Depressione ansia e ossessioni

Buonasera a Voi e grazie per il prezioso consulto on-line che offrite.
Sono un ragazzo di 22 anni,soffro da un anno di depressione dovuta a un disturbo ossessivo che mi è stato diagnosticato solo 3 mesi fa.
Mi è stato prescritto il cipralex,che ho preso dapprima a 10 mg,poi mi è stato aumentato a 20 mg.
Dopo un mese le ossessioni sembravano del tutto scomparse,ma da 2 settimane a questa parte sono tornate e il medico-psichiatra,2 settimane fa,ha deciso di aumentare il cipralex a 30 mg,dose massima possibile da prescrivere.
Tuttavia le ossessioni non si sono affievolite e proprio oggi sono tornato dallo psichiatra riferendogli la cosa.
Mi ha detto che forse sarebbe meglio aspettare che passi questo periodo di stress(tra 2 mesi mi laureo)e magari la situazione migliorerà.
Mi chiedo,è normale che dopo quasi 3 mesi di terapia io abbia avuto un peggioramento come all'inizio?
Non sarebbe meglio passare a qualche altra molecola magari più incisiva?
Il medico-psichiatra mi ha detto che essendo il mio disturbo ossessivo "resistente",forse era meglio passare all'anafranil,ma aspetterebbe ancora un bel po' prima di darmelo,per via degli effetti collaterali..
Non penso sia normale che dopo 3 mesi di regime terapeutico a 30 mg il cipralex non faccia quasi effetto(non ho attacchi di panico,ma le ossessioni e l'ansia sono ancora lì).
Mi chiedo inoltre se sia saggio attendere che passi il periodo di stress per ottenere i benefici,un farmaco dovrebbe dare subito benefici,perchè lo stress nella mia vita è normale(lavoro e studio molto).
Grazie ancora per il prezioso aiuto che offrite.
Cordiali saluti.

La 'depressione, ansia

La 'depressione, ansia e ossessioni' alla sua età (ma credo a tutte...) a mio avviso sono il segno della difficoltà ad affrontare una fase della vita, come ad esempio il periodo che Lei sta passando, che è un classico momento di maggiore fatica e stress e di possibilità di crisi. Per così dire come una forte salita nel 'viaggio' che uno sta facendo. Per qualche motivo, diciamo allenamento insufficiente o sbagliato, uno si trova in salita e dà segni di fatica e ha dolore, crampi, ecc, che a livello mentale si manifestano con sintomi come i suoi o altri. Come fanno i ciclisti, a volte si ricorre al 'doping' per non sentire la fatica e produrre un maggior sforzo. Oppure si affrontano le difficoltà e la fatica in altro modo.
I farmaci a mio avviso sono come le sostanze dopanti, aiutano sul momento, non sempre, ma alla lunga possono causare guai. Specialmente se non funzionano subito, potrebbe valere la pena a mio avviso di valutare la situazione da un punto di vista diciamo 'psicologico': vedere in modo più 'allargato' i possibili aspetti della situazione, i fattori che possono essere in gioco, i possibili ostacoli o le modalità di affrontarli non ottimali, per trovare una modalità per passare questa fase nel modo migliore possibile, che non vuol dire 'bene', senza problemi o disturbi, ma riducendo questi a un livello sopportabile per andare avanti. Ovviamente bisogna valutare se questo è possibile approfondendo la conoscenza della situazione. Può farlo forse lo psichiatra da cui sta andando se non si limita a fare diagnosi dai sintomi e dare farmaci come unico rimedio, oppure può essere necessario rivolgersi a uno psicologo o psichiatra di orientamento psicoterapeutico.
Un lavoro di consultazione e approfondimento - cosiddetta e.therapy - si può fare anche per internet, cosa che faccio anch'io a richiesta, in questo spazio, o per email o skype se è richiesta una maggiore privacy. Vedasi queste informazioni.

Spero di aver chiarito alcune cose e che questo possa aiutarla.
Cordialmente e restando a disposizione
dr GBenedetti

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