farmaci antipsicotici e distonie oculari

Una signora mi scrive che il figlio è in cura da vari anni con neurolettici e antipsicotici per un disturbo dissociativo paranoide con allucinazioni uditive curato con vari farmaci antipsicotici tipici e atipici, stabilizzanti e ansiolitici che però sono stati cambiati varie volte per l'insorgenza di disturbi oculari, tipo ammiccamento e difficoltà ad aprire le palpebre, che dura tuttora. L'ultimo farmaco provato, un derivato del risperidone, ha avuto un ottimo risultato sul pensiero ma, purtroppo , è peggiorato il problema agli occhi in quanto le palpebre,con forte tensione, si sono completamente abbassate . E’ stato visitato, ulteriormente, da un neurologo 4-5 giorni fa il quale ha escluso che la causa sia dovuta ai farmaci. Spero tanto nel vostro aiuto affinchè possiate indicarmi la strada giusta per risolvere questo triste problema che ha coinvolto la vita di mio figlio che vive da cieco, oltre alla sua patologia. Vi ringrazio di vero cuore. Una mamma disperata! Cordiali saluti.

La signora mi scrive:

Mio figlio gli occhi continua a non aprirli, sono serrati con forte tensione palpebrale con i muscoli delle orbite oculari rigidi e strettissimi come da foto precedenti . Attualmente sta prendendo oltre all’ Invega, la mattina presto prima che si sveglia, una compressa di Lorans da 2,5 mg perché la Tavor da 2,5 mg non gli fa più effetto e il pomeriggio 10 gocce di Cipralex. Perché solo il Tavor e il Lorans che contegono benzodiazepine riuscivano a fargli rammollire le palpebre ed ora non gli fanno più effetto. A casa gli occhi non si aprono, riesce ad aprire un poco gli occhi solo quando scende con me la mattina per fare la spesa però mettendoci tutto il suo sforzo ed impegno sotto i suoi occhiali scuri da sole come ad esempio anche forti sbadigli gli fanno aprire gli occhi per pochi secondi o portandolo a fare un bagno a mare riesce ad aprirli. A volte mentre passeggia con me apre un poco gli occhi oppure un solo occhio sinistro o destro e poi li richiude subito, quando cammina o corre tende a stringere e chiudere le palpebre. Il pomeriggio che sono di nuovo chiusi gli do un’ altra compressa di Lorans da 2,5 mg e lui si butta per terra con il computer portatile riuscendoli ad aprire certe volte facendo sforzi e smorfie. Insomma capita poche volte che si aprono e spesso in auto se gli occhi sono aperti si chiudono di nuovo non riuscendo a capire il perché. Ho notato che solo una sera che mio figlio aveva gli occhi aperti completamente, lui non ha voluto dormire tutta la notte e la mattina seguente si è svegliato con gli occhi sempre aperti al massimo. Quindi mi chiedo il problema della chiusura degli occhi nasce solo nel sonno mentre lui va a dormire? Come potrebbe fare effetto qualche farmaco durante la notte in modo che lui si alzi con gli occhi aperti? Potrebbe indicarmi qualche cura o farmaco che poi dirò al mio psichiatra per favore? Grazie. Cordiali saluti.

La sintomatologia è

La sintomatologia è abbastanza intricata: senza una visita diretta è difficile dare un parere. Penso che vadano valutati gli aspetti oculari, neurologici e comportamentali. Più che altre cure forse potrebbe essere opportuna una osservazione per qualche giorno, sospendendo le medicine sotto controllo medico per valutare i possibili fattori in gioco, farmacologici neurologici o funzionali, cioè dovuti alla situazione psicopatologica.
Cordialmente
dr GBenedetti

Gentile signora . Non dice

Gentile signora . Non dice nella sua breve lettera, in cui riferisce prevalentemente le vicende farmacologiche di suo figlio, se è o è stato fatto anche un intervento psicoterapeutico, e magari interventi di aiuto psicosociale e familiare, per trovare il miglior assetto ambientale possibile. Eventualmente sarebbero fortemente consigliabili, è generalmente riconosciuto che un intervento globale bio-psico-sociale è il più indicato in situazioni come quella che lei descrive. Richiedono una presa in carico e una valutazione approfondita della situazione personale e ambientale.
Quanto al sintomo oculare credo che in base ai precedenti cui lei accenna sia un po' difficile escludere che sia un effetto collaterale distonico degli antipsicotici, a meno che non si tratti di una malattia neurologica, tipo la Miastenia, malattia della giunzione neuromuscolare, o altro. In tal caso il neurologo dovrebbe fare delle prove farmacologiche specifiche e dare la diagnosi e le indicazioni terapeutiche. L'unico modo di verificare se è un effetto dei farmaci è di sospenderli gradatamente, ovviamente sotto guida dello psichiatra. Può darsi che sia una ipersensibilità costituzionale di suo figlio all'effetto distonico di alcuni farmaci.
Credo che vada pazientemente cercato il farmaco che dà un miglior risultato sul piano degli effetti positivi/ negativi, nell'ambito però di un intervento globale in cui anche l'aspetto ambientale e psicologico sia considerato.

Cordiali saluti

La signora mi scrive

La signora mi scrive ulteriormente per chiedermi "Poiché mio figlio è sofferente potrebbe essere ricoverato in qualche ospedale? E' possibile? Grazie", ma io non ho questa possibilità, lavorando in un servizio ambulatoriale per minori. Può rivolgersi al medico curante, o ai servizi di zona o alla clinica già consultata in passato. Faccio i miei migliori auguri.

Questa lettera indubbiamente evidenzia un problema, è difficile ricoverare un paziente in ambiente psichiatrico, per curarlo con tempi e interventi adeguati. Gli SPDC (Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura) pubblici servono solitamente per brevi ricoveri di emergenza o quasi, volontari o TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), le cliniche universitarie o private sono spesso irraggiungibili. I trattamenti sono quasi esclusivamente farmacologici e basta.
Se poi si parla di adolescenti i problemi sono ancora più grandi.
Sicuramente oggi in Italia, o almeno da molte parti, non è facile ricevere cure adeguate per questi problemi.

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