confusione 2

Buongiorno Dottore,
continuo ad essere molto confusa. La bimba sta meglio. Ha ripreso a parlare, seppure sempre con tono “arrabbiato” e con frasi minimali, per lo più volte ad esprimere bisogni e desideri. Ha ripreso a chiamarci per giocare. Ha ripreso il gioco simbolico, anche se riesce poco ad “andare avanti” nel gioco e si tratta di giochi inadatti a bambini della sua età. Come sa siamo tornati alla vecchia scuola. Abbiamo preso un’educatrice privatamente perché siamo privi di diagnosi. Sono sicura che viene seguita, finalmente, anche se con un metodo in cui lei non ha fiducia. Non riesco a perdonarmi per averla lasciata quattro mesi in mano di persone a cui avevamo illustrato nel dettaglio le difficoltà della bambina e che l’hanno lasciata a se stessa, scambiando per “gioco” le sue attività prive di senso. Credo che, in difficoltà e abbandonata a se stessa, si sia isolata sempre di più e ancora oggi ha i tipici comportamenti sia motori che verbali stereotipati…tutte cose che a partire dai tre anni non c’erano più state, tanto da farci credere che non ci fosse “niente di autistico”, come lei mi ha sempre detto.
L’unica cosa chiara è che dobbiamo muoverci per far sì che la bimba possa avere un aiuto a scuola, il prossimo anno, se, come pare, è necessario e quindi dobbiamo necessariamente avere una diagnosi e percorrere l’iter conseguente.
Sa quanto avrei voluto evitare tutto questo. La persona a cui ci siamo rivolti per il percorso cognitivo-comportamentale, che un anno e mezzo fa mi aveva rassicurata sulle “piccole” difficoltà della bimba (Asperger…alto funzionamento) ora mi dice che siamo in una situazione medio bassa.
Sia questa persona, che Lei, che la prima npi che vide la bimba mi avevate sempre detto che non si trattava di autismo e che non c’erano problemi cognitivi. Ora la situazione prospettatami è diversa. Mi si parla di un ritardo mentale non grave (sempre dalla persona a cui ci siamo rivolti, che comunque ha anni di esperienza ed è molto stimata).
Possibile che una piccola difficoltà sia ora una difficoltà grande? Che la mancanza di problemi cognitivi diventi presenza di problemi cognitivi?
So che ormai a livello formale si fa di tutta l’erba un fascio, e alla fine in quel fascio se vogliamo che la bimba sia aiutata dobbiamo rientrarci e sperare che ci diano l’aiuto che le serve, ma mentre riuscivo ad accettare che potesse trattarsi di un disturbo di Asperger o di un autismo ad alto funzionamento, ora sono spaventatissima.
Mi chiedo: che ne sarà della mia bambina? Davvero il suo è un problema di natura neurocerebrale? Se si tratta di questo, che speranze ha? Davvero può solo essere “recuperata” in tutto o in parte? E’ indietro in molte cose, lo vedo, ma devo pensare che sia e che sarà sempre ritardata?
Leggo dappertutto che mentre nei casi di Asperger o autismo lieve si può “guarire”, nei casi più gravi questo non è possibile…..
Lei ha visto tante volte mia figlia e, almeno fino a tre mesi fa, aveva sempre escluso ritardi cognitivi….idem le altre persone che l’avevano vista…e quindi: che devo pensare? Dovrei essere fiduciosa, invece la fiducia l’ho persa.
Almeno le diagnosi sono rivedibili? Non la voglio, con tutta me stessa, la diagnosi. Eppure alla mia bambina serve, perché, salvi miracoli nei prossimi 5 mesi, non sarà in grado di affrontare la scuola senza un aiuto.
Grazie del parere che vorrà darmi.

Autismo, Asperger, ritardo

Autismo, Asperger, ritardo mentale, sono parole attualmente abusate che descrivono comportamenti e prestazioni ai test, messe ulteriormente in discussione ora dall'ultima classificazione psichiatrica, che probabilmente aumenterà la confusione che già c'è in questo campo. Se non c'è una malattia cerebrale conosciuta alla base dei 'sintomi' è praticamente impossibile fare una prognosi, specialmente nelle situazioni non gravi , o non tipiche e dove ci sono fluttuazioni.
Quello che è importante mi sembra che sia che bisogna avere un punto di riferimento specialistico di fiducia, che conosca approfonditamente la situazione e possa indicare quello che è necessario. Si rischia altrimenti di restare nella confusione. Ho l'impressione che nel vostro caso al momento una simile figura non esista e vi invito a chiarirvi e scegliere chi possa essere, fra i vari specialisti che avete conosciuto, in modo da rivalutare a fondo come stanno le cose e la strada migliore. Non è tanto questione di 'diagnosi' - non siamo nell'ambito di malattie mediche ben definite e con terapie sperimentate, e al massimo le diagnosi in questo campo hanno valore solo burocratico-statistico - quanto di seguire l'andamento della situazione e verificare che l'evoluzione sia la migliore possibile e che si prendano le decisioni più opportune.
Restando a disposizione,
cordialmente

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