tic a tre anni

Buon pomeriggio dottore,

ho letto con molto interesse gli articoli sul suo blog e ho deciso di scriverle in merito ad un problema che interessa mio figlio di 3 anni.
Ho notato (e me lo hanno fatto notare anche gli altri...amici e parenti) che da circa 3 settimane il mio bimbo ha dei momenti in cui sbatte ripetutamente le palpebre. Ho chiesto chiarimenti anche alla pediatra che lo ha visitato ma che non ha riscontrato nulla di anomalo, anzi mi ha solamente detto che si tratta di un tic transitorio e di cercare di non farglielo notare, ma di sorvolarlo in modo da farlo passare quanto prima.
E io ora mi sto crucciando perché so che il tic è una sorta di disagio interiore del bambino, è una paura/angoscia/rabbia che lui non riesce a scaricare se non attraverso il gesto ripetuto e io mi sento responsabile di questo suo disagio.

E' ed è sempre stato un bambino molto sereno che ha sempre accettato con serenità le novità; al nido ci è sempre andato volentieri,si è integrato serenamente nel gruppo anche se non è uno di quei bambini che si lancia a capofitto nelle situazioni nuove, prima di tutto le studia dall'esterno e poi decide come muoversi. Mi assomiglia molto in questo, anch'io del resto mi studio bene la situazione prima di decidere cosa fare.
L'anno scorso ad agosto è nata la sorellina (hanno solo 21 mesi di differenza) e si è subito dimostrato molto premuroso nei suoi confronti. L'ha sempre riempita di baci e di carezze...certo, ci sono stati anche episodi di scontro ma tendenzialmente le cose sono sempre state abbastanza tranquille. Forse, a pensarci bene, il rapporto tra di loro si è fatto un po' più burrascoso recentemente, visto che la piccola, che ora ha 14 mesi, scorazza già da un bel po' da sola per casa e gli ruba i giocattoli e lui naturalmente va su tutte le furie perché la bimba gli fa cadere le sue costruzioni, i suoi castelli, le sue torte. Io cerco di non intervenire quando vedo che "possono" sbrigarsela da soli, ma quando lui le mette le mani addosso e la spinge per farla cadere, allora in quel momento intervengo e gli dico che non mi piace che si comporti in quel modo perché rischia di far del male alla sorella e gli chiedo di chiedere scusa e di darle un bacio. Lui prontamente lo fa, ma sembra che ora sia diventato un gioco per lui....non più tardi di ieri infatti la piccola gli ha "rubato" dei biscotti e lui si è arrabbiato a tal punto da spingerla e farla cadere e subito dopo ha detto:"chiedi scusa". Non so se la frase era rivolta a se stesso o se voleva anticipare la nostra reazione (io e il papà siamo intervenuti assieme).

A settembre di quest'anno ha iniziato a frequentare la scuola dell'infanzia. L'inserimento è andato bene e le insegnanti mi hanno detto che si è inserito bene anche nel gruppo che è formato non solo da bimbi della sua età ma anche da bimbi di uno o persino due anni più grandi. Quello che ancora non è riuscito a fare e farsi accompagnare in classe dalla bidella; i bambini infatti, dopo aver messo le ciabattine e il grembiulino, dovrebbero venir accompagnati dalle bidelle in classe, lui invece vuole sempre che sia io ad accompagnarlo, forse anche perché io lo porto fino ai bagni (che sono vicini alla sua classe) e assieme controlliamo che il suo simbolo sia ancora lì appeso alla parete (il suo simbolo è l'aquilone e io gli dico sempre...controlla controlla che non sia volato via...) e poi lo accompagno fino all'entrata della sua classe dove lui mi lascia spontaneamente la mano e va tranquillamente a giocare.

C'è da dire però che ultimamente io e il mio compagno abbiamo attraversato un periodo di stress che ci ha portato a volte a discutere e ad alzare la voce (cercando di evitare di farlo davanti ai bimbi, ma a volte purtroppo non siamo riusciti ad evitarlo). L'anno scorso infatti abbiamo cominciato a costruire la nostra casa e a dicembre ci siamo poi trasferiti. Tutte le corse fatte per completare la casa e trasferirici quanto prima si sono fatte sentire poi quest'anno nei momenti di calma; in più la piccola di notte non ci ha dato tregua per diversi mesi e ovviamente tutta la stanchezza accumulata è esplosa in un colpo solo. Ora le cose si stanno normalizzando, ma so per certo che i bimbi hanno comunque percepito una certa elettricità in famiglia.

Le chiedo se può darmi gentilmente qualche consiglio su come affrontare questo problema e la ringrazio sin d'ora del suo prezioso aiuto.

Cordiali saluti,

Ha ragione il pediatra, come

Ha ragione il pediatra, come 'diagnosi' e anche come indicazioni.
Lei poi riporta nella sua mail molti elementi che possono far comprendere dei possibili elementi stressanti che, sommati, possono, per vie imperscrutabili, manifestarsi nei tic e o in altri sintomi.
Aggiungerei che forse lui vi percepisce un po' troppo a difesa della sorellina e non equidistanti... Le parole e rassicurazioni servono poco... Nei fatti potrebbe essere utile riequilibrare le cose impedendo alla sorellina di invadere i suoi spazi, o comunque aiutarlo a difenderli in modo non 'traumatizzante' per la piccolina, che immagino userà tutte le sue armi per prevalere...
Se il totale dello stress si ridurrà, verosimilmente anche i tic scompariranno
Cordialmente
drGBenedetti

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