Ritardo evolutivo e pubertà: una situazione critica

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Egregio dottore,
...
noi( io in
particolar modo) sto cercando di pensare al presente davvero in ogni modo mi
impongono di scacciare i pensieri sul futuro che effettivamente angosciato e ai
qui non riesco a dare risposte...forse non e' il momento. Il presente, pero"
e' davvero paralizzante per me. Come lei giustamente sostiene, il bambino sta
attraversando una crisi. Sta crescendo fisicamente, sta cambiando. Noto che
sente il bisogno di toccarsi i genitali,infatti spesso lo sorprendo a farlo.Leo
invito ad andare in bagno...gli ho spiegato che non e' conveniente davanti agli
altri schermi esitate il propriocorpo.e' intimo privato. non so quanto abbia
recepito...
sa perche' ? Perche' , purtroppo, contrariamente a qualche mese fa,
il suo pensiero e la sua evoluzione, non solo non si sono evoluti( almeno in
apparenza), ma sono aggrediti. Quando lei lo ha visto su Skype, era molto piu'
tranquillo, reattivo e propositivo, pur essendo, come lei ha prontamente
osservato un bambino.immaturo per la sua eta' cronologica. Questo lo abbiamo
sempre considerato e sapevamo di dover rispettare i suoi tempi, apprezzando le
sue piccole evoluzioni che ci davano.la conferma del suo progredire e quindi la
forza di perseverare e non cadere in depressione. Assecondavamo le sue scelte,
il suo gioco simbolico apparentemente strano, che, invece aveva la sua logica
e il suo significato astratto.e simbolico dei suoi ragionamenti. Attraverso
quei giochi rielaborata la realta' e in qualche modo tirava fuori i suoi
pensieri, che acceca cominciato piano piano a condividere con noi almeno Ora i
non fa piu' nulla...non trova nulla da fare, e' questo che rende tutto
complicato e, inoltre, rifiuta le mie proposte, che, effettivamente non sono
adeguate...mi spiego: se prima. trascorreva il tempo libero a casa giocando per
conto suo, un po' con il fratello, piovono me per i compiti. o lettura di
immagini. o asvoltare letture.
ora rifiuta tutto questo; solo con la mediazione
del padre riesce a fare qualcosa. Capira' che non puo' esserci sempre il padre.
Io lo lascio libero, non lo sforzo e l' unica cosa che gli vedo fare e' buttare
nel vuoto oggetti e seguirne la traiettoria...sta diventando un' ossessione.

Cosa significa? Devo lasciargli fare fino allo sfinimento? Inoltre come togliersi
quell' improvviso scatto di lanciare qualcosa per aria che a volte e'
provocatorio, altre sembra un raptus...forse esprime il suo disagio? Come poter
affrontare questo presente che ci paralizza e non ci fa andare piu' in nessun
luogo per timore dei danni? Le assicuro che interveniamo con la spiegazione, il.
rimprovero...fin ora ancora nulla.Ecco spiegate le mie paure...
Prego Dio che passi in fretta, ma non abbiamo i strumenti. Lei e' l' unico che ci spiega le
cose da un punto di vista diverso, che ci ha detto che nello sviluppo non ci
sono ultime spiagge....
Dottore come agire ora? Come non esprimerlo con
eccessive attenzioni se non esporlo a pericoli? Dice bene...stiamo annegando
in un bicchiere d' acqua e, soprattutto non riesco a reinstallare un rapporto
con lui, che era di complicita' e fiducia...non oso pensare poi alle attivita'
scolastiche. Le ho promesso di pensare a oggi....

Gentile signora .Dalle sue

Gentile signora.
Dalle sue parole si vede che è cominciata quindi la pubertà, cioè la fase di cambiamento fisico e psichico attraverso cui si passa nella crescita, con la maturazione sessuale, ecc. In più mi sembra che suo figlio sia oppositivo e provocatorio specialmente verso di Lei, forse perchè Lei gli sta troppo addosso con le sue ansie e paure. O perchè ha visto i suoi punti deboli e se ne aprofitta. Forse molte cose che fa sono per 'dispetto' verso di lei. E' come se fosse una trappola, in cui Lei casca a capofitto... Meglio aspettare che passi. Ci vuole pazienza e resistenza. Stia più da parte, quando avrà bisogno sarà lui a cercarla.
Inoltre alla pubertà un ragazzo ha bisogni di allontanarsi dalla madre, specialmente dal lato fisico. Un rapporto troppo stretto e 'complice', come dice Lei, gli fa confusione: spesso le crisi sono proprio un modo per allontanarsi.
Cerchi di stare un po'a distanza e lasci che sia il padre a intervenire, o il fratello, o altre persone. Magari potrebbe essere utile far venire a casa un educatore (maschio, se possibile) in casa, per qualche ora ogni tanto.
E poi non occorrono spiegazioni e tante parole. Fanno solo confusione. Non servono contro i dispetti e le provocazioni.
Piuttosto lei deve recuperare la sua capacità di reggere, che in questo momento ha perduto. Lasci perdere rimpianti e paure del futuro, sono solo un modo di evadere dal presente, in cui è importante invece stare. Smetta di disperarsi e fare drammi e pensi invece a tenere la barca a galla.
drGBenedetti

Egregio dottore, ci siamo

Egregio dottore, ci siamo attivati nella ricerca di un educatore...qui siamo in un piccolo centtroppo e non è' facile,ma non resistiamo. Antonio continua la sua involuzione ed e' un colpo al cuore osservarlo senza avere alcuna idea per riprendere il suo sviluppo...diventa davvero difficile andate avanti e far fronte alle necessita' quotidiane...il confronto con i pari ora non si puo' neanche pensare. Oltre alla puberta' sembra si sia smagnetizzato e cancellato tutto. Non parla quasi piu' , se non per le richieste. E' iperattivi e refrattArio. tutto, ma questo, purtroppo lo sa gia'. Non riesco a vedere soluzioni...seguire il suo consiglio di non fare feMmine e' davvero difficile. Come non pensare? Quali altre sorprese negative? A settembre iniziera' la scuola....ma quale tipo di inserimento potra' mai avere? Prego Dio ogni minuto che ci svegli da quest' incubo e ci permetta almeno di proseguire il cammino....ora sembra impossibile. Grazie ancora della sua umanita' non comune.
Con stima

Gentile signora, capisco lo

Gentile signora, capisco lo sfogo e la ringrazio delle belle parole. La mia non è 'umanità' particolare, sono interessato alle dinamiche nelle famiglie ed è il mio metodo di affrontare le difficoltà evolutive e comportamentali.
La questione è liberarsi dalla confusione che impedisce di vedere e di descrivere le cose. I lamenti e le paure non servono a nulla. Serve guardare bene cosa succede, cosa che lei per il momento non riesce a fare. Si faccia aiutare da suo marito, anche per queste lettere. Provate a descrivere cosa succede: cosa fa suo figlio, come rispondete voi, come reagisce lui. Se fa di tutte le erbe un fascio non si capisce nulla e si aumenta la confusione.
Se Lei è sovraccarica di paure e disperazione, suo figlio lo percepisce ovviamente, e la allontana e la rifiuta, magari anche in malo modo. Affronti la situazione: se la barca è nella tempesta, inutile piangere, meglio cercare di tenere la barra del timone nella direzione giusta. Mi descriva quindi visivamente dei momenti critici con suo figlio: cosa è successo, cosa ha fatto, cosa ha detto, cosa avete fatto e detto voi, ecc. Di solito le cose hanno un senso, non avvengono 'per follia': ma la confusione è come un polverone che impedisce di vedere.

Gente dottore, le racconto un

Gente dottore,
le racconto un episodio Questa mattina mio figlio si e' svegliato e, invece di andare in bagno come sempre, ha fatto pipì nelle scarpe del fratello. Ovviamente e' stato sgridato da me e da suo.fratello che si e' arrabbiato molto( e' stressato anche lui)e lo ha etichettato come" scemo".Lui non ha risposto, ha messo leami alle orecchie,come fa spessissimo ora ed ha sorriso allontanandosi. Piu' tardi lo ha rifatto, ma nella sua scarpa. Anche qui al rimprovero stessa reazione. L' ho costretto ad andare in bagno, ma non ha fatti nulla. Inoltre sta di nuovo trattenendo le feci, tanto che spesso si sporca. Dice che deve andare in bagno,mi dice vai di la' , ma il piu' dellevolte non la fa e si alza.
Ha trovato delle vecchie videocassette di cartoni e vuole guardarle, soprattutto una Gli ho chiesto perché. sempre. la stessa e dopo insistenze mi ha detto perché. mi piace. Mi chiede di stare da solo è dopo un po' si alza e sbatte qualcosa,anche ante di mobili o finestre. Ovviamente mi avvicino, gli dico che non si fa perche' si rompono, si puo' fR male, lo minacciò di punirlo...lo rifa'. Allor spengo il televisore, lui si allontana e va a cercare qualcosa da mangiare. poi scappa fuori( siamo in campagna) e inizia a provocare cercando di scavalcare per andare in strada o altri i confini. Lo ha visto fare, ma gli ho spiegato che se lui non e' attento e non risponde al richiamo non va bene. Gli abbiamo spiegato che suo fratello e' andato perché. più grande, sta attento per strada, mon scappa e ci dice dove va. Non mi ha risposto. Al padre chiede di portarlo.
Se gli chiedo di leggere qualcosa o di fare qualche compito per le vacanze, si arrabbia dice no, non voglio fare niente e se insisto si rifiuta e poi lancia qualcosa. A volte lo minacciò di legarlo!!!mi dice no, ma non esegue. Accetta di giocare un po' a pallone quando c' e' suo padre,come anche gli chiede di essere portato dietro la bicicletta, perche' sulla sua non vuole piu' andare e non vuole imparare ad andare senza rotelle. Solo una volta si e' fidato di andare con suo fratello( non diceva che aveva paura, lo abbiano caputo) e gli diceva qualche parola...vai, cammina, andiamo di la'..poi si alzava e gli correva dietro. Sono venuti a trovarci degli amici...lui e' stato tutto il tempo in casa e alla fine ha salutato ha detto rivediamo, lui ha preso un oggetto e lo ha lanciato fuori. Non era accaduto nulka!!!Si aggira per la casa muovendosi e secondo me lanciandosi, non dice nulla se non richieste di qualcosa e se intraprendendo.qualche approccio linguistico o raccontare qualcosa risponde no o non voglio dire niente. Spesso ripete frasi della videocassetta anche in modo prolungato.L' altra sera siamo usciti, era festival e c' erano le gkostre( l' anno scorso e' stato benissimo) ha cominciato a correre....lo ha fatto due volte e non si fermava....Lo abbiamo punito e siamo tornati a casa.

Mi sembra che è dispettoso,

Mi sembra che è dispettoso, provocatorio e oppositivo, in particolare verso di Lei. Come dicevo penso che possa essere una fase collegata con la pubertà e con un rapporto troppo ravvicinato con la mamma. Crescendo, non gli va più bene, ma non sa nemmeno lui come fare a cambiare e comportarsi più da grande. Credo che la cosa migliore sia di stare un po' a distanza, tollerando i dispetti, prendendoli come tali e on come segno di follia! E' ovvio che il fratello si arrabbi, e anche voi. Ma cercate di lasciargli dei margini di libertà, salvo intervenire se supera limiti di sicurezza. Se non accetta limiti o eccede troppo, deve stare nella sua stanza, non tanto come castigo ma come posto che è a sua disposizione (entro certi limiti) La sua mi sembra una sfida, un po' disperata perchè si sente probabilmente meno bravo di tutti gli altri. Più che punirlo o brontolarlo direi che va lasciato sfogare stando a distanza di sicurezza. La sua è una protesta una ribellione, non un segno di follia, a mio avviso.
Cercate di avere pazienza e resistenza, e forse in questo momento deve intervenire di più il padre.

Grazie per i suoi

Grazie per i suoi consigli.
Cercheremo di fare così. Quando il padre non c' e' il fratello cerca di coinvolgerlo....dopo una iniziale resistenza e se io sparisco di scena, poi lui cede. per esempio oggi ha giocato a pallone con lui per circa mezz' ora. Convengo sul fatto che la sua sia protesta e una sfida disperata...dice bene, disperata, perche' spesso poi piange e mi viene ad abbracciare.
Quello che ci sta bloccando ora è ci ha fatto confrontare ee' che non riesce a trovare un interesse o una passione che gli consenta di trascorrere il tempo in casa.Il nodo cruciale e' proprio questo...non avendo alcun contatto sociale, non si puo' confrontare e quindi conoscere....solo il fratello....ma prima in effetti lo imirava abbastanza ora non piu'. La sua chiusura agli altri potrebbe derivare dal sentirsi inferiore o da un reale deficit sociale? Questo pare essere molto grave e forse proprio la causa del suo non progredire, nonostante la sua capacita'...Non vorrei mandarlo in un centro diurno, mi sembrerebbe di ghettizzarlo e accettare la diagnosi di autismo che non lasciava prospettive alcune.e di autonomia. Speriamo di trovare un educatore che riesca a proporgli qualcosa, ma vedo impossibile un inserimento con i pari...non ci sono i presupposti....troppo infantile e poco disponibile....Grazie delle sue risposte

inoltre, la sua

inoltre, la sua intersoggettivita' secondaria appare ancora compromessa, nonostante tutte le terapie che abbiamo fatto....se poco tempo fa aveva abbozzato un accenno di condivisione di emozioni, ora non più e! !!

Le consiglierei ancora di

Le consiglierei ancora di lasciar perdere i paroloni più o meno psicologici e anche le considerazioni sulle cause le diagnosi ecc. Suo figlio passa un momento difficile ed è da aiutare come un ragazzo in crisi, non come un caso clinico. Chi non ha la testa piena di zavorra pseudo-psicologica è più libero di vedere la cose reali. Cerchi di liberarsene anche lei e vedrà anche suo figlio in modo diverso.

Si, lo so, ma non e' facile

Si, lo so, ma non e' facile quando si ha tutti contro. Purtroppo tutti quelli che sono vicini al Bambino pensano che sia patologico, compres5a la scuola e che io sia la madre che non accetta la diagnosi. E' QUesta la dura realta,in piu' ora si e' aggiunta questa crisi e tutto si e' complicato.Siamo soli e da soli non si ottiene nulla. Per. quello speravo di creare una equipe con lei alla guida...l' unico ad averci dato una speranza......ma non so se si potra' e se resisteremo.Infinite grazie per tutto.

Gentile dottore,la vita di

Gentile dottore,
la vita di mio figlio attualmente e' questa: si alza al mattino, girovagando, ascolta cd, raramente mi chiede di guardare qualche dvd, sempre quelli che gia' conosce...esce con il padre per qualche passeggiata o co,missione, riascoltare cd in camera sua e vuole stare da solo.
Se ci sono solo io e squilla il telefono e parlo arriva e mi da schiaffi o calci. Ovviamente questa modalita' Non e' ammissibile e' partito qualche sonoro ceffone. Oppositivo e privo di interessi e socialita' Zero. Inoltre, ha ripreso a trattenere le feci con encopresi terrificante. Non gli sto addosso, non gli propongo più nulla( anche perche' Non saprei neanche) .mi sono fatta da parte...ma la nostra vita familiare e' completamente scassata. Non esistono piu' visite a qualche familiare, perche' a parte la socializzazione che non c' e' , Non sa cosa fare e si comporta in un modo infantile e si muove , tocca e puo' buttare in aria oggetti o sedie o per terra...uno strazio. Dottore io non credo che passera'. Mio marito anche e' molto stanco e demoralizzato. lui e' sempre più convinto sulla somministrazione del ritaglio perche' sostiene che non se ne può fare a meno...anzi mi accusa di non volerlo aiutare e che miti genitori hanno visto notevoli miglioramenti. Io non la penso così e resisto,aspetto però ' che accada qualcosa, ma cosa? Sono sola a resistere , ma se non ho alternative...ci sentiamo in una gabbia da cui non riusciamo ad uscire e se anche io mi sforzo di non pensare all' autismo, le sue reazioni e i suoi comportamenti di chiusura sembreranno ,invece ricordatelo in ogni momento . Non stiamo certo aiutandolo...ma siamo all' angolo e con decisioni che rimandiamo, ma che ci perseguitano. Io, nonostante tutto , dentro di me sento che ci potrebbe essere qualcosa da fare, ma cosa? miaccorgo, inoltre che mi chiama , spesso, ma non dice nulla....

Se è disperata Lei, si

Se è disperata Lei, si immagini lui... Sta probabilmente cercando di 'provocare'qualcosa, qualche cambiamento in modo che le cose vadano meglio, la chiama e la respinge e si arrabbia se lei dà attenzione ad altri, al telefono, come fanno spesso i bambini piccoli.
Per ogni bambino, qualsiasi difficoltà abbia, è meglio cercare di pensare a fare una vita che faccia star meglio tutti, che non stare a disperarsi per quello che ha, o si teme che abbia.... Autismo è solo una parola che credo proprio non voglia dir nulla, nel vostro caso, ma rischia di distrarre lei madre dal vedere cosa dice suo figlio.
Trovate un educatore che venga per alcune ore un paio di volte la settimana e cerchi di fare amicizia con lui lo porti fuori, ecc.
Bisogna cercare di superare il momento difficile, e trovare la via di uscita dal labirinto in cui siete finiti.

Dottore, grazie per il suo

Dottore, grazie per il suo sostegno e la impazienza.Io mi sento davvero inadeguata e fallita come mamma. Una madre dovrebbe istintivamente capire il proprio figlio, io , invece non lo riconosco , sono vuota e confusa, come morta dentro. Non riesco più ad affrontare la quotidianità e mi fa malissimo vedere mio figlio che trascorre il suo tempo senza vivere, in realta'. Mi sento inutile e impotente, Non riesco a trovare la strada per uscire dal labirinto. E' accaduto gradatamente nel tempo...sono passata dalla lotta per tirarlo al mondo, dall' entusiasmo per i progressi , dalla speranza al vuoto totale...quando mi sono resa conto che il bambino non generalizzata i suoi progressi , sono crollata e ora mio.figlio.mi.ha negato.tutto. In poche parole sono non so chi e' mio figlio e come aiutarlo.Tutto.quello che ho fatto finora e' stato inutile, anzi...ormai sta crescendo e la speranza che possa cambiare e' venuta meno, grazie anche alle parole di chi lo ha seguito. E' molto grave quello che sto dicendo, ma e' cosi. Speriamo di trovare l' educatore, ma dottore le cose non vanno e io non vado. Una madre dovrebbe accettate il figlio incondizionatamente e io , invece soffro troppo vederlo sprecare i giorni così. Passo dalla rassegnazione alla rabbia della responsabilità che sento vetro di lui.E' questo il mio tormento...vorrei che le cose andassero meglio, ma non trovo i modi. E' terribile...e ' terribile anche leggere la rassegnazione negli.occhi di mio marito che vede il ritalin come soluzione perché tanto suo figlio non avra' mai una socialità e mai sara' autonomo.D' altronde a vederlo sembra proprio così.Spero di riuscire ad incontrare un educatore che riesca a coinvolgerlo...ma davvero e ' difficile capire cosa possa fargli scattare la voglia di mettersi in gioco e cominciare a vivere...e' un bambino vitale e mi si stringe il cuore a pensare che debba state chiuso in casa senza possibilita'...ma e' questo quello che sta accadendo e io sono attanagliato dal senso di responsabilita' verso di lui è mi sento colpevole...Lei ha ragione, sono confusa e mi sento.u. contenitore vuoto. Mi hanno tutti colpevolizzare di averlo stressato., di aver preteso troppo, che alla fine mi so.o ridotta così...e giustamente , oltre al dolore, l' ansia. Non riesco a uscirne, ho paura di non farcela..mi sto tenendo da parte, ma alla fine non trovo la giusta modalita' nuova per relazionarsi e vedo.che lui sta sempre peggio dentro in gabbia e fuori in tilt, così diverso e i n disparte...E' una protesta, ccome dice lei, ma si sta facendo del male. Trattiene tutto, non vuole controllo, ma come posso fargli capire?

Appunto: Lei non deve "fargli

Appunto: Lei non deve "fargli capire". Deve lasciarlo capire da sè, e fare da sè, e intervenire solo su sua richiesta. Deve stare più lonano, per non rovesciargli addosso la sua emotività. Altrimenti si aumenta la confusione. Da quello che scrive mi sembra che il suo 'errore', molto comune a tanti genitori, è di non lasciare lo spazio al bambino per trovare la sua strada. Lo vogliono spingere e guidare e fargli fare quello che loro ritengono giusto, e così a volte finisce che, crescendo, il figlio non ne può più, si sente soffocato e di ribella.
Per cui a mio avviso Lei deve un po' 'ritirarsi' - finora non credo che l'abbia fatto abbastanza - e lasciare posto a suo figlio che così forse comincerà a guardarsi intorno e cercare. Finora non l'ha fatto perchè forse troppo spinto a dover obbedire ad altri.
Senza 'sparire', ovviamente, nella depressione o in altro, ma per trovare un posto più adeguato per il rapporto con suo figlio. Non è mai troppo tardi, si diceva una volta.
Comunque, fra l'altro, il Ritalin, che è un anfetamino-simile, cioè del tipo delle anfetamine, non è usato per l'autismo, ma per l'iperattività, o meglio il cosiddetto "ADHD", all'americana. Ma io sconsiglio di usarlo, perchè l'iperattività e un segno di inquietudine, appunto e perchè dare anfetaminici mi sembra alquanto rischioso, per gli effetti collaterali anche gravi che possono avere e per il rischio non piccolo di alimentare il mercato della droga.
Cordialmente
drGBenedetti

Mi rendo conto di.quello che

Mi rendo conto di.quello che dice....sono le difficolta' di gestione occupazionale della giornata che mi agitano. Comunque ora farò quanto mi dice. Non ho ancora avuto risposte in merito all' educatore.Qui in zona non ne ho ancora trovati e continuiamo a cercare. C' e' a Taranto un' associazione che contatta educatori professionali, ma sempre relativi all' autismo e terapie connesse ...non li ho contattati ancora perche' vorrei.trovare qualcuno che non stigmatizza, come e' accaduto.fin ora. Vede, questo mi angoscia, il fatto che tutti ( tranne qualche eccezione) lavora con lui come handicappato e si limiti a tenerlo buono...così i risultati sono stati quelli di ora ...Ma dovrebbe stare solo con l' educatore o cercare un ' apertura sociale anche minima? Fin ora e' mancata un' organizzazione negli stimi, ma mi rendo conto che e' difficile. Per esempio cercare di educarli a un autonomia al di fuori richiede competenza e credere che lui possa farcela...non so neanche io come dire...mla psicologa mi ha detto che nondovevo proporgli di chiedere qualcosa in un negozio, ad esempio, perché ' non può...ma allora a che serve credere in lui...la confusione e' enorme, come la solitudine .i

Gentile dottore, sto cercando

Gentile dottore,
sto cercando di contenere le manifestazioni superemotive cercando di allontanarmi e distaccarsi...Stiamo conducendo una vita limitatissima, non usciamo, non andiamo da parenti perche' abbiamo paura che Antonio abbia delle reazioni spropositate e sinceramente siamo costernato. In accordo con mio marito non stiamo facendo pressioni di alcun genere, non gli faccio domande( anche perche' mi risponde " non voglio dire". Io spesso sono nella mia camera(cerco di isolarmi perche' sono depressa non voglio farmi vedere così...) sembrava fossero spariti quei gesti di buttare per terra...invece stasera, mio marito e' uscito e siamo rimasti da soli. Lui e' stato nella sua Camera con il Nintendo, ogni tanto veniva nel soggiorno e mi guardava. io gli sorrideva e lui ritornava. Tutto tranquillo..all' improvviso sento dei rumori...invece di urlare( come mio solito ultimamente) sono rimasta immobile. Allora e' venuto vicino e ha detto " ho buttato la radio a terra e il nintendo" ...gli go risposto che non ci avrebbe più giocato. E' poi andato in camera mia ed ha buttato a terra una lampada, rendendola e di nuovo e' venuto a dirmelo.Rassegnata, Non gli ho neanche risposto e nn gli ho dato alcuna importanza mentre mi guardava...E" arrivato il padre e gli ha detto spontaneamente del danno. Questo mi scoraggia e mi abbatte...Non so quanto si possa resistere e , soprattutto, non so se ho fatto bene. La barca( come dice lei) sta affondando...e abbiamo davvero paura. Tutto ci e' contro...e tra poco inizia la scuola, il lavoro di sempre , ma le preoccupazioni sono enormi.Mio marito e stato sempre la mia forza, ma ora lo vedo stanco, provato e rassegnato, anche perche' ha tante altre preoccupazioni nella sua famiglia. Oggi mi ha detto che mi devo rassegnare e non sperare , ma accettare la disabilita' di nostro figlio che non sara' mai normale. Mi ha detto " prima lo accetti meglio sara'"".Sono senza forze e idee. Sono confusa e vivere mi spaventa e sta diventando un peso troppo grande. Vorrei vedere una luce in fondo tunnel, ma vedo solo vuole non so come potremmo andare avanti, a chi affidarci. Come affrontare quello che sembra qualcosa di tremendo. Tutti quelli che abbiamo trovato per mio figlio non hanno portato a niente, il suo sviluppo e' bloccato e la nostra vita anche. Se solo fosse tranquillo, forse riuscirei a rassegnarmi...così e' un ' ansia continua e non si può vivere da soli. Abbiamo perso anni di faticose conquiste. Educatori professionali in zona niente, solo terapisti ah a su Taranto.Occasioni di svago per lui ...come se non riesce proprio più a stare con altri...Siamo distrutti. Sicuramente a scui la Non potrò ' piu' fare a meno della 104 e, vedra', appena gli faranno la valutazione , anche lì la diagnosi sara' autismo ...e allora? quGia' avevano detto che era pericoloso...Ma allora che far

inoltre trattiene le feci e

inoltre trattiene le feci e si sporca in continuazione...si impiaztriccia le mani e sporca il water...e dire che si puliva perfettamente da solo! Penso spesso alle sue parole" il bambino sta cercando di provocare qualcosa " evidentemente un nostro cambiamento nel comportamento. Sicuramente non gli stiamo addosso è lui sembra davvero come sostiene lei , provocatorio...ma stiamo provando di tutto...sgridar lo Non e' servito, picchiarlo, niente, sto provando ad ignorarlo, ma fino a che punto?

Gentile signora, mi sembra in

Gentile signora, mi sembra in effetti che la situazione sia molto confusa e che Lei stessa rischi di fare molta confusione. Se è in un momento di depressione e sfiducia cerchi di farsi aiutare a superarlo.
Fra paura di autismo, farmaci per l'iperattività, paura della certificazione di handicap e dell'insegnante di sostegno (ma se è così grave come ha fatto a non averla finora?), mi sembra che il caos sia totale.
Forse il bambino ha un po' bisogno di essere lasciato stare a fare quello che si sente lui, ovviamente entro certi limiti, e non tartassato in continuazione. In fondo è ancora in vacanza, quando ricomincerà la scuola si vedrà.
Le suggerirei di affidare a qualcun altro la questione dei compiti delle vacanze e Lei di limitarsi a restare disponibile alle richieste e di non cadere nelle provocazioni, facendosi aiutare da auo mariti a stabilire e mantenere le regole e i limiti.

Gentile signora, mi sembra in

Gentile signora, mi sembra in effetti che la situazione sia molto confusa e che Lei stessa rischi di fare molta confusione. Se è in un momento di depressione e sfiducia cerchi di farsi aiutare a superarlo.
Fra paura di autismo, farmaci per l'iperattività, paura della certificazione di handicap e dell'insegnante di sostegno (ma se è così grave come ha fatto a non averla finora?), mi sembra che il caos sia totale.
Forse il bambino ha un po' bisogno di essere lasciato stare a fare quello che si sente lui, ovviamente entro certi limiti, e non tartassato in continuazione. In fondo è ancora in vacanza, quando ricomincerà la scuola si vedrà.
Le suggerirei di affidare a qualcun altro la questione dei compiti delle vacanze e Lei di limitarsi a restare disponibile alle richieste e di non cadere nelle provocazioni, facendosi aiutare da auo mariti a stabilire e mantenere le regole e i limiti.

stiamo facendo co si da un

stiamo facendo co si da un po'. Per la scuola ha una pedagogista che lo affianca, grazie ad un progetto consentito dalla dirigente e questo permette di monitorare meglio e capire quali sOno i suoi reali apprendimenti, ovviamente assolutamente non in linea con gli standard normali. Non è ' questo che ci preoccupa, sappiamo che purtroppo e' così e lo accettiamo. La paura della certificazione deriva dal fatto.che frequentera' l' Ultimo anno delle elementari e quindi , dovendo cambiare la dirigente , quasi certamente la possibilita' che abbiamo ora verra' negata . Comunque e' inutile parlarne...ho gia' capito come finira'...
Grazie per la risposta.
Con stima
Angela

Se il bambino ha un reale

Se il bambino ha un reale 'handicap', cioè svantaggio rispetto agli altri, per cause mediche, è un suo diritto avere la certificazione secondo la Legge 104/92, il sostegno e gli aiuti collegati che possono essere molto utili, se necessari.
Ma l'importante è uscire dalla confusione, capire come sono realmente le cose e affrontare la realtà cercando di utilizzare al meglio gli aiuti possibili. Lo sviluppo continua e ci sono ancora tanti anni davanti: se si trova la strada giusta e si 'guida' bene, si può andare lontano, se ci si perde o ci si ferma in area di parcheggio a piangere e disperarsi non si va da nessuna parte.

Gent.mo dottore, mi scuso se

Gent.mo dottore,
mi scuso se la importuno ancora...non ho avuto risposta alla mia ultima mail e sul sito deve avermi cancellata, come anche gli ultimi responsi relativi a mio figlio.
Vorrei , comunque farle sapere che abbiamo seguito il suo parere e ancora non siamo ricorsi ai farmaci...stiamo provando a fargli assumere una sostanza omeopatica ( lo stramonium) che potrebbe , forse contribuire a renderlo meno agitato. Ancora non so dire se ci sono benefici...
In zona non abbiamo trovato nessun educatore professionale maschio, purtroppo, disponibile e non sta nemmeno frequentando più la ludoteca dello scorso anno, in quanto ci siamo accorti che veniva fatto stare da solo con la psicologa che, catalogandolo come autistico, riteneva ( come le avevo scrittto) che non fosse in grado di stare in gruppo, comunicare come gli altri e , anzi, incoraggiava le sue stereotipie verbali, ritenendole il suo modo di comunicare....
Con molta delusione, ne abbiamo preso atto , cosi, meglio niente che stare li. A scuola niente di nuovo, lo schifo di sempre, tranne qualche episodio sporadico della docente di inglese che organizza qualche volta lavori in piccoli gruppi e l' educatrice che lo affianca mi dice che il bambino ha partecipato seguendo e dicendo qualche parola. Essendo io una docente, so bene quanto le strategie del piccolo gruppo facciano bene in questi casi, ma la scuola , purtroppo è diventata, ormai un grende circo mediatico, un grande calderone di pseudo docenti frustrate che hanno bisogno di gratificare il proprio ego con alunni bravissimi e a posto. Gli altri sono scomodi e impegnativi...pensi che non hanno mai approfittato della fortuna di avere una pedagogista ( pagata da noi ) in classe che avrebbe tante strategie da sfruttare con tutti i bambini e integrare il mio...che tristezza dover accettare tutto ciò, un sistema che esclude e stigmatizza...Per cercare di creare un clima sereno neanche mi agito più, a che servirebbe? tanto anche con il sostegno ufficiale accade che i bambini vengano addirittura allontanati dalle classi, altro che integrazione...
Quello che , perà mi preoccupa di più non è certamente la scuola, ma il resto....siamo sempre al punto di partenza.
Sempre seguendo i suoi consigli, abbiamo intrapreso una mediazione familiare. Ci siamo recati la prima volta tutti insieme e il dottore ci ha osservato tutti. Antonio si è comportato in modo ovviamente oppositivo e provocatorio...E' emerso che si comporta in modo reattivo e vuole comunicare qualcosa , una reazione ai nostri atteggiamenti. Per ora a me e mio marito è stato proposto di occuparci più della nostra relazione di coppia , di cercare di rtrovare l'armonia e l'allegria di un tempo, di allontanarci dal pensiero ossessivo di Antonio e di smettere di pretendere da lui parole e atteggiamenti . Insomma , lui dovrebbe percepire di sentirsi accolto cosi com'è e recepire il nostro cambiamento.

Intanto, si continua a non trovare nulla di costruttivo per lui al di fuori della casa....

Leggevo un suo post di dove vanno a finire i bambini strani nel corso degli anni e non posso che constatare con profonda amarezza e delusione nei

Nessun disturbo e nessuna

Nessun disturbo e nessuna cancellatura.
Mi sembra positivo l'inizio di un intervento familiare e mi sembrano condivisibili le prime indicazioni che avete avuto. Importante è non demordere, insistete e continuate e un po' alla volta si può trovare l'uscita dal tunnel.
Considerate, come dicevo sopra, la possibilità di richiedere il riconoscimento in base alla 104, all'ufficio invalidità e handicap dell'asl, in modo da avere maggiore assistenza a scuola. Potreste avere anche un assegno di accompagnamento con cui integrare gli interventi pubblici. Potreste così avere anche un educatore domiciliare che vedrei molto utile in questa fase.

AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.
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