Indicazioni scuola materna

Gentile dott. Benedetti,
Inizio un nuovo post per questioni di spazio, seguendo il blog "ancora paure".
le scrivo per aggiornarla sulla situazione, alla luce di quanto successo nelle ultime settimane.

Come forse le avevo già accennato il bimbo sta patendo la scuola materna ed appena si alza la prima cosa che dice è “oggi non vado a scuola” o “la scuola oggi è chiusa?”. Poi dopo un po’ di capricci si rassegna ed entra senza particolari problemi.

Ieri abbiamo avuto un colloquio con le maestre (ci avevano convocato loro 10 giorni prima). Si sono sentite forse in dovere di segnalare qualcosa e ieri ne abbiamo parlato per più di un’ora.

Cerco di riassumere nei seguenti punto quanto discusso:

• Ha difficoltà a concentrarsi o mantenere l’attenzione sulle attività che gli vengono proposte. Questa mancanza di attenzione si tramuta poi in svogliatezza nel fare una certa cosa che non gli interessa e gli viene richiesta. Nel disegno per esempio dicono che è ancora a livello di scarabocchio (ma a casa questa estate faveva anche faccine, orologi) e quando colora non sta nei contorni della figura, proprio perché non si concentra. Nelle attività in palestra se ci sono delle regole da seguire si perde…
• Nella relazione sembra ancora “indietro”, non socializza facilmente con gli altri bimbi, ha solo un amico che prende come riferimento e senza il quale è un po’ perso e non prende iniziativa. Dicono che però nell’ultima settimana lo hanno visto giocare con dei bimbi ed acquistare un po’ di sicurezza.
• Dicono che anche nel linguaggio è ancora indietro (a scuola parla poco e con vocabolario un po’ limitato, non è così a casa)
• A scuola è ubbidiente, autonomo nel mangiare, sta alle regole e non si è mai mostrato oppositivo con loro. Ho capito che non è un bambino di difficile gestione.
• Hanno suggerito di fare delle attività a casa per mantenerlo concentrato per tempi sempre più lunghi (cosa che stavamo già facendo) e magari (a nostra discrezione) di consultare una logopedista.
Insomma un quadretto non proprio esaltante. Dicono di stare tranquilli e che hanno visto molti bambini così, ma serve più attenzione per fare in modo che arrivi pronto per la scuola primaria… Due giorni prima la scuola aveva organizzato un incontro collettivo riguardante di dislessia, disgrafia, discalculia… C’erano madri con figli dislessici che raccontavano le difficoltà, si parlava di segni premonitori, etc.  Il pensiero va ovviamente a futuri problemi di dislessia…

Devo dire che fuori dalla scuola il comportamento è diverso (nel male e nel bene).

Per esempio parla di più (anzi forse troppo, e a voce alta), anche se spesso fuori contesto e senza aspettare il suo turno. Ai giardini non socializza con chi non conosce, ma cerca i suoi amichetti a cui è affezionato (ha quattro amichetti in ambiente extra-scolastico) e con loro gioca, parla, interagisce (pur con qualche immaturità). Se gli diciamo “perché non vai da quel bimbo a giocare”, lui dice alla mamma “vieni anche tu”, sembra molto timido. Non ama gli ambienti con tanti bimbi, ha bisogno che ci siano poche persone e credo che l’asilo di 26 bambini non sia a sua misura.

Preferisce sempre il gioco di fantasia, dove non ci sono regole. Far finta di cucinare, di essere in negozio, etc. Ed è pure divertente quando gioca così. Quando invece deve seguire un istruzione o avere un po’ di pazienza, smette dicendo “non sono capace” oppure “basta, mi sono stufato”.

Questa estate mi sembrava fosse molto meglio come attenzione e riuscivano a stare con lui a disegnare anche per 15 minuti (anzi era lui a chiederlo). Dava un significato a quello che ha disegnato (a scuola mi dicono di no). Con l’inizio della materna mi sembra ci sia stata un’involuzione in questo ed ora a casa si rifiuta solo di prendere un penna in mano…

Dottore, vengo al dunque. Le domande sono: che cosa sta succedendo? Per la sua esperienza sono problemi che normalmente si risolvono col tempo o è qualcosa di più grave? Ho letto del difficile cammino scolastico dei bambini dislessici… Che cosa fare ora? Abbiamo iniziato a tenerlo meno a scuola (dalle 8.40 alle 1330 anziché dalle 8 alle 1530), visto che la sembra patire e che sembra aver bisogno della presenza della mamma. Ci sono dei corsi o delle tecniche per aiutarlo ad incrementare la sua attenzione? Non possiamo fare il possibile a casa, ma non so se è sufficiente (consideri anche che con noi ha la confidenza di opporsi se non vuole fare una cosa, con le maestre no…).

Non so più cosa pensare e siamo confusi. Penso anche di riportarlo da lei per una sua opinione, se può servire.

Ringraziandola per l’ennesima lettura,

cordiali saluti.

 

 

 

 

Caro papà, solo per dirti

Caro papà,
solo per dirti che, come tu hai seguito con interesse il mio scambio di corrispondenza con il Dottore, lo stesso ho fatto io. Anch'io oscillo fra una pseudotranquillità e l'angoscia nel vedere la mia bimba tanto diversa e certo "indietro" rispetto ai suoi compagni.
Da come lo descrivi, il tuo bambino è molto simile alla mia. Forse anche questo dovrebbe in parte rassicurarci un po'....voglio dire: che siano tutti casi anomali? Le tue paure sono le stesse che ho io (mio marito è più tranquillo): riuscirà ad andare a scuola? A stare al passo con i suoi coetanei? E' una bambina insicura e non voglio che debba affrontare situazioni che la renderebbero ancora più insicura. So con certezza una cosa: la mia bimba ha una sensibilità particolare, è tutt'altro che fredda e, per quanto fantasiosa, non posso certo definirla "fuori dalla realtà", perché osserva moltissimo ed è curiosa, anche se magari manifesta la sua curiosità in modo "strano". Vorrei chiederti se il tuo bimbo ripete più volte le cose (non quello che dicono gli altri, ma cose che lo interessano o lo colpiscono o che magari non ha capito bene).
Spero di non essere stata invadente. Ho pensato che, forse, un confronto, potrebbe esserci utile.
"mamma preoccupata"

Le maestre di questi tempi,

Le maestre di questi tempi, debitamente indottrinate e bombardate dalla pubblicità delle magnifiche sorti e progressive dell'attuale psichiatria e psicologia, vanno in crisi di fronte ai bambini che escono dal modello perfettino robotizzato che hanno loro inculcato. Chi non colora entro i margini è un futuro disadattato, secondo queste ottiche. Per parte mia ho sempre considerato una tortura il colorare entro i margini, utile solo a disamorare i bambini verso il disegno e l'espressione libera. Anche la conoscenza del nome dei colori, che va per la maggiore, l'ho sempre considerata assolutamente inutile e ininfluente.
I bambini 'fuori norma' spesso si trovano male in queste scuole, e la fortuna di trovare una maestra diversa, aperta, capace di stimolare i bambini e seguirli, invece che irregimentarli e metterli su binari precostituiti, è ormai rara, perchè le università hanno fatto abbastanza danni, in questo ventennio. Figuriamoci, non si parla nemmeno più di facoltà di psicologia, bensì di 'scienze cognitive'. Ohibò!
Per cui vi direi di rassegnarvi a trovarvi di fronte a percorsi in salita, in cui aiutare vostro figlio a sopportare le cose esistenti senza averne troppo danno, evitando che gli venga ua vera e propria fobia dell'apprendimento, come è nella maggior parte di quella fandonia che viene chiamata Dislessia o Disturbo Specifico dell'Apprendimento, dove di specifico c'è solo lo spaccio truffaldino di pseudoscienza da parte delle Autorità cosiddette Accademiche o Scientifiche.
Non c'è un altro asilo, nelle vicinanze, dove magari vanno i suoi amici dei giardini pubblici?. Il suo rifiuto di questa scuola mi pare molto comprensibile , nel suo caso... A volte cambiando cambia tutto...

E stare con lui e condividere cose 'vere', sostanziali, non cose formali. Avrà tempo di accostarsi alle necessità scolastiche, meglio se senza una reazione fobica e di rifiuto pregiudiziale. Una volta si andava a scuola dalla prima elementare, e tuttora l'asilo non è d'obbligo, e serviva, e a mio avviso ancora serve, più ad abituarsi alla convivenza extrafamiliare e alle regole sociali che all'acquisizione di capacità scolastiche. Mi sembrerebbe di per sè un compito importante ed essenziale, ma forse le maestre d'asilo, non tutte, però!, esistono eccezioni - patiscono un complesso di inferiorità verso i gradi di scuola superiori, e talvolta formulano programmi 'didattici' da dottorato di ricerca. E' solo un altro esempio della follia di questi tempi. Poveri bimbi, e povere famiglie!...

Buongiorno dottore, Capisco

Buongiorno dottore,
Capisco cosa intende dire. Purtroppo non è semplice trovare un altro asilo e soprattutto cambiarlo.
Le maestre hanno magari la pretesa di mettere i bimbi su binari precostituiti, ma probabilmente questo è il modo per riuscire a gestire 26 bambini, mi rendo conto che non è facile. Anche a me sembra che chiedano troppo. Eppure gli altri bambini (non il 100% forse) sembrano riuscire a "stare dietro" alle loro richieste. Io ne vedo alcuni che sembrano dei piccoli adulti...
Dal punto di vista della relazione sono sempre più convinto che si trovi male nel gruppo numeroso della scuola e reagisca isolandosi (quando non c'è il suo amichetto).
Ieri abbiamo avuto modo di osservarlo in due diversi giardini, e quando si tratta di un bambino solo, alla fine si relaziona, gioca, si diverte, litiga, Etc. Le persone che lo vedono ha l'impressione di un bimbo simpatico, anche per via della sua gestualità e del suo tono di voce... Sono sempre più convinto che un micro asilo con 5/6 bimbi sarebbe a lui congeniale per lo sviluppo.
Nella comunicazione ci sono miglioramenti, ma è ancora un po' "strano": parla ad alta voce e a volte fa delle strane domande, chiede dei perché senza tanto senso o qualcosa che già sa... Ed è difficile fargli raccontare una storia.
Gli piace molto il gioco di fantasia, creare situazioni immaginarie con le macchinine e gli omini... Qualsiasi oggetto lo fa diventare qualcosa per giocare con la fantasia, ma sembra comunque "agganciato" alla realtà, perché lo sento dire "facciamo finta che questo è un...".
Tutto questo è sicuramente positivo, ma non appena si cerca di instaurare una regola o un istruzione che richiede un po' di attenzione, sembra andare in crisi (si stufa o continua a fare a modo suo). Non so se non capisce le regole o non vuole seguirle o entrambe le cose...
Tutto questo si riflette anche nel linguaggio, dove a volte non sembra attento quando gli spieghi una cosa, o nelle azioni quotidiane (è pigro a svestirsi / vestirsi, aspetta sempre un aiuto e se lo si lascia da solo non si concentra a cercare la manica della giacca, per esempio). è come se dovesse imparare da solo, senza seguire qualcuno che gli insegni. Se lo si forza a fare una cosa, gli viene l'avversione per la stessa. Penso al disegno, per esempio, cosa che ora sembra odiare, mentre questa estate senza scuola era lui stesso a sedersi e chiederlo...
La mia domanda rimane: come farlo diventare più "riflessivo" o concentrato nel fare una cosa che non gli piace?
Le inoltre si riferisce alla dislessia ed altri disturbi dell'apprendimento come "fandonie". Intende dire che sono solo sintomi e non "malattie" o "disturbi"? In ogni caso possono portare ad un cammino molto difficile... E immagino che un bimbo che non riesce a stare al passo con gli altri nei primi anni di scuola possa avere una bassa autostima, creandosi un circolo vizioso che gli incrementala fobia dell'apprendimento.
se portassimo il bimbo dalla NPI saremmo sicuramente instradati verso delle sedute di psicomotricità per aumentare l'attenzione. Non sappiamo cosa fare.
Lei dice di condividere con lui cose "vere" e sostanziale, non formali. Questo lo facciamo sicuramente, ma prima o poi dovrà passare a quelle formali, come gli altri... Mi viene in mente che anche un semplice gioco come il nascondino ha una parte "sostanziale" (il nascondersi ed il cercarsi) ed una formale (contare, aspettare fino a 10, Etc), giusto?

Cordiali saluti.

La mia risposta la conosce

La mia risposta la conosce già, e nei vari articoli sul sito è esposto quello che penso di vari argomenti che Lei cita. Che dire?. Un vademecum per tutte le difficoltà della crescita e su come superare tutti gli ostacoli non lo ho ancora preparato. Vedrò se è il caso... :-)

Non so cos'altro aggiungere a quanto già detto. Le suggerisco una cosa: passi da allenatore a padre.... Cioè invece che cercare di 'allenare' suo figlio in modo che possa affrontare qualsiasi impresa futura, cerchi di conoscerlo com'è, adesso, e di entrare in contatto e comunicazione con lui, come padre e figlio, indipendentemente da tutto il resto. Ma non proponendo lei, bensì seguendo le proposte e iniziative di lui.
Quando si troveranno effettivi e reali ostacoli, eventualmente, superiori alle sue forze, guarderete come aiutarlo. Prima sono solo 'fantasmi': ormai oltre allo 'spettro' autistico, c'è quello dislessico, disprassico, iperattivo, e chi più ne ha più ne metta. Meglio allora rivolgersi ai Ghostbusters...
Ovviamente per quanto posso 'ìntuire' a distanza
(non me ne voglia)
Cordialmente
drGBenedetti

Abram Hoffer

Buongiorno Dottore,
Mi faccio di nuovo vivo per chiederle un suo parere su una delle cosiddette "medicine alternative", quella "orto molecolare" del dott. Abram Hoffer. I "problemi" del bimbo ormai li conosce...
Mia moglie, leggendo il libro di questo neuropsichiatra "Curare i disturbi di attenzione e di comportamento dei bambini" ha cominciato a cambiare dieta al piccolo, nella speranza di qualche effetto positivo. In particolare ha eliminato dall'alimentazione latte, latticini e formaggi.
Secondo questo approccio ci possono essere delle intolleranze che si manifestano con vari problemi psichici, che possono essere l'adhd, per esempio.
Io non so i dettagli, ma si sostiene che una carenza di vitamine (B3 soprattutto) o la tossicità di alcuni metalli possa portare a disturbi dell'attenzione.
mia moglie sembra aver "fiducia" in queste teorie, non accettate dalla "comunità scientifica" perché mai verificate sperimentalmente. Vuole provare solo per un periodo e vedere cosa succede.
Io non so che pensare, ma sono piuttosto scettico... E comunque non penso sia una buona cosa eliminare il latte dalla dieta di un bimbo. La cosa assurda è che un qualsiasi miglioramento sarà attribuito a questa dieta, mentre la correlazione in realtà è solo legata ad una nostra azione ed aspettativa (come avere una lieta sorpresa e legarla ad un amuleto...). 

Lei che ne pensa? Ne ha mai sentito parlare? 
Cordiali saluti

Non ne avevo mai sentito

Non ne avevo mai sentito parlare. Guardando su wikipedia vedo che si tratta della teoria di curare la schizofrenia con alte dosi di vitamina B3 (niacina) - di cui invece avevo sentito ogni tanto parlare, senza curarmene più che tanto. Ma non l'avevo mai sentita applicare a problemi di attenzione e comportamento di bambini piccoli.
Mi domando se sua moglie è quindi molto preoccupata per come sta vostro figlio, se è disposta a un tentativo simile, che penso abbastanza complesso...
Saluti

Già mia moglie è preoccupata,

Già mia moglie è preoccupata, così come lo sono io.
E vorrebbe provare ogni soluzione che possa portare ad un miglioramento.
Per esempio ora eliminando il latte.
Lo continuiamo a vedere disattento, confusionario, oscillare tra il nervosismo e la stanchezza.
per qualche giorno sembra migliorare e poi ritorna così...
Non sappiamo che pensare.
Saluti.

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