa mai superare le altre voci e sono triste. Non mi passa, ecco
perché le scrivo ancora. Se sono io a creare tutto questo come faccio
a smettere? Quasi ogni sera spero di non svegliarmi più la mattina,
ogni giorno anche se passa tranquillo se potessi scegliere vorrei
fosse il mio ultimo giorno perché sono stanca di vivere, è come se io
vivessi da mille anni e non ne potessi più e non posso ignorare questo
pensiero. Ripeto il mio punto più grave è che sono sola e che nessuno
può aiutarmi, neanche lo psichiatra, perché è come se fossi in un
castello, una rocca inavvicinabile (in un labirinto). Ben inteso la
mia casa è normale non ho neanche una camera completa, è solo un
angolo ricavato, pieno di cose per la casa, non per me, per fortuna
che c'è una terrazza e al di là c'è il mare. Dottore ho paura di non
avere più possibilità, ho paura di dover restare da sola per sempre.
Per questo preferirei morire subito. Non ho un' amica, un amico vero,
non ne ho mai avuti forse non lì avrò mai, i miei unici compagni sono
i gatti che vanno benissimo, ma ho il rimpianto di non aver mai
vissuto la mia adolescenza, specialmente in una sera come questa in
cui tanti ragazzini sono in giro, mi sale il magone, perché a loro la
vita sembra una cosa facile. Ora anche volendo non potrei fare niente
perché mia mamma ha un'età e a casa c'è bisogno di me per tutto e
sempre . Io faccio tante cose ma agli occhi del mondo sono un
fallimento. Dottore non potrei sparire? Beh no, lo so che non si può
ma allora cosa devo fare? Per favore non mi scriva che è meglio se ne
parlo in terapia. Dimenticavo ora prendo l'entact e ogni tanto il
lexotan. Con l'entact mi trovo bene, perché a qualche modo un po' di
carica me la da.Cari saluti.

e comunque togliendomi anche

e comunque togliendomi anche questi occhiali cosa potrei trovare? Per ora sto solo male, c'è tanta sofferenza dolore dispiacere, paura.
Totale paura.
Mi sento sola come mai e mi chiedo cosa ho fatto per stare così

Mi riferivo al suo senso di

Mi riferivo al suo senso di solitudine e di vuoto intorno a sè.
Sembra quasi che non voglia togliersi gli 'occhiali' per vedere meglio. Cosa potrebbe trovare lo può sapere solo togliendoli, appunto. Forse vedrebbe che il mondo è pieno di cose e di persone, e che perdere un terapeuta e anche perdere un amore non è la fine del mondo, anche se sul momento si sta male. Ci possono essere altri terapeuti, altri amori, e una quantità di altre esperienze. Ma bisogna togliersi occhiali neri e paraocchi.

Può essere, allora forse si

Può essere, allora forse si torna sul discorso che nella mia solitudine che a volte è totale e esagerata ci sto quasi bene... Però non so se è totalmente vero.
Questa volta mi sono fatta parecchio male, per svenire, per rompermi due denti che ho dovuto ricostruire e che non saranno mai più quelli di prima si vede che qualcosa mi ha fatto stare male come mai mai prima.
Qualcosa è cambiato anche nella terapia perchè anche se ci sono tornata, sono confusa, quello che provo ora è diverso da quello che provavo prima... anche per il terapeta.
Io avevo bisogno di lui e lui non c'era e se anche sono stata malissimo quasi non se ne è accorto, questo per quanto tutto torni come prima non passerà mai dentro di me, perchè io se mi avesse chiesto aiuto l'avrei aiutato sempre e comunque.
Non si sono rotti solo i denti si è rotto qualcosa dentro di me. Qualcosa che continua a confondermi e che non posso aggiustare.

Può darsi che Lei si

Può darsi che Lei si aspettasse dal terapeuta qualcosa che non poteva darle, come che sostituisse qualcuno di cui Lei sentiva bisogno. Ma i terapeuti possono aiutare a capire, a superare difficoltà, ma non sostituire persone. Non possono soddisfare i bisogni, solo aiutare a vederli e a capirli e diventare capaci di affrontarli. Lei invece chiedeva e chiede di colmare un suo bisogno. Ma questo appunto non può farlo il terapeuta.

Secondo lei quello che provo

Secondo lei quello che provo io è tipo un amore? E come mai, se lo è, è scoppiato così all'improvviso? La terapia stava bene senza l amore, io ero tranquilla e la cosa più bella è appunto che stavo bene. Pare tutto così confuso adesso, l altro giorno al tel gli ho detto di nuovo che intendo smettere, lui invece vorrebbe continuare aggiungendo una psicologa, è matto, io nn la voglio una psicologa.

Forse è bene prendere una

Forse è bene prendere una 'vacanza', darsi il tempo di sedimentare le cose. Forse allontanandosi un po' il quadro diventa più chiaro.

Il problema è saper prendere

Il problema è saper prendere una pausa. Sono andata ancora a un colloquio circa dieci gg fa. Lui era "normale" solo che vorrebbe aggiungere altri colloqui con una psicologa, senza neanche spiegarmi troppo perché. A me pare solo che nn mi capisca neanche un po' fra noi è come se ci fosse un muro e non gli dispiace nemmeno. Sono confusa. Sono stufa e delusa. In più sto malissimo, non mio passa affatto, anzi mi sento sempre più depressa e piú triste, prendo il trittico ma non mi fa niente, gli unici che mi aiutano sono gli ansiolitici. Mi sembra così tutto perso, io soffro perché credevo tanto in quella psicoterapia, mi ha aiutato a vivere veramente è solo che ora si riprende tutto. Perché non riesco a parlargli? Cosa devo fare per dirgli che vorrei solo capire cosa è successo?

Lei sta vivendo una perdita,

Lei sta vivendo una perdita, un lutto per quello che sente di avere perduto. E' la vita. Sentirsi giù e tristi e dispiaciuti o disperati per quello che si è perso è una reazione normale, non è "depressione" (in senso di malattia, da curare). Passa col tempo, e man mano si accorge che il mondo e la vita continua anche senza quella cosa che le sembrava indispensabile, e troverà altre cose, altri oggetti e persone con cui creare altre esperienze e legami.

Gentile dottore dopo non è

Gentile dottore dopo non è andata meglio, è successa una cosa abbastanza grave e sono stata all'ospedale qualche giorno. Non so di preciso se sono stata male proprio per questo rapporto che nn c'è più, di certo ha inciso molto, ma non è l'unico motivo.
Ora sono in una fase molto ferma, continua a mancarmi tutto il periodo che ho vissuto e non credo di trovare mai più legami simili. Sono molto scoraggiata, delusa e rassegnata, ma tutto sommanto mi sono arresa. Io non spero più in niente. La vita è una sfilza di delusioni su delusioni, l'unica cosa che mi chiedo ancora è come si fa a diventare quasi dipendenti dal terapeuta... bisogna essere davvero soli per creare questa cosa. Lui non tornerà più, un pochino c'è ancora ma non sarà più quello di prima, anzi credo che l'ultima cosa che è successa l'abbia allontanato di più. Che peccato, mi pare di aver rovinato tutto. Nel mio modo di essere c'è qualcosa che non va, i miei legami a volte sono esagerati e soffocano tutto, in parte me l'ha fatto capire.

Sentirsi la colpa di tutto

Sentirsi la colpa di tutto quello che succede è una trappola assurda: è l'altro lato della medaglia di sentirsi 'onnipotenti', come se tutto quello che succede in qualche modo dipendesse da noi, nel bene e nel male. Probabilmente è esagerato, non le pare? In realtà siamo piccoli granellini di sabbia in un vortice dove forse le nostre vicende dipendono più che altro dalla fortuna, come pensavano gli antichi. Il che non vuol dire che non sia meglio cercare di stare attenti ad evitare le trappole o cercare di uscirne se abbiamo avuto la sfortuna di caderci.
Anche a Lei è capitato qualcosa di simile, e magari ha avuto più sfortuna di altri, ma se cerca di stare attenta e aprire gli occhi probabilmente riuscirà ad uscire dalla trappola e magari ad evitarne altre.
Cordialmente
drGBenedetti

Sentirsi la colpa di tutto

Sentirsi la colpa di tutto quello che succede è una trappola assurda: è l'altro lato della medaglia di sentirsi 'onnipotenti', come se tutto quello che succede in qualche modo dipendesse da noi, nel bene e nel male. Probabilmente è esagerato, non le pare? In realtà siamo piccoli granellini di sabbia in un vortice dove forse le nostre vicende dipendono più che altro dalla fortuna, come pensavano gli antichi. Il che non vuol dire che non sia meglio cercare di stare attenti ad evitare le trappole o cercare di uscirne se abbiamo avuto la sfortuna di caderci.
Anche a Lei è capitato qualcosa di simile, e magari ha avuto più sfortuna di altri, ma se cerca di stare attenta e aprire gli occhi probabilmente riuscirà ad uscire dalla trappola e magari ad evitarne altre.
Cordialmente
drGBenedetti

Secondo lei come si fa a

Secondo lei come si fa a capire quando una psicoterapia è finita? Io sto pensando tanto, lo capisco che sto male e so che non è giusto stare male in terapia, ma ho anche una paura folle di restare da sola, adesso ancora più di prima avrei bisogno di sapere che nn sono sola.

Forse qui tocca il nocciolo

Forse qui tocca il nocciolo del suo problema, il "bisogno di sapere che non sono sola". La "paura folle di restare sola" da cui Lei è schiavizzata.
Quanto al "non è giusto stare male in terapia" non so proprio come le è venuto in mente, se non come rimprovero di un'autorità severa e dogmatica che Lei si porta dentro, e che usa la minaccia di "lasciarla sola" per dominarla. Ma è una scena infantile di punizione, una fantasticheria alimentata apposta per mantenere il dominio su di Lei. Su ciò si basano probabilmente le vicende di ragazze tenute in schiavitu per decenni, in condizioni di abuso e incesto, di cui ogni tanto si legge.
In effetti crescere significa imparare a fare da sè e a stare con se stessi: così non si è soli neanche nel deserto.
In realtà non 'si capisce' quando una terapia è finita: qualcuno deve prendersi la responsabilità di deciderlo. Di solito è come andar via da casa per stare da sè, deve deciderlo il figlio, i genitori spesso non vorrebbero mai che succedesse...
drGBenedetti

Gentile dottore rieccomi, ho

Gentile dottore rieccomi, ho un grave problema, l'altro giorno giravo per negozi e fuori su degli appendini c'erano delle magliette da 37 euro con in regalo previo acquisto deelle magliette degli occhiali da sole, io ho preso gli occhiali da sole, non mi hanno visto e sono andata via. NOn so nemmeno io perchè l'ho fatto, ero sotto ansiolitici.
La cosa più strana è che gli occhiali nn sono per me, sono per un regalo, nessuna ricorrenza, nessun motivo solo volevo regalarli a una persona perchè so che gli starebbero bene ma per me erano troppo cari, io non lavoro, e adesso per assursdo non me la sento più di portarglieli. Mi sembra di regalere una cosa rubata e io non ho mai rubato nulla!!!
Se gli confesso che li ho presi di nascosto forse penserà che sono una ladra e che lo faccio sempre, ma non è vero, è stata davvero la prima volta e non riaccadrà mai più, se non gli dico niente mi sento in colpa lo stesso perchè mi sembra di tradire la sua fiducia, ora non so che fare, buttare gli occhiali, dirgli la verità... boh. Tra l'altro indovini per chi sono? MI sento così demoralizzata.
La mia vita invece di semplificarmela me la complico. Ma perchè ho fatto così? Io volevo solo prendergli una cosa carina, non c'era nessuna intenzione cattiva e invece ora ci soffro tanto.
Saluti

Piacere di riavere sue

Piacere di riavere sue notizie. Quanto agli occhiali, forse potrebbe mandarli in una busta o pacco per posta al negozio, così si libera un po' dal senso di colpa, senza rischi di essere riconosciuta. Riparare i danni e restituire quanto preso indebitamente è il primo passo per stare in pace con se stessi.
Quanto al destinatario, a che punto è ora la situazione?

Ma non so nemmeno che negozio

Ma non so nemmeno che negozio era e poi ho paura a tornare là. Ma non credo di aver rubarto tanto se la maglietta e gli occhiali costavano 37 euro, non credo che solo gli occhiali valgano 1000 euro... certo vorrei non averlo fatto, darei qualunque cos per non averlo fatto, ma erano così belli.
La situazione è che con tanta fatica sono sempre in psicoterapia e che gli sono sempre anto affezionata al punto he regalargli una cosa sottratta mi pare un'offesa regalari una cosa sottratta mi sembra un offesa. Quel giorno non stavo bene, ero parecchio sotto benzodiazepine, pensi che avevo preso anche un cappuccio di lana per me... mi hanno vista, si sono arrabbiati ma mi hanno lasciata andare, il giorno dopo sono tornata nello stesso negozio ho chiesto mille olte scusa scusa e l'ho pagato. Ma i soldi me li ha dati mia madre. Dopo sono stata meglio.
Con gli occhiali non posso, come faccio a dire che li ho slacciati dalla maglietta e li ho presi? Tra l'altro non mi hanno vista, se lo scoprono mi dicno di tutto.
O racconto tutto al terapeuta o li butto... e cmq anche buttandoli mi rimarrebbero sulla coscienza, io vorrei raccontare tutto e cercare di spiegare che lì per lì voleva essere una cosa buona, invece è divntato un disastro.
Secondo lei esistono dei furti "buoni"? IO volevo fare una osa per lui.
Per il resto va sempre così così, sono un po' stanca di vivere.
Mi dia un consiglio, uno che non sia riportarli al negozio...

Comunque sì potrei fare anche

Comunque sì potrei fare anche così, vado li restituisco e mi scuso e prego che non chiamino la polizia. Sono i loro non è giusto che li abbia io.
Ma ho tanta paura che chiamino i carabinieri.

Io avevo detto di spedirli

Io avevo detto di spedirli per posta, ovviamente in maniera anonima...

Non esistono proprio furti

Non esistono proprio furti buoni? Io ho pensato di o rispedirli (e se poi non arrivano?) oppure di non comprarmi più niente per un sacco di tempo così è come se li ripagassi
Secondo lei racconare quallo che ho fatto al terapeuta è sbagliato?
Io non sono una ladra, volevo solo fargli un regalo bello e ho fatto così, lì ho visti lì per caso e li ho presi, ma non erqno in negozio, erano fuori... lo so nn ho giustificazioni ma è una coaa così non succederà mai più perchè sono spaventatissima. E poi ripeto non l'ho fatto con cativeria, mezzora dopo ero già pentita.
Gli ochhiali lo so che sono solo occhiali, pensi che oggi sono andata apposta per restituirli, ma il negozio era chiuso... comunque ho preso il nome e l'indirizzo ma ora non so più. Io non posso mai fare niente per me, sono triste, sono sola, non va mai bne niente, volevo solo fare una cosa bella per lui.
Una cosa non riesco più a leggere il suo blog dal nokia eppure è un modello abbastanza recente, come mai?
Mi risponda appena può, ma la sa qual è la cosa più strana una grande parte di me vorrebbe confessargli tutto.
Lei pensa che sia una ladra?
Scusi e saluti

Le sue domande mi sembrano

Le sue domande mi sembrano tutte impossibili da rispondere…, o forse ci vorrebbe un convegno su Giustizia, filosofia, politica, morale ecc… per provare a farlo. O di tecnica per quanto riguarda gli apparecchi elettronici…

Invece mi sembra che il suo rapporto con il terapeuta continui ad essere molto complicato e che la invischi in una situazione molto ingarbugliata. Nell’ambito di un rapporto terapeutico quello che ha fatto lei potrebbe essere quello che si chiama un ‘agito', o acting-out in inglese. Cioè uno spostamento all’esterno di qualcosa che ha un senso all’interno del rapporto, e si può capire solo all’interno di quel rapporto. Forse è come se Lei volesse rubare qualcosa al suo terapeuta, perché lui non Le dà quello che Lei gli chiede. D’altronde anche quello che Lei sentiva e sente apparentemente verso il terapeuta è qualcosa di simile, un ‘agito’, qualcosa che non riesce ad essere ‘contenuto’ nel rapporto terapeutico e rischia di tracimare da ogni parte, e Lei rischia di compiere atti di cui non si rende ben conto. Se è ancora in terapia deve sicuramente parlargliene. E non si metta nei guai con altre iniziative simili…

Sì sono in terapia, io ho

Sì sono in terapia, io ho rubato gli occhiali per lui lo riconosco, ma se avessi avuto i soldi li avrei comprati.
Poi forse è vero in realtà mi volevo rubare un po' di lui...
Cmq il mio furto intendevo ripagarlo a qualche modo, come le ho detto, magari evitando di comprarmi ogni cosa superflua per un sacco di tempo, non costavano un capitale, costavano 38 euro. Però ci stavo male... per quel che avevo fatto e in più non potevo reggere di regalargli una cosa rubata.
Domenica sono andata al negozio per resituirli, avevo una paura folle ma ci sono andata lo stesso, ma era chiuso, ieri ho chiamato il terapeuta gli ho raccontato la cosa e mi ha detto che li riporta lui...
Anche io non ci capisco più niente nella mia terapia, andava bene, poi con gli altri ragazzi è come scoppiata una gelosia incredibile e sono stata sempre male (ormai da novembre).
Ora va meglio rispetto a quei mesi ma c'è qualcosa che non mi torna.
E' come se lui continuasse a mancare in qualcosa, qualcosa che invece prima mi dava, forse l'affetto. Gli sono affezzionata e non so come farglielo capire, io vorrei solo si fidasse di me.
E adesso che sa che sono diventata una ladra probabilmente non accadrà mai...
Ogni tanto penso di interrompere all'improvviso e poi mi dispiace, però lo penso spesso tanto nn guarisco, non miglioro e probabilmente nn succederà mai.
Sono una persona molto depressa, sono stanca e la vita non mi interessa. Alla fine anche aspettare l'appuntamento cosa mi serve? Forse sarebbe meglio dimenticare tutto.
Ci sono stati dei momenti belli in terapia, mi ha aiutato, ma ora è tutto finito, ora ha reso tutto complicato. Posso stare male anche a casa mia, non c'è bisogno che vada fino là.
Lui mi trova instabile, dice che cambio idea troppo alla svelta, può dire quello che vuole tanto a lui cosa importa di me?

Lei fa un po' di confusione

Lei fa un po' di confusione sulla terapia e i terapeuti... Il terapeuta può dare un aiuto a uscire da una brutta fase della vita, ma non dandole affetto o fiducia o altre cose di cui ha bisogno, bensì aiutandola a diventare capace di trovare il modo di soddisfare i suoi bisogni e desideri, se sono realistici, e di sopportare la frustrazione se non sono realizzabili subito. Se ha fame o sete, non è il terapeuta a nutrirla, se ha bisogno di soldi, non è il terapeuta a prestarglieli, se ha bisogno di affetto, non è il terapeuta a darglielo.
A volte invece succedono tutte queste cose, ma per lo più creano le complicazioni che vede. Può darsi che la situazione sia sfuggita di mano al terapeuta e che non sappia riportarla nei limiti necessari: è possibile, anche i terapeuti non sono perfetti nè onnipotenti. A volte meglio chiedere un altro parere. D'accordo o meno col terapeuta. Ma dall'esterno è sempre difficile dare indicazioni giuste, la cosa dovrebbe essere risolta all'interno del rapporto terapeutico.

Non riesco a scriverle sul

Non riesco a scriverle sul sito. Sto tanto male in questo periodo,
sono sola, è mancata anche una micia randagia bellissima a cui portavo
da mangiare, l ho portata dal veterinario ma mi ha detto che nn c era
niente da fare, un insufficienza renale gravissima la stava
consumando. Per due giorni ha provato a farle flebo e cortisone, ma
continuava a nn mangiare. Allora me la sono riportata a casa, non
volevo morisse da lui. A casa ho visto quanto stava male,era sabato
pomeriggio, ero sola, se moriva lì nn sapevo che fare, ho avuto ancora
più paura quando ho visto che si è ammucchiata nella sua pipì. Allora
l'ho riportata da lui e gli ha fatto la puntura. Aveva 10 anni ed era
una favola, prima di lasciarla l'ho guardata un ultima volta e lei mi
ha guardato, credo che sapesse che nn ci saremmo più viste. Io da
allora... sto male. Lei nn si fidava e io l'ho tradita. Mi
sento un'assassina. Dottore sto proprio male, perché lei non era una
gatta qualunque, viveva senza padrone ma sempre nel solito posto nel
piazzale ... di dove abito, il bar, la
biglietteria, la coccolavano, ma perché quando ho chiesto aiuto tutti
mi hanno detto che avevano da fare? Io per stare calma devo prendere
tavor e nemmeno mi bastano, mi manca quella micetta di 3 tinte, quella
micetta con il pelo semi lungo che a quest ora mi aspettava sempre.
Vorrei andare a chiedergli scusa, se l'ho tradita voglio morire anch
io. Non è giusto che io viva, non è giusto che io domani mi possa
svegliare e lei no. Pubblichi pure, io sul suo sito ho qualche
problema. Lo sa che al di là della mia vita e di tutto quello che va
male io penso seriamente che non vivrò per molto e ne sono felice, non
ne posso più.

Mi sembra che Lei si sia un

Mi sembra che Lei si sia un po' persa in un circolo vizioso da cui non riesce a uscire. Rischia di non dare il giusto peso alle cose e come altre volte si diceva, di sbagliare via d'uscita, cioè di uscire dalla finestra perchè non vede la porta che c'è lì vicino. Cerchi di rendersi conto che lo stato d'animo in cui si trova rischia di farle deformare le cose e percepire come se fosse tutto colpa sua errori suoi ecc. Non è così, e comunque è umano sbagliare, magari è utile cercare di imparare dai propri errori per non continuare a commetterli. Lasci perdere le elucubrazioni che le vengono in mente, cerchi di recuperare un certo equilibrio e di occuparsi di sè...

Perchè mi succede così? Lei

Perchè mi succede così? Lei era solo una micia, lo so, eppure mi manca. Mi manca come può mancare una persona, io vorrei vederla e dirle che ho cercato di fare il possibile e che se lei voleva fare in un altro modo le chiedo scusa.
Ma non è che voglio morire per lei, voglio morire perchè va tutto male, sono sola, non ne posso più.
E' una cattiveria farmi vivere, è fare soffrire una persona. Lei ha mai avuto animali?

Le esperienze di perdere

Le esperienze di perdere qualcosa di importante sono comuni a tutti, nella vita, fin da bambini. E abituarsi a sopportarle e superarle è forse il principale elemento che permette di affrontare la vita e le sue inevitabili difficoltà. Dipende anche dalle situazioni e dalla 'quantità' di perdita che uno deve sopportare. A volte le perdite colpiscono di più perchè trovano una parsona in un momento di difficoltà e meno in grado di sopportarle. In questi casi si possono creare circoli viziosi e difficoltà a uscirne. Le 'elucubrazioni' che le vengono (spero che il termine non la offenda) sono tutte conseguenze di ciò. Credo che Lei abbia da lavorare su questo, per un po'. A volte la via d'uscita si strova inaspettatamente, ma bisogna non demordere e continuare a cercarla.
Cordialmente

Non mi ha detto se ha mai

Non mi ha detto se ha mai avuto animali...
Dttore io mi sono persa... non posso ritrovarmi, non ne ho più voglia, senza volere la micetta mi diceva che si può vivere... anche se nn è facile (lei era una randagia) e si può vivere bene (si ricorda? Bellissima... sembrava una gatta di casa)
Ora non c'è più nessuno che me lo dice

Mi sa che lei un po' si

Mi sa che lei un po' si riconosceva nella micetta... Ma anche gli animali, come gli essere umani, si ammalano e muoiono. Si può provare un senso di lutto anche per la perdita di un animale. Il lutto all'inizio sembra insopportabile, poi , come tutte le cose, il tempo lo rende sopportabile e si riprende a vivere. Se non prevale qualcuno o qualcosa che vuole 'punire', che condanna a morte e fa eseguire al malcapitato la condanna stessa che a volte coinvolge anche altre persone, come si vede ogni tanto. Ma sono condanne ingiuste, illegittime.

Sì lei era una guida. Crede

Sì lei era una guida. Crede che abbia sbagliato a farle fare la puntura? Il veterinario mi ha giurato che non aveva nessuna possibilità, nn sapevo nemmeno se passava la notte, ma come le ho già scritto, non è che l'ho portata, l'ho lasciata lì e addio, per 2 gg ha tentato di curarla ma era impossibile. Le flebo erano inutili e quando l ho capito me la sono portata a casa e l'ho riportata solo alla fine. Ma secondo lei ho sbagliato? Soffro tanto. Sto sempre sotto tranquillanti e sto tanto male. Non esiste l'uscita. Io sono al limite come la micia, non ne posso più.

Mi sento troppo sola, mi

Mi sento troppo sola, mi faccio coraggio ogni tanto, ma la verità è che nn ho più voglia di niente. Voglio solo sparire, voglio dimenticare tutto.. Non mi interessa più vivere, nn mi é mai interessato molto ma ora per niente. Ho 32 anni, non ho ancora finito medicina, ma cosa dico alla gente? Io nn ho più voglia di vergognarmi di me perché nn mi sembra giusto. Alla micia piacevo così com'ero, mi voleva molto bene e io a lei eppure l'ho tradita, non sono una brava persona, di questo dovrei vergognarmi, sarebbe molto meglio se nn ci fossi, se nn esistessi più. Per me è praticamente una colpa essere ancora viva.

Mi sembra che lei sia in uno

Mi sembra che lei sia in uno stato d'animo che Le altera un po' il senso e l'importanza delle cose. Pur con tutta l'importanza che può avere avuto per Lei, la Sua reazione alla morte della gatta e i suoi sensi di colpa sono irrealistici. Rischia di venire travolta dallo stato d'animo in cui è, che le fa travisare la realtà. Probabilmente dovrebbe rivolgersi agli psichiatri da cui è conosciuta, non tanto per avere più farmaci, quanto per essere aiutata e protetta in questo momento dal rischio di fare atti inconsulti. La prego di non farli e di trattenersi. E' solo un brutto periodo, passerà, troverà la forza per uscire da questo 'buco nero'.

Mi sembra che lei sia in uno

Mi sembra che lei sia in uno stato d'animo che Le altera un po' il senso e l'importanza delle cose. Pur con tutta l'importanza che può avere avuto per Lei, la Sua reazione alla morte della gatta e i suoi sensi di colpa sono irrealistici. Rischia di venire travolta dallo stato d'animo in cui è, che le fa travisare la realtà. Probabilmente dovrebbe rivolgersi agli psichiatri da cui è conosciuta, non tanto per avere più farmaci, quanto per essere aiutata e protetta in questo momento dal rischio di fare atti inconsulti. La prego di non farli e di trattenersi. E' solo un brutto periodo, passerà, troverà la forza per uscire da questo 'buco nero'. Ma deve resistere, non farsi abbattere.

Uno psichiatra, sempre il

Uno psichiatra, sempre il solito.
Stranamente in questo momento la psicoterapia mi interessa meno. Sono davvero stanca, sì magari è solo un brutto periodo, ho stra abusato di tranquillanti per quasi tutto quest'anno e sono consapevole di essermi fatta del male da sola facendo così e l'università stessa ci sta rimettendo perchè gli esami dati ultimamente sono pochi (che a giugno un esamino è uscito lo stesso) e manca l'entusiasmo.
E' che non so come altro fare quando sto tanto male, quando sto tanto male spengo tutto con il lorazepam 2.5
Le farmacie lo vendono come caramelle. In altri momenti ci penso e non lo prendo, come in questi gg, ma è come se rimanessi in uno stato poco vigile, sa come quando ci si addormenta al pomeriggio e ci si sveglia male.
Sono stanca di non saper che fare. Perchè quest'anno è andato così male? Perchè nel momento in cui quel legame così stretto è mancato tutto è crollato?
Com'è possibile che i miei problemi siano tornati più forti di prima quando il terapeuta ha un po' smesso di "lavorare" ha avuto problemi in famiglia, è stressato, per il lavoro e forse altre cose.
Come mai ne risento così tanto io?
Saluti e sempre grazie!

Forse la risposta la dà lei

Forse la risposta la dà lei stessa: "quando sto tanto male spengo tutto con il lorazepam..."
E' come nascondere la testa nella sabbia. In questo modo uno non vede le difficoltà e non può affrontarle o diminuirle. Trovare la forza per sopportare di 'star male' all'inizio sembra difficile, impossibile, ma in realtà è come per la fatica, se uno non è allenato crolla dopo pochi minuti (nella corsa, om altra attività faticosa), poi con l'allenamente, via via, il lavoro diventa meno faticoso e addirittura gratificante, a volte. Deve imparare anche Lei a sopportare la 'fatica psichica', e allenandosi diventerà meno difficile. Certo ci vuole un allenatore, o almeno è consigliabile, e che resti solo un allenatore, le presti la sua attività professionale e non altro.

E c'è chi adulto non lo

E c'è chi adulto non lo diventa mai e si perde tra un pensiero e l'altro. C'è chi resta studente perché il passo di iniziare una vita adulta non li da fare, c'è chi non spera più che la sua vita un giorno migliori. Eccomi dott. Benedetti. Sempre depressa. Sempre uguale ma con più delusioni e con più paure. Ho letto il post dello studente di medicina e ho pensato a me. Anche io da tempo penso ai danni. Ai danno delle benzodiazepine. L' abuso per un anno è stato assurdo. Ora va meglio ma mi chiedo: I danni chimici restano? Con gli ansiolitici bevevo aperitivi forti o birra e da mesi è iniziata una secchezza alla pelle pazzesca. C'è anche qualche macchia. Sembra una cosa sciocca ma sentire la pelle strana, secca da un fastidio continuo. Le creme non mi aiutano e poi c'è il volto... Ogni tanto mi sembra di essere più assente di anni fa, anche solo di un anno fa e mi dispiace tanto. Non rifletto serenità, si vede, non riesco più. A nasconderlo. Mi dica esiste un ritorno? Non sono ancora vecchia ( beh insomma sono 32)ma in certi momenti mi sento vecchia. Esiste davvero un momento in cui si invecchia o è solo una mia idea o è colpa delle medicine che mi sono presa? Io non voglio avere un aspetto stanco io vorrei sentirmi meglio. Grazie. Intanto saluti. Se c'è qualche errore è perché sto scrivendo dal cellulare. Qualcosa in me è mortificato, ma non so cosa. Forse è la vita che mi ha fatto così.

Bentornata.Le direi che non

Bentornata.
Le direi che non è ancora 'nel mezzo del cammin di nostra vita', per scomodare il Poeta, ma forse è come se nel suo 'viaggio' fosse rimasta impantanata e probabilmente, come Dante, ha bisogna di una guida per uscire dalla 'selva oscura'. Qui (o se crede per email, se vuole una maggior privacy, con le solite regole dell' 'e-therapy' ) può provare a riguardarsi intorno, visto che è passato un po' di tempo, e descrivere dove si trova adesso, per cercare di guardare insieme la situazione. Forse potrebbe chiarirle un po' le idee.
Cordialmente

Buongiorno dottor Benedetti,

Buongiorno dottor Benedetti, qualche anno fa avevo le avevo scritto per problemi personali. Sul suo sito/forum ero registrata come Rose. Da anni ho intrapreso una psicoterapia con uno psichiatra della zona dove abito, non è un servizio privato, è pubblico ma mi sono trovata davvero bene. In realtà la mia vita non è mai cambiata molto anzi, ho avuto un brutto lutto l'anno scorso che ora mi ha costretto ad iniziare daccapo. ....non so ancora se e cosa potrò costruire di me nel futuro. Penso di tutto. Comunque la psicoterapia è andata avanti, mi ha sempre dato forza, ho sempre avuto in tp l'antidepressivo, ma poche gocce che realtà per mia scelta ho preso a periodi. Nella mia storia....purtroppo ci sono tentavi di suicidio. Non mi taglio o cose simili, vista da fuori sono iper normale, ma non sopporto le delusioni, specialmente sentimentali.se accadono provo qualcosa che poi mi fa fare così. Di solito prendo dei tranquillanti tutti insieme e poi mi sento male. Le mie relazioni sono quasi sempre a senso unico. Spiego: i miei "amori" sono quasi sempre persone irraggiungibili. Una storia semplice normale e ricambiata non riesco a costruirla. L'ultima volta però è successo per un motivo brutto. Come le dicevo io sono in psicoterapia, con il medico va molto bene, anche troppo. Gli anni sono passati e il mio legame è cresciuto. Un mese fa ho la felice idea di dirgli che ho dei sentimenti per lui....
Io sinceramente non lo so. Ma so che sto male. I miei legami sono forti è vero, è vero che la mia vita è tutta una confusione ma sono anche una persona normale o almeno penso. Mi piacciono più o meno le cose che piacciono a tutti e nella mia vita non ho mai mai fatto del male a nessuno. Non mi piace assolutamente far soffrire la gente e non inizio e finisco mai niente senza motivo. Vero che ho pochi contatti, sono solitaria, ma io ho un carattere piuttosto timido, è migliorato negli anni, ma quella base si sente ancora.
La cosa più grave per me è che quando provo dei sentimenti tutto viene buttato via. Questa è l'ennesima volta. Ora secondo lei cosa devo fare? Per tutti questi anni nonostante i problemi, ho avuto anche un po' di forza e di speranza anche grazie a questo medico. Ora sinceramente non so più niente. Mi sono abbastanza arresa. Grazie mille se può rispondermi. Cordiali saluti

Buona sera, lieto di

Buona sera, lieto di risentirla. Sempre alle prese con i sentimenti, che sembrano complicarle le cose. Ma le mantengono anche forza e speranza, e creano legami con le persone e con la voglia di vivere. Mi chiede cosa fare... Le risponderei di raccogliere le forze dopo la crisi e riprovare, continuare, resistere... Prima o poi andrà bene, la Fortuna si accorgerà anche di Lei...
E non badi alle diagnosi, non contano, contano le persone...
Forse può aiutarla vedere il film di Faenza, Prendimi l'anima, sulla storia di Sabina Spielrein e il suo terapeuta Gustav Jung...Sono cose che capitano, anche spesso...

AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.
_____________________________
ATTENZIONE : si chiede gentilmente a tutti gli utenti del sito di mandare un breve aggiornamento sul consulto effettuato. In questo modo sarà possibile avere un riscontro a distanza della correttezza delle risposte date. I risultati verranno pubblicati sul sito. Grazie Vedi

P.IVA : 01496010537
dr Gianmaria Benedetti - Firenze, via S Reparata,69 - Ordine dei medici (FI) n.4739

NB questo sito recepisce le linee di indirizzo dell' Ordine dei medici di Firenze sulle consulenze mediche on line.
Si dichiara sotto la propria responsabilità che il messaggio informativo è diramato nel rispetto della linea guida approvata dallo stesso Ordine.

Questo sito non costituisce una testata giornalistica poichè viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può quindi essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. -

LEGGE SUI COOKIE
Questo sito fa uso di cookie tecnici. INFORMATIVA ESTESA

Risoluazione online delle controversie (Unione Europea)