crisi adolescenziale e religione

Gentile Dottore

ho due figli maschi di ... e ... anni. Il piccolo, X , ha un disturbo pervasivo di tipo autistico. Il più grande, Y, (ormai adolescente,) pur essendo normodotato, presenta questi disturbi:
1) Mancanza di concentrazione e applicazione
2) Tic mimici
3) Mancanza di autostima
Durante una visita di controllo al piccolo, presso l’...., sottoponemmo a visita dalla psicologa anche Y che all’epoca aveva 7 anni. La diagnosi di quella visita fu la seguente:
“...tratti d’ansia (disturbo di separazione, difficoltà sociale e ansia di prestazione, tendenza all’inibizione del conflitto che qualche volta appare somatizzato,... ,qualche aspetto persecutorio; ...irritabilità e talvolta condotte aggressive che sembrano reattive e forse dipendenti da un fondo depressivo. ..."
Tre anni fa, io, mia moglie e Y ci recammo dalla psicologa della ASL di residenza per capire come affrontare e risolvere il problema. Purtroppo questo percorso non ha avuto più seguito in quanto mia moglie, forse per paura di compromettere ulteriormente lo stato psicologico di suo figlio, ha ritenuto di non continuare.
Devo dire che tra me e mia moglie esistono forti divergenze di pensiero e di carattere tanto da trasformare qualsiasi argomento in lite. Sicuramente la situazione di X ci ha cambiato la vita, in particolar modo quella di mia moglie che non riesce ancora ad accettare la sua diagnosi. Non so se questo abbia avuto ripercussioni su Y.
Lei ama tutti e due i figli ma lo manifesta in modo diverso. Nei confronti di Y questo amore è meno visibile rispetto a X e forse questo lo rende più geloso e invidioso.
Y è un ragazzo brillante, allegro e scherzoso ma molto insicuro e cerca a volte di apparire diverso da quello che è. Con me ha un ottimo rapporto mentre con sua madre , pur volendole tanto bene è in continuo contrasto per via del suo sistema educativo un po’ oppressivo e a volte anche un po’ autoritario che scatenano in lui reazioni spesso incontrollabili con linguaggio poco rispettoso e offensivo. Più volte ho suggerito a mia moglie di essere meno rigida e meno ossessiva e di dare più fiducia a suo figlio. Ma spesso questo non avviene.
Con la scuola ha avuto seri problemi di concentrazione e applicazione specialmente alla prima media dove ha trovato una classe poco gestibile dal punto di vista comportamentale. Qui ha incontrato alcuni ragazzi ripetenti ,prepotenti e maleducati con i quali ,forse per paura, ha stretto amicizia (per fortuna solo a scuola) imitandone il linguaggio e il comportamento. Non seguendo le lezioni in classe ha avuto bisogno di studiare sempre con la mamma in un clima poco sereno per i motivi spiegati in precedenza. A parer suo alcuni insegnanti sono corrotti perché fanno preferenze verso alunni che lui giudica lecchini. Non ama la competizione e pretende di ottenere i risultati senza alcun impegno e sforzo. Quando si scontra con la realtà si demoralizza dicendo che non ce la farà mai e che si sente un fallito. Questo avviene non solo a scuola ma anche nello sport. Quando c’è nella squadra qualcuno più bravo di lui si demoralizza e gioca male. Tutte le volte che deve affrontare il “nuovo” trova un muro davanti a se che gli fa aumentare lo stato d’ansia.
Grazie al lavoro educativo svolto da me e mia moglie in collaborazione con gli insegnanti e grazie anche al fatto che alcuni di quei ragazzi particolari si sono ritirati dalla scuola siamo riusciti a migliorare la situazione di Y arrivando alla fine della terza media con buoni risultati. Ma i guai non finiscono qui.
Già dalla seconda media si è legato sentimentalmente con una ragazza... La ragazza però fa parte di una setta religiosa molto rigida e questo è oggetto di preoccupazione da parte di mia moglie poiché teme l’influenza di questa religione su Y cosa che sta già avvenendo.
Lui giustifica questo interesse per stare insieme alla sua ragazza.
Qualche giorno fa però Y ci ha dato un’altra versione di questo suo interesse.
Aveva tre anni circa quando una notte si sveglia in preda al panico con lo sguardo nel vuoto quasi terrorizzato dicendo di non voler morire o che aveva paura di morire. Credevo fosse un episodio isolato dal momento in cui in quel periodo ci fu un lutto in casa vissuto indirettamente da Y. Ma evidentemente questa paura gli è rimasta dentro come mi ha detto qualche giorno fa. Lui dice di stare meglio perché ha trovato in questa Religione le spiegazioni che cercava.
Sappiamo che l’adolescenza è un’età critica e in questo caso credo che la situazione sia più delicata per cui non me la sento di procedere senza aver sentito il parere di un’ esperto .

Pertanto le chiedo cortesemente un ’aiuto. Grazie

Ho messo quel titolo perchè

Ho messo quel titolo perchè mi sembra l'aspetto più importante in questo momento. Gli altri aspetti importanti sono l'essere fratello di un bambino con difficoltà, che inevitabilmente attrae molta parte dell'attenzione dei genitori - come avviene in tante famiglie in cui c'è un figlio con handicap - e la sintomatologia indicata, che presenta tic e difficoltà scolastiche. Nell'insieme la famiglia è riuscita a seguire a parare alcune difficoltà, anche se forse una consulenza periodica avrebbe potuto essere utile.

La 'crisi religiosa', (associata e favorita in questo caso all'attrazione per una ragazza), si osserva qualche volta in situazioni di difficoltà evolutive emotive e familiari, come una specie di 'auto-cura', laddove altre 'cure' o soluzioni non sono state disponibili o efficaci. Quando la religione in questione è la stessa della famiglia, ma magari l'intensità cambia improvvisamente, di solito la cosa è meno disturbante per i genitori, anche se magari si avverte il significato psicologico. Quando la religione è diversa le cose sono molto più complicate e il rischio di conflitti diventa alto.
E' d'altronde l'espressione di una crisi adolescenziale che si manifesta in aspetti socialmente evidenti, anche se non di per sè patologici. In parole povere, di fronte al venir meno del 'contenitore familiare' - cosa frequente in adolescenza - il ragazzo cerca altri 'contenitori', che spesso sono il gruppo di amici, ecc. Qualche volta può essere la religione, che ovviamente può essere leggibile quindi come la risposta a una disagio psicologico...
Non credo che si possa fare molto: se i genitori si oppongono o cercano di impedirlo il rischio è che il conflitto si acuisce fino a possibili passi estremi. Stessa cosa se si cerca di intervenire con mezzi psicologici (una psicoterapia) che inevitabilmente sono vissuti come contrari alle proprie scelte.
Credo che la cosa più indicata sia mantenere i contatti, garantire la presenza e l'attenzione dei genitori - anche se questi possono esprimere la loro preoccupazione per le scelte del figlio, senza però far mancare il loro aiuto - non essere eccessivamente critici ma neanche passivi e accondiscendenti ... Insomma resistere con pazienza cercando di tenere la 'rotta della barca', nell'attesa che le cose magari possano chiarirsi e il ragazzo possa col tempo vedere meglio le sue scelte.

Grazie non mi è chiaro come

Grazie
non mi è chiaro come intervenire per quanto riguarda l'autostima,la concentrazione,l'impegno verso i propri interessi dovendo affrontare quest'anno il 1 liceo scientifico;non è ancora pronto per studiare da solo.Per quanto riguarda i tic che a volte sono molto intensi come possiamo intervenire evitando che a scuola possa essere preso in giro.Grazie

Direi che sono tutte cose

Direi che sono tutte cose collegate, per così dire 'fischi' diversi di una pentola a pressione troppo calda. Forse bisognerebbe trovare il modo di 'abbassare il gas', per restare nella metafora.
Sembra un passaggio all'adolescenza un po' più carico di difficoltà che di norma. Spesso è anche un problema di funzionamento familiare: la famiglia ha difficoltà a lasciare equilibri e modi che funzionavano in precedenza ma non sono più adeguati alla nuova fase. Anche la famiglia entra in adolescenza, insieme ai figli, e si trova in un mondo nuovo, diverso, dove deve trovare nuovi equilibri, ecc. In casi simili io trovo utile di solito fare sedute con tutta la famiglia, per conoscere i modi di funzionamento e eventualmente permettere dei cambiamenti. A volte piccoli cambiamente hanno grandi effetti, come si dice che il battito di una farfalla può provocare una tempesta a grande distanza...
Guardi se la lettura di questo articolo, sullo scompenso adolescenziale, può essere utile a capire meglio la possibile situazione di suo figlio e vostra (tenendo anche conto della vostra preoccupazione e impegno per il figlio minore).

Grazie vorrei terminare con

Grazie
vorrei terminare con un'ultimo consiglio.
Mi sembra che ultimamente mio figlio abbia dei pesieri di tipo esistenziale,cioè ci chiede perchè si nasce e poi si muore cosa che lo preoccupa notevolmente.Certo in casa ci sono parenti ipocondriaci che si preoccupano di lui in maniera costante.Sarà questo il motivo?Grazie

I pensieri esistenziali non

I pensieri esistenziali non sono certo una patologia. Ci sono epoche della vita in cui sono più frequenti, e l'adolescenza è una di queste. Ovviamente quello che passa per la testa di una persona riflette le sue esperienze, il suo ambiente e il suo modo di affrontarlo.
Puo darsi che un anche breve ciclo di colloqui psicologici, come una breve esplorazione nella propria mente, potrebbe essergli utile, ma prima forse darei un'occhiata all'organizzazione e alll'equilibrio familiare attuale.
Saluti
drGBenedetti

Gentile dott.

Gentile dott. Benedetti

Vorrei aggiornarla sui fatti che le ho descritti tempo fa pubblicati alla pagina 3 del sito con il titolo “crisi adolescenziale e religione”.
... ha iniziato un percorso dalla psicologa e a breve dovremmo iniziare anche noi genitori un percorso parallelo. Esiste però un problema che vorrei fosse chiarito. Il ragazzo non sta andando a scuola perchè al mattino è colto da coliche intestinali e diarrea (Tranne la domenica o i giorni festivi). Riferisce un episodio di qualche anno fa quando ebbe un mal di pancia e la mamma lo costrinse ad andare a scuola. In classe poi questo dolore gli aumentò e non potendo contare sull’aiuto dei due genitori perchè impegnati con il lavoro, si sentì perso. Poteva usare il bagno della scuola ma anche in questo caso ricevette in passato uno scherzo dagli amici che aprirono la porta senza chiave mentre era intento nei suoi bisogni, episodio questo che evidentemente gli ha dato molto fastidio per un fatto di privacy. Oggi teme di rivivere quelle esperienze. La psicologa e mia moglie dicono di insistere a mandarlo a scuola. Io personalmente non sono molto convinto se non prima di aver compreso bene il problema; non vorrei, così facendo ,peggiorare la situazione. Certo, così facendo sta perdendo dei giorni di scuola. Io sono dell’idea che è meglio partire in ritardo e proseguire bene e non continuare zoppicando magari fermandosi a metà strada.
La sua ansia potrebbe dipendere dai fatti che mi ha descritto oppure dalla pressione di una scuola molto impegnativa come il Liceo? Grazie
Le invio in allegato alcuni disegni di... fatti durante la prima visita dalla psicologa 4 anni fa.

Cordiali Saluti

L'aspetto più eclatante della

L'aspetto più eclatante della situazione descritta mi sembra il fatto che non sta andando a scuola. Qualsiasi possa essere la motivazione addotta, il rifiuto della scuola pone il sospetto di una 'fobia scolare', cioè una condizione caratterizzata dall'evitare la scuola quasi ad ogni costo, come 'sintomo' fobico, un po' come le persone con una fobia evitano l'oggetto della loro fobia, perchè questo scatena loro una forte ansia.
Nella mia esperienza è sempre espressione di qualche difficoltà nel funzionamento familiare, e richiede un intervento psicologico con tutta la famiglia, per trovare gli ostacoli possibili a un funzionamento più adeguato e se possibile ridurli. Difficile che solo l'intervento individuale sul ragazzo sia sufficiente. Se il ragazzo persiste a non andare a scuola a lungo, il rientro può essere sempre più difficile. E' utile cercare di farlo rientrare rapidamente, magari concordando con la scuola qualche modalità protettiva e rassicurante (presenza di un parente o di un educatore di fiducia a scuola, ecc), per un periodo.
PS i disegni di quattro anni fa non vedo cosa c'entrino con la situazione attuale.
Cordialmente
drGBenedetti

Prima di tutto grazie per

Prima di tutto grazie per l'ennesima consulenza.
Per quanto riguarda i disegni volevo conoscere l'iterpretazione.grazie

Devo dire che a prima vista

Devo dire che a prima vista non mi hanno dato particolari impressioni. Mi è venuto anche il dubbio che fossero di una mano adulta, per certi aspetti stilistici. Ma anche se fosse possibile cercarci qualche significato, non vedo l'utilità nel contesto attuale. Sicuramente non si fanno diagnosi sui disegni.

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