Le colpe dei padri.

Buongiorno dottore,
faccio seguito al mio primo intervento, nel quale le chiedevo un consiglio per aiutare la mia bambina già "tremendina" anche in previsione di un'altra gravidanza che purtroppo non ha avuto seguito.
La nostra bambina ha davvero un caratteraccio: è dispotica, spesso maleducata, oppositiva (credo si definiscano così) e spesso davvero insopportabile, praticamente da sempre.
Ora penso che questo atteggiamento possa essere una risposta a una mia incapacità, e magari immaturità. A 38 anni so di essere una persona caratterialmente difficile, tendenzialmente pessimista e un po' irosa. Che dire, il mondo è fatto anche di persone non ottimiste, solari, allegre ecc ma che comunque hanno altre qualità.
Mi piacerebbe capire se l'atteggiamento di mia figlia secondo lei è una risposta al mio carattere, oppure se si tratta del suo temperamento, che magari si può ammorbidire col tempo e con l'età. Vorrei in altre parole che la mia bambina non diventasse come me, e soprattutto mi piacerebbe correggere e prevenire, oltre che aiutarla a diventare migliore. Le colpe dei padri (nel mio caso delle madri), ricadono sempre si figli?
Come occorre porsi nei confronti di una bambina complicata e dispettosa come la nostra? Ecco, forse per chiarire la definirei poco equilibrata, sia nel controllo delle emozioni (da dolcissima a tremenda in un secondo) sia nella sua fisicità (da esuberante e instancabile a stanchissima e lamentosa). Certe volte, mi creda, ho l'ansia da pomeriggio insieme, nel senso che sono terrorizzata da cosa la farà infuriare. Spesso basta un nulla.
Cosa sto sbagliando? Mio marito sostiene che è una fase transitoria e stiamo iniziando, in via punitiva, a privarla dei suoi giochi quando si comporta male, anche se non vedo davvero risultati... Sono sinceramente abbastanza demoralizzata, anche e soprattutto al pensiero che la sua possa essere una risposta al mio rapporto con lei. Mi sto complicando troppo la vita? Alla fin fine sono una "mamma sufficientemente buona"?
Grazie per ogni suggerimento riterrà di darmi.

Buongiorno

Buongiorno dottore,
dall'interuzione della gravidanza sono ormai passati oltre tre mesi, e credo di aver "metabolizzato" la questione. Spero.
Ho parlato a lungo con mio marito di questa situazione, che tra l'altro sta creando - ne siamo molto consapevoli - dei problemi all'interno della coppia stessa, perchè non possiamo parlare (la bimba lo impedisce), non dormiamo insieme (lui è a casa tre giorni su sette, e in quei tre giorni dorme nella cameretta della piccola), e le nostre conversazioni/liti vertono unicamente sulla bambina (capricci, soluzioni, rimedi, atteggiamenti ecc).
E' evidente che nostra figlia è fuori controllo, non siamo riusciti a darle delle regole e dei limiti, e lei di conseguenza non rispetta alcuna imposizione, dalla tv al modo di comportarsi. Siamo dei compagni di giochi o poco più. La situazione è abbastanza spaventosa, ma le garantisco che non siamo mai stati genitori permissivi che hanno concesso tutto e delegato. Al contrario abbiamo sempre cercato di essere equilibrati, dicendo anche molti no. Ma ad ogni no segue una scenata, e di qui si è creata da un lato la paura (le garantisco che quando la giornata inizia alle 7 con un pianto isterico perchè il latte non è esattamente al livello desiderato nella tazza, il resto della giornata è faticosissimo...) e dall'altro l'insicurezza di sbagliare sempre.
Non vorrei darle un quadro eccessivamente tragico della nostra vita familiare, ma i momenti "no" in una giornata sono diversi, anche se non tutti. La piccola è buona, affettuosa, ma sa davvero essere insopportabile.
La mia domanda è questa: la bambina ha quasi quattro anni. E' tardi per ricominciare? E' tardi per rimettere in sesto la situazione e riprendere il controllo pieno della nostra famiglia? E come possiamo (posso) ricominciare nel modo giusto? Mi dia un po' di fiducia, in alcuni giorni mi sembra tutto molto molto complicato...
Grazie ancora, spero a presto.

Gentile signora, la mia

Gentile signora,
la mia impressione è che Lei si trovi in un momento di grande affaticamento, sia fisico che mentale, forse. Tre mesi possono non essere tanti per superare un lutto. Credo che sia questo stato d'animo che le fa venire il dubbio che le cose non si possano rimediare. E' possibile che la bimba percepisca la difficoltà del momento e che in parte il suo comportamento tirannico e insopportabile sia dovuto paradossalmente anche a questo. Se sente di essere in difficoltà è bene che ne parli anche con suo marito in modo da avere l'aiuto necessario. La bimba credo che richieda solo di essere rimessa 'al suo posto'- e che anche i genitori riprendano il loro - ma è necessario trovare le energie per tenere saldo il timone della 'barca'. Se suo marito è fuori casa vari giorni alla settimana forse ha bisogno di un aiuto a 'tenere' la bimba, magari una babysitter può essere opportuna. E magari anche di un aiuto a superare il momento difficile, in modo da ritrovare le sue forze per affrontare la situazione.
drGBenedetti

Mi spiace per il lutto che ha

Mi spiace per il lutto che ha avuto, con la perdita della sua gravidanza. Forse anche il suo stato d'animo e le sue considerazioni sono collegate a questo lutto, e ad altri, forse.
Ho l'impressione che lei veda troppo sua figlia solo come dimostrazione delle sue colpe e dei suoi meriti, e rischia perciò di non vederla come veramente è. Rischio comune dei genitori, che spesso vogliono 'realizzarsi' nei figli, facendo così lo sbaglio più grosso, di non conoscerli veramente come sono e di non lasciarli crescere come possono.
Credo che anche la bimba attraversi una fase critica, più o meno di riflesso alle vicende familiari (non solo della mamma, i genitori sono due...). Non credo che sia questione di punizioni, ma di cercare di vedere cos'è che non funziona "abbastanza bene", e crea quindi ostacoli eccessivi. Spesso basta un granello per inceppare gli ingranaggi, o un sasso per deviare la corrente... Se si riescono a vedere le disfunzioni e migliorare le cose, gli ostacoli possono diminuire e il flusso procedere in modo meno turbolento. A volte però ci vuole un aiuto, per vedere meglio. A mio modo di vedere non è tanto una questione di difficoltà individuali dei genitori, ma di come questi creano una struttura familiare che funziona "abbastanza bene" o no.

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