Mostra Caravaggio Bacon
 

DAL 2 OTTOBRE 2009 AL 24 GENNAIO 2010
Piazzale Museo Borghese (Parco di Villa Borghese) 00197 - Roma

Dopo una visita alla mostra di Francis Bacon al Museo Borghese

 

Impressioni di un dilettante.
La mostra alla Galleria Borghese (vedi qui, oppure qui ) riunisce una decina o poco più di opere di Bacon con altrettante del Caravaggio prese dai musei e dalle chiese di Roma, distribuite nelle sale della Galleria Borghese e mescolate alle sculture di Bernini, di Canova, di epoca romana e altre e alle molte pitture in prevalenza del '500 e del '600 presenti normalmente al museo, nonchè agli arredi e agli affreschi e alle decorazioni lussuose delle diverse stanze della stessa epoca. A mio parere, e nonostante le affermazioni dei curatori della mostra, l'impressione che ne viene è caotica e confusiva e il poco tempo a disposizione se ne va rapidamente (il turno visita dura tassativamente due ore...) e non permette di rivedere e riflettere sulle opere, di forte impatto visivo, ma disperse nell'ambiente, di Bacon. L'ambiente, che si riflette nel vetro dei quadri insieme con le luci dell'illuminazione, confonde e distorce da una visione attenta e da un approfondimento e confronto fra le varie opere.
Detto questo, e rammaricandosi di non aver potuto quindi vedere meglio le opere di Bacon, motivo della visita a Roma, riportiamo qualche spunto che ne abbiamo avuto sull'impatto di questo pittore, che incontravamo per la prima volta, pur conoscendone il nome da tempo e la biografia (vedi anche qui) e l'iconografia reperite in internet da qualche giorno.
Opere presenti: vari ritratti di piccole dimensioni, autoritratti, un ritratto femminile e alcune opere di grandi dimensioni: i grandi trittici come Triptych August 1972 dalla Tate Gallery di Londra e Triptych inspired by the Orestia of Aeschylus dall’Astrup Fearnley Museum di Oslo, una tela dal quadro di papa Innocenzo X di Velazquez, i ritratti come Study for a portrait di George Dyer, il Portrait of Isabel Rawsthorne 1966 dalla Tate Gallery o Three studies sull'amico e collega Lucian Freud.
Le grandi pitture, 200 per 130 cm circa, verticali, sono di notevole impatto visivo per colori e forme, danno un'impressione complessa: nell'impressione si mescola l'effetto gradevole coloristico e formale delle pitture accanto all'effetto shoccante dei contenuti, delle figure rappresentate. Sia per i ritratti, le 'teste' scomposte e deformate in modo che forse si potrebbe chiamare, se qualcuno non lo ha già fatto, 'tondista', in rapporto e contrapposizione all'analogo modo di scomporre e deformare del 'cubismo' - che però emanano un'emozione violenta e per certi versi sgradevole; sia per le pitture grandi che, tranne le due di tema più complesso e vario, raffigurano corpi variamente deformati e amputati e ricomposti, sempre entro un effetto 'tondista' e per lo più racchiusi come da linee, bordi, quasi scatole tridimensionali che imprigionano l'oggetto all'interno di uno spazio ristretto del quadro. Vengono in mente immagini come di sogni, mostri, allucinazioni, zombi, fissate sulla tela e che dalla tela continuano a emanare sensazioni complesse e di forte impatto.
Impossibile dissociare le opere dalle notizie biografiche sulla vita travagliata dell'artista e sulla sua personalità, da cui eravamo stati colpiti, per limitarsi agli aspetti formali o tecnici come sembra suggerito dalle poche indicazioni dei curatori. Le immagini fissate sulla tela, sia quando si tratta di teste, propria o altrui , sia quando si tratta di corpi nudi, ridotti ad ammassi di materiale umano quasi indistinto, sia quando si tratta di figure più composite, come quella del papa Innocenzo X da Velasquez ('ossessione' di lunghi anni, come detto dall'artista stesso) richiamano immagini di altri artisti, William Blake, Goya della 'stanza del sordo' o dei 'disastri della guerra', gli 'inferni' medioevali, il giardino delle delizie di Bosch, - per non nominare l'urlo di Munch - ma a differenza di queste che in qualche modo sembrano richiamare incubi e paure diffuse e condivise, quelle di Bacon appaiono fortemente personali, quasi vissuti ed esperienze personali imposte allo spettatore ridotto forse al rango di voyer che deve assistere a uno spettacolo raccapricciante di auto o etero -lesionismo, quasi cristiani ai leoni nell'arena sacrificale o come l'invitato del 'vecchio marinaio' di Coleridge.
Anche se forse 'politicamente scorretto', e sicuramente farà storcere la bocca a molti puristi e sprezzatori delle interpretazioni psicoanalitiche o meno delle opere d'arte, impossibile scindere le notizie sull'omosessualità, la violenza paterna e l'espulsione da casa a 17 anni, la prostituzione e la qualità sadomasochistica di molte relazioni: la vita dell'artista sembra un tutt'uno con le sue opere, a differenza, per concludere con il confronto proposto dalla mostra, con il Caravaggio, le cui opere - trasportando nello spazio biblico gli eventi esterni - pur riflettendo forse le contemporanee drammatiche e infine tragiche vicende della sua vita, non spaventano nè scandalizzano più lo spettatore moderno, mentre indubbiamente avevano forse scandalizzato alcuni comtemporanei. Forse le 'gabbie' in cui Bacon rinchiude molte sue forme sono tentativi - evidentemente in parte riusciti - di racchiudere ulteriormente nello spazio della tela, non bastando la cornice stessa, i contenuti che vi venivano gettati, tentando di separare, forse di liberarsi, da aspetti della propria vita.
E' lo spettatore a questo punto che si trova forse nel dubbio di come affrontare l'impatto delle opere di Bacon, in particolare nell'ambiguità e nel mescolamento di effetto estetico fascinoso a contenuto raccapricciante: scindere e negare il contenuto per limitarsi a un'analisi tecnico formale della pittura (come i commenti stessi dell'autore sembrano suggerire); farsi prendere e sedurre e trascinare in un rapporto sadomasochistico quasi con l'autore, attraverso le sue opere; rifiutarlo in toto, quasi per esorcizzare i pericoli e le paure di un'esperienza sul crinale e al limite della follia?