bambino con comportamento disturbato a scuola

Ringrazio molto per la risposta che mi ha dato e che ho letto con grande attenzione.
Volevo solo fare alcune puntualizzazioni. Mio figlio è stato sempre inserito fin dall'età di un anno in comunità scolastica; un anno di nido, un anno di "Primavara" e poi tre anni di scuola dell'infanzia, sempre nella stessa struttura, dove ho mandato anche la figlia maggiore e dove ho sempre trovato personale qualificato e molto disponibile. Le sue insegnanti, pur ammettendo che fosse un bambino vivace e un po' permaloso di fronte ad eventuali osservazioni, non hanno mai evidenziato comportamenti scorretti nei confronti degli adulti di riferimento e mancato rispetto delle regole. Per quanto riguarda l'ultimo anno, durante le attività di pre-scrittura, la maestra ha segnalato che il bambino affrontava queste attività con una certa svogliatezza, a volte non finendo il lavoro assegnato o finendolo in modo poco accurato.
Per quel che riguarda le dinamiche familiari, mi sono chiesta più volte se potessimo aver fatto tali errori da provocare in lui un disagio di questo tipo ma non sono riuscita a darmi delle risposte; siamo ovviamente disponibili a valutare anche questa possibilità.
Mi chiedo però: se il problema si evidenzia soltanto in ambiente scolastico può essere un disagio legato più al rapporto instaurato con le maestre e/o con la classe?
Con le maestre di mio figlio sto dialogando il più possibile proprio per evitare che si crei quella "guerra" di cui parlava. Vero però che si lamentano ma non sono capaci di dare suggerimenti, strategie per cercare di trovare insieme una soluzione, se non quella di allontanare mio figlio dalla scuola. Come diceva Lei, loro si aspettano che dalla diagnosi emerga semplicemente la necessità di un sostegno. Io vorrei invece che si riuscisse a capire l'origine del problema, provando ad esempio a cambiare sezione per qualche settimana per vedere se alcune dinamiche sbagliate si spezzano. Ho chiesto inoltre di chiedere aiuto alla psicopedagogista che segue il nostro Istituto comprensivo, ma anche per questo hanno mostrato una certa resistenza.
La ringrazio per i consigli che vorrà darmi
Distinti saluti. Iman

Non so bene cos'è successo

Non so bene cos'è successo alla sua prima lettera cui si riferisce la mia risposta precedente, lettera che ora non trovo più...
Per quanto scrive qui, è certo possibile che si creino dinamiche negative nella classe, con gli insegnanti o con i compagni, in certi casi a tal punto che l'unico rimedio è cambiare scuola, però il cenno alla 'svogliatezza' l'ultimo anno di asilo, per le attività prescolastiche, può indicare la presenza di un qualche problema nei confronti delle attività di apprendimento, verso cui il bambino può avere qualche 'conflitto' che si manifesta nel comportamento. Credo che sia utile approfondire la situazione con una visione sia sulla situazione scolastica che familiare: spesso dall'"interno" non si notano cose che sono visibili a un osservatore esterno.
drGBenedetti

bambino con comportamento disturbato a scuola

Grazie per la risposta.
Chiedo scusa ma, non essendo molto pratica, invece di usare il tasto "rispondi" ho scritto sulla lettera precedente, cancellandola.
Leggendo alcuni suoi interventi precedenti, ho visto che non ama l'utilizzo dei test.
Ritiene quindi che, per affrontare il caso del mio bambino, sia opportuna la valutazione dell'unità ospedaliera di NPI (che mi risulta invece utilizzi tutta una serie di test per giungere ad una diagnosi) o sia invece più utile una psicoterapia familiare e del bambino o, ancora, entrambe?
Grazie ancora e cordiali saluti, Iman

Ci dev'essere stata una

Ci dev'essere stata una anomalia tecnica, perchè non dovrebbe essere possibile agli utenti fare quanto Lei ha fatto, cioè modificare la prima lettera del consulto.

Per quanto riguarda la sua domanda, in parte credo di aver già risposto. Il problema è identificare i fattori in gioco nel disturbare il normale andamento delle cose. Nella mia esperienza non è un 'anomalia' del bambino, ma una difficoltà relazionale comunicativa organizzativa che coinvolge le varie parti in causa. Serve poco fare esami al bambino. Paradossalmente il problema può succedere anche con bambini già diagnosticati (epilessia, autismo, ecc) dove però la crisi comportamentale in un dato periodo dipende appunto da fattori che coinvolgono in quel momento famiglia e scuola, e cui il bambino no ha strumenti adeguati per rispondere diveramente. Conta perciò poco, a mio avviso, per lo specifico problema comportamentale a scuola, diagnosticare il bambino: occorre 'diagnosticare' il problema relazionale condiviso dalle varie parti.

Questo ovviamente è il mio parere a distanza - ma sulla base di molte situazioni simili-
Non farei quindi una 'terapia' prima di aver capito di cosa si tratta.
drGBenedetti

La sua lettera tocca un

La sua lettera tocca un argomento affrontato altre volte in queste pagine, sia dal punto di vista dei genitori che da quello di insegnanti e educatori. Vedasi ad esempio questo consulto, o quest'altro, e questo articolo. Riguarda il problema dei bambini e ragazzi che non rispettano le regole e i limiti dell'ambiente , a volte sia in famiglia che all'esterno, a volte solo all'esterno della famiglia, come a scuola. Ovviamente i limiti e la tolleranza alle violazioni possono essere molto diversi da una famiglia all'altra e in confronto alla scuola, o comunque alla comunità esterna. La scuola materna dovrebbe a mio avviso essere importante più che per le attività didattiche prescolastiche (che i questo periodo sono invece molto 'implementate' - mi scuso per questo brutto neologismo), proprio per l'adattamente alla comunità e alle sue regole, che sono sempre più o meno distanti da quelle familiari, dove spesso il bimbo è 'il re'.
Di solito le difficoltà che Lei riferisce sono spesso segnalate anche all'asilo, ma per lo più esplodono nei primi anni di scuola elementare.
Ci sono sempre state, ovviamente, solo che un tempo erano più tollerate, o forse sanzionate più pesantemente, ed oggetto anche di descrizioni letterarie di bambini più o meno terribili, (da 'Gian Burrasca' a 'Tom Sawyer' ad altri), mentre oggi sono diventate una categoria diagnostica della psichiatria, o meglio più categorie, dal cosiddetto Disturbo Iperattivo (più o meno con Deficit di Attenzione), al cosiddetto Disturbo Oppositivo Provocatorio e così via, che sono quindi considerate come 'malattie del cervello', (pur se non c'è nessun esame medico che lo provi, dopo tanti anni di ricerca, cosa che mi lascia quindi molto dubbioso) e come tali da curare con farmaci come il famoso o per alcuni famigerato Ritalin, una sostanza anfetaminosimile.
A mio avviso il problema è prevalentemente educativo e psicologico, e deve essere affrontato con strumenti educativi e psicologici, in collaborazione fra famiglia e scuola, e magari anche con l'aiuto di specialisti capaci di affrontare questi problemi non solo a livello farmacologico.
Il rischio invece è che si crei ostilità o peggio guerra fra famiglia e scuola e il bambino ne sia la vittima principale.
Il mio articola sopra indicato presenta le difficoltà della scuola di fronte a questi problemi e qualche suggerimento per affrontarli. La famiglia è utile che si rivolga a uno specialista che la aiuti a vedere qualche aspetto familiare critico o disfunzionale che forse non è visibile ai familiari, dall'interno, e a mettere in atto delle modifiche e dei rimedi possibili.
Di solito se l'ambiente 'resiste', il bambino riesce a trovare la sua strada e le cose migliorano molto. Ma spesso sono necessari tempi lunghi e anche anche grande resistenza e tenacia.
Cordialmente
drGBenedetti

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