Aggiornamento su difficoltà bimbo 4 anni

Segue dal post "ancora paure"
Buongiorno dottore,
Le scrivo dopo circa due mesi di silenzio per qualche aggiornamento e per qualche domanda.
Il bimbo (4anni e 4 mesi ora) ha continuato nei miglioramenti in generale. In questo ultimo periodo direi soprattutto nel linguaggio (impara facilmente nuove parole, è più rapido e logico nelle conversazioni,cadono quasi scomparsi i continui "perché", fa molto meno domande "strampalate").
Alterna periodi in cui è molto capriccioso ed oppositivo a periodi dove è di più ragionevole e di facile gestione. 
Questa mattina ho potuto scambiare due battute con una maestra e mi aspettavo di sentire qualche parola positiva  su un miglioramento. Invece mi sento dire "insomma, benino, ma le difficoltà ci sono..". "Ha difficoltà nei momenti di riflessione e rielaborazione", "preferisce ancora il gioco libero", "deve maturare" e cose del genere. 
Vorremmo poter parlare meglio con le due maestre, ma per farlo bisogna chiedere un colloquio e danno l'appuntamento dopo due settimane... Sembrano i colloqui con i genitori dei figli al liceo...
in breve dottore, credo che mio figlio abbia ancora difficoltà nelle attività a tavolino, nel disegno o nel gioco più "strutturato" (non mi piace questa parola..).
magari non riesce a stare attendo a delle istruzioni di un gioco. A casa non vuole assolutamente disegnare, credo sia un rifiuto dovuto al fatto che gli viene imposto a scuola, dove volente o nolente deve farlo, anche svogliatamente. 
Noi pensiamo anche che abbia un carattere piuttosto oppositivo: dove può manifesta la sua oppositivita' in modo più "aggressivo" (capricci, per esempio), dove non può si isola...
Sono nostre supposizioni, visto che notiamo che una cosa viene imparata, ascoltata od eseguita solo se gli intessa...
Faccio un esempio: l'altro giorno in piscina (dove gli piace andare) è stato l'unico bimbo che ha voluto sedersi a bordo vasca, perché convinto che l'insegnate volesse fargli fare il "tuffo" (cosa che odia). 
Nella relazione è anche migliorato, secondo noi. Ha tre quattro amichetti con cui si diverte. Chiede spesso di loro e cerchiamo di farli incontrare ai giardini o a casa. Insieme c'è scambio comunicativo, ma per esempio se la sua amichetta si siede a tavolino a  colorare delle figure, lui se ne va a giocare a qualcos'altro. Gli piace molto il gioco di fantasia, per esempio. Quello senza regole, dove può fare finta che una cosa sia qualunque altra cosa, dove può creare situazioni immaginarie.
Una fatto che volevo segnalarle è che quando arrivo a casa mi rifiuta senza apparente motivo. La stessa cosa succede in altre occasioni (vuole che sia la mamma a preparargli qualcosa, Etc).  A volte a tavola non permette neanche che io parli con mia moglie, vuole tutta l'attenzione su di se'. È piuttosto lunatico con me. Non riesco a collegare questo comportamento agli eventi precedenti, non so come interpretarlo. 
Noi brancoliamo nel buio, non sappiamo che pensare. Vediamo i miglioramenti ma sembra che non bastino mai. Non ho neanche capito che cosa stiano pretendendo a scuola e che cosa un bimbo di 4 anni dovrebbe saper fare od imparare (con le ovvie variabilità individuali). 
Abbiamo paura a fare una visita da un NPI perché sia o sicuri che entreremmo nella fase dei test e delle valutazioni di rischi di dislessia, disturbo dell'attenzione o chissà quale altro "disorder". Sinceramente non ho più fiducia il quel mondo. Penso che a due anni il nostro bimbo poteva ricevere un'etichetta di "spettro autistico" (non l'ha mai ricevuta, ma il dubbio è stato insinuato, si parlava di disturbo multisistemico, poi disturbo della regolazione e alla fine le mille osservazioni non hanno mai portato ad alcuna conclusione). Oggi il bimbo non ha nulla di autistico (qualche stranezza, forse), ma se lo portassimo da una NPI un bel test di Griffith ci direbbe che è ancora un po' indietro in certe abilita' (almeno credo) ed inizieremmo un percorso di terapie ed ansia, per poi vedere recuperate quelle abilita fra un anno o due. 
Nello stesso tempo non vorremmo mettere la testa sotto la sabbia e se ci sono difficoltà vorremmo cercare di affrontarle, ma non sappiamo come. Lei cosa ci suggerisce? 
Le faccio anche qualche domanda più precisa: a che età un bimbo dovrebbe iniziare con i primi rudimenti nella scrittura o lettura? 
La ringrazio ancora e cordiali saluti. 

Un vecchio libro si

Un vecchio libro si intitolava: leggere a 3 anni. Ma mi chiedo a cosa serva a un bambino saper leggere a tre anni. Una volta la scrittura si imparava in prima elementare (leggere scrivere far di conto, ah, Pinocchio....), alla materna non ci andava quasi nessuno: tuttora non è obbligatoria. Però ormai le maestre delle materne - mi ostino a usare il vecchio nome - si sentono da meno se non fanno programmi 'didattici' fin dai primi anni. In compenso in prima elementare si trovano in classe bambini che sanno già scrivere e altri no, con confusione e scapito dell'insegnamento e dell'andamento della classe. Le insegnanti non insegnano più scrittura, calligrafia, ecc, e passano subito alle frasi, col 'metodo globale'. C'è chi imputa a questo metodo, e allo stile di insegnamento, il grande aumento di casi di cosiddetta 'dislessia' che viene rilevato negli screening che ormai molte scuole fanno alla fine del primo o nel secondo anno. Veda un articolo interessante, su dislessia e metodo globale: http://www.pensareoltre.org/it/pensa-oltre/didattica
Non solo a me sembra quindi che l'organizzazione scolastica sia sempre meno a misura di bambino e sempre più a misura di programmi imposti non si sa bene da chi. Proprio come i 'programmi psichiatrici', vorrei chiamarli, che sembrano avere l'obiettivo di includere sempre più comportamenti normali o varianti della norma nelle categorie psichiatriche, in modo da moltiplicare gli interventi che in mancanza di altri mezzi sono solo farmaci o 'psicomotricità e logopedia'...
Difficile per i genitori mantenere la rotta con tutte queste segnalazioni spesso ingannevoli. Peggio che le sirene per Ulisse...

Buonasera dottore,  Grazie

Buonasera dottore, 
Grazie per la sua risposta e per l'indicazione del sito che ho letto (molto interessante, mi ha fatto pensare).
In effetti è difficile sapersi orientare in mezzo a tutta questa confusione (con informazioni più o meno scientifiche, contro informazioni, scuole di pensiero, interessi delle lobbies, paure dei genitori, indicazioni di insegnanti, etc).
Sinceramente, dottore, io rinuncio a capire. Quando si entra in un certo ambito dove nulla è quantificabile e la metodologia scientifica è ignorata (quella di Galileo, ovviamente) tutto ed il contrario di tutto possono essere affermati.
Lasciamo per un attimo perdere la psichiatria moderna e concentriamoci sul bimbo.
Capisco la sua posizione nei confronti dei metodi di diagnosi oggi usati e nelle varie forzature create per inquadrare i sintomi in vari disturbi o malattie nei manuali diagnostici.
Lasciamo perdere tutto questo.
Un problema c'è, in qualsiasi modo si voglia chiamare. 
 In questo momento ci troviamo in una fase di stallo, non sappiamo veramente cosa fare. Una maestra dell'altra sezione oggi ci ha suggerito di portare il bimbo da qualcuno e che forse della psicomotricità gli farebbe bene. Di non preoccuparsi, che non c'è nulla di grave, va solo un po' aiutato forse. L'obiettivo ultimo è quello di farlo arrivare alla prima elementare il meno peggio possibile, con un grado di attenzione adeguato, in modo che il vedere tutti gli altri più avanti di lui non inneschi un circolo pericoloso. 
In sostanza abbiamo capito che per le maestre è difficile seguire tutti i bimbi nelle loro caratteristiche individuali e forse mio figlio ha bisogno di qualche attenzione in più a scuola. Dice che se "gli si sta dietro" fa le cose che gli vengono richieste. Ma non è opposti ivo a scuola, anzi è piuttosto passivo. Sta alle regole, non è iperattivo come a casa, ma ha difficoltà nel disegno, nel seguire delle indicazioni.
Dicono anche che gioca, ma lo fa per lo più da solo.
Eppure fuori dalla scuola cerca i suoi amichetti ai giardini, con cui gioca e si diverte. 
in parole povere, non sappiamo più che pesci pigliare: portarlo dal consultorio con la NPI che lo seguiva significherebbe per noi iniziare un calvario di visite ed osservazioni. Farebbero il punto con un test di griffith e poi logopedia , psicomotricità etc. Andare da un altro NPI a caso? Farcene suggerire uno? lei è piuttosto distante...
Chiamare una logopedista senza passare da NPI?  Non fare nulla ed attendere i miglioramenti (alla fine i miglioramenti ci sono sempre stati e tutto ciò che prima era un problema oggi non c'è più). Ma è come se non bastasse mai, perché gli altri sono sempre più avanti...
A casa cerchiamo di evitare nello stressarlo con richieste di gioco più "riflessivo". 
Odia ormai il disegno, non prende in mano una  matita e rinuncia a questo ed altro dicendo "non sono capace". Eppure se una cosa gli interessa ascolta ed impara...
Se proponiamo un gioco dove ci sono delle regole o capire una logica, lui non ascolta o rinuncia. Preferisce sempre il gioco di fantasia ed inscenare situazioni tra personaggi, per esempio.
Lei dottore conosce qualcuno che può aiutarci? È giusto rivolgersi ad una psicomotricista? 

il bello è che tutto questo sta avvenendo proprio quando vedevo un notevole miglioramento nella comunicazione...
La ringrazio per la sua pazienza.
Cordiali saluti.

A me sembra che in quello che

A me sembra che in quello che scrive non ci sia nulla di 'patologico'. Tutto mi fa pensare che così come sono passate le vostre preoccupazioni sul linguaggio, passeranno probabilmente quelle sull'attenzione e la produzione pre-scolastica. Ma ne verranno delle altre....
Il bambino mostra di crescere e proseguire lo sviluppo e la maturazione delle sue capacità. Lasciate che segua i suoi interessi e le sue inclinazioni, aiutandolo eventualmente a svilupparle ma evitando di fargli venire la 'fobia dell'apprendimento' per le pretese degli adulti. Invece ovviamente tenete ben ferme le regole sociali su piano comportamentale, sulla linea che comandano gli adulti e che la libertà finisce dove comincia qu ella degli altri.
Mi ripeterò, ma sono dell'idea che i problemi vanno affrontati quando compaiono, e che le previsioni e la prevenzione in questo campo (apprendimento) sono per lo più basate sulla sabbia...
Tenete conto che le maestre temono spesso che i bambini non saranno all'altezza nella scuola successiva, dal nido alla materna alle elementari alle medie ecc ecc ogni passaggio sembra loro sempre un salto nel vuoto. Di solito è un problema delle insegnanti, un po' troppo mamme...
Sconsiglierei la psicomotricità, come la logopedia e qualsiasi altra cosa direttiva e noiosa. Utile fare esperienze interessanti e divertenti, insieme ai coetanei, un po' alla volta.
Cordialmente

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